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Autore: Danda93    13/09/2011    0 recensioni
STORIA FERMA PER REVISIONE (probabilmente verrà cambiata in toto)
Cosa succederebbe se Ace, Comandante della 2a flotta di Barbabianca, incontrasse Shokoya, una tenace ragazzina dagli occhi di cristallo?
E se la ragazzina fosse promessa ad un altro? Spero di avervi incuriosito, vi auguro buona lettura! ;)
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Me ne stavo immobile, a guardare davanti a me, in silenzio. Ace mi abbracciava senza dire nulla, aspettava forse che io gli raccontassi cosa mi era successo, come mai ero scappata così... "Se non vuoi dirmelo, non fa niente..." Alzai lo sguardo e per un attimo lo fissai indecisa, poi tornai a fissare il vuoto davanti a me "Sono stata cresciuta amorevolmente dai miei genitori, eravamo felici vivendo qui... Abitavamo a due passi dall'orfanotrofio della città, così un giorno, mentre passeggiavo da sola mi fermai a fissarne i cancelli enormi e neri... Mi chiedevo come mai fossero così alte e minacciose, poi all'improvviso vidi una bambina, poco più alta di me, che se ne stava seduta con la schiena appoggiata ad un muretto di mattoni...

"Ciao!" La bimba si voltò di scatto e guardò quella figura esile che le tendeva la manina oltre il cancello nero che per tanti anni era stata una gabbia... Si alzò e si avvicinò a lei "Ciao! Mi chiamo Miku! Tu come ti chiami?" La bambina la fissò scostando una ciocca di capelli castani dal viso ovale. "Ciao... Io sono Nanako..." "Come mai sei qui?" Miku la fissava curiosa, aspettando una risposta "Non ho una mamma e un papà... Tu non dovresti stare qui, altrimenti ti scambieranno per un'orfana e ti chiuderanno qui dentro..." "Ma io ho la mamma e il papà che mi aspettano a casa!" La bimba di là dal cancello non rispose, rimase a fissarla, in silenzio... Poi "Ti invidio sai? Anche io vorrei essere felice come te, giocare con i miei genitori, ridere e scherzare con loro..." Miku la guardò per alcuni istanti senza dire nulla "Vuoi giocare con me?" "Come faccio a giocare con te? Il cancello ci divide! Tu non puoi venire di qua e io non posso venire da te, di là..." "Non c'è bisogno che tu venga di qua, possiamo giocare ad Ayatori!" Nanako sorrise "Sei capace? Guarda che non so insegnare ai bambini più piccoli..." "Sì che sono capace! Ci gioco sempre con le mie amiche!" "Va bene, va bene, allora giochiamo, vado a prendere i fili, tu aspetta qui... Potrei metterci un po'..."

"Giocammo insieme per interi pomeriggi, ridendo e scherzando, io le raccontavo le mie giornate e lei mi raccontava delle sue avventure con le altre bambine dell'orfanotrofio... Poi un giorno passai lì davanti coi miei genitori e li costrinsi a fermarsi, gli avevo già parlato della bimba che avevo conosciuto, sapevano che giocavamo insieme, ma che nè io, nè lei eravamo felici di quella situazione. Dopo molti tentativi riuscii a convincerli, adottarono Nanako, che divenne la mia sorella maggiore. I cinque anni successivi furono i più felici della nostra vita, eravamo una famiglia meravigliosa, Nanako badava a me e i miei genitori si prendevano cura di noi..." Mi fermai per riprendere fiato. "A quel tempo mio padre lavorava ad un progetto con altri impresari e mia madre li aiutava di tanto in tanto; un giorno al capanno dove lavoravano ci fu un incendio, fu orribile, si poteva vedere la colonna di fumo e di fuoco dalle mura... La gente del villaggio tentò di spegnere il fuoco in tempo e di salvare le persone intrappolate dentro, ma fu tutto inutile... I miei genitori, gli impresari, i colleghi e dieci marinai morirono in quell'incendio. Smoker era già Commodoro, anche se giovane, venne lui in persona a casa nostra per informarci... Fu uno shock tremendo per me e per Nanako, ma riuscimmo ad andare avanti, anche grazie all'aiuto di Smoker, che anni dopo divenne io maestro..." Sentii il braccio di Ace stringermi più forte, come volesse sostenermi. "Per me l'Urabon è la festa più importante dell'anno, perchè mi permette di entrare in contatto coi miei genitori, di sentirli vicini dopo tanto tempo... Nanako voleva farti indossare uno dei kimono di mio padre per venire con noi... Per questo mi sono arrabbiata..." Poi mi scostai leggermente da lui e tentai di alzarmi "Devo chiederle scusa, devo implorare perdono! Sono stata un'idiota! Una stupida! E tu potrai indossare il kimono di mio padre, perchè Nanako ha ragione! Lui non potrà più indossarlo!" Ace mi bloccò e si alzò, poi mi prese in braccio, "Calmati, sta tranquilla... Credo che Nanako ti abbia già perdonata... Ora torniamo a casa con calma... Ok?" Mi sorrise, uno di quei sorrisi semplici, sinceri e mi venne voglia di abbracciarlo, di stringerlo a me... Ma non lo feci, eravamo troppo diversi, troppo opposti...
Quando tornammo a casa Nanako mi aspettava in cucina, l'abbracciai, in silenzio, poi la vidi sorridere e abbracciarmi a sua volta... Preparammo gli spaghetti per la cena, mangiammo tutti e tre al tavolo, come una famiglia felice. La sera dopo cena, accendemmo un falò in giardino attorno al quale io e Nanako danzammo insieme, a volte mi sembrò di vedere Ace fissarmi, ma decisi che quella sera doveva essere dedicata solo a me, Nanako e ai nostri genitori...


Bene! Eccomi qua! Non sono ancora guarita del tutto, ma mi sono sforzata per scrivere almeno un capitolo... Spero vi piaccia la storia di Miku e Nanako, a me è venuta così, dal cuore... Ora però vi saluto, la malattia si fa sentire di nuovo... -_-''' Maledizione... Buona lettura!

Baci e caramelle
Danda ♥
  
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