Spaccatura
Dopo l’allenamento, Artù salì nelle proprie stanze e si preparò a pranzare con Gwen.
Quando fu pronto, si diresse verso la camera della ragazza, la cui porta era socchiusa, ma all’interno era vuota.
Pensando che si fosse scordata del loro appuntamento, il principe la cercò negli alloggi di Elyan, ma lui disse di non averla vista dalla sera precedente.
La cercò per tutto il castello e parlò con Merlino, Gaius e ogni cavaliere che gli capitasse vicino.
Poi, non trovandola, scese nella città bassa e la cercò lì, ma non trovò nessuna traccia di lei.
Erano già passate alcune ore da mezzogiorno e Artù non aveva ancora toccato cibo, ma doveva trovarla.
Poteva esserle successa qualsiasi cosa: Gwen non era mai mancata a un loro appuntamento e ora sembrava scomparsa.
Tornato al castello, ricontrollò con attenzione le stanze della ragazza e notò che c’erano molte cose fuori posto: delle tazzine e dei piatti sul tavolo non erano ancora stati lavati, c’era una piega sul tappeto e sul comodino mancava lo scrigno con l’anello.
Ora era seriamente preoccupato: “Dov’era Gwen? Cosa le era successo?” si chiedeva.
Uscendo dalla stanza incontrò altri due cavalieri e pose loro quelle domande, essi risposero che sì, l’avevano vista ed era stata trascinata nelle segrete quella mattina, ma non ne conoscevano il motivo.
Senza quasi ringraziarli, il principe si precipitò sulle scale, arrivando in pochi minuti nei sotterranei.
Al suo passaggio i soldati si misero sull’attenti e lo salutarono, ma lui non ci badò, aveva cose più importanti a cui pensare.
Ispezionò ogni cella e, finalmente, la trovò.
Era in una delle ultime, in fondo al corridoio, dove stava rannicchiata con la testa abbassata e il corpo scosso dai singhiozzi.
Ordinò che gli fosse aperto ed entrò.
Le si avvicinò di slancio, ma lei non diede segno di aver sentito alcunché finché Artù non le si sedette accanto, circondandola con le braccia.
Allora, alzò il capo e i suoi occhi castani si riflessero in quelli azzurri del principe, che la lasciò sfogare contro il suo petto e poi le domandò cosa fosse accaduto.
Gwen all’inizio si mostrò titubante ma poi, rassicurata dalla stretta di Artù, che sembrava potesse proteggerla da ogni pericolo, gli raccontò tutto.
Il principe era più che furioso e avrebbe volentieri distrutto il castello intero se non avesse avuto tra le braccia la sua dolce Ginevra, che singhiozzava tristemente contro il suo petto.
Dopo alcuni minuti, Artù si alzò e comandò ai carcerieri di liberarla.
“È un ordine del re” risposero loro “Non possiamo lasciarla andare”.
“Voi lo farete, invece, e questo è un mio ordine!”gridò e probabilmente fu la durezza delle sue parole o il fuoco che gli ardeva negli occhi a convincerli.
I due liberarono Gwen, che fu subito scortata da Gaius, a cui il principe ordinò di prepararle una cena abbondante: non aveva toccato cibo da quella mattina.
Terminato il pasto, Artù uscì, promettendo che sarebbe tornato il prima possibile, e la ragazza passò la serata catalogando erbe e giocando a scacchi con Merlino e Gaius.
Il principe, invece, spalancò la porta della stanza del padre.
Quest’ultimo stava ancora cenando r rimase molto sorpreso dalla visita del figlio, che gli si avvicinava con fare minaccioso.
“Perché l’hai fatto?!” gli gridò “Perché ti da così tanto fastidio che io sia felice?!”.
Uther sulle prime finse di non capire, poi cedette e sbottò: “Le hai donato l’anello di Igraine, mia moglie! Come hai potuto? Come hai osato farlo?!”.
“Tu stesso mi donasti quell’anello, l’anello di mia madre, anni fa come ricordo di lei ed io ora mi prendo il diritto di donarlo a Ginevra”.
“Era il suo anello di fidanzamento! Come puoi …?!”.
Artù lo interruppe: “L’ho donato a Ginevra quando le ho chiesto di sposarmi”.
“Cosa?! Ma … è una serva! Non puoi farlo! Io te lo …” iniziò il re.
“No, ti sbagli. Lei non lo è più” lo corresse il figlio “Non è più una serva da un paio di mesi. L’ho investita nobile io stesso”.
“Non importa, non sarà mai nobile per davvero”.
“Allora è questo che ti da tanto fastidio, vero?!
Non ti saresti sentito offeso se io avessi usato l’anello per chiedere in sposa Elena o una qualsiasi altra principessa nostra alleata!
Il vero problema sta nei tuoi insulsi pregiudizi, che non ti permettono di vedere più in là del tuo trono e notare il buono nelle persone.
Ginevra sarà anche una serva, ma è la donna più nobile che io abbia mai conosciuto e mi dispiace per te se le tue preziosissime tradizioni ti impediscono di capirlo!”.
“Non osare parlarmi in quel modo, Artù! Sei mio figlio e non lo tollero!” sbraitò, alzandosi in piedi rabbioso.
“Io oso e oserò ancora perché non c’è niente che tu possa dire o fare che mi farà cambiare idea! Io sposerò Ginevra, con il tuo assenso o senza, e lo annuncerò durante il ballo che si darà per il mio compleanno davanti a tutta la nobiltà del regno.”. Si avvicinò al tavolo e prese lo scrigno.
“Vuoi diseredarmi? Fallo! Ma io non cambierò idea. Mai.” disse e gli voltò le spalle, uscendo.
Si diresse agli alloggi di Gaius e trovò Gwen che dormiva nella stanza di Merlino, le diede un lieve bacio sulla fronte e appoggiò lo scrigno sul comodino lì accanto.
Poi i due uomini (Gaius era ancora in possesso del proprio letto) prepararono due brandine e si stesero al piano di sotto.
Angolo Autrice:
ciau a tutti!!!
Ecco un nuovo capitolo tutto per voi!
Domani inizia la scuola :( e non so quando riuscirò a postare di nuovo, così eccomi qui.
Sono stanchissima e mi chiedo perché domani non possa essere di nuovo il 12 giugno. xD
Sono appena tornata a casa dopo la sfilata di abiti da sposa in oratorio e penso che andrò subito a dormire, dopo essermi tolta tutta la lacca dai miei poveri capelli :)
Dico questo tanto per farvi fare un po’ i fatti miei xD
Un bacione e mi aspetto tante recensioni, mi raccomando!
Sweet_Juliet