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Autore: Annabel Lee    09/09/2011    4 recensioni
Primo giorno e sfida contro il tempo
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La fine del film

Era passato un mese. Anna era riuscita a vendere la villetta dove viveva con la sua famiglia e si era trasferita in un appartamento si Santa Monica. Usciva tutte le sere, da sola. Girovagava per il lungo mare, si fermava in qualche bar per fare amicizia con le cameriere o i clienti. Anche le riprese del film erano finite. Se immediatamente dopo la morte dei genitori era riuscita ad andarsene dall'Italia dopo pochi giorni, ora sarebbe dovuta tornare per forza. O forse avrebbe fatto un viaggio; aveva guadagnato molto, in fondo. Verso fine Marzo, una sera, Anna si ritrovò per l'ennesima volta a camminare tra le giostre sulla spiaggia, e vide il Bundjing Jumping. L'aveva sempre voluto provare, ma aveva una paura matta. Eppure, in quel momento stava camminando verso un uomo basso e grassoccio, pelato, con un costume hawaiano e una canotta arancione.
“Buonasera, signorina. Vuole fare un salto?” chiese l'uomo, indicando l'impalcatura.
“Quanto viene?” Anna guardò in alto, leggermente intimorita. L'uomo intercettò il suo sguardo.
“Prima volta, eh?” La ragazza annuì.
“Mi stai simpatica, lo sai? E sei anche caruccia... Il primo salto è gratis, per te. Se ti è piaciuto, quelli dopo sono cinque dollari l'uno. D'accordo?” Anna annuì ancora.
“Allora, dimmi, quanto pesi?”
“Cinquantatré kili.”
“Devi mangiare, ragazza! O rischi di sfiorire prima del dovuto!” prese un imbracatura “Ecco, lascia che te la sistemi.” Anna lasciò fare. Anche se non sembrava, quell'uomo era gentile e aveva un tocco leggero e sicuro.
Probabilmente ha dei figli...
Ora, mio figlio Al ti porterà su e ti dirà tutto quello che devi sapere.” poi urlò “ Cominciamo da cinque metri, Al! Prego signorina, da questa parte. Si mantenga alle sbarre.” La fece salire su un piedistallo dove c'era un ragazzo più o meno della sua età, anche lui con una canotta arancione. Le sorrise amichevole e Anna ricambiò. Mentre salivano, Al non disse una parola. Si fermarono a cinque metri d'altezza; ad Anna tremavano le gambe.
Allora,... come ti chiami?” chiese Al, mentre la legava ad una corda elastica.
Anna..”
Allora, Anna. Io sono Al, e l'unica cosa che devi sapere è che sei dannatamente al sicuro con quella imbracatura, e puoi saltare quando vuoi. Pronta?”
Pronta.” Anna prese un bel respiro, lasciò la sbarra e...
WOHOOOOOOOOOOOOOO!!!!!” urlò come una forsennata. Mentre cadeva, scoppiò a ridere. Si sentiva libera, leggere. Poteva spaccare il mondo. Con uno strattone della corda non cadde sull'asfalto, ma rimase in aria, a mezzo metro da terra. Le si avvicinò l'uomo.
Allora?” la aiutò a mettersi dritta e la staccò dalla corda.
È stato... Magnifico!”  l'uomo sorrise.
“Bene! Ne facciamo un altro?”
“Assolutamente! Ne faccio altri due!”
“Dieci dollari.” Anna sorrise e cacciò dieci dollari dalla tasca posteriore dei jeans.
“Si può salire di più?” chiese, i soldi ancora in mano.
“Ovvio! Facciamo ora dieci metri, poi quindici?” chiese l'uomo. La ragazza sorrise ancora e gli diede i soldi.
“Al!” urlò l'uomo “Prima dieci poi quindici!” fece salire ancora Anna sul piedistallo.

Roxy annusava qualsiasi cosa nel raggio di cento metri, ringhiando ai bambini che si avvicinavano. Timber la guardava male, attaccata al suo padrone.
“Jade, il tuo cane sta spaventando chiunque.” disse Tom.
“Ma che dici! Povero Roxy...” lo prese in braccio “Nessuno ti comprende, vero cucciolotto? Ma mamma sa quello che vuoi, non è vero?” cacciò dalla borsa un biscottino per cani “Eeeecco qua! Per il mio tesorino... Anche Timber vuole un biscotto, Tom?” entrambi si girarono verso il Labrador, che aveva gli occhi che dicevano:
Preferirei un hot dog, o una bistecca. Ma mi posso accontentare. Basta che la finisce, lei.
“Si, penso di si. Seduta, Timber!” disse Tom, la cagnolona si mise seduta, guardando fisso il padrone. Tom prese un biscotto e slacciò il collare, allontanandosi.
“Ferma,Timber... Ferma...” Timber continuava a fissare Tom, immobile come una statua. Il ragazzo si allontanò di un centinaio di metri, poi urlò: “FORZA! VIENI QUI!” Timber scattò verso l'attore e gli saltò addosso, scordandosi del biscotto e cominciando a leccare Tom.
“Ok,ok. Basta! Bravissima, piccola.” tornarono da Jade e da Roxy, che fissavano il Bundjing Jumping.
“Ehm... Jade... Ti ricordi che ti ho detto sui genitori di Anna?”
“Si, sono morti... perchè me lo chiedi?”
“Perchè sul telegramma che le abbiamo mandato ha messo anche il tuo nome.” Jade lo fulminò con lo sguardo.
“Non sono una sua amica, Tom! Anzi, quella là non me la racconta giusta.”
“Jade, sei o non sei amica di Anna, devi essere comunque gentile con lei! E firmare il telegramma per le condoglianze è una cosa gentile!” Jade sbuffò e cambiò discorso:
“Ma chi è quel pazzo che vuole saltare appeso ad una corda?!” sbottò Jade. Tom scrollò le spalle, poi assottigliò gli occhi, per capire chi fosse il 'pazzo'. Aveva un'aria familiare.
“No! Ma quella è...”

“E questo era il suo ultimo salto, signorina! È stato un piacere!”
“Anche per me!” le gambe di Anna tremavano ancora, ma per l'adrenalina. Veramente, tremava tutta. Si allontanò con un largo sorriso stampato in faccia, quando vide Timber.
“Ma ciao! Ciao, cucciolona!” la accarezzò vigorosamente e Timber la lasciò fare, contenta.
“Anna!” la ragazza alzò lo sguardo.
“Ciao, Tom! Bella serata, vero?” Tom la prese bruscamente per un gomito e la porto lontano, sulla spiaggia.
“Che cavolo ti è preso?!”
“Come?”
“Sei matta?! Fare il Bundjing Jumping! È pericoloso! E quelli sono... giostrai da quattro soldi! Dei fannulloni!”
“Solo perchè non fanno il tuo stesso lavoro, non vuol dire che le persone siano dei fannulloni!”
“Si, ma tuo padre...”
“Non. Nominare. Mio. Padre.” ma Tom non ascoltò:
“Tuo padre...”
Uno schiaffo. Tom guardò Anna, sbalordito.
“TI ho detto di non nominarlo!” sibilò “Tu non sai niente di loro!” aveva le lacrime agli occhi.
“Ciaaao, Anna!” Jade si era avvicinata “Come stai?”
“Stavo meglio prima...” Anna continuava a fissare l'attore.
“E i tuoi genitori?” Anna si girò verso di lei. Jade aveva un sorriso palesemente falso, gli occhi che brillavano di cattiveria.
“Sai, Jade? Tu sei una sciocca, inutile, bastarda, infame e stronza! Nemmeno l'inferno ti rivuole per quanto sei... perfida! E sono stata maledettamente GENTILE!” sbottò Anna. Tom era rimasto basito, sia per lo schiaffo sia per il comportamento delle due ragazze.
“E ora,” continuò Anna, ansimava “io me ne vado. Domani parto. Ci vediamo a Settembre, Tom. Addio, Jade.”
E se ne andò, le lacrime di rabbia che le scendevano sulle guance 

Angolo della lady
Bon, finalmente qualcuno ha detto a Jade quello che tutti pensavano! Alleluja! La storia riprenderà con l'inizio dell'ultimo film. Lasciatemi una recensione!!!!! Un bacio a tutti,
Yaz 

   
 
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