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Autore: Yvaine0    11/09/2011    1 recensioni
"Gli altri, dov’erano gli altri? E i Mangiamorte? Dove si erano cacciati? Avevano portato a termine la missione, il ragazzo era a destinazione? Erano tutti sani e salvi? Dov’era lui? Si guardò attorno e fece qualche passo in avanti. I suoi piedi non toccavano terra, non poggiavano da nessuna parte. Era come sospeso in aria, ma non era aria quella in cui fluttuava. Era acqua."
Fan fiction sulla morte di Malocchio. Ciò che accade al suo spirito dopo che il suo corpo è caduto dalla scopa, i suoi pensieri, la sua reazione.
Scritta in risposta alla terza sfida proposta dalla pagina 'ALL FANDOM! Shippami, promptami & strapazzami' su Facebook.
Genere: Commedia, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alastor Moody, Albus Silente
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Vigilanza costante!

 

“MUNDUNGUS, LURIDA CANAGLIA!”

Malocchio sgranò gli occhi,  le corde vocali che ancora vibravano per quell’ultimo grido uscito dalle sua labbra, il volto ancora contratto nella stessa smorfia di rabbia e determinazione con cui aveva abbracciato quel maledetto fascio di luce verde.

Gli altri, dov’erano gli altri? E i Mangiamorte? Dove si erano cacciati? Avevano portato a termine la missione, il ragazzo era a destinazione? Erano tutti sani e salvi? Dov’era lui? Si guardò attorno e fece qualche passo in avanti. I suoi piedi non toccavano terra, non poggiavano da nessuna parte. Era come sospeso in aria, ma non era aria quella in cui fluttuava.  Era acqua.

Sotto di lui, sulla sabbia –di mare? Di fiume? Di lago?- giaceva un corpo inerme. Una gamba si muoveva quasi fosse viva, ma, Malocchio lo capì subito, stava solo galleggiando. Non ebbe bisogno di avvicinarsi e vedere l’occhio Magico per comprendere che si trattava della sua gamba di legno.

Ma gli altri? Ce l’avevano fatta? I Weasley, le ragazze, Harry? Tonks! Tonks stava bene?

Mundungus! Quello schifoso codardo era fuggito! Gli augurava di essersi beccato quantomeno una brutta fattura, piccola viscida canaglia!

Sospirò e guardò in alto, verso il cielo, certo che avrebbe visto solo acqua anche in quella direzione. Con suo sommo disappunto venne investito da un lampo di fastidiosa luce bianca che lo risucchiò.

Il cambiamento non fu poi così rilevante, notò Malocchio. Era solo finito in una specie di limbo in cui tutto era luminoso e fatiscente. Tutto fastidiosamente bianco.

Non c’era più nulla di cui preoccuparsi, tuttavia. Ormai era morto, crepato, aveva tirato le cuoia, era passato dall’altra parte. “Vigilanza costante, vigilanza costante! E poi muori! Complimenti Malocchio!” brontolò tra sé. “Bravo, proprio bravo, ti sei fatto uccidere alla fine” continuò, zoppicando verso quello che gli pareva una panca, ma poteva anche non esserlo. Non ci vedeva niente e questo lo innervosiva.  Tutto era confuso e non riusciva a mettere a fuoco nulla. Ci si gettò a sedere e mugugnò il suo sollievo, notando che quel qualcosa era piuttosto comodo. “Era ora! Ho il sedere con il solco della scopa, ormai …” bofonchiò, battendosi le mani sulle ginocchia.

“Benvenuto, Alastor” lo accolse una voce pacata che ben conosceva.

Alastor! Tsk! Andiamo, nessuno mi chiama più così, ormai! Nessuno mi chiamerà più e basta, ormai!”

Un mago alto, dalla lunga chioma bianca che si confondeva quasi con l’altrettanto lunga barba –legata, come di consuetudine-, avanzò lentamente verso di lui, diventando sempre meglio visibile agli occhi stanchi dell’ex Auror. Non che avesse bisogno di vederlo per capire chi fosse. Lo aveva riconosciuto dalla voce, ma gli sarebbe bastato anche solo ascoltare la cadenza dei passi per intuirne il proprietario.  “Albus” lo salutò.

“Non angustiarti, amico mio, se la caveranno anche senza di te”.

Malocchio sbuffò con sufficienza. “Non sono preoccupato per loro. Sono arrabbiato! Quello schifoso mentecatto s’è Smaterializzato, ha fatto saltare la copertura!”

Silente sorrise, paziente e comprensivo. “Suvvia, non c’è alcun bisogno di essere così irritati, Alastor” lo assecondò. “la missione è andata a buon fine, Harry è giunto alla Tana sano e salvo”.

“E gli altri? I nostri hanno subito perdite? Chi, Albus? Chi è lo schifoso traditore?”

“Calma, calma. Abbiamo tutto il tempo del mondo per le risposte.  Sì, l’Ordine ha subito una grave perdita, ma …”

Moody saltò in piedi, senza accorgersi che le ginocchia non avevano dolorosamente scricchiolato quella volta. I suoi occhi vigili erano più sgranati e apprensivi che mai. “Chi?? Chi, Albus?! Ninfadora! Lei sta bene vero?”

Albus sorrise. Malocchio non lo avrebbe mai ammesso, ma provava un affetto quasi paterno nei confronti di quella goffa ragazza. “Tu. Tu, Alastor. E ora, per favore, calmati. Ce l’hanno fatta tutti, anche se con qualche piccolo acciacco. Tutti tranne te”.

Silente puntò il dito indice della mano un tempo annerita verso il basso, e lui guardò in quella direzione. Dal nulla, non avrebbe saputo spiegare come fosse successo né quando, la superficie su cui stavano entrambi in piedi era improvvisamente diventata trasparente e rifletteva l’interno di Casa Weasley: uno dei gemelli aveva un orecchio di meno, l’altro era visibilmente colpito –che avessero finalmente capito che la guerra non era un gioco?-, tutti gli altri erano sparsi nel salotto, armati di calici di Whiskey Incendiario e facce da funerale. Ma c’erano tutti.

“Bello schifo” brontolò Malocchio. “Ora chi dirà loro cosa fare, Albus? Non hanno imparato niente! Guardali! Stanno lì a piangere questo vecchio pazzo anziché pianificare la prossima mossa!”

Albus sospirò. “Hanno imparato molto da te, vecchio mio. Non vedi? Ce l’hanno fatta. Stanno tutti bene e hanno portato a termine la missione senza fermarsi nonostante la grave perdita, proprio come hai insegnato loro”.

“Bah!”

“Alastor …”

Malocchio si zittì, all’occhiata docilmente severa del vecchio amico. “E va bene, Albus, hai vinto! Sono orgoglioso di loro!” sbottò, secco. “Contento?!”

Albus sorrise, ma non disse nulla, limitandosi a scrutare Moody con i suoi penetranti occhi azzurri.

“Piantala di guardarmi così, Albus!” soffiò, seccato. “C’è un insegnamento che non capiranno mai del tutto, quelle teste di legno”.

“Quale, se posso chiedere?”

“VIGILANZA - COSTANTE!”

In der Ecke – Nell’angolo:
One-shot scritta in risposta alla terza sfida proposta dalla pagina ‘
ALL FANDOM! Shippami, promptami & strapazzami' su Facebook:  scrivere una death-fiction in cui si trovino le parole ‘aria’ e ‘terra’.
Qui parliamo ovviamente della morte di Alastor, ma non ero in grado di scrivere qualcosa di particolarmente triste, e non so nemmeno se ciò che ho scritto vada bene, ecco.
Ricordo che nel settimo libro il cadavere di Moody non è stato ritrovato, quindi ho scelto di collocarlo sul fondo di un fiume, un lago o magari del mare. Nemmeno lui sai dove sia, ma si rende conto di essere morto quando riconosce il suo corpo, con la gamba di legno che tende a galleggiare.
Il finale è forse un po’ forzato, forse, ma ci tenevo a concludere con quelle parole. Una specie di augurio di Malocchio a quelli che sono rimasti sulla terra, una sorta di in bocca al lupo, un invito a non smettere mai di lottare per ciò in cui credono.
Senza contare che ce lo vedo Malocchio a negare di essere preoccupato, a voler a tutti i costi fingere di non essere turbato dall’accaduto, a non farsi prendere da inutili sentimentalismi, lasciandosi tuttavia scappare di tanto in tanto un accenno al suo affetto nei confronti di Tonks, e di tutti gli altri.
Spero che i personaggi siano IC –secondo me lo sono abbastanza, ma lascio giudicare voi-, altrimenti fatemelo sapere così segnalo l’OOC. 

  
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