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Autore: Daequan    12/09/2011    0 recensioni
Ci sono condanne che pesano molto di più dell'anima che ti rubano, o della polvere da sparo che ti insinuano. Sono condanne ben più intime, che ledono le tue certezze, quegli ideali che ti dovrebbero sopravvivere, come la fiducia o l'amore.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo di averti detto che non c'è voce senza bocca. E mi sbagliavo: non c'è voce senza orecchie.

Le mie inascoltate parole, dunque, dissolvono, e dissolvono anche le immagini.

C'erano fiori e bambini, padri e giardini, e poi c'eri tu: solo in lontananza vedo l'uomo nero.

Mi rovina l'urlo: "condanna!"

 

Taccio.

Non c'è orecchio di passione: l'orecchio è ragione, accumularsi presuntuoso di significanti e significati.

Dunque riposano i miei vocaboli.

C'erano fiori e poi bambini, padri e giardini, e poi c'eri tu: ma più vicino vedo l'uomo nero.

Mi riscuote l'urlo: "morte!"

 

Disdegno.

Il mondo reale, dico; lo disdegno, e penso a te,

e ai fiori, ai bambini, a mio padre in quei giardini, e non c'eri tu: solo dopo saresti arrivata, portando con te

l'uomo nero.

Mi rapprende l'urlo: "delazione!"

 

Basisco.

Ora, certo, è tutto più chiaro, al setaccio degli urli e dei sospiri,

e vedo nitidi fiori e poveri bambini, nascosti dai padri dentro i giardini, chissà dove sei tu: e mi volto l'occhio oltre l'uomo nero.

Mi trascina l'urlo: "trappola!"

 

Rinvengo.

E ora so di aver perso la mia scommessa, "sarà vero o no?"

Non lo era, come non lo sono

i fiori e i bambini, che vedo con i padri dentro i giardini, eri vera tu: tu hai invocato l'uomo nero.

Mi rimane un urlo: "fucilazione!"

 

Inspiro.

E sarà l'ultimo mio gesto e saprà d'uomo libero,

ma non lo sono davvero.

Niente fiori, né bambini, figurarsi i padri dentro i giardini!, e nemmeno tu: solo lui, l'uomo nero,

ad intonare un urlo: "Fuoco!"

 

Mi hai tradito.

   
 
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