Anime & Manga > D.Gray Man
Ricorda la storia  |      
Autore: saku89    12/09/2011    0 recensioni
Seguito di "Sesto senso". La storia tra Lavi e Allen continua senza intoppi, ma, come il locale di Jerry è stato il loro inizio, un altro potrebbe causare la loro fine.
"Il rosso nel frattempo si era girato ad osservare "il tizio" che, con una sigaretta accesa tra le dita, lo guardava con fare malizioso. Di istinto fece passare un braccio intorno alle spalle di Allen, stringendolo a se, guardando con perplessità l'uomo, indubbiamente affascinante, ma sicuramente pericoloso. Tornò a guardare Allen e divertito gli posò un tenero bacio sulla guancia."
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allen Walker, Tyki Mikk, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Sesto senso.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lavi dgm ff 2

Lavi guardò Allen con occhi sognanti. Non si sarebbe mai aspettato di veder realizzato il suo più grande desiderio: uscire con il suo ragazzo, mano nella mano.
Quella notte, nel locale di Jerry, aveva messo a dura prova i suoi sentimenti e quelli di Allen, pronto a un rifiuto, ma con sempre un briciolo di speranza dentro di se. Quando Allen aveva pronunciato quelle parole non aveva saputo resistere e si era lanciato con un delicato bacio sulle labbra del ragazzo:
- Quello che sto cercando di dirti è che questo futuro che non riesco a vedere lo posso sempre costruire, così che appaia finalmente davanti ai miei occhi e io lo possa guardare con un sorriso. Insieme a te. Io... voglio stare con te.
Adesso, davanti a quel quadro di Kandiskij, "Diversi cerchi", non potè che rivedere un eclissi di Luna: il Sole, l'aver conosciuto il ragazzo che amava, aveva illuminato la sua vita, e l'ombra, la sua ombra, si era riflessa su quell' astro di cui non avrebbe mai potuto fare a meno, Allen. Si, l'idea di andare a vedere quella mostra era stata fantastica.
Sentì la stretta sulla sua mano rafforzarsi e il respiro del compagno vicino al suo orecchio.
- Non sembra anche a te che...
Il discorso che aveva bisbigliato corrispondeva esattamente a quello su cui aveva ragionato pochi secondi prima. Gli sfuggì un risolino soddisfatto mentre pensava a quanto in quel momento fossero uniti. Sul viso di Allen apparve un espressione sorpresa e nell' oscurità della sala, illuminata solo dai fari posti sui quadri, Lavi gli strappò un bacio a fior di labbra.
- Mi trovi d'accordo... vedi, in realtà i cerchi dipinti su questa tela a sfondo nero, che sembrano fluttuare nel vuoto, direi nello spazio, ricordano dei pianeti, legati tra loro da un'attrazione gravitazionale. I due cerchi più grandi posti al centro invece riprendono l'idea di un eclissi lunare.
Nella sala si era udito rimbombare un "wow" sincero, al quale il rosso aveva messo subito fine tappandogli la bocca con una mano.
- Sono o non sono Bookman Junior? Ho passato notti intere sui libri, qualcosa dovrò pur sapere,
mormorò allontanando lentamente un dito dopo l'altro da quelle labbra sottili e invitanti. Le osservò, preso da mille pensieri, ma non fece in tempo ad avvicinare il suo volto a quello del ragazzo che fu strattonato da quest'ultimo verso il quadro successivo.

Dopo una giornata dedicata solo a loro, i due si erano dovuti malgrado tutto separare.
Bookman aveva concesso a Lavi, dopo una discussione andata avanti una notte intera, di poter uscire la sera, ovviamente una tantum, e stranamente aveva accettato la sua relazione con Allen: il vero problema in fondo non era lui, ma il fatto che suo nipote si sarebbe potuto distrarre dallo studio. Il ragazzo aveva argomentato riguardo l'età, la necessità di crearsi una vita al di fuori delle mura domestiche e, con un pizzico di furbizia, aveva aggiunto:" Solo così potrò veramente documentare la storia: conoscendo i comportamenti delle persone, potrò comprendere al meglio le decisioni prese nel corso del tempo."
Pur sapendo di commettere un errore il vecchio Bookman aveva ceduto e ora il rosso poteva uscire con Allen senza troppi problemi. Per questo non si fece scrupoli prima di tornare a casa, nel chiedere al suo ragazzo di andare quel Sabato sera in discoteca, un esperienza nuova per entrambi. E quest'ultimo, titubante, aveva accettato.


- Lavi, io me ne vado,
mormorò Allen nel panico.
- Ma è la tua frase preferita? Anche quando siamo andati la prima volta da Jerry hai detto la stessa cosa e poi hai visto come é andata.
Il rosso camminava veloce lungo il marciapiede, trascinando con se un terrorizzato Allen, che borbottava su quanto si sentisse a disagio e su come improvvisamente gli avesse cominciato a far male la pancia.
- Non è vero - rispose il rosso spazientito - semplicemente non te la senti di venire. E comunque a pranzo hai mangiato una quantità industriale di cibo, quindi, semmai fosse vero, il mal di pancia è più che giustificato. Ma verrai comunque.
E con quest'ultime parole i due frenarono bruscamente, ritrovandosi in fondo a una fila fortunatamente non troppo lunga.
- Lavi, sono ancora in tempo per scappare. Io me ne vado.
- Assolutamente no! Perchè sei così nel panico?
chiese dolcemente il rosso guardando il suo ragazzo negli occhi. Si era spazientito non poco per quel comportamento, ma tornando con gli occhi su Allen aveva provato il solito senso di calore e si era fatto più tenero, quasi comprensivo.
- Senti, io so che finirà male questa sera. Non vedi quel tizio vicino la porta? E' da quando siamo arrivati che ti osserva con un sorrisetto che non promette niente di buono, quasi ti si volesse... - cominciò a borbottare, imbarazzato da quello che stava per dire - ... quasi ti si volesse portare a letto, ecco. Lavi, ti prego...
Il rosso nel frattempo si era girato ad osservare "il tizio" che, con una sigaretta accesa tra le dita, lo guardava con fare malizioso. Di istinto fece passare un braccio intorno alle spalle di Allen, stringendolo a se, guardando con perplessità l'uomo, indubbiamente affascinante, ma sicuramente pericoloso. Tornò a guardare Allen e divertito gli posò un tenero bacio sulla guancia.
- Tranquillo, mi hanno insegnato come difendermi. E difenderò anche te.
Il ragazzo annuì, deglutendo e afferrando con una mano la maglia del compagno.
- Va bene,
rispose cercando di farsi coraggio, eppure quell' uomo non gli piaceva per niente e era ormai sicuro che avrebbe provocato a entrambi non pochi guai. Perso nei suoi pensieri non si accorse di essere arrivato all' entrata. Un uomo che poteva somigliare, senza usare troppo la fantasia, ad un armadio si piazzò davanti a loro.
- Siamo in due,
affermò il rosso con sguardo serio. L'omaccione annuì e li fece passare.
Quando misero piede dentro il locale Allen rinpianse vivamente di non aver passato la serata da Jerry. La musica alta e le luci psichedeliche davano fastidio all' albino più di quanto avesse immaginato e, cosa ancora più fastidiosa, quella gente scatenata lo innervosiva e non permetteva di muoversi liberamente.
Lavi dal canto suo era affascinato, non tanto per la confusione quanto per la quantità impressionante di gente che, fuori controllo, si muoveva freneticamente lì dentro. Afferrò saldamente Allen per mano e se lo trascinò dietro, deciso a godersi fino in fondo la serata. Al bancone una ragazzina sfegatata serviva drink uno dietro l'altro, ballando e urlando come un'assatanata.
- Prendiamoci qualcosa,
urlò il rosso, più per farsi sentire che per altro. Allen non fece in tempo a rispondere che si ritrovò davanti un cocktail dal dubbio contenuto. Nonostante Lavi lo stesse bevendo neanche fosse Coca Cola, lui decise per il momento di tralasciare le bevute e dedicarsi all' individuo di poco prima che, entrato nel locale, continuava a fissare il rosso. Si chiese chi potesse essere e inconsciamente portò una mano ad afferrare il braccio del suo ragazzo. Che non trovò.
Cominciò a guardarsi intorno spaesato e con orrore scoprì che anche il bellimbusto di poco prima era sparito.
- Cerchi qualcuno?
domandò la barwoman sorridente e spiritata.
- Si, il ragazzo che si trovava vicino a me poco fa.
- Oh, il rossino? Bè, è appena diventato un altra delle prede ti Tyki Pon.
- Tyki chi?
- Tyki Mikk. E' il proprietario del locale ed è estremamente affascinante. Gli piacciono i tipi come il tuo amichetto. Comunque piacere, io sono Road, Road Kamelot, e tu?
- Allen Walker.
La ragazza avvampò. Il tono distratto con cui l'albino aveva pronunciato il proprio nome era stato per lei un colpo di fulmine e notò con immenso piacere che il ragazzo era oltretutto anche molto carino.
- Senti Allen, perchè non lasci perdere il tuo amico e non stai un po' con me? Eh? Mi piaci tantissimo.
A quell' affermazione il ragazzo arrossì, spiazzato da tanta schiettezza e forse anche un po' lusingato. Tuttavia il rossore sparì quasi subito e sul viso tornò un espressione preoccupata.
- Ti ringrazio molto, Road, ma adesso devo proprio cercare il mio... amico...
pronunciò a malincuore. Avrebbe preferito dire il mio "stupido e ingenuo ragazzo", ma si trattenne, onde evitare inutili discussioni.
- Che peccato Allen! Torna presto però, mi piaci tanto!
La ragazzina sorrise e lui non potè far altro che ricambiare, salutando con un cenno della mano e gettandosi subito dopo nella mischia. Spiaccicato tra una persona e l'altra si mosse a tentoni, mormorando ogni tanto uno "scusi" o "mi dispiace", senza ovviamente venire considerato. Ormai non sapeva più cosa fare, senza contare che la temperatura era salita e stava sudando come non mai. Uscì per qualche secondo da quella moltitudine, giusto per riprendere aria, e lo vide. Tyki Mikk in piedi di spalle e tra le sue braccia, completamente perso nel bacio che si stavano scambiando, Lavi. Un flusso di pensieri cominciò ad affollargli la mente.
" Si è completamente dimenticato di me. E' preso da quel bacio. Non è forzato, sta collaborando, lo sta baciando come bacia me. Ha gli occhi chiusi, le sue braccia sono intorno al suo collo, le mani di quel mostro toccano i suoi capelli, i capelli rossi che amo tanto... io, cosa devo fare?"
Spaesato si guardò intorno, improvvisamente terrorizzato da tutte quelle persone e da quel caos. Mosse un passo indietro, spaventato, si girò, con ancora un pizzico di indecisione e alla fine scappò.
" Jerry! ", urlò la sua mente mentre veloce percorreva la strada fatta poco tempo prima insieme al suo ragazzo.

Lavi si svegliò, intontito. Si aggrappò a qualcosa davanti a lui e alzò lo sguardo nel tentativo di identificare la persona che lo stringeva per le braccia. Aveva due sole certezze: la vista era appannata e in ogni caso quello non era Allen.
- Ehi guercino, tutto ok?
- Ma chi diavolo sei?
tentò di urlare, con la rabbia che aumentava ogni secondo di più. Sentì tra i suoi denti un sapore metallico e toccandosi il labbro inferiore scoprì con orrore che era tagliato e sporco di sangue. Con la lingua tentò di leccarne via almeno un po', ma questo non fece altro che aumentare il suo terrore. Quello non era il suo Allen, puzzava di sigaretta e, tastando con le mani, scoprì che portava una camicia, come l'uomo che aveva intravisto fuori dal locale. Cercò di ripercorrere a ritroso quello che era successo: ricordava di essere entrato in quella maledetta discoteca, della sua euforia, dei due cocktail, di come l'aveva bevuto tutto d'un sorso e... da quel punto in poi i pensieri erano confusi. A stento ricordò delle mani che lo afferravano e lo portavano in un angolo, vicino a dei divanetti e lui che, perso in quella situazione, non si ribellava. E poi... il bacio! Questo spiegava il perchè del labbro rotto, e il cocktail il perchè fosse così confuso.
- Stronzo... mi hai drogato...
disse con un moto di rabbia, riacquistando pian piano la vista. Si innervosì ancora di più quando vide sul volto dell' uomo un sorrisetto compiaciuto, strafottente e che malcelava una dose inesauribile di malizia.
- Bravo guercino, intrigante e intelligente. Ho scelto un ottima preda e Road ha fatto un ottimo lavoro.
Il rosso lo spintonò via con una rabbia sempre più crescente e veloce si guardò intorno, spaventato dall' idea che Allen avesse visto tutto.
- Se cerchi il ragazzino sappi che appena ci ha visti è scappato fuori dal locale. Sembrava sconvolto, d'altronde eri così preso dal nostro bacio che...
- Stronzo!
Gli sputò in faccia prima di scappare, ancora barcollante, all' inseguimento di Allen. Ma ormai di lui non c'era più nessuna traccia.  
 
Allen spalancò il portone in legno massiccio. Il fiatone causato dalla lunga corsa non accennava a diminuire e alcune lacrime pungevano, decise a scendere. " Non é questo il momento di piangere. Forza, fatti coraggio!"
Le luci si accesero e la voce di Jerry che poneva la solita domanda suonò imperiosa attraverso il microfono.
- Jerry, sono Allen! Aiutami, ti prego!
Fu un attimo. Le luci si accesero e il portone in fondo al corridoio si spalancò. Uno spaventato Jerry corse veloce incontro al ragazzo che si lanciò tra le braccia dell' uomo. Ad Allen scappò un singhiozzo quando sentì la prima carezza sui suoi capelli e la voce di Reever lontana che con tono preoccupato chiedeva cosa fosse successo. Decise di non piangere, non ancora, ma ormai aveva resistito anche troppo e tutte le lacrime trattenute sgorgarono in un pianto disperato. L'uomo sentì il suo grembiule bagnarsi e quando Reever arrivò i due aiutarono il ragazzo ad alzarsi e ad entrare. Si lanciarono un occhiata preoccupata, sapendo bene qual'era il problema: Lavi.

Lavi correva disperato, ripercorrendo anche lui la strada che avevano fatto all' andata, sicuro che Allen, visto il suo scarso senso dell' orientamento, non si sarebbe mai lanciato in vicoli sperduti. Probabilmente era tornato a casa, anche se aveva qualche dubbio in proposito dato che era troppo lontana da lì. Non che non fosse possibile, ma se fosse stato lui avrebbe scelto un posto in cui avrebbe trovato di sicuro qualcuno pronto ad aiutarlo e, nel caso del suo ragazzo, a consolarlo.
" Sono stato uno stupido, un imbecille, un ingenuo, mi sono comportato in maniera imperdonabile... ti prego, fa che sia da Jerry."
Continuò a correre disperatamente, ignorando la mancanza di fiato e il dolore lancinante alla testa, segno che ancora doveva riprendersi del tutto da quella maledetta droga.

- Cosa ha combinato Lavi?
La domanda di Jerry era stata decisa, sicura, senza troppi preamboli. Sapeva perfettamente che il ragazzo aveva fatto qualcosa e forse sapeva anche cosa. Allen alzò lo sguardo su di lui, non più di tanto stupito dalla domanda, ormai abituato al sesto senso che regnava in quel locale.
- Scommetto che hai beccato quell' idiota di un coniglio a baciarsi con un altro, nè?
Kanda, diretto come al solito, aveva centrato in pieno il problema e questo non potè che far scappare un leggero risolino ad Allen. Era ormai da un po' che lui e Lavi frequentavano quel locale e non provava più sorpresa nel vederli usare il loro famoso "sesto senso". Come se non bastasse, lo scorbutico Yu li faceva sempre innervosire con la sua schiettezza fin troppo azzeccata, e questo ogni tanto causava alcune azzuffate tra lo scostante cameriere e l'euforico Bookman Junior, che portavano a parecchie risatine da parte di tutti, clienti compresi. 
- Si - ammise con un sorrisetto forzato - è così. Abbiamo provato ad andare in discoteca, ma c'era un tizio, un tale Tyki Mikk, che lo aveva puntato da un po'. Ho provato ad avvartire Lavi, ma lui ha detto che non c'era problema, che si sarebbe potuto difendere e ci siamo presi due cocktail. Io non l'ho bevuto, lui si, il tempo di girarmi e era sparito. L'ho cercato disperatamente e alla fine l'ho trovato che si baciava con quel tale, completamente avvinghiato a lui.
- Tzè.
Era stata la risposta di Kanda, che si era girato per tornare a servire ai tavoli. Komui, che dalla cucina aveva sentito, stava digrignando i denti per la rabbia mentre forsennato lavava i bicchieri. Reever, nel frattempo, si era appoggiato sconsolato al bancone, con una mano a massaggiare gli occhi.
- Quel cretino... si è fatto drogare.
Commentò in un inaspettato fremito di rabbia.
- Ma stai tranquillo, tesoro! - intervenne Jerry con la sua solita voce femminile - Verrà qui da te! Ti ama troppo e voi due insieme siete adorabili!
Concluse scandendo bene ogni singola sillaba dell' ultima parola. Il sorriso che aveva sul volto, aperto e gentile, tirò su di morale Allen che, ripresosi, si offrì di aiutare. In cucina.
- Ma certo, caro! Certo che puoi!
Rispose il capo-cuoco, sapendo perfettamente che la dispensa si sarebbe svuotata in pochi secondi. Ma quel piccolo fiorellino aveva bisogno di distrarsi in quel momento e di ricaricarsi, perchè da li a breve, ne era certo, sarebbe arrivato quello sciocchino di Lavi.

Lavi spalancò il portone di legno e subito una voce risuonò nello stretto corridoio.
- Lavi! Sei un cretino, uno stupido, un...
" Non è Jerry ", pensò, aggiungendo poi mentalmente: "Questo è Komui, poco ma sicuro."
Dato che di norma era un tipo tranquillo, e sfaticato, si sorprese nel sentirlo così arrabbiato e solo la voce in sottofondo di Reever che tentava di fermarlo lo fece desistere dallo scappare. In quel momento però non poteva farlo, se l'uomo aveva reagito a quel modo, insultandolo, era di certo perchè Allen si trovava lì e aveva raccontato tutto. Il respiro di sollievo che tirò fu subito seguito da un groppo allo stomaco, e la voce seria di Reever che gli ordinava di entrare fece aumentare il suo senso di colpa.
Si incamminò verso la porta d'ingresso del locale, lentamente, timoroso di poter essere ucciso da un momento all' altro. E quando entrò tutti gli occhi, compresi quelli dei clienti, erano puntati su di lui. Eccetto quelli di Allen che, seduto su una sedia e appoggiato al bancone, sembrava addormentato.
- Quando è venuto qui era disperato! Dopo che si è divorato tutto quello che avevamo in dispensa...
- ... con il mio permesso!
aggiunse frettolosamente Jerry con voce melodiosa.
- Si... dopo che si è divorato tutto - Reever assunse un tono dolce - si è addormentato.
Lavi spostò lo sguardo dall' uomo ad Allen e si rattristò. Chiuse per un attimo gli occhi, stringendo i pugni, arrabbiato con se stesso per aver portato il suo ragazzo in quel locale e per essersi fatto fregare così stupidamente. Li aprì di scatto, deciso a rimediare, ma una mano si parò davanti a lui.
- Stupido di un coniglio, non penserai di rimediare con un semplice "scusa", "perdonami", "sono un imbecille".
- Togliti dai piedi Yu - ringhiò - non posso vederlo in quello stato. E' tutta colpa mia! Sono un cretino che si è fatto fregare come un bambino di due anni. Io gli devo chiedere scusa, sono disposto anche a legarmi un masso al piede e buttarmi nel Tamigi pur di farmi perdonare...
- Così moriresti e basta,
constatò Komui pensieroso.
- Non mi interessa! Se così facendo riuscissi ad avere il suo perdono morirei felice!
- Tsk, stupido di un coniglio.
Kanda si fece da parte, permettendo a Lavi di raggiungere il ragazzo che, svegliato dagli urli, si guardava intorno insonnolito. Fece giusto in tempo a riconoscere una folta capigliatura rossa, poi si ritrovò stretto in un abbraccio.
- Perdonami, perdonami, perdonami...
Continuava a sussurrargli nell' orecchio Lavi.
- Sono stato un cretino, non mi sono accorto della droga nel cocktail, mi dispiace, mi dispiace davvero. Io, sono disposto a fare qualsiasi cosa, non voglio che finisca qui, io... voglio stare con te.    
- Sembra così facile dire di si, che ti perdono, ma ho paura che possa accadere di nuovo. Promettimi, promettimi che non accadrà mai più.
- Te lo prometto.
- Che non andremo più in quel posto.
- Te lo prometto.
- Che non andremo più in una discoteca.
- Hai la mia parola. E il mio amore.
Allen si gettò tra le braccia del rosso. Finalmente un sorriso era apparso sulle sue labbra e Jerry non potè far altro che tirare un sospiro di sollievo.
- Siete la coppia più adorabile che abbia mai visto!
commentò afferrando lo spumante. Il locale a quell' affermazione riacquistò la sua solita atmosfera piacevole, con le sue luci soffuse, le pareti rosate e la leggera musica di sottofondo.
- Per celebrare il lieto fine, da bere per tutti!
- No, noi no, grazie.
Rispose Lavi trascinando tutti, Allen compreso, in una risatina e facendo apparire un ghigno soddisfatto sul viso di un sollevato Kanda, che pensò: "Che perdita di tempo", prima di tornare al suo lavoro.
Jerry, con le sue lunghe trecce dondolanti e il suo sorriso, si avvicinò guardandoli con occhi sognanti.
- Tesori miei, sapendo che tu, Lavi, saresti tornato e che tutto si sarebbe risolto per il meglio, ho preparato un divanetto solo per voi due, vicino la finestra, così avrete più intimità. Niente alcolici, quindi vi faccio portare due coke e qualche stuzzichino.
I due ragazzi si guardarono per qualche secondo, presi alla sprovvista. Subito dopo un sorpreso Allen si ritrovò tra le braccia di un euforico Lavi che, senza dare importanza ai borbottii del compagno, lo portò al loro divanetto, lo fece sedere e lo baciò.
- Come bacio te non bacerò mai nessuno - sussurrò mentre riprendevano fiato - perchè non bacerò mai più nessun altro all' infuori di te.
Allen sorrise, facendo sfiorare delicatamente i loro respiri, e prima di ricominciare da dove si erano interrotti aggiunse:
- Sai, stavo pensando che nel quadro di Kandiskij, "Diversi cerchi", non ci siamo solo noi. Ci sono Jerry, Reever, Kanda, Komui e tutte le persone del locale... e perchè no, anche il vecchio Bookman. Siamo tutti uniti. Tra di noi c'è un attrazione gravitazionale, noi siamo l'eclissi e loro sono quei bellissimi pianeti che ci circondano, e che ci vogliono bene. In quel dipinto non ci siamo solo noi.
- Mi trovi d'accordo,
fu la risposta di Lavi mentre con le dita sfiorava delicatamente il volto del compagno.







Hello there!
Sono di nuovo qua, per vostra sfortuna, con il seguito di "Sesto senso". Un seguito particolarmente smielato, oserei dire, ma non ho potuto fare a meno di postare un altra one-shot su Lavi, Allen e il bellissimo (a mio parere, eh) locale di Jerry. Un appunto: io sono stata solo una volta in discoteca e ci sono rimasta poco per scelta personale, quindi non ho la più pallida idea di come sia in realtà l'atmosfera. Indubbiamente qui ho esagerato, prima volta subito una pseudo-droga, ma volevo dare l'idea di come il locale dei Noah non fosse un posto bellissimo. Ribadisco, il locale dei Noah. Scusate, ma ci tengo a specificare, non vorrei creare malintesi. ^^' In ogni caso, ammetto di aver reso Sir Tyki Mikk un gran bastardo, ma sappiate che l'ho fatto con rammarico, essendo appassionata anche delle TykixLavi.
Ma torniamo ai nostri due giovincelli: ho la netta impressione di essere uscita fuori dagli schemi comportamentali dei due. -_- Più che altro in alcuni punti le reazioni di Allen mi hanno lasciata perplessa, forse perché di norma lui è agguerrito e nel locale invece scappa, deluso. Ora che ci penso, effettivamente Allen non sarebbe mai scappato. O_O 
Tyki e Road ho cercato di renderli il più Noah possibile, mentre con i ragazzi del locale mi sono divertita un mondo nel descrivere le reazioni di Reever e Komui. XD Un po' anomalo Kanda forse, ma diciamo che non perde mai l'occasione per far innervosire il prossimo. XD
Basta, non aggiungo altro altrimenti rischio di annoiarvi. Ultima cosa, giuro ultima, Kandiskij. Kandiskij per me resta sempre Kandiskij, lo adoro, in particolare quel quadro. Ho pensato che sarebbe stato bello inserirlo in questa fan fiction, tutto qua. :)
Spero sia stata una lettura piacevole e non fatevi scrupoli a commentare, anche se avete qualcosa da ridire o qualche suggerimento. In particolare fatemi sapere se c'è qualche orrore che mi è sfuggito. Grazie. :D

Ringrazio con tutto il cuore bethan e Endo, che hanno recensito la prima one-shot, "Sesto senso" per l'appunto. Spero di poter rispondere il prima possibile ad entrambe usando la nuova opzione "Rispondi". Prometto che lo farò il prima possibile. ^^ Ringrazio anche Annaly07, ire-chan e ValeXAnime per aver aggiunto la fan fiction tra le preferite e nuovamente Endo per averla inserita tra le ricordate. ;)
Chiudo qui. xD
See ya!

saku





  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D.Gray Man / Vai alla pagina dell'autore: saku89