Buio. Tutto intorno a me è incredibilmente buio e mi sento soffocare. Non ho mai amato il buio. Lumos. Perfetto, ora va molto meglio. Certo, così rischierò di farmi scoprire, ma almeno vedrò dove metto i piedi.
Dimenticavo, mi presento, io sono Luna Lovegood. Sono una ragazza come tante, o forse no. Una cosa però è certa, come tante sono innamorata. L’oggetto dei miei desideri è un ragazzo dai capelli rossi, alto, intelligente, simpatico.
Ma adesso torniamo a me. Per la prima volta nella mia vita sto infrangendo le regole e sto camminando in piena notte per il castello. Perché? Non ne ho la minima idea. Sentivo come se dovessi farlo, una voce dentro di me diceva che avrei trovato qualcosa di molto interessante. Le voci interiori vanno sempre prese in considerazione.
Giro l’angolo mentre tutti i quadri mi guardano infastiditi e semplicemente me lo ritrovo davanti. Il mio intuito non si sbaglia mai.
-Ciao Ron- lo saluto sussurrando.
-Ciao Luna- mi guarda stupito -Che ci fai in piedi a quest’ora?-.
Come potevo spiegargli che una voce interiore me lo aveva suggerito? Avrebbe pensato che sono pazza. Anche se già lo pensava. No Luna, non è il momento di fare questi pensieri.
Rispondo apparentemente tranquilla, nonostante sia molto agitata -Stavo per farti la stessa domanda. Io avevo voglia di una passeggiata notturna.-
I suoi occhi azzurri adesso mi guardano incerti -Una passeggiata, eh? Io non riesco a prendere sonno, sono preoccupato-.
Si lascia scivolare sul pavimento, rimanendo seduto per terra ed io lo imito. I suoi occhi meravigliosi adesso sono inespressivi. La mia bacchetta produce una debole luce e i quadri sembrano non essere più infastiditi.
-Sai quando tutto è buio l’atmosfera diventa triste. Domani mattina starai meglio, ne sono sicura.-
-Non ami l’oscurità, vero Luna? Eppure è spesso un rifugio.- Il suo sguardo è diventato dolce, si alza e mi porge la mano affinché io faccia lo stesso.
-Notte Luna-
-Buonanotte Ron-.
Torno alla sala comune dei Corvonero, rispondo all’indovinello senza problemi e salgo in camera mia. Dormono tutti, mi infilo silenziosa sotto le lenzuola, senza neanche mettere il pigiama, l’ultima cosa che il mio cervello riesce a registrare sono dei dolcissimi occhi azzurri. Poi sprofondo in un sonno senza sogni.