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Autore: Blue Flower    11/09/2011    0 recensioni
Edward Anthony Masen Cullen è il legittimo erede al trono di un Regno lontano persino dal nostro immaginario. Un regno governato e abitato dai vampiri, che hanno imparato a nutrirsi l'uno dell'essenza dell'altro dal momento in cui si sono allontanati dalla civiltà umana.
Ma la famiglia reale ha molti nemici decisi ad intralciare la successione al trono, e a farlo nei modi peggiori.
Così, sotto ordine del padre, dopo un attacco magico finito male da parte di un temibile nemico, il piccolo Edward è costretto a lasciare Esperia per andare a nascondersi sulla Terra.
Lì incontrerà Isabella Swan, una giovane liceale di Forks disposta ad offrire rifugio ad un bambino sperduto.
Bella però non sa che, per colpa di un sortilegio lanciatogli da uno dei nemici di suo padre, il dolcissimo bambino si trasforma in un aitante vampiro diciassettenne appena la luce se ne va e che solo il bacio della persona amata può riportarlo alle sue sembianze originali.
Ispirato al celebre manga Meru Puri ... Spero che vi piaccia!
Genere: Dark, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, James
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo 1- Bambino sperduto.

 

 

Quella mattina, Bella si svegliò da sola come sempre.
Fortunatamente, era sabato e non sarebbe dovuta andare a scuola ma doveva comunque andare in città per fare la spesa e svolgere qualche commissione.
I suoi genitori non c’erano mai: costantemente al lavoro. Gli unici momenti in  cui li poteva vedere erano le festività come Natale e Pasqua, ma niente di più.
Certo, le faceva piacere che la considerassero adulta, che non la lasciassero con una babysitter per tutti quei mesi, ma dentro lei si sentiva estremamente vuota e se ne accorgeva tutte le mattine, quando alzandosi non c’era la colazione pronta sul tavolo della cucina o semplicemente il continuo fuggi-fuggi che c’è tutti i giorni lavorativi in una famiglia normale.
Entrò nella cabina della doccia e aprì l’acqua.
Isabella Marie Swan adorava lo scroscio rumoroso delle gocce che si schiantavano al suolo e forse proprio per questo motivo Forks le stava tanto a cuore: là pioveva sempre e non c’era nessun giorno in cui quel maledettissimo sole, così giallo e tondo, splendesse pienamente.
Si lasciò cullare dall’acqua che scorreva ancora per un po’, ma poi uscì e si posò addosso l’accappatoio, strofinandosi i capelli zuppi con il cappuccio di spugna.
Si guardò allo specchio: sempre la stessa Bella, sempre la stessa monotona giornata senza amore, né da parte della famiglia né da parte di qualcun altro di più speciale…
- Jacob- sussurrò senza volerlo, facendo schioccare le labbra sull’ultima lettera.
Sì, Jacob Black era il giovane ragazzo Quileute che le piaceva tanto in quel periodo: la sua pelle olivastra portava il sapore di terre lontane, i suoi capelli color mogano erano un cielo invernale e gli occhi leggermente a mandorla erano la spezia orientale che completava quel quadro perfetto.
Bella non era il tipo da “avventure” e se mai fosse stata con un ragazzo, voleva quello perfetto, quello con il quale avrebbe potuto costruire una famiglia felice in futuro.
Era questo il suo obiettivo.
E Jacob incarnava le doti di marito e padre più di qualsiasi ragazzo adolescente.
Isabella voleva dare il meglio ai suoi figli, voleva essere presente e non avrebbe tollerato alcuna variazione al suo piano di famiglia perfetta, perché viaggiava sul suo binario a cinquecento chilometri l’ora.
Peccato che Jacob non sembrasse assolutamente interessato né a lei né ai suoi progetti.
Certo, passavano molto tempo insieme ma si trattava solo di lavoro: sì, perché Bella aveva un lavoro part-time nel negozio del padre di Jake e grazie a quello erano diventati molto amici, ma niente di più.
Si infilò i jeans e una camicia per poi scendere al piano di sotto e bere un caffè al volo: anche oggi avrebbe passato tutta la giornata alla casa di accoglienza, a giocare con i bambini in cerca di una famiglia.
Certo, non era un passatempo “produttivo” come avrebbero voluto i suoi genitori, ma il sorriso di quelle personcine non aveva prezzo per Bella. Ormai li considerava tutti dei piccoli fratellini, anche se non ne aveva mai portato uno a casa per accudirlo veramente.
Quando girò l’angolo della via di casa sua, notò una piccola figura appostata nell’ombra: era un bambino vestito in modo strano.
Si avvicinò un po’ di più per osservarlo da vicino: aveva un vestito di velluto, simile a quello di un principino di altri tempi. Ma la cosa che colpì di più Isabella fu il suo viso: era il bambino più adorabile, più carino che avesse mai visto in vita sua.
- Ehi, piccolino?- lui rivolse il capo verso la ragazza, mostrando grandi occhioni color miele.
- Come osi parlarmi così, popolana?- la squadrò dalla testa ai piedi.
- Come hai detto scusa?- Bella si sentì offesa.
- Io di sicuro non mi chiamo piccolino. Sono Edward Anthony Masen Cullen, futuro erede al trono di Esperia- la sua voce era altezzosa e i suoi modi davvero bizzarri fecero pensare a Isabella che fosse solo il viziato figlio di un magistrato.
- Bene… Edward. Dove sono i tuoi genitori?
- A lavoro.
- E ti hanno lasciato qui tutto solo? Quando torneranno?
- Beh. Non torneranno, ovvio. Sto aspettando un mio servitore- Bella rimase impietrita.

Che ragazzino strano… ma ha bisogno di aiuto.
- Che ne dici di aspettarlo a casa mia?- lui annuì e Bella sorrise, cercando di sembrare incoraggiante. Lo prese per mano e si diresse ancora una volta verso casa.
- Quando arriverà il mio servitore verrai ricompensata per il disturbo- disse con espressione seria mentre varcavamo la soglia di casa.
- Che cosa?! No, tu sei un bambino… non devi neanche pensare a queste cose, intesi?- la ragazza chiuse la porta dietro di sé e nello stesso momento accese la luce.
- Per favore, non mi lasciare al buio- disse lui d’un tratto.
- Certo, ma perché?
- Io ho paura del buio.

  
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