A volte la vita è una prova troppo grande da affrontare,

ci sono infiniti mondi da scoprire,

infiniti modi di farlo, infinite esperienze che ci segnano,

spesso irrimediabilmente.

"faremo così, Harry. Non c'è scelta."

"Ma possiamo fare qualcos'altro! Potremmo... potremmo..."

"non c'è scelta." ripetè Tom Riddle, guardando intensamente negli occhi verdi l' altro. "Faremo così."

Poi, senza dire una parola, voltò le spalle ad Harry, e prese ad incamminarsi nella coltre di alberi.

Il ragazzo dagli occhi verdi non provò più a fermarlo, ma rimase ad osservarlo, ad osservare come i capelli neri si ritiravano nel cuoio capelluto, come la pelle si faceva sempre più pallida, di un bianco cadaverico che non poteva essere umano.

Una finzione, non era altro che quello Lord Voldemort. Una bugia.

O forse era Tom Riddle, la bugia?

Harry scrutò gli occhi rossi di Voldemort, e vi scorse un messaggio chiarissimo: "adesso," sembravano dire.

Con un respirò profondo, Harry gridò: "expelliamus!"

Nello stesso istante l' altro urlò: "Avada Kedavra!"

Ma ormai sapevano chi aveva vinto. Lo avevano deciso settimane prima, nella foresta di Dean.

Tom Riddle era morto.

Lo vide accasciarsi al suolo, come una marionetta e cui avevano tagliato i fili.

Vide lampeggiare un ultima volta gli occhi, e piegare le labbra all' in sù, in un principio di ghigno, e poi non si mosse più.

Harry cercò di controllarsi.

Cercò di mentire a sè stesso, cercò con tutte le sue forse di sembrare felice per la morte dell' assassino dei suoi genitori, ma non ci riuscì.

Si accasciò per terra, in ginocchio, non riuscendo nemmeno a muovere i pochi passi che restavano per poter toccare quella mano che sicuramente sarebbe stata più fredda del solito.

Sentiva gli occhi pizzicare, ed Harry seppe che stava piangendo.

Quella mano fredda un tempo gli aveva accarezzato la guancia.

Quelle labbra sottili erano state premute contro le sue.

Il cadavere che aveva a pochi passi di distanza era quasi uno sconosciuto, ma, se lo guardava bene poteva riconoscere il vero Tom, quello che era sopravvissuto a tutto il male che aveva inflitto a sè stesso e agli altri, quella parte che era ancora bellissima e affascinante.

Quella parte che aveva avuto la meglio sul mostro che era diventato.

O forse proprio la parte che l' aveva creato, il mostro.

Harry non l' aveva mai capito.

"Harry?" chiese esitante Hermione, toccandogli la spalla. "C'è qualcosa che non va? stai male?"

"No, sto bene." sussurrò lui, alzando lo sguardo verso i suoi due migliori amici, che lo guardavano preoccupati.

"Perchè stai piangendo?" chiese Ron, guadagnandosi una gomitata da Hermione: "non è ovvio? uccidere l' assassino dei suoi genitori ha segnato una parte importante della sua vita, e adesso che la fase è conclusa sentirà un senso di vuoto..."

Si, era esattamente quello che sentiva. Un senso di vuoto.

Non era propriamente dolore, no.

Più che altro era shock, e la certezza che non avrebbe dovuto finire così.

Non avrebbe dovuto morire, piuttosto si sarebbe sacrificato lui, Harry, ma non Tom.

Guardò un altra volta il cadavere di quello che era stato il suo peggior nemico.

Intorno la gente festeggiava, piangeva per la felicità o per i propri morti.

Invece lui rimaneva là davanti a quel corpo pallido, con delle lecrime che gli scivolavano dagli occhi, senza che riuscisse a fermarle.

Aveva amato quell' uomo.

Non solo la sua parte umana, quella che provava ancora emozioni che non erano rabbia o angoscia, ma anche la parte del mostro, dell' assassino a sangue freddo.

Certe volte la vita era così difficile che l' amore, l' arma più potente secondo Silente, si tramutava nella condanna dello stesso amore.

Alla fine Silente aveva sbagliato così tante cose...

Aveva detto che Voldemort era condannato alla morte dalla sua incapacità di amare, ed invece, era stato proprio l' amore per Harry a farlo morire.

Guardò i suoi due migliori amici, che continuavano a discutere sul perchè stesse piangendo, invece di chiederlo.

Naturalmente non avrebbero mai capito il vero motivo.

Erano troppo innocenti, troppo ingenui, troppo fiduciosi della sua incorruttabilità per immaginare solamente la verità.

Non avevano idea di quanto fosse stato vicino a unirsi all' altro lato.

Nemmeno Silente l' avrebbe mai immaginato, lui era come loro.

Harry era diverso. Più simile a Tom Riddle, incline al male più che al bene.

Ed in quel momento Harry era triste, era vuoto, eppure aveva una gran voglia di cancellare il sorriso vittorioso che comunque spuntava sulle labbra dei suoi preoccupati amici.

"Hermione? Ron?" chiamò a bassavoce. "Sapete perchè piango? perchè lo amavo."

Quel segreto non lo avrebbe portato nella tomba, pensò, con un ghigno prepotente che si disegnava sulle labbra.

Fine.