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Autore: Julia_Phantomhive    10/09/2011    5 recensioni
Questa è la mia prima fic su questa sezione, quindi siate clementi.
La protagonista sarà Julia Clismatice, è ambientata in Italia nei giorni nostri. E' di nobili origini, e proprio per questo costretta a fidanzarsi con ragazzi nobili che l'ingannano per puri scopi commerciali e così frantumando varie volte il suo cuore.
Stanca di questa storia, chiede aiuto a un demone, l'ex-conte Ciel Phantomhive, sempre affiancato da Sebastian.
Tutti i dettagli della storia li trovate nel primo capitolo: Prologo.
Sperando di aver attirato la vostra attenzione, buona lettura!
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1


- Ti ho trovato. -

Una ragazza distesa su un letto di petali di rose nere, coi capelli lunghi e lisci neri che scorrevano fluenti come un fiume cristallino. Il nero oscuro risaltava la pelle dorata come la sabbia di una spiaggia in piena estate e i suoi occhi fini di color marrone guardavano al lato la figura innanzi a sè avvolta dai petali e piume nere.
- Perchè? Cercavi proprio me..?
Disse invece la figura nera con tono presuntuoso e tagliente, le sue labbra erano lucide e allo stesso tempo oscure; ma prima che la ragazza volle rispondere, un'altra figura apparve, si inchinò e disse distintamente:
- Signorino, vuole veramente esigire un patto con questa ragazza?
- Sebastian, non sta a me decidere o meno, la scelta è solo di colei che mi ha evocato. - guardò con disappunto l'uomo nero accanto a sè, ma poi inclinando la testa verso sinistra e gli occhi attenti a qualsiasi reazione, si rivolse alla ragazza:
- Come hai fatto a riconoscermi? - lo disse con una affievolezza che la ragazza lo capì solo leggendogli le labbra.
- Non tutti i demoni hanno un maggiordomo, giusto?
Rispose a tono con aria di sfida e infine sorrise compiaciuta.
- Tsk. La tua anima... mi alletta. Vuoi stringere un patto con me, sai quali sono le conseguenze? Dopodichè non potrai tornare indietro.

Gli occhi della figura erano demoniaci, di un rosso intenso come raccontavano la leggenda. La ragazza osservò ancora quel rosso sangue, chiuse gli occhi e finalmente gli diede risposta:
- Non chiedo altro. -


Mesi dopo...

- Julia! Alzati! Farai tardi a scuola! - urlò la signora Clismatice alla figlia da lontano.
Julia si alzò dal letto e si stiracchiò per bene. Portandosi su la frangia per aver una visuale completa, si mise davanti allo specchio e disse:
- Uffa. Non vorrei andare a scuola.
- Allora non andare.
La ragazza si voltò verso la parte opposta del suo letto e un ragazzo dai capelli blu scuri spettinati ch corniciavano il viso e con un occhio azzurro come il ghiaccio e uno viola, si svegliò, portando il busto eretto e attirò l'attenzione.
- Se potessi lo farei, non credi? -
Mugugnò Julia.
- Yaaawwnn... - sbadigliò il ragazzo annoiato.
- Buongiorno, signorino. Buongiorno, signorina.
Un uomo molto alto, con occhi rossi come il fuoco domato e capelli neri come la pece, si avvicinò al ragazzo servendogli del thè e presentandogli la provenienza.
- Ciel, non sarebbe meglio, fare colazione tutti insieme? - disse Julia mentre si sistemò i capelli.
- Signorina Julia, chiedo venia, ma il signorino è abituato in questo modo. - si inchinò alla ragazza.
- Mh. - fece con disappunto - Ciel? Qualcosa da obiettare?
- No. Nessuna. - si limitò a dire Ciel, mentre bevve il suo thè.
- Siete impossibili! -
Urlò la ragazza, ma pensò, mentre guardò il ragazzo bere: "Per fortuna che la mia camera è grande, vedere Ciel di prima mattina mi mette di buon umore..."
Julia si affrettò a scendere in sala da pranzo e si prestò a mangiare la colazione abbondante a velocità supersonica. Non c'era dubbio, Julia era una grande golosona, ma finito il pasto, corse in bagno a rinfrescarsi e ritornò in camera per vestirsi e prendere la cartella.
- Ciel, oggi che impegni hai? - domandò la ragazza mentre si infilò la gonna e abbottonava la camicia.
- Sebastian? - il corvino gli si avvicinò e rispose:
- Nessuno, signorino. -
Così il conte si rivolse alla ragazza che aveva appena finito di sistemarsi completamente. Lei amava curarsi del suo aspetto, non per niente, era un po' vanitosa.
- Hai... qualcosa da farmi fare?
La ragazza lo guardò furtiva, amava fissarlo:
- Mh. Bene, allora puoi iniziare la ricerca.
- Come desideri. - chiuse gli occhi e fece accenno con il capo. - Sebastian, voglio la lista in due ore o anche meno.
- Mia madre uscirà per delle spese, mentre mio padre andrà in fabbrica per lavoro, quindi se vuoi puoi utilizzare la sua stanza... ma suppongo, che riuscirai ad ambientarti qui! - sorrise, mentre Ciel la guardò con la coda dell'occhio. Sebastian invece era intento ad abbottonargli la camicia. - D'accordo, ci vediamo dopo ragazzi. Mpf.. ahahah... fate un buon lavoro. - finì dicendo con tono complice e maligno nell'ultima frase e uscì chiudendo la porta.

Nella villa...
- Julia Clismatice, quindici anni, figlia del conte Clismatice e lady Misslefost. Prossima erede della ditta Clismatic, che riguarda il settore cosmetico della madre e vestiario del padre, abita nella villa Julia da quando è nata, nessuna imperfezione, ha frequentato con successo la scuola primaria che secondaria, e come erede della fabbrica del padre, si è prediletta nelle materie scientifiche. I suoi ex-fidanzati in ordine temporale e di importanza: Conte Lorenz Finnegan, successore di una ditta alimentare. Conte Filiberto Cotrè di Francia, proprietario delle industrie tessili. Barone Simone IV del casato Filendenio, industria mobili....
- Basta così, Sebastian. - lo interuppe Ciel sorseggiando ancora del thè - Non servivano così tante informazioni.
- Lei dice, signorino?
- Tsk. Ma i suoi genitori che cosa pensavano?! L'hanno promessa fin da quando era una neonata, che cosa disgustosa... - si spazzientì e alzandosi improvvisamente, si mise a ridere ma non lo fece vedere.
- E' da lei, preoccuparsi per la sua fidanzata. - fece un sorriso serafirico.
- Non dire sciochezze, non nego di essere fidanzato, ma è il patto. -
Disse Ciel guardando fuori dalla finestra della villa Julia. Il giardino di rose era vasto, c'erano minimo una decine di persone che curavano l'area.
- Si ricorda i vecchi tempi, signorino?
- Ogni singolo secondo, questa villa... ha un qualcosa di nostalgico. - si soffermò a pensare il conte.
- Avete un corpo da quindicenne, ma la vostra mente anche se dovrebbe avere due secoli, sembra che siate ancora un dodicenne, se permettete.
- Il contratto mi esige così. Ora basta chiacchere, iniziamo! Prima finiamo e prima potrò gustarmela.

Passò mezza giornata, intanto a scuola...
- Signorina Clismatice, si appresti a venire qui alla lavagna e a risolvere il problema!
- D'aaaaccordo. - Rispose sbuffando, alzandosi e pensò: "Che scocciatura...!"
La mente di Julia "si attivò" e risolse il problema all'istante con facilità, la matematica non era mai stato un problema, quel che odiava di più erano le materie fisiche. C'era chi la sostenne, ma alla fine non c'era da fidarsi.
Julia non fece mai farsi aiutare nè che dipendesse da qualcuno.

Finite le lezioni, una limousine si fermò all'uscita della scuola, Julia pensò che qualcuno era venuto a prenderla, ma quando aprirono lo sportello, una persona ignota le chiuse la bocca con la mano e la tirò a forza dentro l'auto. Nessuno aveva assistito alla scena, perchè a nessuno interessava realmente Julia.
"D-dove sono?" pensò la rapita "Che posto è questo?!". Quando riaprì gli occhi e si riprese, la legarono braccia e gambe e la imbavagliarono, notò poi che l'uomo davanti a sè, grosso e grasso le parlò:
- Uhuh Julia Clismatice, davvero un bel bocconcino! - rise mentre fumò un sigaro che rendava l'aria puzzolente e pesante. Uno dei suoi scagnozzi accanto alla ragazza le tolse il bavaglio:
- Il signore Kazzovitz... -
Lo sguardo fisso e pieno di rabbia fu fermo sul viso deformato dell'uomo: un naso aquilino, una cicatrice sopra l'occhio a forma di "T" e una curva rivolta verso l'alto come per dirsi "soddisfatto":
- Il mio nome è Cassovitz! Senti, signorinella, il tuo caro paparino non vuole vendermi il 20% delle sue azioni, quindi o tu lo convinci o dovrò chiedere un bel riscatto, o forse... - guardò la ragazza in malo modo, e con il sigaro le alzò il mento, mentre i suoi occhi puntarono sul petto - hai un bel fisichetto... mmhh ahahahah spogliatela! - ordinò agli scagnozzi. Iniziarono a sbottonarle la camicia e a toglierle la gonna. - Bravi così! Ahahahah allora signorina Clismatice avete deciso?!
Julia anche se irritata, non avrebbe mai infangato o fatto comprare il nome della sua famiglia, neanche se l'avessero picchiata. Era normale per lei... così gli sputò in faccia a quel bastardo.
- Con questi mezzi... Tsk. Non riuscirai mai a convincermi! - affermò convinta e sicura di sè.
I suoi occhi marroni lucidi, non furono pieni di speranza ma di un sentimento che contò solamente su se stessa e nessun'altro e poi sotto il reggiseno di Julia si illuminò un simbolo, era di color violaceo.
- Ma cosa?! Perchè hai stampato lì uno stemma familiare?! - urlò e indicò col dito spaventato Kazzovitz.
- Mpf, che ti frega... - poi bisbigliò con tono ascendente - Ciel uccidili. E' un ordine.
Il simbolo risplendeva più forte che mai, il viola si fece più intenso, accecando tutti.
All'improvviso si aprì lo sportello di una porta, era Sebastian che aprì al signorino.
- State attento. - disse con aria premurosa Sebastian.
- Non servirà. - affermò con aria sicura.
- SPARATEGLI! - ordinò Kazzovitz - Chi sei?! Cosa vuoi? Smamma ragazzino!! - continuò a urlare disperato mentre i due scagnozzi spararono incessantemente su Ciel che entrò a prendere Julia tranquillamente. I proiettili passavano nel corpo di Ciel, il sangue schizzò ovunque in quella macchina, ma calmo si diresse verso Julia, che la liberò con uno schiocco di dita e la prese in braccio.
- Scusatemi, non mi sono presentato, sono Ciel Phantomhive e sono ufficialmente il fidanzato della qui presente, quindi è pregato di non toccarla più con le vostre sporche e insulse mani. -
Ciel cambiò il colore degli occhi dall'azzurro cielo si trasformarono in rosso scarlatto e infondendo pura paura e terrore a Kazzovitz e gli scagnozzi, tenne stretta Julia tra le sue braccia che guardò quei poveri disumani dall'alto in basso. La ragazza si tenne stretta a Ciel, appoggiò la testa sulla sua spalla e si lasciò andare. Il demone se ne accorse e volle occuparsene:
- Sebastian, occupati tu di loro.
- Yes, my Lord. -
Kazzovitz e company tremarono al comando di Ciel che si tolse la benda e attivò il patto, Sebastian entrò nell'auto e da lì si sentirono solo urla di dolore e disperazione; Julia e Ciel uscirono, e lei scendendo domandò:
- Ben fatto, grazie. Il lavoro?
- Come ti sei ridotta...? - Ciel ignorò la domanda e la squadrò, era quasi nuda, se non fosse per la biancheria intima nero pizzato.
- Sei tu arrivato in ritardo. - affermò provando di coprirsi con le mani.
- Chiedo perdono, ho avuto del Lavoro da sbrigare. - si tolse la giaccia. - Tieni, così non ti buscherai un raffreddore.
Ciel gliela diede e Julia la prese e la indossò, alla fine Sebastian uscì dalla macchina e consegnò al signorino la camicia e la gonna della ragazza, ma Julia non li accettò perchè con espressione candida i due, spiegò che la giacca di Ciel le bastava. Con aria interrogativa Sebastian guardò Julia, mentre Ciel rivolse il suo sguardo altrove e pensò: "Essere umani, lo ero anch'io, ma non mi importavano certe sciochezze. Aaaah ho già avuto a che fare in passato con manigoldi italiani, Sebastian è proprio stupido, quella ragazza invece... è interessante..."

- Madre! Padre! - chiamò Julia i genitori, rientrando in villa sera tardi. Subito si erano diretti verso la sala da pranzo, dove i genitori la stavano aspettando.
- Buonasera, principessa! - fecero in coro - E' ora di cena!
Intanto entrarono anche Sebastian e Ciel in sala da pranzo, unendosi così alla conversazione.
- Buonasera conte, buonasera lady. - si inchinarono entrambi ai genitori della ragazza, poi Ciel aiutò Julia a sedersi e dopodichè, a sua volta, Sebastian aiutò il signorino.
- Come è andata a scuola, principessa? Perchè sei rientrata così tardi? - chiese incuriosito il sign. Clismatice.
- Tutto bene padre, ah! Padre è meglio che disdici tutto con il sign. Kazzovitz!
Il padre un po' stupito che parlassero di lavoro, guardò la figlia con aria interrogativa:
- Vorresti dire Cassovitz? Perchè, tesoro?
- Perchè sono disumani! - Pensò che non era il caso di dirgli cosa le era successo, non avrebbe accettato un simile scandolo, e poi Ciel e Sebastian l'avevano salvata, quindi non c'era motivo per far preoccupare i suoi genitori - Ehm no, volevo dire... - Intervenne Ciel: - Stanno perdendo tutta la loro credibilità, quindi come ex-capo della ditta Funtom me ne intendo, Conte Clismatice. - rispose Ciel con aria calma come se parlasse normalmente d'affari.
- Oh figliolo, non serve che ci chiami con i prefissi Conte o Lady, ora sei il fidanzato di nostra figlia quindi devi sentirti come a casa tua! - gridò ridendo la madre di Julia. La giovane saltò per l'imbarazzo:
- Madre! Ciel... ecco Ciel... - la interrompè Sebastian che le servì il pasto - Il signorino è di buone maniere, anche se siete molto gentili ad accettarlo così, il signorino Ciel anch'esso un Conte si comporterà sempre come tale.

I genitori di Julia erano persone squisite e pieni di gentilezza, ogni sera chiedevano a Julia la sua giornata e da quando era entrato Ciel nella sua vita, i genitori pensavano che la loro figliola risplendesse di più.
Anche dopo tutto quello che passò e loro ne erano consapevoli.

  
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