Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: CatchingLightning    12/09/2011    4 recensioni
La vita non è sempre semplice, né per i mezzosangue, né per gli abitanti dell'Olimpo, né per i mortali.
Piccola raccolta di song-fic per dimostrare come la vita possa accanirsi con chiunque sulle note di Mean di Taylor Swift, tanto per essere ottimisti...
{1. Piper}
{2. Dioniso}
{3. Leo}
Buona lettura (ma attenzione, la storia presenta spoiler)!
Genere: Angst, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mean
You, with your words like knives
And swords and weapons that you use against me
You, have knocked me off my feet again
Got me feeling like nothing

    -Ah ah!
    -Smettetela!- strillò Piper, arrabbiata. -Subito!
Dopotutto, a sette anni è facile arrabbiarsi con i compagni di classe che ti prendono in giro.
Piper McLean era in seconda elementare, ma non si trovava per niente bene in quella scuola. Malgrado avesse cercato di farsi qualche amica, dopo qualche giorno aveva già lasciato perdere: le bambine di quella scuola erano le classiche "figlie di papà", ricchissime e viziate, e, sebbene avessero la sua età, si mettevano tanto di quel trucco che sarebbe bastato per tre secoli di feste di Halloween.

Sapeva che non sarebbe riuscita a sopportarle per molto tempo.

In più, Piper non era come loro. Lei non rispecchiava lo stereotipo della classica bimba di sette anni, amante dei fronzoli e delle bambole; Piper era un maschiaccio, che saltava sullo skateboard e faceva surf nel tempo libero.
Piper sapeva bene che non l'avrebbero mai accettata tra loro. Non che a lei importasse, per carità.
Ma non vedeva perché dovessero avercela tutti con lei.
    -Non è vero!- gridò a squarciagola. L'edificio parve tremare.
    -Ah ah, come no!- rise una bimba dai boccoli mori super cotonati-e-acconciati, scostando i capelli dalla spallina del vestitino in seta rosa confetto. -Abbiamo ragione noi, come sempre.
Piper era davvero furiosa. Non poteva sopportare quelle galline un attimo di più.
    -Ridi adesso, finché puoi!- replicò la castana, stringendo i pugni e digrignando i denti. -Voglio vedere come farai quando non avrai più denti in bocca!
La mora fece una smorfia disgustata. -Sei peggio di un animale randagio, Piper Cherokee.
Un paio di altre bimbe accorsero e si disposero a semicerchio attorno alla mora, ridendo senza ritegno.
Piper era certa che quella fosse la peggior ricreazione di sempre.
    -Chiamami ancora così e ti prendo a pugni veramente!- sbraitò Piper.
    -Perché?- replicò sarcastica la moretta, piantandosi le mani ai fianchi con fare di superiorità. -Non è forse per questo che tuo padre ti ha chiamato Piper? Perché è il nome di un aereo!
    -Non è vero!- replicò Piper, inferocita. Era talmente arrabbiata che avrebbe potuto far crollare i muri della scuola con un dito.
    -E allora perché ti ha chiamato così?- le chiese una biondina, sprezzante.
    -Non lo so, ma non è di certo per quello!
    -Allora sai cosa facciamo?- propose la biondina. -Quando vai a casa, chiedi a tua madre perché ti abbiano chiamato così.
    -Oh, ma aspetta!- aggiunse la mora, con un ghigno malefico sul volto. -Tua madre ti ha abbandonato quando eri piccola, non è vero?
    “Ora basta!” pensò Piper.
    -Povera donna, la capisco!- esclamò la mora. -Chissà che tipo doveva essere per aver avuto una figlia del genere!
    “Ora basta!”.
    -Capisco perché ti ha abbandonato...
    “Ora basta!”.
    -... e perché sei diventata cleptomane...
    “Ora basta!”.
    -... caro aereo Piper Cherokee!- concluse la mora, sghignazzando.
La vista di Piper di annebbiò completamente, ed in quell'istante perse completamente il controllo delle proprie azioni.
    -Ora basta!- urlò, con tutto il fiato che aveva in corpo.
Saltò sullo skateboard e travolse l'allegra combriccola di bambine. Caddero tutte a terra proprio come birilli, solo che loro erano birilli urlanti e doloranti.
La bambina dai boccoli mori iniziò a piangere come un'ossessa, mentre Piper scendeva le scale in equilibrio con lo skate sul corrimano.
Le urla della mora fecero accorrere la maestra, appena in tempo per vedere Piper fuggire su uno skateboard sul corrimano.
    -McLean, fermati subito!- urlò la maestra, ma Piper non la stette neppure a sentire, dirigendo lo skate verso l'uscita dell'edificio, saettando sul pavimento di marmo.
Oh, sarebbe stata espulsa per quello, lo sapeva benissimo. Ma non gliene fregava più di tanto. Ovviamente, Jane le avrebbe trovato un'altra scuola, ma era certa che non si sarebbe trovata bene neppure in quella, come in nessun'altra che avesse frequentato prima di allora, dopotutto.
Scavalcò in cancello con un balzo lesto, con la sensazione che non l'avrebbe varcato mai più.
Imbracciò lo skateboard.
Alzò la mano, chiamando un taxi.
Aprì la portiera, si sedette sul sedile e borbottò un indirizzo al conducente, così da poter essere solo a due isolati di distanza da casa di suo padre: avrebbe percorso il tratto di strada mancante a piedi, così da passare quasi inosservata.
L'autista inarcò un sopracciglio. -Ce li hai i soldi per pagare, piccina?
    -Lei vorrebbe far pagare la corsa ad una bimba di sette anni appena fuggita da scuola?- replicò prontamente Piper.
Il conducente parve interdetto. -Io... uh, no, certo che no.
Piper sorrise. -Grazie mille.
L'autista mise in moto e, ben presto, la loro auto si confuse con gli altri taxi sulle strade cittadine.
    “Non avevano il diritto di prendermi in giro!” si consolò Piper. “Non possono parlar male di mia madre e di mio padre! Oh, se solo sapessero...”.
Una lacrima rigò le guance di Piper, ripensando a sua madre.
Un'altra scese per suo padre, perché Piper non voleva deluderlo.
Una terza per se stessa, perché lei non doveva essere presa in giro.
Una quarta lacrima scese per un altro motivo ancora, così come la quinta, la sesta, e così via.
Quando giunse a destinazione, scese dall'auto il più velocemente possibile, lasciando il tassista mezzo in trance, e si diresse verso la villa di suo padre.
Era strano come continuasse a piangere, Piper era una ragazza forte. Ma forse quello era troppo da reggere anche per lei.
    “Vedrete!” minacciò mentalmente Piper, mentre le immagini di quel gruppetto di bimbe cattive le balenava in testa. “Quando sarò grande e completamente fuori dalla vostra portata, allora vi pentirete di essere state cattive!
Tentò di farla suonare come una minaccia, ma persino nella sua testa sembrava poco più di una misera autocommiserazione.
Aprì la porta di casa.
Entrò in salotto.
Suo padre era seduto sulla poltrona di velluto blu, sfogliando un plico di fogli uniti assieme dalla graffetta. Sempre quello stupido lavoro.
Quando si accorse che la sua bambina stava piangendo, scattò subito in piedi e le si avvicinò preoccupato.
    -Che succede, Pipes?
Piper singhiozzò. -Perché mi hai chiamato Piper, papà?

Someday I’ll be living in a big old city
And all you’re ever going to be is mean
Someday I’ll be big enough so you can’t hit me
And all you’re ever going to be is mean
Why you gotta be so mean?


Mean


My little corner
:
Salve a tutti!
Non che pretenda più di tanto da questa raccolta di song-fic, ma nonostante tutto ci tengo parecchio... per chi non conoscesse Piper ma avesse letto lo stesso, sappiate che questa ragazzina (che personalmente adoro) appare in The Lost Hero, ed è una dei protagonisti principali.
La scena qui descritta è un missing moments, ispirato al ventritreesimo capitolo del libro. Beh, tutte le one-shot saranno missing moments, quindi... ^^
La canzone che ho utilizzato è Mean di Taylor Swift, e la trovo parecchio azzeccata sia per mezzosangue che non.
Grazie mille per aver letto, e ringrazio in anticipo coloro che saranno così cortesi da lasciare una traccia del loro passaggio: mi fa sempre un piacere infinito ricevere recensioni, mi rendono sempre felicissima.
Grazie.
Bacioni, Aly.

Credits:
Characters © Rick Riordan
Song © Taylor Swift, "Mean"
Title Font = Made With B
Text Font = Traditional Arabic

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Rick Riordan. La canzone s'intitola "Mean" ed è cantata da Taylor Swift. Non ho scritto questa storia a scopo di lucro.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: CatchingLightning