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Autore: Kengha    09/09/2011    12 recensioni
Jack Sparrow è arrivato con Gibbs a Tortuga per trovare il modo di estrarre l'amata Perla Nera dalla bottiglia.
Quella che sembrava essere per il nostro capitano una giornata come tante lo costringerà poi ad un nuovo viaggio sulla Queen Anne's Revenge assieme a vecchi "amici"....
"-Miss Angelica?- domandò Hector avvicinandosi alla donna che era seduta all’ombra di una palma e lo guardava piuttosto curiosa.
-Sì…soy yo…- rispose quella
-Vedo che non tradite le vostre origini, signora, eheh.- scherzò Barbossa riferendosi allo spagnolo
-Chi siete? Cosa volete da me?- domandò squadrandolo -....L’uomo senza una gamba…- disse poi notando le sue condizioni.
-Io sono il nuovo capitano della Queen Anne’s Revenge e voi dovete venire con me…che vi piaccia…o no!- sorrise strabuzzando in maniera sinistra gli occhi azzurri."
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Angelica, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un oceano di ricordi'
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La Cena di Riconciliazione


Il sole scompariva all’orizzonte e il cielo stava affondando velocemente nell’oscurità. Jack teneva i gomiti sul parapetto della nave e gli occhi fissi sulla grande distesa d’acqua.
A lui si avvicinò, lentamente, Scrum e probabilmente un po’ per imbarazzo stette qualche secondo in silenzio ad osservare il capitano. Era chiaro che Jack fosse ben assolto nei suoi pensieri e sulle prime l’ometto biondo pensò anche che non l’avesse visto.
D’un tratto si decise a parlare –Lei cosa ne pensa, Capitano Sparrow?-
Quello parve essersi ripreso da un bel sogno. Un sorriso apparve sul suo volto e si stacco dal parapetto, per poi riappoggiarcisi con le spalle.
-Di cosa parli?- domandò senza perdere il sorriso
-Oh andiamo, Jack, dopo l’ultimo viaggio sono prudente alle acque che solchiamo e fra gli uomini gira voce che ci stiamo dirigendo verso un’impresa forse più ardua di quella precedente.-
-Illuminami, allora!- esclamò Jack con un sorriso furbetto. Scrum gli si avvicinò ancor di più e quando fu certo che la distanza era minima e che nessun’altro potesse sentirli disse con un filo di voce –Il tesoro dei sette mari di Barbanera, è lì che siamo diretti. Vero?-
Jack annuì –diavolo, le voci che mettete in giro voi mozzi sono sempre vere!- esclamò con un tono non troppo sorpreso
-Riusciamo ad essere ben informati!- sorrise quello felice
-Vero. - rispose atono Jack per poi riprendere pochi istanti dopo –Scrum, qual è il vero motivo di questa chiacchierata. Insomma, non vorrai farmi credere che era solo per un’informazione, che già sapevi, infondo sei il Primo Ufficiale…-
-Un ruolo troppo importante per me, eh? Pare che non me ne riesca ad andare da questa nave, sono come prigioniero- rispose sorridendo. Presto però il suo sorriso svanì e sospirando si appoggiò anche lui al parapetto della nave.
-Già, hai proprio guadagnato una bella posizione quassù, ma vedi di non perdertela…Hector era parecchio furioso oggi, dopo che avete aiutato Angelica ribellandovi ai suoi ordini.-
-Non mi interessa troppo essere il suo Primo Ufficiale, non se devo trattare così voi altri. Se vuole punirmi o farmi tornare un semplice mozzo che venga a dirmelo in faccia, mi prenderò la responsabilità delle mie azioni.- disse con decisione
-Wow! Che coraggio, ma stai tranquillo. E’ un uomo prudente, sebbene sia arrabbiato non farà niente. Sa che rischia di mettersi contro gran parte della ciurma e a lui una nave e dei marinai servono…per cui soffrirà in silenzio.- disse Sparrow –Ma voi evitate di istigarlo troppo- aggiunse poi, accompagnando la frase con un occhiolino.
-Jack a me dispiace per il modo in cui Barbossa sta trattando Angelica. I suoi modi carini ed educati sono piuttosto…singolari- disse con un filo di voce, come per paura di essere sentito.
-Eh già…ma è Hector! Che potevamo aspettarci da un tipo come lui!- rispose sorridendo l’altro
-Perché tu non fai niente, Jack? -
-E cosa posso fare? Non sono il capitano, non dipende da me…sono più prigioniero di voi su questa nave.- Si rabbuiò
-Non so cosa puoi fare di preciso…ma sono certo che potrai aiutarla in qualche modo. Non la lascerai nelle mani di Barbossa, vero? Sei capitan Jack Sparrow, diamine!- esclamò poi esclamando con fierezza il suo nome.
Jack parve riprendersi a quell’ultima esclamazione. –Hai ragione! Sono Capitan Jack Sparrow, io!
L’unico e il solo. L’intraprendente, forte, coraggioso e ovviamente bellissimo, Capitan Jack! NON MI ARRENDERO’ SCRUM! Questa sera andrò alla cena di riconciliazione e aiuterò Angelica a riprendere i diritti che Hector le ha tolto!- disse con voce solenne agitando un dito all’aria.
Scrum, accanto a lui, sorrideva ed annuiva soddisfatto, contento di aver spronato il caro Jack.
-Grazie, Scrum. Ora scusami, ma ho un appuntamento.- concluse abbassando il capo –E devo riprendere il mio cappello.- disse mentre si allontanava a passo dondolante.

***

Qualche ora dopo Barbossa e Jack erano in cabina ad aspettare Angelica. Le luci fioche delle candele illuminavano spettralmente la stanza. Il tavolo circolare era già apparecchiato e a Jack usciva un po’ di bavetta ogni qual volta si soffermasse a guardare o ad annusare il pollo che era in bella mostra a tavola.
La pancia gli brontolò e a quel punto il mitico capitano capì che il suo stomacuccio non avesse intenzione di aspettare ancora. Si guardò intorno con circospezione e poi si accertò che Barbossa fosse distratto. Allungò lentamente una mano verso il pollo e proprio un istante prima che le sue dita inanellate afferrassero la succulenta coscia, Barbossa gli diede un schiaffo sulla mano che lo costrinse a ritrarre il braccio. Jack guardò il compare con una faccia da cucciolo bastonato, imbroccò un po’ le labbra e poi esclamò –Cattivo!-
-Mi hai chiesto di comportarmi educatamente. Io lo sto facendo.-
Sparrow sbuffò –Almeno puoi ridarmi il mio tricorno? Mi sento…nudo.- disse mentre si toccava il capo.
Barbossa sospirò esasperato, allungò un braccio e prese il cappello che era sulla sua scrivania, nascosto da carte e altri oggettini vari. Con non curanza lo tirò a Jack il quale si lanciò giù dalla sedia nel tentativo di riprendere al volo il suo amato cappello.
Ribaltò un cassetto o due, ma cosa importava? Aveva ripreso il suo cappello in tempo.
Barbossa lo guardò accigliato mentre, seduto a gambe incrociate per terra come se niente fosse, si rimetteva il tricorno alquanto soddisfatto.
In quel momento la porta della cabina cigolò per poi aprirsi rivelando la figura snella di Angelica.
Hector si alzò in piedi e sforzò un sorriso cordiale che lei tentò di ricambiare, senza molto successo. Era inutile, Barbossa non lo proprio sopportava…ed era certa anche del contrario.
Si guardò un po’ intorno, vedere quella cabina la rendeva malinconica, del resto era stata per anni la cabina di suo padre. La scrutò attentamente partendo dall’angolo sinistro per arrivare poi a quello destro, dove era rannicchiato Jack.
 -Sparrow, ma che stai…- iniziò un po’ sorpresa per poi concludere esasperata e innalzando le sopracciglia -…stai mangiando il lerciume incastrato sotto le tue unghie?-
Quello subito smise e si alzò tentando di riconquistare d’un tratto la sua solita galanteria.
-Hola, senorita…- disse con un tono profondo e romantico, accompagnando la frase con un lieve inchino.
Quella roteò gli occhi e si accomodò senza proferir parola. Jack si rialzò e, capendo che non era proprio giornata andò anche lui a sedersi. Barbossa li imitò.
-Allora Jack, siamo qui, ora che dovremmo fare?- domandò Barbossa mentre sgranocchiava rumorosamente una mela verde.
-Parlare, stabilire le nostre condizioni, trovare un punto d’accordo, un modo per riuscire ad avere tutti quanti quello che vogliamo senza dover litigare o…o beh qualunque altra cosa non proprio salutare per il sottoscritto.-
Hector aprì la bocca intenzionato a parlare, ma Jack fu più rapido.
-Prima, però!..Perché non soddisfare le richieste dei nostri stomaci mangiando codeste succulente prelibatezze?-  disse gesticolando e lanciando occhiate ammiccanti al pollo.
-E va bene, mangiamo e poi vediamo un po’ di trovare un accordo!- esclamò con la sua solita voce gracchiante Barbossa
-Parole sante!- esclamò immediatamente Jack che aveva già in mano la tanto bramata coscia.
Venendo presto imitato dagli altri.
***

La cena proseguì in assordante silenzio. Hector era già alla quinta mela quando Jack decise che era giunto il momento di discutere. A quel punto ingoiò l’ultimo pezzo di frutta rumorosamente e poi si voltò a guardare Angelica che finora non aveva ancora detto niente.
-Prego, detta le tue condizioni…- disse con un falso sorriso.
-Gira voce che stiate cercando il tesoro dei Sette Mari…- proruppe, finalmente, lei.
-Uff, ma che diamine queste voci girano sempre!- esclamò Jack che venne immediatamente fulminato dagli altri due. –Sc..scusate…- disse imbarazzato
-Sì, quella è la nostra meta. Ma sai, è un po’ difficile trovare un luogo senza sapere dove andare.-
-E quindi vuoi che io ti rilasci la rotta, dico bene o dico giusto?-
-Esattamente. So per certo che tu fossi la persona più intima a Barbanera, quindi saprai dove Edward Teach ha nascosto il suo tesoro. Vero?- domandò strabuzzando gli occhi
-Vero.- rispose quella, vaga.
-Mi hanno parlato molto di te, qui sulla nave. Sei amata e odiata allo stesso tempo. Bugiarda ma gentile, scaltra e compassionevole. Chissà per che voi donne siete sempre così!- esclamò con finta esasperazione
-Sembra che tu ne sappia qualcosa…- constatò lei punzecchiandolo
-Purtroppo il sottoscritto e … questo idiota…- disse indicando Jack che si portò la mano al petto offeso –sembra destinato a viaggiare con donne ostinate, scaltre e bugiarde. Se ne va una e ne arriva un’altra ben peggiore. Ahimè che disgrazia!- esclamò fintamente dispiaciuto –Elizabeth Swann, la conoscete?- domandò poi
-La figlia del Governatore Swann di Port Royal. Non è la prima volta che la sento nominare. Dalle voci che ho sentito ha un bel coraggio quella ragazza.-
-Eh sì, un bel caratterino. È stata trascinata dal sottoscritto sulla Perla Nera per un banalissimo errore e invece di trovare rivoltante l’odore della ciurma e di fuggire urlando ha preso ad amare la pirateria fino a farne il suo stile di vita.- spiegò brevemente –Chi la capisce è bravo!-
-Tutti voi pirati dite che una nave non è il posto per una donna. Molti credono che porti sfortuna avere una signora a bordo, ancor più nel caso in cui si tratti di una vergine….- iniziò lei camminando sensualmente per la stanza
-Oh, in questo caso con te possiamo rimanere tranquilli…- la punzecchiò Barbossa che ricevette una gomitata nelle costole da parte di Jack che si sentiva ferito e accusato da quella affermazione. Angelica, invece, non sembrò farvi caso e continuò a parlare.
-…alla fine però noi donne riusciamo ad essere più scaltre e coraggiose di voi anche in questo campo e ci cimentiamo in ardue imprese senza timore, il più delle volte riportando successi.- posò le mani sul tavolo e si spinse in avanti fino ad essere a pochi centimetri da Barbossa.
Ad Hector mancò il fiato per qualche istante, il comportamento di Angelica lo disarmava. Nella sua vita movimentata non aveva avuto tanto tempo da passare a divertirsi nei bordelli, come invece aveva fatto Jack, e trovarsi così vicino ad una donna lo agitava. Cercò di controllare i suoi occhi e di frenare l’impulso. Cercò di tenerli fissi in quelli della spagnola, ma alla fine lo sguardo di lei era troppo profondo e quando non resse più la pesantezza dei suoi grandi occhi castani non poté far altro che guardare verso il basso, fissando proprio nella scollatura della camicia di Angelica. Provava a controllarsi, si ripeteva di dover guardare altrove ma le sue pupille azzurre sembravano essere indipendenti e non avevano l’intenzione di perdersi un tale spettacolo.
Hector prese a sudare freddo e mentre Jack gli continuava a dare calci da sotto il tavolo Angelica concluse il suo discorso con semplicità estrema.
-La verità è che voi uomini non ci volete a bordo delle navi perché sapete benissimo che saremmo più brave di voi anche in questo!- esclamò allontanandosi di botta.
Questo gesto lasciò Barbossa più perplesso di prima ed iniziò a boccheggiare come un pesce, doveva ancora riprendersi.
Jack lo vide in difficoltà e spinto dalla compassione, o forse solo per paura di non poter riavere più qualcuno che estraesse la Perla nel caso in cui Angelica si fosse accorta di ciò che Hector stesse realmente fissando e lo avesse ucciso, decise di aiutarlo cambiando discorso.
-Angy, tesoro, adesso non mi sembra il caso di stabilire le superiorità sessuali. Perché, piuttosto, non detti le tue condizioni  e ci rilasci qualche rotta?- domandò abbozzando un sorriso.
Quella lo guardò sprezzante e tornò a concentrarsi sul Capitano della nave.
-Allora Barbossa, ho deciso. Ti rilascerò la rotta!- esclamò d’un tratto e a questo punto Hector si riprese completamente e si drizzò in piedi così soddisfatto che dimenticò di afferrare la stampella e per poco non perse l’equilibrio.
-OTTIMA SCELTA!- esclamò con un grande sorriso –Ora, però, dimmi cosa vuoi in cambio, gioia!-
- Il tesoro dei Sette Mari è una fantastica leggenda. Voi, prendendolo, sareste i primi a confermarne l’esistenza, guadagnerete fama, fortuna, notorietà. Non è una cosa da poco. È difficile trovare qualcosa che possa esserne alla pari, qualcosa con cui poterlo barattare…- iniziò vaga e quelle parole innervosirono Hector.
-Però, ho riflettuto e so cosa potrebbe, forse, avvicinarsi all’inestimabilità di quel tesoro.-
I due uomini la guardarono catturati. Camminava in penombra, facendo avanti e indietro, lasciando ondeggiare la parte finale della giacca ed emettendo dei ticchettii ritmici con le scarpe.
-Esigo più privilegi sulla nave, della quale voglio tornare il Primo Ufficiale. Ciò implica tenere la mia cabina, poter stare al timone e dare ordini alla ciurma.-
Barbossa ringhiò e il suo volto si aprì in una smorfia contrariata, lentamente prese a camminare verso Angelica –Stai approfittando un po’ troppo della mia generosità, però è sempre il tesoro di Edward Teach il premio, per cui posso anche accettare le tue condizioni.- tentò un ultimo passo per raggiungere la donna ma venne improvvisamente bloccato.
Angelica gli puntava la spada alla gola e questa volta era lei a ghignare. Hector invece aveva lo sguardo sorpreso e furioso allo stesso tempo. Quella dannata aveva rubato la sua spada!
Jack si alzò e fece per avvicinarsi ma Angelica subito lo avvertì.
-Sparrow, fai un altro passo e vedrò di far rivoltare la nave contro di voi.-
-Come diavolo hai fatto a prendermi la spada, dannata sgualdrina!- sibilò furioso il capitano della Revenge
-Andiamo, pensavi davvero che mi ero avvicinata così tanto a te solo per far bella mostra del mio seno?- Hector scoprì i denti in una smorfia contrariata.
-Mi sembrava strano che ancora non lo avessi ammazzato!- esclamò Jack con un sorriso furbetto
-TACI!- risposero i due all’unisono.
-Cattivi..tutti con me…- sussurrò con vocina triste
-Vedo che la vostra astuzia non viene a meno…-  disse Barbossa con un ghigno
-Ho ancora una condizione!- esclamò Angelica
-Ascolto.-
Lei gli sfiorò la gola con l’affilata lama.
-Ascolto, attentamente.- si corresse
-Dopo che vi avrò condotto fino al tesoro. Sarò io il capitano della nave de Barbanera. Terrò io la Queen Anne’s Revenge!- esclamò ghignando
-Cosa? Tu vorresti privarmi della mia nave? Mi è costato un viaggio per White Cap Bay e la gamba destra questo veliero e tu vorresti reclamare il ruolo di suo Capitano?-
-Esattamente- rispose sorridendo
-Te lo scordi dannatissima….-
Angelica agitò un po’ la spada e la nave iniziò a barcollare pericolosamente a destra e a sinistra.
-He…hector…io direi di accettare la proposta prima di diventare pappa per gli squali…- disse Jack mentre sbatteva contro il muro di legno della cabina.
Barbossa aiutandosi con la stampella riuscì a rimanere più o meno stabile.
-Non se ne parla, Jack! Non rinuncerò mai al mio ruolo di capitano!- esclamò deciso
Angelica prese a far oscillare ancor più pesantemente la nave, facendo perdere l’equilibrio anche a Barbossa, questa volta. Lei rimase immobile e a Jack parve che la nave non si muovesse solo sotto i suoi piedi.
-E va bene non mi lasciate altra scelta.- disse ghignando mentre estraeva dalla tasca della sua giacca un ammasso di stoffa –La riconosci, Jack?- domandò guardandolo spettralmente
Il Capitano Sparrow si strofinò gli occhi e per qualche instante pensò, sperò, che fosse solo un’allucinazione causata dalle botte che stava prendendo.
-Jack…Jack, che diavoleria è mai quella?- domandò Barbossa spronando il compagno che era rimasto impalato.
-Una bambolina vudù, anzi LA bambolina vudù di Jack. Ogni cosa io faccio a questo oggettino si ripercuote sul Jack reale.-
Barbossa guardò il compare, era alquanto spaventato.
-Sinceramente con la spada e la bambolina potrei sbarazzarmi di voi in un istante e sarei libera di essere il capitano della mia nave. Ma non voglio mettermi contro la ciurma e poi non sono il tipo che uccide persone innocenti. Sempre per quanto voi possiate esserlo.- disse mentre avvicinava la bambolina di Jack alla fiamma di una candela.
Lo Sparrow reale iniziò già il calore invadergli le tempie e si resse la testa con entrambe le mani.
-Hector…e andiamo…-  disse quando sentì il bruciore fra i capelli
-E va bene! Va bene! Accetto le tue condizioni!-
-Tutte tutte?- si accertò lei.
-Sì! Tutte per Giove! Ma adesso finiscila con tutto questo!- esclamò Barbossa mentre sbatteva per l’ennesima volta contro il tavolo.
Sul volto di Angelica si dipinse un sorriso di pura soddisfazione. Allontanò la bambolina vudù di Jack dalla fiamma della candela e la ripose nella sua tasca. Dopo di che rinfoderò la spada e tanto improvvisamente come era iniziato l’oscillare della nave terminò.
Hector si rialzò, aiutandosi con la stampella, e si diresse verso la donna per farsi ridare la sua spada. Lei gliela porse e lui la rimise a posto nella sua cintola.
–E’ snervante, ma allo stesso tempo onorevole avere un’avversaria come te…voi, Miss Angelica.- disse cercando di trattarla con il massimo riguardo. –Siete davvero astuta, non c’è che dire. Finalmente mi ritrovo contro qualcuno del mio stesso livello!- esclamò con un sorriso seccato
-Ehy, ma non ero io il tuo più acerrimo nemico?- domandò Jack offeso.
Ma Barbossa non gli badò e continuò a parlare con Angelica –Congratulazioni, sarete il prossimo capitano della Queen Anne’s Revenge! Ma la prego, veda di non farsi ammazzare durante il tragitto…- disse mentre si avviava verso l’uscita della cabina.
-No, piuttosto vedi tu di non far affondare la nave prima di essere arrivati a destinazione.- lo rimbeccò lei, superandolo anche nell’uscita.
-Ehy, non vi scordate di qualcosa?- domandò Jack che era ancora sbattuto per terra in cabina –qualcuno…?- disse notando che i due erano usciti senza degnarlo nemmeno di uno sguardo.
Jack si alzò e si pulì i vestiti con fare teatrale. Si guardò intorno e si riposizionò sul capo l’amato tricorno, scivolato quando era caduto a terra.
-E adesso…andiamo a vedere se quassù c’è qualche nocciolina!- esclamò come se nulla fosse, avviandosi a passo dondolando verso il ponte della Revenge.

_______________________-L'angolo di Dolly-_________________________
Beh, diciamo che questa volta sono stata più o meno puntale. xD
Ecco qui la famosa Cena di Riconciliazione, anche se Jack è stato più che altro maltrattato in questo capitolo...xD
E mentre il nostro amato capitano viene insultato a destra e a manca, Angelica sta riguadagnato i suoi diritti sulla nave del padre, sarà che mi sento in colpa dopo la brutta fine che avevo intenzione di farle fare nella precedente fiction...ç.ç poveretta. Ma ormai Pirati dei Caraibi senza Angelica sarebbe vuoto U.U e quindi mi pare giusto  farle avere il ruolo che merita xD
A presto (spero)

Besos
   
 
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