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Autore: Sailor Saturn    10/09/2011    5 recensioni
Non riesco subito a capire cos'è, perché giunge ovattato alle mie orecchie, mischiato al rombo dei tuoni e al rumore della pioggia che, copiosa, ha cominciato a cadere. Mi fermo in mezzo al corridoio, una mano poggiata al muro. Chiudo gli occhi, cercando dentro di me la forza di proseguire, cercando una forza che non penso di avere. In un momento di quiete riesco ad identificare il rumore strano: è il pianto di un bambino. E nessuno lo sta consolando...
Piccola fanfiction scritta di getto... Non è propriamente una song fic ma le frasi scritte in corsivo sono le strofe (alcune modificate) della canzone "perdere l'amore" di Massimo Ranieri...
Bè, credo di non aver altro da aggiungere!
Buona lettura!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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 PERDERE L'AMORE
 



Bum. Bum bum... Bum Bum bum.
Sento il mio cuore perdere un battito, non capisco... Poi...
Crack.
Dolore, immenso. Il mio cuore si è rotto ne sono certo, non c'è altra spiegazione. Afferro la bacchetta e, nel giro di pochi secondi, mi Smaterializzo nel luogo che pensavo non avrei mai visitato. Quando arrivo sul posto, sento di nuovo quel dolore.
Crack.
Ora ne sono certo, il mio cuore si è rotto e non riprenderà a battere, mai più.
Apro con forza il cancelletto della villetta, che si stacca dai cardini e cade. Non mi importa, devo trovarti. Spalanco la porta di ingresso, leggermente socchiusa. Il salotto è distrutto, mobili e soprammobili sono sparsi per la stanza. Non ci sono segni di lotta, solo segni di una cieca furia. Vedo un corpo ai piedi delle scale...
Bum. Bum bum.
Non sei tu. Lo scavalco, correndo, inciampando nel mantello. Spalanco le porte che mi trovo davanti, richiudendole con forza quando non ti vedo, ignorando il fatto che ogni cosa è la testimonianza che lui è stato qui, questa notte. Poi, prima di raggiungere l'ultima porta sento un rumore strano. Non riesco subito a capire cos'è, perché giunge ovattato alle mie orecchie, mischiato al rombo dei tuoni e al rumore della pioggia che, copiosa, ha cominciato a cadere. Mi fermo in mezzo al corridoio, una mano poggiata al muro. Chiudo gli occhi, cercando dentro di me la forza di proseguire, cercando una forza che non penso di avere. In un momento di quiete riesco ad identificare il rumore strano: è il pianto di un bambino. E nessuno lo sta consolando.
Crack. Ennesimo, non ultimo crack del mio cuore.
Le gambe pesanti, la mente vuota, un passo dopo l'altro avanzo e giungo in quella camera maledetta. Perché maledetta? Mi chiedo stupidamente. E la risposta arriva violenta e rumorosa nella mia anima come il rombo del tuono che squarcia il cielo nell'esatto momento in cui varco quella porta. Sei distesa a braccia spalancate davanti alla culla, come se avessi voluto fare da scudo a quel bambino che non smette di piangere. Vorrei urlargli di stare zitto, di smettere di versare lacrime perché non ne ha alcun diritto.
“ Tu non la conosci! Non sai niente di lei! Sei solo la causa della sua morte!”.
E vorrei urlarle queste parole, le vorrei urlare con tutta la forza che ho in corpo.
Ma di forza non ne ho... Riesco solo ad accasciarmi a terra con la schiena contro il muro, una mano sul cuore nella speranza di sentire ancora quel bum bum familiare.
Però non sento niente, solo un sordo dolore. Mi tocco il viso e mi rendo conto che sto piangendo. E la consapevolezza si fa strada in me: ho perso il mio amore, mentre calava la sera.
Rischio di impazzire, può scoppiarmi il cuore, ho perso quella donna e ho voglia di morire. Lasciatemi gridare.
E inizio a gridare davvero, senza rendermene conto.
Voglio rinnegare il cielo e prendere a sassate tutti i sogni ancora in volo.
Quali sogni?! Non ne ho più, non ho più niente senza di lei!
Li farò cadere ad uno ad uno, spezzerò le ali del destino e ti avrò vicino.
Sì, farò così. Andrò contro il destino e tornerò vicino a te. Perché ti sono sempre stato accanto, anche quando non mi vedevi.
E adesso che rimane di tutto il tempo insieme, un uomo troppo solo che ancora ti vuole bene.
Mi avvicino e ti prendo tra le braccia, cullandoti come una bambina bisognosa d'affetto, ripensando a tutte le avventure vissute insieme. La prima volta che ti ho incontrata e ti ho detto che eri una strega... Sei scappata spaventata, perché avevo fatto male a tua sorella. Ad Hogwarts smistati in case diverse eppure ancora amici. E poi il mio sbaglio...
E vorrei urlare, soffocare il cielo, sbattere la testa mille volte contro il muro... Respirare forte il suo cuscino... Dire è tutta colpa del destino se non ti ho vicino...
Piango, piango come non ho mai fatto in vita mia, perché capisco che, qualunque cosa io possa fare, ti ho persa, persa senza nessuna possibilità di averti di nuovo accanto a me. Ti ho persa una maledetta sera e solo per colpa mia... Solo per colpa mia ho perso il mio amore... Ho perso la mia Lily...



  
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