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Autore: Lady Warrior    12/09/2011    2 recensioni
Katherine era una bambina normale. Viveva con la sua famiglia, sino a che lui, Will-occhi-di-ghiaccio, il capo dei vampiri, non la morse. Da quel giorno la sua vita cambiò. Costretta bad ubbidirgli, deve ora abitare coi vampiri e arrendersi all'idea di essere una di loro. Ma perchè hanno morso proprio lei quel giorno? Per fare un dispetto ai suoi genitori, dei cacciatori di vampiri? E sarà vero ciò che dice Will, che lei è la loro massima risorsa?
Il tempo scorre, e lei riuscirà a vedere Will, ma succederà una cosa che stravolgerà la sua già burrascosa relazione con Josh, un altro vampiro. Ma un'altra sorpresa sconvolgerà la sua vita. E questa volta dovrà fare una scelta che le cambierà decisamente la vita.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ero stata solo un'illusa ...




Mi coricai subito a letto, tanto ero stanca. Sbadigliai e mi addormentai, sognando.
A dire il vero quello fu un sogno strano. Ero in una stanza con Will e coi miei genitori, che mi volevano dire qualcosa. Ma non riuscii a capire cosa perché mi svegliai. Erano le nove di mattina. Pareva un sogno tanto corto e invece … non mi soffermai a riflettere sul suo significato, non lo presi neanche in considerazione.
Uscii, per andare da Will.
Quando arrivai davanti alla sua porta bussai, e quando intuii che Will non aveva probabilmente capito, suonai il campanello, ma anche quella volta non ricevetti risposta. Doveva essere via. Forse era in una riunione. Decisi di non continuare, avrei provato dopo. Ero in cerca di compagnia, perciò scesi da Liz. La trovai davanti alla sua porta vestita casual.
Non appena mi vide mi corse incontro.
-    Oh, stavo cercando proprio te! Io e Lotharius stavamo andando a fare shopping, ma non ho molta voglia di stare sola con Lotharius … mi chiedevo se potevi farmi compagnia … -
-    No, Liz. Senti, perché non vai sola con Lotharius? Dagli un minimo di soddisfazione, poveretto – suggerii.
Liz mi guardò interdetta, ma poi mi dette ragione.
Ora ero rimasta sola. Non volevo certo vedere Josh, e non sapevo con chi altro parlare.
-    Ehi, ciao!- mi salutò una voce da dietro.
-    Oh, ciao Marius. Will dov’è?
-    È in riunione col consiglio. Finirà tra un paio d’ore. Facciamo una passeggiata?
-    Ok, va bene- accettai.
Uscimmo. L’aria fresca mi pervase. Non era più tanto caldo come prima. Pensai a Liz. Lotharius le piaceva. Cosa aspettava a mettersi con lui? Ma in fondo io non ero la ragazza più adatta per criticarla … e poi Liz voleva sentirsi corteggiata, voleva divertirsi nel vedere Lotharius impazzire per conquistarla.
-    Allora, com’è andata ieri?- chiese Marius.
-    Bene. Dicono che sono la chiave della loro vittoria.
-    Già. Chissà cosa vuol dire …
-    Forse se mi somministrano quella cosa e mi rendono di nuovo umana conservo i miei poteri e potrei diventare una di loro. La più forte di loro.
-    No, perderesti i poteri. Forse però possono farti rimanere un goccio di sangue di vampiro. Ma non capisco a cosa servirebbe loro  … o forse ti vogliono usare per convincerti a uccidere Will. E poi ti ucciderebbero a loro volta. Ma sono solo congetture.
-    Già, congetture-  dissi.
Camminammo un po’ fra le enormi costruzioni.
Restammo in silenzio, poiché il silenzio  aiuta a riflettere, ma non riuscimmo a capire niente.
Rientrammo un paio d’ore dopo, poiché Marius aveva da fare.
Salii all’ultimo piano e mi appoggiai al muro.
Dopo una decina di minuti arrivò un Will completamente esausto.
-    Katherine!- esclamò.
Si avvicinò a me, lentamente. Mi prese la testa fra le mani e mi baciò. Mi carezzò il volto.
-    Entri?- mi chiese. Annuii.
Aprì la porta e mi fece entrare.
Ebbi modo di vedere meglio il suo alloggio. Si entrava in salotto, dov’era posta una grandissima televisione, attaccata al muro. Su un tavolinetto di vetro v’erano posati un vasetto di fiori e una play-station. Poco distante dal suddetto tavolinetto v’era un divano di vera pelle, rosso.
Le finestre erano grandi ricoperte da tende gialle.
Di fianco, a sinistra, c’era un corridoio. La prima porta a destra portava al bagno, munito sia di doccia che di vasca.
La seconda porta era quella dello studio. Dentro c’era una scrivania di legno con un computer nero nel mezzo. Su un tavolino lì accanto era posto un computer portatile.
La camera da letto di Will, come avevo già avuto occasione di notare, era enorme. Un letto a baldacchino con le tendine giallognole dominava sulla stanza dorata. Al suo fianco destro del letto v’era una grande finestra.
Vicino al salotto v’era la cucina, un po’ piccola, ma molto attrezzata.
-    Fa’ come se fossi a casa tua- mi disse Will – io vado a farmi una doccia-
Annuii e mi sedetti sul divano. Ero un po’ in tensione, cosa data dal fatto che non mi sentivo a casa.
mi alzai e mi recai nel corridoio. Il fruscio dell’acqua mi dava tranquillità.
La porta del bagno era perfettamente chiusa. La toccai. Il rumore dell’acqua cessò, evidentemente Will aveva chiuso il rubinetto.
Che mi avesse sentito? No, ero stata troppo silenziosa.
Rimasi lì, ferma.
La porta si aprì,ed uscì Will con un asciugamano legato alla vita.
Ebbi modo di contemplare di nuovo il torso di Will. Gli accarezzai di nuovo i muscoli e poi lo baciai.
-    Ti ho sentito avvicinare, volevi qualcosa?
-    No, niente. Ti aspettavo- risposi.
Will sorrise. – allora vado a vestirmi- disse.
Entrò nella stanza, richiudendo la porta.
Mi appoggiai al muro dietro a me, e attesi.
Dopo cinque minuti Will uscì.
-    I capelli bagnati ti donano- gli dissi.
Sorrise.
-    Tutto mi dona, tesoro-
Mi prese per mano e mi condusse sul divano. Mi chiese cosa volevo fare. Riflettei un poco, e risposi che volevo giocare alla wii.
Will si alzò e accese l’apparecchio. Poi andò un po’ più in là e prese due chitarre.
-    Guitar Heroes? – chiese.
Annuii.
-    Ma prima devi insegnarmi- dissi.
Imparai velocemente, tanto che raggiunsi il punteggio più elevato per due volte di seguito.
Dopo circa un’ora finimmo di giocare. Will si sedette sul divano, sospirando.
-    Cosa c’è?- chiesi. – non stai bene?
-    No, no. Sto benissimo. Sono solo un po’ stressato.
-    Perché?
-    Il consiglio. Non fa altro che ripetere che non sono un purosangue, che non merito di essere il capo di questo clan, eccetera eccetera.
-    Mi dispiace. Sono solo gelosi perché sei il migliore
-    No, non è vero. Ho interrotto una tradizione millenaria.
-    E allora? È cambiato in meglio!
-    Se ne sei convinta … e dicono che sono troppo giovane, troppo … impulsivo. Dicono che dovremmo essere un po’ meno … evidenti. I morti di ieri sera sono stati visti. E chi non ha notato il morso sul collo di uno di loro?
-    È colpa mia.
-    No, hanno ragione. Non vi ho mai detto di essere discreti.
-    Ma ho fatto io rumore l’altra notte!
-    E allora? Era la tua prima volta. La prossima sarai più silenziosa, tesoro- disse Will, accarezzandomi i capelli.
Il discorso terminò lì.
Will si voltò dall’altra parte. Lo guardai. Il suo volto era molto preoccupato. Chissà quanti pensieri gli volavano in testa …
-    Mangi qualcosa?- chiese Will.
-    Io … non sapevo tu pranzassi. Non ci serve a nulla mangiare. Credevo tu l’altra volta avessi mangiato per scherzo, o per far notare che non eri un vampiro.
-    In verità qualcosa mangio sempre. È che mi piace, mi ricordo di quando ero umano. Non mi sono ne ancora separato del tutto dalle mie radici.
-    Cosa mangi di solito?
-    Cose veloci.
Ecco il perché della cucina.
-    Va bene, mangio- dissi.
Will sorrise. Si rinchiuse in cucina e ne uscì dopo un po’.
-    Fra poco sarà terminato- annunciò.
Poco dopo, infatti, sfornò qualcosa.
Era una pizza.
Era buona, non speciale, ma sempre buona.
Dopo aver mangiato parlammo un po’ del più e del meno.
Alle due del pomeriggio lo salutai con un bacio in bocca e scesi giù per andare a trovare Liz.
Era tornata dallo shopping da un bel po’ e mi mostrò cosa aveva comperato. O meglio, cosa le aveva acquistato Lotharius. Una collana d’oro, un anello munito di diamante, una dozzina di capi d’abbigliamento firmati e un profumo.
-    Avete fatto spese … - commentai.
-    Già. Lotharius ha comprato tutto! Ma ho deciso che poi gli dirò che mi piace. Ma fra un bel po’. Mi piace quando non sa cosa fare per conquistarmi!
-    Oh, Liz , sei proprio incorreggibile!- esclamai.
A quel punto, però qualcuno bussò alla porta.
-    Dovete salire immediatamente. Will ha urgente bisogno di sentirvi- annunciò Lawrence, giunto lì.
-    Solo noi?- chiese Liz.
-    Sì, con Lotharius ha già parlato-
Salimmo in sala riunioni. Non c’era nessuno, Will era in ritardo.
-    Non ha mai ritardato- commentò Liz, cupa.
-    Avanzai un po’ quando sentii un gridolino soffocato. Mi voltai.
Un uomo dai lunghi capelli neri e con un paio d’occhiali da sole stava puntando un coltello alla gola di Liz. Non appena vidi ciò, un materiale ferreo mi toccò la tempia. Mi voltai lentamente. Un tipo alto, castano e stempiato mi stava puntando la pistola alla tempia.
-    Cosa …?- esclamai.
-    Vieni con noi o la ragazza muore
-    Non può. Il coltello …
-    È d’argento- spiegò lui, freddo.
Guardai Liz, e poi rivolsi lo sguardo al mio assalitore. Stavo per dire di sì quando la porta si spalancò all’improvviso. Qualcuno sparò, uccidendo l’uomo che mi stava puntando la pistola alla tempia. Era Will. Lotharius, invece, stava dissanguando l’assalitore di Liz con voga.
Will fece una smorfia  di rabbia e calciò un mobile lì vicino, rovesciando per terra ogni cosa era sul mobile.
Si appoggiò poi a questo con le mani, rigido.
Mi avvicinai a lui, toccandogli una spalla.
-    Will, calmo- gli dissi.
-    - STA’ LONTANA!- urlò lui.
Indietreggiai, e la tristezza mi assalì. Perché si comportava così? Come se mi avesse letto nel pensiero, Lotharius mi disse:
-    Quando è particolarmente arrabbiato non guarda in faccia nessuno. Non sperare che ti chieda scusa tanto presto. Deve prima … digerire la faccenda. Io non gli starei accanto. Vieni, andiamocene via-
-    No! Ho indetto una riunione, un colloquio con loro e rimangono qui, Lotharius. Non sei tu il capo, TU NON SEI NIENTE QUI!- urlò Will.
Lotharius se ne andò, sospirando.
Il Capo dei vampiri si sedette sul tavolo, e io e Liz dinnanzi a lui.
Aspettò un po’ prima di parlare. Era nervoso, lo si vedeva chiaramente. Forse era la prima volta che qualcuno entrava nel grattacielo. Qualcuno che non fosse un vampiro.
-    Allora, Liz. Quando sei uscita con Lotharius hai visto qualcuno di sospetto?
-    No – rispose lei, allibita
-    Qualcuno entrare?
-    Chiaramente no.
-    Ne sei sicura?
-    Certamente.
-    E tu Katherine sei sicura di avermi detto tutto l’altro giorno?
Tacqui un attimo. Non si fidava di me? Glielo dissi.
-    Sono io che faccio domande qui. Se non te ne sei accorta, la situazione è grave- rispose lui, freddo.
-    Ti ho detto tutto.
-    Nessuno è mai entrato qui. Ho interrogato tutti tranne voi. Katherine, per quanto io creda che tu sia innocente, tutti pensano che tu li abbia aiutati. Insomma, non ti sei mostrata tanto … amichevole …- disse Will.
Un immenso furore mi pervase. E io che mi ero fidata di lui! Mi ero abbandonata a lui! Mi ero … credevo che mi amasse, che si fidasse di me, credevo mi avesse difesa! E invece era qui ad accusarmi di un crimine che non avevo mai commesso! Non avevo detto niente a nessuno! E anche se avessi voluto, come avrei fatto con Lotharius lì accanto? Pensando a lui un pensiero s’impadronì della mia mente. E se Lotharius non fosse stato lì per difendermi, ma per controllarmi? Oh, no, questo era abbastanza! Guardai Will negli occhi,l piena di rabbia.
-    Sai che ti dico? VAFFANCULO, STRONZO!- urlai, e corsi via.
-    VIENI QUI! NON TI HO DETTO CHE POTEVI USCIRE, VIENI QUI!- sentii Will urlare.
Ma ormai la mia decisione l’avevo presa. Corsi in camera e presi il portafoglio. Scesi senza farmi notare molto e uscii dal portone principale. Correndo velocemente riuscii ad arrivare in fretta al centro. Mi guardai indietro. Non c’era nessuno. Ero libera. La mia prossima destinazione? Il quartier generale dei cacciatori di vampiri. Sarei diventata un’umana. Sarei diventata quello che avevo sempre voluto essere. Mi sarei lasciata alle spalle quello stronzo e mi sarei fatta una vita. Mi sarei sposata un uomo normale e avrei fatto dei figli con lui. Volevo ricominciare da capo. Tanto là dentro non avevo preso altro che delusioni.
Ero stata solo un’illusa se avevo pensato che Will tenesse veramente a me.
   
 
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