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Autore: Ariana_Silente    09/09/2011    3 recensioni
Quale sapore ha la vittoria?
Non sempre ripaga di tutti i sacrifici affrontati, temo.
Cosa rimane dopo la fine?
Harry e Neville ne sanno qualcosa.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neville Paciock
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Il Sapore della Vittoria

 

«Ehi, Neville.»
«Ciao Harry.»
«Ti dispiace se mi siedo?»

Il biondo fece spazio al nero che si sedette di fianco a lui sul gradino rovinato, stringendo tra le dita la riaggiustata bacchetta di agrifoglio. Anche Neville la osservò.

«Come hai fatto a romperla?»
«In uno scontro con Nagini. Hermione per difenderci le ha scagliato addosso un incantesimo, ma ha colpito anche la bacchetta.»
«Avevi già avuto a che fare con quella bestiaccia?»
«Purtroppo. E fortuna che questa volta c'era Hermione.»
«Già, me lo sono ripetuto un sacco di vole anche io.»

Si lanciarono un sorriso carico di ricordi.
Rimasero in silenzio per un po'. Sentivano che c'era qualcosa in sospeso, ma non riuscivano a decidere come dirselo.

«Neville?»
«Sì?»

Neville sentì distintamente il compagno deglutire improvvisamente nervoso.

«Come stanno i tuoi genitori?»

Già, i genitori. Era esattamente quello l'argomento ad unirli, entrambi lo avevano capito nell'arco del tempo.
Il cuore di Neville mancò diversi battiti. Si sorprese nel non provare fastidio a quella domanda. Ma il problema rimaneva cosa rispondere.

«Sono stazionari.»

Neville chiuse gli occhi, ripetendo per l'ennesima volta, dopo diciassette anni davvero aveva perso il conto delle volte che l'aveva sentita ripetere, la risposta che i medimaghi avevano continuato a dare a sua nonna. Il tono neutro, l'espressione contrita per lei e addolorata per lui.
Si sentì osservato e scoprì che Harry lo guardava intensamente e lo scossero molto alcune gocce luminose che brillarono un attimo sulle sue guance ancora sporche.
Rimasero così occhi negli occhi, divisi solo dagli occhiali, in silenzio e in assenza di parole inutili che avrebbero rovinato quel momento di estrema vicinanza tra loro come mai c'era stata.
Neville si rese conto di avere le guance bagnate, ma non si stupì e non tentò di nascondersi.
Passò qualche altro istante e tornarono a sedere fianco a fianco, il volto in avanti, evitando di guardarsi.
Harry si passò il braccio sulla faccia, Neville fece scorrere le dita e si ritrovò la mano nerastra di polvere, terra e sangue.

«Scusami, non avrei dovuto... Non so perché te l'ho chiesto.»

Mormorò scuotendo la testa.

«Va tutto bene, Harry. È un dolore che mi porto dentro da troppo tempo. È cresciuto con me, ma penso che riuscire a parlarne sia un primo passo per ridimensionarlo.»
«Potrebbe aiutarti, ma sono l'ultima persona che possa darti una mano in questo.»

Neville gli strinse una spalla, cercando di imprimere nella stretta tutte quelle cose che non sarebbe riuscito a dire.

«Ho scoperto di avere più coraggio di quello che credevo, magari scopri di essere un buono psicologo. Ho sentito che sei stato a Godric's Hollow.»

Continuò lanciandogli un'occhiata. Harry non evitò lo sguardo dell'amico e sotto la sua attenzione, il suo volto si irrigidì, le labbra assunsero una piega amara e socchiuse gli occhi, sentendo dentro di sé quel miscuglio imprecisato di dolore, solitudine, ira e rassegnazione che combattevano a un'altezza imprecisata tra gola e stomaco.
Annuì, senza riuscire a formulare le parole della risposta.
Neville sospirò ed Harry percepì quella stessa pesantezza che colpiva anche lui quando pensava alla lapide fredda e gelata in un cimitero solitario della Gran Bretagna.

«Sono andato da loro. È stata dura.»

Si costrinse a dire alla fine.

«Lo so.»

Non c'erano parole di consolazione, Neville ne sapeva qualcosa.
Ci fu ancora silenzio, mentre nella scuola le voci si moltiplicavano incuranti del loro bisogno di silenzio.

«Harry?»
«Sì?»
«Cosa sarebbe successo se fossero morti i miei genitori e non i tuoi?»

Harry lo guardò attentamente.
Distolse quindi lo sguardo e si sfregò la fronte, com'era solito fare quando rifletteva.

Se l'era già chiesto.

«Te lo sei chiesto anche tu.»

Si lanciarono un'altra occhiata, Harry sospirò.

«Intendi se Voldemort li avesse uccisi?»

Mormorò, il fatto che fosse sconfitto non cambiava nulla di quello che era successo. Dipendeva molto dalla sua risposta.

«Sì.»

Tornarono a guardarsi.

«Saremmo arrivati comunque a questo punto, credo.»

Neville sollevò un sopracciglio. Harry sorrise.

«Sarebbero morti per salvarti.»

Si sorrisero.

Quella certezza era tutto quello che avevano, ma era più che sufficiente perché la vittoria amara di quel giorno metteva fine ai loro incubi.

 

Potevano smettere di sopravvivere, avrebbero iniziato a vivere.

  
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