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Autore: She_PulpThrash    12/09/2011    3 recensioni
Una yaoi (e ripeto YAOI) tra Axl Rose e Slash. Una boiata, davvero xD
Genere: Erotico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axl Rose
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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E' cooooooooooorta, corta corta corta xD Ma l'ho scritta proprio con quell'intento, non avevo voglia di ammazzarmici xD
Ommioddio, una yaoi sui Guns 'n Roses! Eresia! Fucilatela!
Mh.. Credo che fuggirò via lontano, uh yeah xD
Baci, e spero vi piaccia u.u




ANGEL FOR A NIGHT

Slash osservò Axl negli occhi. Nei suoi maledetti occhi verdi, che bruciavano sulla sua pelle come fuoco. Il respiro gli usciva tremulo dalle labbra, accompagnato dal fumo della sigaretta. Gli occhi di Axl, erano gli occhi del diavolo. Occhi capaci di renderti totalmente inerme, capaci di manipolarti come una semplice bambolina di pezza, di renderti schiavo con un solo colpo. Axl era seduto sopra di lui, Slash lo sentiva, si sentiva dentro di lui. I suoi sensi erano appannati dall’alcol, ma sentiva più che chiaramente le lunghe dita di Axl che sfioravano il suo petto, che giocavano con la sua pelle facendolo sospirare ancora e ancora. Strinse i suoi fianchi, sentendo i palmi delle mani cozzare con le ossa del suo bacino. Le ciocche di capelli rossi gli solleticavano il petto, e tutto si amplificava, tutto, sensazioni, emozioni, rumori, tutto diventava più forte, più devastante. Si sporse in avanti, mordendolo su una spalla, gustandosi il sapore della sua pelle sudata, sentendosi tentato di affondare ancora di più i denti, ma riuscendo in qualche modo a trattenersi. Un colpo di bacino, dato verso l’alto. Axl si sollevò leggermente sulla ginocchia, fissando le sue bellissime iridi verdi al soffitto e lasciando scoperto il collo. Dopo averlo afferrato dietro la nuca, lo tirò a sé, passando aggressivamente la lingua su quella pelle così bianca, che risplendeva alla luce della luna. Tutto era come in un sogno. Niente sembrava reale, tutto sembrava irreale, perfino il respiro di Axl, quel suono che si infrangeva nei suoi timpani, sul suo cervello, rendendolo ancora meno lucido di quanto già non fosse. Voleva prendere da lui tutto ciò che riteneva possibile. Il piacere fisico, mentale, l’appagamento, la soddisfazione. Voleva che quel fottuto diavolo fosse il suo angelo per un solo attimo, il suo angelo capace di sollevarlo da quell’inferno così rovente. Lo tirò per una ciocca di capelli, e finalmente incontrò le sue labbra, per quella che sembrava essere la prima volta da quando avevano iniziato. Quelle labbra bollenti, che affannate cercavano le sue in una lotta per il dominio sulle altre. Le lingue si scontravano caoticamente, le mani artigliavano tutto ciò che trovavano.
Una vera e propria lotta, una tentata supremazia sull’altro. Nessuno dei due usciva vincitore da quella sfida, finivano sempre alla pari, stanchi, sfiniti, appagati, e ancora in competizione. Gli occhi verdi di Axl si incatenarono a quelli neri dell’altro, che distolse prontamente lo sguardo, puntandolo sulle sue labbra umide.
Non riusciva a competere con lo sguardo di Axl nel mondo reale, non sarebbe riuscito a farlo in simili momenti di intimità, dove c’erano solo loro.
L’orgasmo lo colse impreparato, come una secchiata d’acqua fredda. La sorpresa e il piacere furono tali, che fu costretto a portarsi le mani sul viso, mordendosi la lingua con tale forza da farsela sanguinare. Il corpo sopra il suo, si contrasse, nell’acme del piacere. La schiena bianca di Axl si inarcò, accogliendo su di sé la luce marmorea e gelida della luna, che illuminava quella notte senza stelle. Slash non riaprì gli occhi. Non voleva che l’immagine di Axl sparisse. Voleva restare nella convinzione che fosse lì, voleva sentirsi ancora distaccato da tutto e da tutti, voleva che quei momenti di piacere puro e semplice, durassero all’infinito. Il corpo adagiato accanto a lui, per quel che sapeva, poteva essere un inganno dell’intontimento causato dall’alcol, poteva essere un gioco della sua mente, un gioco. Axl era pericoloso. Bellissimo e pericoloso. Come un serpente. Ti attirava tra le sue spire, e aveva un veleno letale. Forse per questo si era assuefatto a lui.  Non riusciva più a rinunciare alla sua attrattiva, alla sua incredibile grazia in ogni suo movimento, all’effetto assuefacente che aveva la sua pelle così incredibilmente bianca, il sapore della sua lingua, il calore del suo corpo. Non voleva aprire gli occhi. Se proprio era un’illusione, sperava che restasse tale fino alla fine dei suoi giorni. Così avrebbe avuto il suo angelo, il suo demonio, al proprio fianco. Avrebbe vissuto un’illusione, un’illusione pericolosa, ma perfetta. Perfetta per lui.
  
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