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Autore: Cincilla    11/09/2011    4 recensioni
Se chiudeva gli occhi e prestava attenzione riusciva a sentire, oltre al caos esterno, un fastidioso tintinnio di campane che si acuiva ad ogni suo anche impercettibile movimento.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Strawberry

United States of Ichigo



3




Strawberry



Passeggiò per circa un miglio, avanti e indietro per il parco, fino a farsi dolere i piedi. Teneva rigorosamente il capo chino ad osservare il movimento rapido delle foglie trasportate dal vento e, seguendone il cammino, urtò contro quella che doveva essere un schiena. Quando alzò gli occhi, capì che non sarebbe stato necessario scusarsi.
Mark si voltò lentamente, come se non avesse avvertito lo scontro.
Ichigo seppe che qualcosa non andava non appena incontrò il suo sguardo, triste e spento come l'albero ormai spoglio alle sue spalle.
- Dobbiamo parlare.- disse. E Ichigo non potè fermare il tremito di paura che le attraversò la schina. Non riusciva a spiegarselo ma qualcosa dentro di lei le diceva che quella poteva essere l'ultima volta che sentiva la sua voce.


 "L'idea che lui possa lasciarmi non mi sfiora neppure" Aveva detto a Ryan neanche un'ora prima. Ma ora, seduta ad un panchina con le mani giunte e i piedi a penzoloni si rese conto di essere stata spavalda e che quella idea non solo la sfiorava ma la prendeva a pugni dritto nello stomaco.
Il vento le scuoteva i capelli e più volte fu costretta a sistemarseli dietro le orecchie. Stava spostandosi di lato la frangetta quando lui finalmente aprì bocca.
- Lo ricordi?- cominciò indicandole un punto qualsiasi dietro ad un cespuglio.- E' lì che mi hai salvato la vita per la prima volta.-
Ichigo trasalì mentre la sua mente tornò indietro a qul giorno. Si era imbattuta in un chimero e l'aveva sconfitto con i suoi nuovi poteri. Le sembrava quasi di poter vedere il corpo di Mark steso sull'asfalto, proprio nel punto in cui lui le aveva indicato, e al solo pensiero sentiva un nodo alla gola.
Tentò di rispondere ma dalle sue labbra non uscì alcun suono così si limitò ad annuire leggermente, come fa un bambino dopo un rimporvero della mamma.
- Quel chimero mi ha colpito al petto e ho perso i sensi. Quando mi sono risvegliato ho visto Kyle e mi ha riaccompagnato a casa.-
Ichigo strinse le dita ad artigliarsi la gonna. La sensazione di soffocare continava ad affligerla.- Non sentivo la tua voce e non ti ho neanche vista combattere ma in cuor mio sapevo che c'entravi qualcosa e che se potevo ancora reggermi sulle mie gambe lo dovevo solo a te.-
Mark respirò a fondo e si lasciò accarezzare dalla leggera brezza autunnale. Le sembrava di stare seduta lì da secoli ma non dovevano essere passati che pochi minuti e altri ancora, interminabili, trascorsero prima che lui riprendesse con voce più dura e astiosa - E' qui che è iniziato tutto?- chiese. Ma quella domanda aveva l'insolito suono di un'accusa. Lo fissò intensamente negli occhi. "E' diverso dall'uomo che ho visto in sogno", pensò. Non era freddo e distaccato ma al contrario arrabbiato e angosciato allo stesso tempo. Eppure, come nel sogno, anche questa volta lei non riusciva a parlare.
- Capisci cosa ti ho chiesto?- le scosse leggermente le spalle, come a volerla risvegliare dal trans. - Hai capito cosa ti sto chiedendo?- continuò con tono disperato.
Si, certo che aveva capito. Quel giorno lei aveva smesso di essere una ragazza normale per vestire i panni della paladina della giustizia. Ed erano iniziate le lotte, le trasformazioni ma anche i segreti e le bugie. Tutto. "E' qui che è iniziata la mia fine." 
Come se l'avesse sentita, Mark si alzò dandole le spalle.
- Tu eri cambiata e io, non me ne sono mai accorto.-
Si mise in piedi anche lei, seppur con difficoltà perchè le gambe sembravano non poterla sostenere. - Mi hai mentito per così tanto tempo.-
- Ho dovuto farlo. Non potevo dirtelo. Non potevo.- colpita da quella affermazione ingiusta, ritrovò finalmente la voce. Sentiva le guance bagnate e gli occhi bruciare. Stava piangendo e non se ne era neanche accorta.
- Perché? Perché non hai provato ad affrontare la cosa con me?-
- Io...non sapevo come fare, da che parte incominciare e Ryan mi aveva detto di tenerlo segreto.-
Il volto di Mark si oscurò ancora di più. Doveva aver detto qualcosa di sbagliato perché ora sentiva la tensione attanagliarle le viscere.
- Ryan.- ripetè con voce blanda. - Se solo...- si prese un momento per respirare. A Ichigo sembrò di vedere la tensione attraversargli le vene fino alle punta delle dita, tenute chiuse in un pungo.- Se solo non fossi stata tu la prescelta.-
- Cosa...- le parole le morirono in gola- Cosa vuoi dire?-
- Se tu non fossi mai stata una mew mew se tu non avessi avuto il dna adatto...- si fermò ancora. Tutto quel tentennare la stava esasperando.- Le cose tra noi sarebbero potute andare diversamente.-
- Se non mi fossi trasofrmata in Mew Berry a quest' ora tu...- non seppe continuare la frase. Il solo pensarlo le aveva fatto sentire una morsa al cuore, come se d'improvviso avesse smesso di battere.
- Avrei preferito finire tra le fauci di quel chimero, piuttosto che innamorarmi di te.-


Quando se ne andò, non cercò nemmeno di fermarlo. Ciò che le aveva detto, le parole che le aveva rivolto...Sapeva di non meritarsele. Lei era stata scelta per salvare la Terra e aveva combattuto ogni giorno per assicurarsi che le piante, gli animali e tutto ciò che Mark amava potesse sopravvivere. E ora lui le rinfacciava il fatto di avergli mentito, di non essere stata sincera, di non essersi fidata di lui fino in fondo. "Ed ora lui non si fiderà più di me." pensò asciugandosi una lacrima. Ormai non aveva neanche più la forza di piangere.
"E' rimasto con te quando ha saputo chi eri. Perché dovrebbe venir meno adesso che non lo sei più?" aveva detto Ryan. E si era sbagliato.
Le venne quasi da ridere al pensiero che anche il grande Ryan Shirogane potesse commettere un errore di valutazione. Evidentemente Mark aveva tentato di superare la cosa perché la amava ma a lungo andare doveva essersi reso conto che non valeva la pena di lottare per una relazione nata nella menzogna.
"Se solo non fossi stata una Mew Mew, non avrei mai avuto bisogno di mentirgli. Avrei potuto essere sincera, sin dall'inizio e amarlo senza riserve." osservò con rammarico, mentre con lo sguardo vagò sulle sue gambe alla ricerca del marchio mew. Alla luce del sole sembrava quasi più intenso e brillante. Senza accorgersene, con le unghie aveva preso ad incidere su quella piccola porzione di pelle.
Sapeva bene che era inutile. Quel simbolo non le era stato tatuato sulla pelle ma nell'anima. Era una maledizione che, chissà per quale motivo, lei e lei sola continuava a portarsi addosso, come un enorme macigno sulla testa. Non era stata lei a chiederlo, non le piaceva combattere e avrebbe di gran lunga preferito assistere agli scontri come spettatrice piuttosto che viverli in prima persona. Ma a lei non era stato concesso di scegliere. Il destino l'aveva trascinata per i capelli nell'arena e aveva lasciato che i leoni la sbranassero lentamente.
Sentiva una rabbia incontrollata divamparle dentro come un parassita che divora la sua preda dall'interno. Lei non aveva colpa. Era stato Ryan a coinvolgerla senza chiederle il permesso e adesso stava pagando per un errore che non aveva commesso. Il cuore le faceva ancora male dopo il litigio con Mark e vi poggiò la mano destra come se temesse da un momento all'altro di non udirne più i battiti.
Loro si amavano ma non potevano stare insieme. Era così ingiusto che sentì l'impulso di gridare fino a perdere fiato. Poi tutto si fece nero e non sentì più niente.



Ryan osservò il tutto senza essere in grado di proferire parola. La ragazza che poco prima era entrata in laboratorio sbattendo la porta e urlando frasi senza senso, adesso pareva essersi placata. Il silenzio era così fitto che poteva udire il sibilio del vento che si infrangeva sulle pareti del cafè e persino il respiro calmo e regolare di Ichigo. L'espressione rilassata contrastava con il pallore innaturale del suo viso e gli occhi, semichiusi, erano fissi sul pavimento. Se non fosse stato per il lieve tremore delle mani, Ryan avrebbe temuto che si fosse trasformata in una statua di sale.
- Ichigo?- tentò. Ma quella non dava cenni di averlo udito. - Ichigo.- provò ancora, questa volta con tono più deciso.
- Ichigo!- urlò quasi e lei sussultò. Ma fu un sussulto diverso da quello di chi si risveglia da un torpore. Era, più che altro, un piccolo spasmo accompagnato da una lieve torsione della testa, come se si stesse sgranchendo il collo.
Quando aprì totalmente gli occhi, Ryan vide un bagliore rosa attraversarle la pupilla e diffondersi sull'iride come una goccia di pittura sulla tela.
Forse si stava impressionando ma ebbe come la sensazione di sentire un lieve brusio proveniente dalle labbra di Ichigo, come se stesse tentando di dirgli qualcosa.
Il mormorio divenne a poco a poco più chiaro fino a che Ryan non fu ingrado di distinguere un suono familiare.
Dalla testa della ragazza, proprio come era avvenuto un istante prima per gli occhi, partirono scintille di colore più chiare che trasformarono il rosso carminio della sua chioma in una tonalità più chiara e luminosa.
La rapidità di quei cambiamenti stavano mettendo a dura prova il suo sangue freddo. Non sapere cosa stesse accadendo era troppo per lui, abituato ad analizzare i problemi con calma e ad estriparli alla radice.
L'improvviso manifestarsi di quegli inspiegabili eventi lo travolse come un fiume in piena. Si accorse di respirare a fatica come se il suo corpo avesse intuito prima della sua mente, la gravità del pericolo in cui si trovava. Quando incontrò il suo sguardo realizzò con certezza che chi aveva davanti non era più Ichigo e il sussurro intraducibile che aveva percepito fino ad un istante prima assunse finalmente la parvenza di una voce dal tono sottile melodioso  che enfatizzava ancora di più l'armonia di quel nuovo nome.
- Strawberry.-                
 Ryan le si avvicinò barcollando. La ragazza aveva finalmente ripreso colorito e cinse con impeto le braccia attorno al suo collo. Sentì il suo fiato sulla guancia.
- Strawberry.- ripetè e le ultime sillabe le pronunciò direttamente sulle sue labbra.


Bla bla bla...


Della serie "Chi non muore si rivede."
Ebbene mie care settembre è in fine arrivato e ha portato con sè questo nuovo capitolo. Chiedo sin da subito scusa per non avere ancora risposto alle vostre recensioni. Non volevo  anticiparvi troppo quindi ho aspettato di pubblicare prima l'aggiornamento. Prometto che entro domani rimedierò alla mia mancanza.
Qesta volta le note sono poche.
- Ci sono nel corso del capitolo chiari riferimenti al primo episodio dell'anime.
- Per la trasformazione di Ichigo mi sono ispirata alla serie televisiva "United States of Tara"(da cui la fiction prende anche il nome) in cui la protagonista, Tara, è affetta da un disturbo della personalità, e subisce delle transizioni con cui prendono vita i suoi alterego.
- Nella storia ho dato a Ichigo ( e a lei solo) il nome originale. Nelle battute finali non ho preso una svista. Chi è Strawberry allora? Sbizzarritevi pure con le ipotesi, la risposta la troverete nel prossimo capitolo.

Appuntamento tra 10 giorni.
Ps : se avete voglia mi trovate QUI

Grazie inifinite per il vostro sostegno. Commenti (positivi/negativi/neutri) saranno sempre bene accetti.

Cincillà.
   
 
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