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Autore: shesfede    09/09/2011    8 recensioni
Il riccio ritirò la mano e con un gesto lento se la passò tra i capelli. Con la coda dell’occhio Katie osservò la scena e non riuscì a fare a meno di notare quanto fosse sexy. Probabilmente se non fosse stata di cattivo umore ci avrebbe provato. Poi di nuovo un lampo di luce illuminò la notte e un tuono molto più rumoroso del precedente si sentì. Questa volta Katie non resistette e si lasciò andare in un urlo di paura. Si aggrappò alla prima cosa che le venne davanti e per sua sfortuna si trattava proprio di quel ragazzo. Nascose il viso nell’incavo tra la spalla e il collo e tremante aspettò che la paura lasciasse il suo corpo. Al ragazzo, che adesso sapeva chiamarsi Harry, ci volle più di qualche minuto per realizzare il tutto. Ma quando tornò in sé, strinse la ragazza tra le sue braccia e iniziò a cullarla dolcemente.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Give love a try.


Katie camminava tra le buie vie londinesi a passo svelto. Avrebbe tanto voluto correre e scappare via da quella città infernale, da quell’incubo che viveva dalla nascita. Per tutti questi anni era stata brava a nascondere le proprie emozioni, le proprie paure. Katherine Veronica Brown aveva diciassette anni, lunghi e lisci capelli castani che le ricadevano delicatamente sulle spalle e due occhi dello stesso colore del cioccolato al latte. All’apparenza aveva una vita perfetta e nessuno sapeva le sofferenza che pativa una volta rientrata a casa dopo scuola. Aveva la sufficienza in tutte le materie, stava a capo della squadra delle cheerleader e frequentava i ragazzi più belli. Però, dentro quelle quattro mura si sentiva bruciare. La madre era caduta in depressione dopo che il padre le aveva abbandonate per una ventenne tutta tette e silicone. Stacey, la sorella maggiore, era fuggita al college e ormai non aveva più sue notizie da mesi. Non aveva mai avuto una relazione seria. Per lei l’amore era una cosa inesistente alla quale si aggrappavano le persone deboli per sopravvivere. Ma Katie non era così, lei non era una debole. Katie in cuor suo sapeva di essere forte e di poter andare avanti. Ma l’ultima lite avuta con la madre l’aveva messa ko. La donna le aveva urlato contro le cose peggiori che una madre potesse dire alla figlia e lei questo non lo sopportava. Era uscita di casa senza dire niente, ma non se ne pentiva. L’unica cosa che si rimproverava era di non aver preso il giubbotto prima di varcare la soglia della porta. Una gelata di vento freddo la colpì in pieno viso, scompigliandole i capelli e facendola rabbrividire. Si strinse il più possibile nella felpa blu che indossava, anche se serviva a poco. Infilò la mano nella tasca destra di questa e prese il suo telefono. L’aggeggio nero segnava le 22.07 in punto. Era uscita di casa che erano le otto circa e in due ore nessuno l’aveva cercata. Era in momenti come quelli che si sentiva dannatamente sola. Era in momenti come quelli che avrebbe voluto piangere e sfogarsi tra le braccia di qualcuno.
Non hai bisogno di nessuno, sei forte abbastanza per superare tutto questo” continuava a ripetere a sé stessa per auto convincersene.
Un improvviso bagliore illuminò la notte e Katie rivolse in automatico lo sguardo verso il cielo. Poco dopo un fragoroso tuono echeggiò nell’aria e Katie sobbalzò. Aveva sempre avuto il terrore dei temporali e probabilmente questa paura l’avrebbe accompagnata fino nella tomba. Forse era arrivata l’ora di tornare a casa. Aveva camminato per kilometri, ma sapeva esattamente dove si trovava. I suoi piedi però chiedevano pietà e non sarebbe mai riuscita a tornare camminando. Proseguì per un’altra decina di metri, fino a raggiungere la fermata dell’autobus. Sulla panchina, un ragazzo con un curioso cappello a forma di orso ascoltava la musica dal suo iphone. Katie smise di osservare lo sconosciuto e si sedette all’estremità opposta. Un altro soffio di vento la raggiunse e questa volta le parve di diventare un ghiacciolo.
“Sai, la prossima volta ti conviene uscire con qualcosa di più pesante addosso.”
La voce che le aveva parlato era calda e sensuale. Voltò il viso verso la direzione da cui provenivano le parole e vide il ragazzo misterioso sorriderle. Il volto di lui era illuminato dalla tenue luce di un lampione lì vicino, ma avrebbe giurato che quel sorriso, adornato da due graziose fossette, sarebbe bastato per illuminare l’intera Londra. Da sotto il buffo cappello sbucavano dei ricci ribelli, mentre due meravigliosi occhi verdi risplendevano come se fossero due smeraldi. Improvvisamente Katie sentì una strana sensazione e una fitta allo stomaco.
“Cos’è? Oltre che il giubbotto hai dimenticato anche la lingua?”
Katie distolse l’attenzione dalla perfezione del ragazzo e tornò a guardare un punto indefinito davanti a sé.
“Mamma non ti ha detto di non parlare agli sconosciuti, ragazzino?” Katie cercò di risultare il più antipatica possibile con quella frase, dato che la sensazione di pochi minuti prima non le piaceva per niente. Si aspettava qualche frase sarcastica o qualche frecciatina, ma come risposta ricevette una risata. Katie guardò di nuovo l’ora sul suo telefono e pensò che forse era ancora in tempo per raggiungere la fermata dopo.
“Aspetta” la chiamò il ragazzo non appena si alzò. Lei si girò verso di lui, sbuffando.
“Non è sicuro che una ragazza giri da sola di notte.” Adesso fu lei a ridere. Non poteva credere che un perfetto sconosciuto di stesse preoccupando per lei.
“Grazie, ma so badare a me stessa.” Girò i tacchi, ma una stretta al braccio la trattenne.
Fu obbligata a girarsi e senza rendersene conto si ritrovò schiacciata contro il petto di quel ragazzo.
“Non sto scherzando. Potrebbe succederti qualcosa di brutto.” Katie lo spinse via dopo qualche minuto di esitazione e tornò a sedersi.
Vide comparire un mezzo sorriso sul suo volto, mentre si sedeva anche lui, ma questa volta accanto a lei.
“Sono Harry.”
“Nessuno te l’ha chiesto.”
Il riccio ritirò la mano e con un gesto lento se la passò tra i capelli. Con la coda dell’occhio Katie osservò la scena e non riuscì a fare a meno di notare quanto fosse sexy. Probabilmente se non fosse stata di cattivo umore ci avrebbe provato. Poi di nuovo un lampo di luce illuminò la notte e un tuono molto più rumoroso del precedente si sentì. Questa volta Katie non resistette e si lasciò andare in un urlo di paura. Si aggrappò alla prima cosa che le venne davanti e per sua sfortuna si trattava proprio di quel ragazzo. Nascose il viso nell’incavo tra la spalla e il collo e tremante aspettò che la paura lasciasse il suo corpo. Al ragazzo, che adesso sapeva chiamarsi Harry, ci volle più di qualche minuto per realizzare il tutto. Ma quando tornò in sé, strinse la ragazza tra le sue braccia e iniziò a cullarla dolcemente.
“Ehi, tranquilla. Non è successo niente.”
Non alzò lo sguardo, ma il suo udito le suggerì che un temporale era appena iniziato. L’acqua batteva forte e la temperatura stava iniziando ad abbassarsi. Katie non avrebbe mai voluto abbandonare quelle braccia, perché per la prima volta si sentiva al sicuro e protetta. Però sapeva che prima o poi sarebbe dovuto succedere.
“Scusa” sussurrò mentre tornava a sedersi regolarmente.
“Tranquilla. Va meglio ora?”
Katie si sentì stringere nuovamente e si voltò per poter guardare cosa fosse quella sensazione. Harry le aveva messo un braccio intorno alle spalle e la stava nuovamente avvicinando a sé.
“Si, grazie” disse a un millimetro dal suo viso.
“Mi fa piacere.”
La distanza tra i due era minima, al punto tale che la ragazza riuscì a sentire il respiro di Harry sul suo viso.
“Katie” disse solamente.
Il ragazzo arricciò la fronte e la guardò perplessa.
“Mi chiamo Katie” spiegò lei.
“Oh, si certo. Che stupido che sono” disse portandosi la mano libera sulla fronte.
La ragazza scoppiò a ridere e si meravigliò di quanto fosse vera e spontanea. Era tempo che qualcuno non la faceva ridere così di gusto.
“Ora che siamo entrati in confidenza, posso sapere cosa ci fai in giro tutta sola a quest’ora?”
A Katie parve di percepire un pizzico di malizia quando il ragazzo pronunciò la parola ‘confidenza’ e probabilmente aveva ragione.
“Avevo bisogno di pensare.”
“Vita incasinata?” chiese tranquillamente.
Lei fece spallucce. “Abbastanza.”
Guardò il ragazzo dritto negli occhi e si perse in quell’immenso verde. Aveva conosciuto un sacco di bei ragazzi, ma Harry era decisamente diverso.
“E tu Harry? Perché ti trovi qui?”
Il ragazzo spostò una ciocca di capelli dal viso di Katie e la sistemò dietro il suo orecchio. A quel gesto, la ragazza abbassò il viso e sorrise timidamente.
“I miei amici mi hanno fatto uno scherzo e mi hanno abbandonato in mezzo alla strada. Probabilmente tra circa un’ora torneranno a prendermi” rispose serio.
Inizialmente a Katie parve una cosa assurda, ma alla fine si fidò del ragazzo. Passò un sacco di tempo seduta a quella fermata a chiacchierare con lui. Passarono circa una decina di autobus, ma li evitò tutti. Per la prima volta nella vita Katie sentiva di essere nel posto giusto con la persona giusta. A interrompere quel momento magico furono il rumore di un clacson e la voce di un ragazzo.
“Hazza siamo tornati” urlò un tizio dal finestrino di una macchina nera parcheggiata dal lato opposto della strada.
Harry fece cenno di aspettare e il ragazzo rimise la testa nell’auto.
“Presumo che Hazza sia tu” disse Katie a malincuore, perché sapeva che era arrivato il momento di dirsi addio.
“Lo vuoi un passaggio a casa?” Katie non disse niente, ma annuì felice di non doversi ancora separare da lui.
“Ehi Lou, fate spazio” urlò Harry. “Dobbiamo fare una piccola deviazione.”
Harry la prese per mano e la condusse fino alla macchina. Il viaggio fino a casa sua non fu dei più comodi, eppure Katie non riusciva a ricordarne uno migliore.
Quando arrivarono, Harry insistette per accompagnarla fino alla porta. La pioggia era ormai cessata da tanto, ma nessuno dei due saprebbe dire quando fosse successo di preciso.
“Grazie, per tutto.”
Katie sorrise al ragazzo, cercando di avere solo pensieri positivi.
La ragazza si ritrovò di nuovo a guardare quegli occhi che l’avevano incantata sin dal primo momento. Si avvicinò e si mise sulle punte per arrivare al viso di lui. Gli diede un leggero bacio sulla guancia e poi tornò coi piedi per terra. Harry a quel gesto reagì in un modo inaspettato. Attirò Katie nuovamente contro il suo corpo e le diede un bacio. All’iniziò fu un bacio timido e delicato, ma poi entrambi, desiderosi di assaporare di nuovo le labbra dell’altro, tornarono a baciarsi in un modo più passionale. Dall’auto dalla quale i due erano scesi partirono una serie di “Oh” ed “Ah”. Katie si staccò, imbarazzata.
“Devi scusarli, hanno un neurone a testa” disse Harry.
Katie rise e smise di sentirsi a disagio.
“Sarà meglio che io entri” disse indicando la porta.
“Ti va di andare a pranzo insieme un giorno di questi?” propose Harry.
“Passi a prendermi domani a mezzogiorno?” rispose direttamente.
Il ragazzo annuì e baciò di nuovo la ragazza prima di raggiungere gli amici in macchina ed andarsene.
Katie rientrò in casa cercando di non fare rumore. Trovò la madre addormentata sul divano e stranamente provò pena per lei. Prese la coperta che era appoggiata sullo schienale e coprì la donna.
Una volta a letto Katie non poteva fare a meno che pensare ad Harry e a quanto fosse diventata meravigliosa la sua vita in una sola notte.



here i am:
come dice il titolo, date una possibilità all'amore. forse sarà una cosa banale da dire, ma da incurabile romantica non posso non crederci.
così come credo nell'amore, credo nel colpo di fulmine come quello che katie ed harry hanno in questa one shot.
è una storia nata dal niente e credo che morirà come singola shot, ma spero che possa comunque coinvolgervi xx

   
 
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