Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Miyan    10/05/2006    3 recensioni
Questa è la storia di una giovane ragazza che si ritrova ad aver di nuovo a che fare con Hogwarts qualche anno dopo al suo diploma... la storia di simpatie, amori e il proseguimento della vicenda di Harry, ipotizzando la morte di Lord Voldemort alla fine del settimo anno... spero che vi piaccia... è stato scritto prima dell'uscita del sesto libro...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 27

CAPITOLO 27

La riunione durava da almeno due ore. May se ne stava seduta composta, elegante nel suo abito di seta a fiori. Ogni tanto prendeva appunti su quello che i membri dell’ordine stavano esponendo. Appoggiò la penna alle labbra ed alzò lo sguardo dal foglio per poi posarlo su Harry che stava incominciando a parlare in quel momento.

"Quanto è bello…"

pensò mentre osservava il giovane che professionalmente esponeva le informazioni da lui raccolte sul probabile nascondiglio di Max.

"…credo che per un po’ di tempo se ne starà nascosto. Non tenterà nulla. Sa bene che noi ora come ora siamo più forti di lui…"

lo sentì dire proprio mentre le iridi smeraldine del giovane si soffermavano per alcuni secondi nelle sue per poi passare oltre.

Il consiglio proseguì ancora per un’ora. Poi quando fu terminato May richiuse il suo taccuino e lo ripose nella sua borsa. Si alzò in piedi e vide Harry avvicinarsi a lei accompagnato da Ron.

"Ciao May…"

la salutò il giovane.

"Ciao rossa…"

la salutò Ron.

"Ciao ragazzi."

Disse lei sorridendo.

"Hai visto Hermione? Aveva detto che avrebbe fatto di tutto per venire, ma aveva il turno al San Mungo…"

disse Ron mentre con lo sguardo cercava la donna tra la gente.

"No, mi spiace."

Rispose la professoressa.

"Allora andrò a cercarla. Scusatemi…"

e Weasley si allontanò dai due.

"Meglio che vada anche io."

Disse Harry sorridendole. Ma mentre le passava accanto le sussurrò…

"Ti aspetto da me stasera."

La giovane si voltò e lo vide avvicinarsi a Ginny, Shannon e Victoria.

Harry aveva preso in affitto un piccolo appartamento a Londra da qualche giorno e lei passava da lui quasi tutte le sere. Naturalmente senza che nessuno sapesse della cosa.

La giovane salutò i presenti e lasciò la casa smaterializzandosi nel suo ufficio.

Lavorò per qualche ora, non tornò a casa per la cena, mangiucchiò un tramezzino mentre finiva di preparare una pozione. Shannon e Victoria erano tornate anche loro al lavoro dopo la riunione.

"May noi andiamo a casa. Chiudi tu?"

le chiesero distogliendola dalla pozione che bolliva nel calderone.

"Sì, ci penso io. Buona serata…"

disse alle amiche che dopo averla salutata lasciarono l’ufficio.

Dopo qualche minuto la pozione era pronta. La mise nell’ampolla e poi prese la sua borsa. Chiuse l’ufficio ed invece di salire sul tetto per prendere la scopa per tornare a casa scese in strada. La notte era ormai inoltrata.

La vide uscire dall’edificio dove sapeva bene c’era l’ufficio di lei. Era bella come se la ricordava, anzi sembrava molto più affascinante. Indossava un vestito di seta nero con dei fiori rossi, le scarpe con il tacco alto, i lunghi riccioli raccolti che lasciavano libero il collo. Gli passò a qualche metro mentre cercava qualcosa nella sua borsa. Camminava veloce per le strade della città.

Incominciò a seguirla. Era come una calamita. Doveva riuscire a parlarle. Doveva aver trovato quello che cercava nella borsa perché ora guardava dritta di fronte a lei. Attraversò la strada e lui fece lo stesso. La vide entrare in un caseggiato e prendere le scale. Lui la seguiva ancora, stando attendo a non fare alcun minimo rumore.

Si bloccò dietro un angolo. Era ferma davanti ad una porta dove aveva appena bussato. La porta si aprì…

"Potter?"

pensò guardando il giovane che faceva capolino sulla porta d’ingresso.

"Finalmente sei arrivata… non resistevo più!"

disse lui cingendole la vita ed abbassandosi un poco per baciarla sulle labbra.

"Su fammi entrare!"

affermò lei sorridente dopo essersi sciolta dal bacio e passando accanto al giovane entrando nell’appartamento.

Il ragazzo si fermò ancora un secondo sulla porta prima di richiuderla. L’altro vide distintamente un ciondolo con una pietra rossa al collo di Harry.

"Non può essere…"

pensò riconoscendolo.

"Riprenderò ciò che è mio!"

si ripromise prima di scendere le scale.

"Sia May che il ciondolo…"

la sua ira sembrava essersi rinvigorita. Ora la sua determinazione non avrebbe più avuto limite.

Si era appena destata. Il sole filtrava dalle tende che coprivano la finestra. Allungò una mano e prese l’orologio che era appoggiato sul comodino.

7:37

Sbuffò. Non aveva voglia di alzarsi. Avrebbe di gran lunga preferito rimanere a letto e magari svegliarlo. Sorrise voltandosi a guardare il ragazzo che dormiva beatamente e che con un braccio le cingeva la vita. Ma sapeva benissimo che alle otto e mezza avrebbe dovuto essere a lavoro. Per non parlare del fatto che aveva anche un appuntamento ad Hogwarts da Silente.

Scostò il braccio del giovane facendo attenzione a non svegliarlo. Resistette alla tentazione di abbassarsi a baciarlo. Le piaceva guardarlo dormire. Si decise ad alzarsi e si infilò in bagno. Dopo essersi lavata e vestita raggiunse la cucina.

Prese del succo di zucca e lo versò in un bicchiere. Stava imburrando una fetta di pane quando sentì dei passi fermarsi dietro di lei, due braccia le circondarono i fianchi e le fecero appoggiare la schiena contro il corpo del giovane.

"Non è un po’ troppo presto per alzarsi?"

le domandò posandole un bacio sul collo.

"Tra venti minuti devo essere in ufficio… "

incominciò a spiegare lei.

Il ragazzo la fece voltare tenendola sempre abbracciata.

"In nessun modo posso farti cambiare idea?"

le chiese prima di darle un bacio a fior di labbra.

Lei sorrise.

"Dovresti conoscermi… il dovere prima di tutto!"

rispose lei guardandolo negli occhi verdi.

"Rimani… Shannon e Victoria se la caveranno da sole per qualche ora…"

affermò Harry.

"Mi aspettano. Devo lasciare loro alcuni documenti e poi smaterializzarmi ad Hogwarts…"

resistette la giovane.

"Devi vedere Silente?"

chiese lui per poi addentare la fetta di pane imburrato che la ragazza teneva ancora in mano.

"Ehy… è la mia colazione!"

lo sgridò lei.

La ragazza lasciò il coltello e il pane sul ripiano e poi posò i palmi delle mani sul petto del giovane spingendolo lontano. In risposta il ragazzo la strinse ancora di più a sé.

"Dove vuoi scappare?"

le chiese ridendo.

"Non c’è niente da ridere…"

lo guardò imbronciata lei.

"Sul serio, rimani…"

le chiese lui dolcemente non distogliendo mai lo sguardo dagli occhi di lei.

La ragazza fu indecisa per alcuni minuti, avrebbe voluto accontentarlo.

"Davvero, non posso… se fosse un altro giorno lo farei, ma non posso…"

rispose lei.

"Ok."

Rispose il giovane per poi baciarla.

Sciolti dall’abbraccio lei riprese a preparare la sua colazione mentre lui preparava il caffè.

"Allora che vuole Silente da te?"

le domandò.

"Credo che sia per le solite formalità da sbrigare per insegnare…"

disse lei.

"Ah. Pensi di finire alla svelta?"

domandò ancora.

"Credo di sì, perché?"

la giovane si voltò verso il ragazzo.

"Mi domandavo se volessi venire con me in missione per l’Ordine stanotte…"

la frase detta semplicemente senza sottolineare l’importanza del fatto.

"Davvero? Max? Avete notizie?"

chiese lei.

"Pare che sia stato visto qui a Londra, non so dirti di più… allora vieni?"

intanto il caffè era pronto e lo versò in una tazzina.

"Ci sarò."

Affermò lei mentre finiva di mangiare il suo pane.

"Ti aspetto a casa di Silente per le dieci…"

diede l’appuntamento.

"Ve bene. Ora devo andare."

disse la ragazza prendendo la sua borsa e passando accanto al giovane prima di dirigersi verso l’uscita.

"Buon lavoro."

Le disse lui.

"Buon lavoro anche a te. A stasera."

Affermò la ragazza dopo avergli dato un bacio prima di proseguire verso la porta.

Era appena uscita dall’edificio. L’aveva attesa tutta notte. Voleva vedere fino a dove si fosse spinta. E di fatti era rimasta fino al mattino successivo.

"Ha dormito da lui… nemmeno la farsa di rientrare a casa sua durante la notte…"

pensò tra sé amareggiato.

Prese a camminare lentamente seguendo la ragazza. Stava andando a lavoro, ne era certo in quanto stava percorrendo il tratto di strada che aveva fatto la sera prima ma nel senso contrario.

La vide entrare nel caseggiato dove era situato il suo ufficio e lui si appostò di nuovo aspettando di trovare l’occasione adatta perché lei fosse sola.

May varcò la porta dell’ufficio e vide le sue amiche già al lavoro. Victoria stava leggendo alcuni documenti mentre sorseggiava un caffè freddo, Shannon invece stava prendendo delle pozioni dall’armadio.

"Era ora che arrivassi!"

affermò la mora sporgendosi da dietro l’anta dell’armadio per vedere l’amica entrare.

"Ciao Victoria…"

salutò May incurante della frase appena detta dalla collega.

"Ciao Shannon…"

si volse quindi verso di lei.

"Si può sapere dove hai messo la pozione antinvecchiamento?"

chiese la ragazza mentre appoggiava varie ampolle di vari colori sulla scrivania di May.

"Dovrebbe essere sul secondo ripiano, in una piccola ampolla… non dovrebbe essercene molta però!"

affermò la rossa avvicinandosi all’amica e incominciando a cercare la pozione.

"Eccola qui infatti…"

disse prendendo la boccetta che conteneva alcuni millilitri di liquido azzurro.

"Ma ti giuro che non c’era prima! Ho rivoltato l’armadio tre volte! Vero Vic?"

chiese conferma all’amica.

"Si, l’ha cercata per mezz’ora…"

disse Victoria dando conferma a May di quanto avesse appena detto Shannon.

"Beh ti posso assicurare che è sempre stata qui!"

proferì May passando la boccetta nelle mani dell’amica per poi andare a sedersi alla sua scrivania.

"Sarà comparsa per magia…"

disse la mora mentre riponeva l’agognata pozione su un tavolino mentre rimetteva tutte le altre al proprio posto.

"Ma si può sapere a che ti serve?"

domandò Victoria mentre riponeva i documenti che aveva appena letto.

"Il nipotino della signora Machinsaile ha voluto provare sul fratello una pozione di invecchiamento, ed il bimbo sta invecchiando un anno ogni ora…"

si mise a raccontare per poi guardare l’orologio

"Adesso dovrebbe dimostrare all’incirca trent’anni… spero solo che questa pozione inverta il processo!"

affermò la mora dirigendosi verso la porta.

"Ci vediamo dopo…"

disse la ragazza lasciando l’ufficio diretta a casa della signora.

La stanza sprofondò nel silenzio. May prese la carta intestata ed una penna ed incominciò a scrivere.

"Ti dispiace se vado anche io?"

chiese Victoria poco dopo.

"No, vai pure. Ma prendi le chiavi dell’ufficio perché io tra poco devo andare ad Hogwarts…"

disse la rossa alzando lo sguardo sull’amica.

"Ok. Pensi di metterci molto? Perché Shannon e io volevamo andare a pranzo tutte insieme per una volta."

Disse la minuta ragazza.

"Non molto. Solo alcune formalità da sbrigare con Silente."

Rispose la rossa.

"Allora ci vediamo a mezzogiorno e mezza davanti al ristorante di Streinger, quello dietro l’angolo. Hai presente dov’è?"

domandò Victoria.

"Sì, certo. Ci vediamo là allora. Ciao bella…"

disse May. Poco dopo l’ufficio era di nuovo in silenzio.

La professoressa finì di scrivere la lettera, asciugò l’inchiostro con un colpo di bacchetta e poi piegò il foglio per inserirlo in una busta. La chiuse e la mise nella sua borsa. Poi guardò l’orologio a pendolo. Indicava le nove e dodici. Prese la sua borsa e poi uscì dall’ufficio chiudendolo a chiave. Aveva appuntamento ad Hogwarts alle nove e mezza.

Precisa come un orologio, spaccava sempre il secondo. Si era smaterializzata ad Hogsmeade ed aveva percorso il sentiero che portava a scuola. La pendola nell’ufficio di Silente batteva le nove e mezza quando lei varcò la porta.

"Buongiorno Preside…"

lo salutò cortesemente.

"Buongiorno professoressa Pereights. Si accomodi pure."

Le indicò la poltrona dove poco dopo lei sprofondò.

"Ecco a lei gli ultimi documenti da consegnare al consiglio.."

disse la ragazza prendendo la busta dalla sua borsa e passandola a Silente.

"… spero che non abbiano dubbi e che accettino la mia riconferma come insegnante di Difesa…"

affermò la ragazza alzando lo sguardo sull’anziano.

"Oh, non si preoccupi. Hanno visto il resoconto del suo operato dell’anno precedente e non ci sono state critiche…"

affermò l’uomo.

Poi il loro colloquio divenne molto pratico. La ragazza sapeva già di cosa si sarebbe occupata quell’anno, i programmi di insegnamento per i vari anni erano identici a quelli dell’anno precedente tranne per una cosa. Volevano ricostituire il club dei duellanti e lei se ne sarebbe dovuta occupare.

"Io? Ma ne siete sicuri?"

domandò la giovane quando il preside gliel’aveva proposto.

"Sì, è una dei docenti che non è capocasa ed insegna difesa contro le arti oscure, chi c’è meglio di lei?"

il preside aveva dissipato ogni suo dubbio.

Quando un’ora dopo uscì dall’ufficio di Silente aveva il programma del club da preparare.

Il resto della mattinata lo occupò facendo il suo lavoro. Quando era rientrata in ufficio aveva trovato due richieste e aveva subito sistemato il tutto.

A mezzogiorno e venti uscì dall’edificio. Lui era ancora là che la aspettava. Lei non se ne accorse, c’era troppa gente che occupava la strada, non lo avrebbe mai notato in mezzo alla folla.

Raggiunse il ristorante dove le sue amiche la stavano già aspettando.

"Eccola…"

pensò tra sé il giovane vedendola lasciare l’edificio.

La seguì come aveva fatto dal giorno prima ed entrò anch’egli nel ristorante. La vide sedersi ad un tavolo con due ragazze.

"…probabilmente le sue colleghe…"

anche lui si sedette ad un tavolino nascosto da dove poteva vederla.

"… devo trovare il modo di bloccarla…"

la sua testa pareva un motore in movimento, i meccanismi continuavano a lavorare in cerca di una soluzione. Doveva parlarle.

"…devo parlare con lei…"

non riusciva a distogliere lo sguardo da quel volto.

Pareva che negli ultimi tempi fosse maturata. Il suo modo di vestire, di gesticolare, anche di parlare pareva mutato.

"Se prima era una ragazza che si era ritrovata a fare un lavoro più grande di lei ora è una giovane donna consapevole delle sue capacità…"

la trovava a dir poco affascinante. Era forte, testarda ma allo stesso tempo fragile come il cristallo.

La vide sorridere e poco dopo scoppiare in una risata con le sue amiche.

"L’ultima volta che l’ho vista i suoi occhi erano terrorizzati…"

la rivide riversa a terra con Potter che si precipitava su di lei.

"Potter…"

solo il pensiero del ragazzo gli faceva contorcere lo stomaco. Lo odiava. Si era preso tutto ciò che lui amava. Prima aveva ucciso suo padre ed ora si era impossessato della ragazza che amava…

"Per non parlare del ciondolo…"

non riusciva a capire come fosse entrato in possesso di quell’amuleto.

Ne aveva paura, ma lo amava allo stesso modo. Quel ciondolo rosso come il sangue aveva un potere che nessuno poteva immaginare. Solo lui e suo padre ne erano a conoscenza. E lui ne era entrato in possesso solo quando Voldemort era morto.

Aveva sperimentato da solo di cosa era capace. Lo poteva rendere potente e al contempo poteva finirlo se fosse caduto nelle mani sbagliate.

"Ed ora ce l’ha Potter…"

ma pareva che non avesse ancora scoperto a cosa servisse.

"Meglio per me…"

intanto sia lui che May avevano finito di mangiare. La vide alzarsi da tavola con le sue colleghe e pagare prima di uscire e ritornare con loro in ufficio.

E lui era stato la sua ombra.

Harry era nell’ufficio degli auror. Aveva ripreso il suo posto dopo che la stampa aveva reso noto il fatto che fosse ancora vivo. Però era più libero nei movimenti. Essere auror era il suo lavoro ma lui era anche un membro dell’Ordine della Fenice e quindi doveva concentrare le sue forze solamente su un caso… la ricerca di Greenflame.

Era riuscito a convincere i suoi superiori ad assegnare a lui e a Ron un gruppo di auror per occuparsi del nuovo Signore Oscuro. Aveva dovuto fare parecchie pressioni perché il ministero non voleva delegare ancora a lui compiti di quel genere, ma alla fine l’aveva spuntata.

E divenendo capo di una squadra aveva anche ricevuto un ufficio tutto suo… non proprio tutto visto che accanto alla sua scrivania vi era quella dell’inseparabile amico Ron.

"Harry, ma siamo certi che la segnalazione di Pikler sia attendibile?"

gli domandò in quel momento il rosso.

Potter alzò lo sguardo dalla Gazzetta del Profeta e lo posò sul suo amico.

"Non possiamo esserne certi al cento per cento ma pare che si nascondi in quel luogo in compagnia di Linda e di alcuni mangiamorte."

Si sistemò meglio gli occhiali.

"Allora attacchiamo in forze!"

propose sempre ricco di energie Weasley.

"No."

La risposta negativa era arrivata sicura, non ammetteva repliche.

"Ma Harry…"

cercò di obiettare Ron.

"No, andrò a dare un’occhiata stasera con May. Ha accettato di accompagnarmi. Prima di attaccare voglio essere sicuro che sia veramente in quel luogo. Se così fosse metterò qualcuno di guardia e organizzerò una incursione che non gli lasci alcuna via di fuga…"

quando si trattava del suo lavoro non ammetteva errori.

Vide Ron alzarsi dalla scrivania e dirigersi verso la finestra.

"Ron, scusa per il tono di voce, solo che voglio prendere quel tipo il prima possibile… ma non posso permettermi di sbagliare questa volta. Difficilmente avrei un’altra possibilità!"

cercò di spiegarsi il giovane.

Il rosso si voltò nuovamente verso di lui.

"Ascoltami, non sei l’unico che vuole fermare quell’uomo. Lo so che tu sei più legato a questa storia perché è il figlio di Voldemort, ma non puoi fare tutto da solo."

La voce calma.

"Ora scusami, vado a controllare il luogo di una soffiata…"

ed uscì.

Harry si alzò e si avvicinò alla finestra quasi nel punto dove poco prima c’era il suo amico.

"Non può capire il perché io debba realmente fermare Max…"

i suoi occhi fissavano l’orizzonte

"…forse se Hermione fosse direttamente coinvolta lui potrebbe capirmi. Ma lui non sa di May e me… non sa cosa vuol dire svegliarsi di notte e controllare che sia ancora lì vicino a me… o smaterializzarmi a casa sua per verificare che sia ancora nel suo letto…"

ormai la cosa si verificava ogni notte. Quando lei non dormiva con lui si smaterializzava nella camera della ragazza e si assicurava che stesse dormendo. Temeva che Greenflame la portasse via ancora una volta.

Aveva visto il suo sguardo l’ultima volta che tutti e tre si erano ritrovati insieme. Lui la voleva con sé, voleva comandarla e possederla come se fosse stato un oggetto. Anche quando lei si era rifiutata di seguirlo, egli aveva promesso che l’avrebbe avuta al suo fianco.

"E le promesse si mantengono…"

fece un respiro profondo per poi espirare tutta l’aria che aveva nei polmoni. Doveva rilassarsi. Era talmente teso che il suo organismo non avrebbe retto per molto tempo.

"E l’unico modo per mettere la parola fine a questa vicenda è prendere Greenflame…"

guardò l’orologio. Erano quasi le sette.

Si decise a tornare a casa per cenare.

"Magari c’è anche May…"

gli sarebbe piaciuto varcare la porta e trovarla in casa. Magari in cucina a preparare qualcosa da mangiare, o appena uscita dalla doccia…

Sorrise.

Lei non era mai andata a casa sua senza che lui non l’avesse invitata.

"Dovrò ricordarmi di fare un doppio delle chiavi e di regalargliele…"

si ripromise mentre lasciava l’ufficio e si dirigeva lungo il corridoio.

Silente era seduto in poltrona leggendo un libro che gli era stato regalato al compleanno dal trio. Con la coda dell’occhio vide Harry entrare nella stanza e sedersi nel divano di fronte a lui.

"Ciao Harry."

Lo salutò mentre infilava il segnalibro tra le pagine e chiudeva il tomo.

"Buonasera Albus."

La voce del giovane era calma ma per l’orecchio attento di Silente aveva una sfumatura preoccupata.

"Allora Harry. Cosa c’è?"

chiese gentilmente appoggiando il libro sul tavolino.

"Forse abbiamo trovato Greenflame."

La voce continuava ad essere calma, nessun mutamento.

"Ne siete sicuri?"

domandò aggiustandosi gli occhiali a mezzaluna.

"Non ancora. Stasera vado a dare un’occhiata con la professoressa Pereights…"

raccontò il giovane.

"Capisco. Come mai viene con te? Non avevamo deciso di tenerla il più lontano possibile dai pericoli?"

chiese il preside.

Il ragazzo rimase in silenzio.

"Come posso dirgli che la voglio con me perché non mi fido a lasciala lontana?"

il giovane fece un sorriso di circostanza.

"Voglio che veda con i suoi occhi che siamo in grado di proteggerla. Voglio che capisca che questa faccenda sta per finire. Voglio tenerla sott’occhio in quanto so benissimo che sarebbe capace di andare da sola a controllare dove è Greenflame e non posso permettermi che cada di nuovo nelle sue mani…"

spiegò il giovane.

Silente si alzò dalla poltrona e si avvicinò al suo pupillo.

"Credo che la professoressa Pereights non abbia bisogno di protezione."

Le parole del preside fecero alzare lo sguardo di Potter.

"Ma Silente…"

cercò di parlare.

"No Harry, non interpretare male quello che ho detto. May è forte, più forte di quello che ci immaginiamo. Sa proteggersi da sola. Ma come hai ben detto tu è testarda. Da sola non sarebbe in grado di sconfiggere l’erede di Voldemort, mentre tu potresti aiutarla..."

Incominciò a camminare per la stanza

"…vedere che ormai per Max non c’è più scampo potrebbe rincuorarla, ma potrebbe anche metterla in pericolo. Dimmi dove andrete?"

chiese per poter mandare dei rinforzi in caso di necessità.

"Alla Torre di Londra. Mi hanno detto che in alcune stanze dell’ala sud si nasconda Max, Linda e alcuni mangiamorte."

Rispose il giovane.

"L’appuntamento è a che ora?"

domandò di nuovo.

"Alle dieci."

Anche Harry si era alzato dal divano.

"Bene, se per mezzanotte non siete qui, manderò Lupin e altri membri dell’ordine a cercarvi.."

detto questo lasciò la stanza.

Harry si alzò dal divano ed usci nel giardino sul retro. Si sedette in una delle seggiole di vimini che si trovavano sotto le piante. Rimase in quel luogo, in silenzio, per molti minuti nel tentativo di rilassarsi e di concentrare tutte le sue forze.

Verso le dieci la vide planare piano dal cielo con la sua scopa. Scendeva lentamente facendo piccoli cerchi che divenivano sempre più piccoli. Quando mise piede a terra la chiamò.

"Ciao May…"

la ragazza che non l’aveva notato prima si voltò verso di lui, ed il suo volto che sul momento parve preoccupato si illuminò in un sorriso.

"Ciao Potter…"

la divertiva chiamarlo per cognome perché ben sapeva che a lui non piaceva molto.

Si avvicinò verso di lui e si trattenne dal dargli un bacio come erano soliti fare quando si trovavano da soli. Lui sorrise, come se la presenza della ragazza fosse riuscita a fargli dimenticare i problemi che gli arrovellavano il cervello.

"Sei pronta?"

le chiese passandole una mano sulla testa arruffandole i capelli.

"Prontissima!"

disse lei carica di adrenalina.

"Allora andiamo…"

detto ciò presero le scope e si innalzarono in volo.

Era stanco. Non chiudeva occhio da almeno quarantotto ore. Non avrebbe resistito ancora molto senza riposare. L’aveva seguita fino a casa sua ed aveva ipotizzato che per quella sera non sarebbe andata da Potter. Quindi aveva deciso di ritornare al suo nascondiglio per cercare di dormire.

Si materializzò nell’edificio facendo bene attenzione a non essere scorto dai babbani. Poi si diresse verso il corridoio che lo avrebbe condotto nelle stanze che aveva in qualche modo occupato. Superati vari incantesimi da lui stesso posti per proteggere il luogo entrò finalmente in quello che sembrava un salotto. Alcuni uomini se ne stavano seduti nelle poltrone mentre giocavano a carte e sorseggiavano whisky incendiario della migliore marca.

"Signore…"

lo salutarono tutti appena lo videro giungere.

Lui senza rivolgere loro nemmeno uno sguardo si diresse verso la sua camera da letto. Entrato richiuse subito la porta dietro di lui.

"Sei tornato…"

la voce cupa di Linda gli arrivò alle orecchie.

"Come ben vedi…"

rispose lui voltandosi verso di lei.

La donna se ne stava seduta davanti alla specchiera mentre si spazzolava i lunghi capelli biondi. Lui le si avvicinò e si fermò dietro di lei. La guardò negli occhi attraverso lo specchio. Le sue mani si posarono sulle spalle abbronzate della giovane accarezzandole dolcemente.

"Non credo che tu sia stata in pensiero per me."

affermò egli.

"Non temo per la tua incolumità… sei il mago più forte di questi tempi…"

disse lei appoggiando la spazzola sul ripiano.

Lui si abbassò e la baciò sulle labbra lento e sensuale.

"Ti ho già detto che sei una compagna perfetta?"

le chiese Max.

"Si… alcune volte. Ma è sempre piacevole sentirselo dire…"

mentre gli rispondeva Linda pensò a quello che era successo negli ultimi giorni. Dopo l’arrivo dei membri dell’Ordine della Fenice lei era riuscita a fuggire portando con sé i documenti indispensabili per Max. Quando era riuscita a scoprire dove fosse l’aveva raggiunto e gli aveva consegnato quei tesori ed egli l’aveva vista sotto un’altra luce. Da quel momento era diventata la sua compagna.

"E ciò significa solo una cosa… May morirà…"

un leggero sorriso comparve sulle labbra della bionda al pensiero della professoressa uccisa dalle mani di Max.

"Devo dirti una cosa…"

affermò egli allontanandosi da lei e sedendosi sul letto mentre si toglieva scarpe e calze.

"Dimmi…"

lei si voltò verso di lui.

"C’ho pensato molto… ma voglio riprendermi May…"

alle parole dell’uomo la bionda si sentì sprofondare.

"Come? Io pensavo…"

Linda era livida di rabbia.

"Tu sei la compagna perfetta per l’Oscuro Signore, ma non posso fare a meno di pensare a May… la voglio con tutte le mie forze, non posso farne a meno…"

spiegò lui mentre continuava a spogliarsi.

"Dannazione Max, non lo capisci che quella stupida non vale nulla!"

la rabbia della donna si era manifestata nel tono della voce sempre più adirato.

"Linda! Smettila! May è mia e me la riprenderò… sono sempre riuscito nei miei intenti. Per non parlare del fatto che se riesco a portarla qui il nostro grande eroe morirebbe di paura…"

mentre pronunciava quelle parole sorrise.

"Harry? È una vendetta nei suoi confronti?"

chiese Linda alzandosi e avvicinandosi al giovane.

"Forse sì. Oppure è orgoglio, oppure la amo sul serio… Ma non preoccuparti, so bene di chi fidarmi… di te…"

e con quelle parole le cinse la vita e la attirò a sé baciandola e facendola sdraiare sul letto.

Ciao ciao... sono di nuovo qui...

allora com'è? Questo è il penultimo capitolo... ci ho messo un po' a prepararlo ma spero che vi piaccia...

per il resto ringrazio come sempre simone, Francys e Manny che commentano... siete dei tesori! Smack, smack...=)

poi? vediamo... spero di aggiornare presto il finale... mi raccomando leggete e soprattutto commentate... dite pure che è orrendo se volete...

Ora vi saluto... un bacione... a presto...

Miyan

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Miyan