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Autore: LaNana    12/09/2011    3 recensioni
Liz ha ventidue anni, è solare, spigliata, bella e simpatica. Un giorno il destino le mette sulla strada il suo Mito: Dani Silva, famoso, dannatamente bello, allegro e gioviale, insomma, l'uomo dei sogni. Da lì un susseguirsi di situazioni esilaranti, comiche e nostalgiche. Che ne sarà di loro?
Dal primo capitolo.
Arrivata in corridoio, percorrendolo, incrocio altri due uomini FIFA e lì il mio cuore si ferma. Poi scalpita. Poi si ferma di nuovo. Poi…poi non lo so, so che sono rimasta impalata, bocca spalancata, lingua a terra e occhi fuori dalle orbite. Danilo Ricardo Dias Barros De La Silva. Meglio conosciuto come Dani Silva, portiere del Barcellona e della nazionale brasiliana. Non che il mio più grande sogno erotico, lo ammetto.
- Dani Silva.- bisbiglio più per autoconvincermi che sia lui che per altro. Mi passa a fianco e mi sorride. Sorriso bianco latte a duecentosettantasette denti. Ottantamila punti gratis per lei signor Dani Silva. Lo seguo con lo sguardo. Occhi neri e profondi, capelli corti e sempre spettinati, viso da Maschio, mascella squadrata, un metro e novantadue di muscoli e agilità, e tutto il resto che sbavo solo a pensarci. No non ce la posso fare.
- Ciao.
Mi sta salutando?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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The Chance
Segui il cuore.


Chapter nine.
Sweetheart.

- Ehi dolcezza chi l’ha portata la colazione?- apro un occhio e lo dirigo prima verso la sveglia, le 13 e 46, poi a mio padre, capelli brizzolati tutti scarmigliati, occhio azzurro vispo, naso dritto, viso magro dai tratti marcati e una barbetta appena accennata, non ho lamette da barba io.
- Il tuo amicone Dani, paparino.- sogghignando malignamente torna in cucina masticando la brioche ripiena di nonmiricordochecosa.
- Alzati dai dormigliona è quasi ora di pranzo.

È lunedì, no? È il mio giorno di riposo, no? Stasera se ne va, no? Meno male.
Stasera lo accompagno in aeroporto e poi mi godo la serata.
E finalmente poi niente più paparino che fa comunella con Dani, bene.

Mi giro dall’altra parte, determinata a continuare a dormire, qualsiasi cosa accada.
O almeno questa era l’intenzione…
- Liz alzati o mi farai perdere l’aereo!- una legnata diretta sul ginocchio mi fa aprire, anzi spalancare gli occhi, fiato mozzato e urla strozzate in gola.
- Dio…ma che cazzo fai papà?
- Non ci provare neanche a bestemmiare e alzati!- mio padre è vestito di tutto punto con valigie alla mano. E urla. Ora capisco perché si è sposato con mia madre, tutti e due urlano quando qualcosa non va come dovrebbe, o come vorrebbero loro.
- Ma che…che ore sono?
- Le sette meno un quarto, hai tre quarti d’ora per portarmi all’El Prat a fare il check in.- il Signore avrà me e Miguel, il tassista, in gloria se ce la facciamo.
Ebbene, mezzora dopo mio padre ha già il biglietto in mano e, udite, udite, mi fa le raccomandazioni, mentre io già penso alla statua d’oro che ci faranno per questa corsa folle all’aeroporto che manco Ayrton Senna, porca miseria.
- Mi raccomando Liz il gas, chiudi bene le serrature quando esci e soprattutto non dar retta agli sconosciuti. Non sai quel che possono farti…chiaro?- mani sulle spalle come il miglior film drammatico/romantico di basso livello.
- Qualsiasi problema mi basta attraversare il ballatoio e rompere le scatole a Dani, papà.- toglie le mani e afferra il bagaglio a mano, pronto a passare il gate. Col cappotto beige e il cappello così sembra Humphrey Bogart in Casablanca quando saluta Ingrid Bergman.
- Ecco, così sono più tranquillo. Sapere un uomo di quel tipo accanto a te è rassicurante, se te lo sposassi starei ancora meglio, se solo non fosse già impegnato, dannazione.- nel dubbio tra ridere ed arrossire, scelgo la prima – Ciao Farfallina, fai la brava.- tiro fuori il cellulare, ore otto e trenta.
- Avremo sempre Parigi!- gli urlo dietro. Davie Hall si gira e mi sorride.
- Ti guardi troppo film, Farfallina!- e scompare dietro al gate.
- Strano tipo tuo padre.- Miguel alla fine è rimasto con noi. Annuisco e mi fa segno di tornare al Taxi, prima che ci multino, e mi tocchi pagargli anche quello aggiungo io mentalmente, e mi riporta a casa – Tutto sommato es simpatico.
- Sì mio padre è un elemento piuttosto particolare in effetti.- gli allungo una banconota da 50 euro che mette nel portafoglio, mentre penso che grazie all’accordo che abbiamo fatto sto risparmiando un sacco di soldi che andrei a spendere in noleggio macchina, benzina, tempo e pazienza. La radiolina inizia a gracchiare e Miguel risponde.
- Te abandono Liz, buenas noche.- sorrido e apro il portone del palazzo mentre risale sulla C-Max e parte sgommando.
- Buenas noche, Miguelito.- il tempo di salire le scale e la pace mi abbandona, totalmente, istantaneamente, senza indugi, senza ma e senza se.
- Quella stronza, mi ha rotto il cazzo non la sopporto.- Dani in lacrime seduto sullo zerbino di casa mia con Carlos in braccio che dorme. Mi affretto apro la porta e li faccio entrare – Fino a ieri tutto andava benissimo, ma oggi ha deciso che il calcio è una stupidata, che mi farà sostanzialmente abbandonare la mia famiglia, che distruggerà tutto quello che abbiamo costruito, che non la amo più come una volta, e avanti con le stronzate che dite voi donne in queste situazioni.- Gli faccio sdraiare Carlos sul mio letto e andiamo in cucina, sedendoci al tavolo con due bicchieri di vino in mano mentre continua a sbraitare sottovoce – E mi ha requisito le chiavi dell’appartamento! Incredibile.- tira un lungo sorso – E io allora mi sono portato Carlos con me, lei urlava, urlava e urlava, io allora le ho gridato che sarei venuto da te, che non mi avresti lasciato sullo zerbino per niente al mondo.- e mi fa un sorriso amaro.
- Non potrei mai, e non avrei resistito al faccino di Carlos nemmeno per un minuto.- scola il resto del vino e si lascia andare sullo schienale, ma ho una sensazione di disagio, alla fine sono stata messa in mezzo ad una discussione di famiglia, come se io fossi più affidabile di Camila…non mi piace la cosa.
- Io così non ce la faccio più, davvero, non so quanto riuscirò a resistere, più che altro è che ci sono di mezzo i bambini.- si passa una mano sul viso, teso. Mi incammino verso la sala, sedendomi sul divano seguita a ruota da lui che stringe tra le mani la bottiglia di vino – Che poi oggi sei tra le sue persone preferite, dice che mi tieni d’occhio dalle altre donne che mi gironzolano intorno, domani stai certa che finirai sulla lista nera anche tu, finirai tra le galline e le oche.- e giù un altro bicchiere.
- Magari tra le scrofe.- dopo un momento di imbarazzo parte una risata che stempera l’atmosfera.
- Ti vedrei meglio tra le puledre.- e il sorriso attira Liz ricompare.
- Sì e magari tu saresti lo stallone della scuderia.- la bottiglia è quasi vuota, stiamo bevendo tanto, forse troppo.
- Ovviamente, e non sai la ripassata che ti darei, saresti felice.- avvampo. L’ha detto per davvero o me lo sono sognato?
- Mi vedrei meglio con un cavallo tipo Cristiano Ronaldo, sai com’è, braccia giovani.- sì, ho decisamente bevuto un po’ troppo.
- Guarda che gallina vecchia fa buon brodo, ho molta esperienza e ne saresti felice, una bella puledrina felice. Nemmeno Varenne ti renderebbe così felice.- troppi felice in una frase, Dani sta andando del tutto. Alzo un sopracciglio accennando una risata.
- Ma non hai nemmeno idea di come sono o cosa mi piace a letto, come puoi sapere che sarei felice ed appagata?- rannicchio le gambe di lato e mi giro verso di lui, nella stessa posizione, e ci fissiamo con gli occhi appannati dall’alcool.
- Quando ti piace qualcosa, qualche…come si chiamano quelle cose che fai?...atteggiamento, ecco, quando ti piace qualche atteggiamento, fai quel sorriso compiaciuto che ti fa venire una fossetta sulla guancia destra.- dove passa delicatamente un dito – E io farei di tutto per quella fossetta…
E crolla impietosamente, faccia in avanti, contro il mio grembo. Svenuto.

Fa un effetto strano svegliarsi col suo faccione rivolto verso il tuo, attorcigliati sul divano in una posizione scomodissima e il suo respiro a sfiorarmi il mento.
E’ martedì e sono le otto, significa che in meno di un’ora devo essere in palestra. Mi sfilo delicatamente dal suo abbraccio, doccia velocissima e tuta.
Carlos ancora dorme…è così tenero, sembra un orsetto. Come suo padre del resto, addormentato sul divano sembra indifeso più di quanto in realtà non lo sia, la storia con Camila lo sta logorando.
MI giro e faccio per chiudere la porta.
- Liz…- lo sento biascicare e rimetto la testa dento l’uscio, sorridendo.
- Dani, ciao. Sono le nove meno un quarto, sto andando in palestra ti ho lasciato le chiavi di casa nella zuccheriera della vetrinetta, chiudi tu e mi dai le chiavi stasera.- chiudo la porta lasciando la serratura aperta, al massimo sono cazzi di chi entra in casa trovandosi un omaccione di un metro e novanta centimetri suonati, largo come un armadio pronto a tirargli un cazzotto. Un papà orso pronto a difendere il suo cucciolo.
Quando rincaso non c’è nessuno, solo la bottiglia di vino vuota con un Post-it nel collo, dove campeggia un GRAZIE seguito a un punto esclamativo. Sorrido leggendo la grafia disordinata del portiere.

PICCOLO SPAZIO LaNana

Eccoci di nuovo...è passato tantissimo tempo LO SO, ma ho avuto problemi di cui non vi parlo più per la noia e la lunghezza della storia che per altro. DIciamo che hanno operato mia madre e sono stata in crisi col mio ragazzo, così per semplificare le cose, quindi poca, pochissima ispirazione!
Tornando a Liz, la vediamo tranquilla, col suo papino DAvie a godersi la mattinata. Poi il ciclone DAni che sta irruendo (esiste sto verbo?) sempre di più nella sua vita, occupando tutti gli spazi vitali di Liz.....vedremo no????
Vi chiedo scusa per la CORTEZZA, ma è un capitolo di transizione, il prossimo vedrà un bel salto temporale, spero mi stiate dietro dopo questa premessa!
Ringrazio chiusnque legga e/o commetni, vi voglio bene nonostante la stanchezza e la fretta!!

LaNana

   
 
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