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Titolo:
Vanilla Kiss
Genere: Triste, Slice of life
Rating: Verde
Avvertimenti: One-shot
Trama: Non tutto va sempre
secondo le regole. Eventi, luoghi, destino, persone, ci cambiano e modellano la
nostra vita. Entrano a far parte di noi, quasi come il lento soffiare del
vento. Questa oneshot ripercorre una serie di
compleanni passati di Draco, per poi ricatapultare il lettore nel presente, ad una fine che è
anche un nuovo inizio.
Eventuali Note: Questa è la prima volta che scrivo una storia con questo
pairing. Adoro mettermi alla prova e questa è l’idea
che ne è scaturita. Spero possa essere di piacevole lettura e gradimento.
Vanilla Kiss
5 Giugno 1985
- Draco,
per favore, non correre o ti farai male!-.
La donna sollevò la
mancina e se la passò lentamente fra i capelli, mentre sul volto apparve un
cipiglio magistralmente severo, ma altrettanto preoccupato.
- Suvvia, Narcissa. Quanto pensi che possa correre veloce un bambino?-
Lucius ribeccò la moglie, scuotendo il capo, prima di
accorgersi di quanto, effettivamente, un bambino in pieno sviluppo possa
aumentare velocemente il passo – Draco! Fermati
immediatamente. Non voglio più ripeterlo.-.
Il bambino si fermò.
Si volse in direzione
dei genitori con un sorriso brillante dipinto sul volto. Le guance diafane del
piccolo erano tinte di rosso, per lo sforzo.
- Padre, madre! Avete
visto quanto sono belli i fiori del nostro giardino?- cinguettò il piccolo Draco, allargando le braccia. La camicia leggera, di seta
bianca, svolazzò leggermente nell’aria più tiepida di fine primavera.
- Sì, sì. Metti quella
camicia dentro ai pantaloni, o prenderai un malanno!- Narcissa
alzò appena il tono della voce, per farsi udire dal figlio. Ma nonostante
tutto, annuì, piegando le labbra in un sorriso delicato.
Draco, dal canto suo, abbassò gli occhi grigi in direzione della
camicia, ma scosse vigorosamente il capo in uno di quei classici cenni di
diniego che solo i bambini sanno fare – La voglio tenere così, fa caldo!-
rispose, mostrando una linguaccia ad entrambi i genitori, prima di riprendere a
correre.
Ancora
una volta, aveva disobbedito alle regole.
Corse, per un tempo che
parve infinito, sull’erba verdeggiante di quel parco.
Villa Malfoy era invidiata anche dal Sole stesso che, per
vergogna, si nascose in modo birichino dietro una nuvola.
Durante la corsa, il
piccolo Malfoy non si accorse di una radice, di medie
dimensioni, che spuntava dal terreno. Inciampò e cadde a faccia in giù, con le
manine a proteggere il volto, che in ogni caso si sporcò di terriccio secco.
- Dovresti stare più
attento. Sei incia…pato in
modo strano lì sopra, su quella cosa.-.
La voce di una bambina,
gli fece togliere le mani dagli occhi lucidi e sollevare il capo.
Quella fu
la prima volta che incontrò Daphne Greengrass.
Aveva morbidi boccoli
scuri che le raggiungevano le spalle, proseguendo appena dietro la schiena.
Indossava un vestitino azzurro con la gonna a balze. Due nastrini del medesimo
colore del vestito, legavano i suoi capelli in due codini bassi. Le labbra
rosse della piccola Greengrass, emisero uno sbuffo,
poco prima di arricciarsi in un gesto infastidito.
- Sei tutto sporco.
Puzzi.-.
- Io non puzzo! Tu
puzzi.- replicò Draco, alzandosi lentamente in piedi
e constatando i danni.
Aveva la camicia di
seta sporca e strappata sui gomiti, i pantaloni strappati sulle ginocchia e i
mocassini neri non erano più lucidi, ma leggermente infangati.
La bambina si mise a
ridere, fermando con le mani la palla magica con cui stava giocando.
- Non sai quello che
dici.- disse lei, corrucciandosi – E se non mi chiedi scusa, dico alla mamma
che mi hai trattato male.-.
In quel momento, le
labbra del piccolo Malfoy, si torsero in un ghignetto
malefico.
- Nessuno ti crederà.-
ammise, sollevando il mento con fare snob.
Una folata di vento
tiepido, trasportò dei petali di fiore ed un delicato aroma di vaniglia fino a
loro. I nasi delicati dei bambini, assaporarono quel profumo. Chiusero entrambi
gli occhi, contemporaneamente, fino a che il vento non placò il suo animo
battagliero.
- Vuoi giocare ad
acchiappa l’Ippogrifo?- chiese Draco, prima di
ricominciare a correre.
La bambina quel giorno
lo seguì, dando inizio –forse inconsapevolmente- ad un’amicizia destinata a
durare negli anni.
***
5 Giugno 1990
- Vieni, Daphne. Ti
devo fare vedere una cosa. Sai mantenere un segreto?- disse il ragazzino,
scostandosi malamente un ciuffo di capelli biondo platino, dalla fronte.
La sua attenzione era tutta
rivolta verso una figura femminile, della stessa età di Draco,
seduta su una panca bianca, in ferro battuto. La ragazzina, intenta a
pettinarsi i capelli, lanciò una vaga occhiata in direzione del giovane,
sollevando poi le spalle in risposta.
- Che domande fai, Draco? Certo che so mantenere un segreto. Dovresti
conoscermi, ormai.- fece schioccare la lingua contro al palato, infastidita,
prima di piegare le labbra in un debole sorrisetto di sfida – Intanto che
andiamo, posso pettinarmi i capelli?-.
- Mpf.
Sì, va bene. Basta che mi segui.- rispose lui, facendo spallucce.
Si incamminarono
insieme, inoltrandosi sempre di più nel boschetto appartenente a Villa Malfoy, cresciuto con il tempo ed ancora più verdeggiante
del solito. Il ragazzino sospirò pesantemente, passandosi la manica della
camicia sulla fronte, per asciugarsi le piccole goccioline di sudore apparse. Trovò quella stessa radice dove era inciampato cinque anni
prima e decise di accomodarcisi sopra. Ma prima di fare ciò, estrasse dalla
tasca due fazzolettini ingranditi magicamente di colore verde scuro, di
pregiata fattura magica, con le iniziali “D.M” ricamate in filo argentato. Gli
ci vollero pochi secondi, per poggiare quei tessuti sopra la radice ormai più
grande, in modo tale da non sporcarsi eccessivamente i vestiti.
- Ecco. Siediti pure.
Devo farti vedere una cosa.- continuò Draco, qualche
istante più tardi.
- Spero che sia
una…bella cosa.- mormorò la ragazzina, accomodandosi e riprendendo poi
a spazzolarsi i capelli.
In quell’istante, Draco estrasse qualcos’altro dalla tasca dei pantaloni, in
modo lento e oculato. Qualcosa che sembrava non avesse nessunissima intenzione
di rompere.
Daphne sgranò gli occhi
e schiuse le labbra, boccheggiando per qualche istante, prima di puntare
l’indice della mano destra in posizione orizzontale.
- Que…quella
é…- farfugliò lei, deglutendo ed umettandosi appena le labbra.
- Una bacchetta.- annuì
Draco, mentre un ghigno divertito apparve sul suo
volto diafano – La bacchetta di mio padre. Gliel’ho…presa in prestito. Si dice
così?- fece spallucce, restando a farsela roteare nella mano destra.
- Hai rubato la
bacchetta a tuo padre?- Daphne sgranò di più gli occhi.
- Sì. Cioè…no! Ti ho
detto che gliel’ho presa in prestito per un poco, poi gliela do’ di nuovo.- sbuffò, scuotendo il capo.
- Oh no, Draco. Tuo padre si arrabbierà molto, non appena lo
scoprirà.- rispose lei, scuotendo il capo castano a sua volta.
- E come farà a
scoprirlo, se tu hai giurato di mantenere il segreto?- si gongolò Draco, sollevando il mento con fare snob, socchiudendo le
palpebre a mezz’asta – E poi ci ho pensato ad una cosa alternativa. Un piano.-
abbassò la voce, sporgendosi appena verso la ragazzina.
- E quale sarebbe il
piano? Sentiamo.-.
- Gliel’ho già
sostituita con una bacchetta di liquirizia!- la canzonò lui, pensando a quanto
fosse geniale il suo piano – Ho già provato ad usarla, sai? Guarda come sono
bravo.- disse, corrugando la fronte.
Si alzò in piedi,
tastando con i polpastrelli dell’altra mano, il legno duro di cui era composta
la bacchetta. Una tonalità di Olmo piuttosto scuro. L’Anima, invece, era in
corda di cuore di Drago.
- Mio padre mi ha detto
che l’anno prossimo andrò ad Hogwarts. Quindi mi
esercito a partire da ora. Voglio essere il migliore.- annuì testardamente il
ragazzino, mentre gli occhi assunsero una sfumatura più scura. La sfumatura
della concentrazione e dell’eccitazione di fare vedere una cosa nuova a Daphne.
La sfumatura di avere un segreto da condividere con lei e la certezza che
questo segreto sia ben riposto.
Sventolò la bacchetta
nell’aria, verso un cespuglio a caso, dove piccoli fiori giallo-verdognoli
muovevano la corolla, danzando con il vento. Ciò che accadde, però, devastò i
fiori riducendoli in mille pezzi.
L’aroma di vaniglia si
disperse nell’aria e, ancora una volta, entrambi i ragazzini si ritrovarono a
chiudere gli occhi, assaporando a livello olfattivo quel profumo.
- Hai distrutto le
Orchidee di tua madre, Draco.- Daphne incrociò le
braccia al petto, puntando poi l’indice verso i fiori – Mamma mi sta facendo
imparare a riconoscere i fiori. E quelle sono certamente orchidee. Anche io le
ho, a casa mia.- fece spallucce, guardando nuovamente Draco.
- Sì ma…hai visto? Sono
un genio. Mia madre me lo dice sempre. Papà vuole che diventi ancora di più, di
un genio. Sai come si fa?- domandò all’amica, lasciando perdere l’ammasso di
fiori distrutti, con gli occhi scintillanti.
La ragazzina scosse il
capo, affranta quasi, e riprese a pettinarsi i capelli.
- Ma è il mio compleanno!
Tu devi saperlo.- la inchiodò con uno sguardo capriccioso che non ammetteva
repliche.
***
5 Giugno 1996
Draco entrò in Sala Comune, dopo aver percorso il corridoio dei
sotterranei per qualche metro. Accostò un muro e pronunciò la parola d’ordine.
L’atmosfera della Sala
Comune Slytherin, placava l’animo scontroso del
giovane Malfoy.
Sedette in malo modo su
un divanetto, spostando lo sguardo grigio verso la finestra che apre la visuale
sulle profondità del lago di Hogwarts.
- L’altra sera ho visto
il calamaro gigante, scivolare tra le acque, lo sai?-.
Una voce lenta e soave,
condita di insolita monotonia, irruppe nel silenzio della Sala e costrinse il
giovane Malfoy a spostarsi leggermente sul divanetto,
facendo spazio alla ragazza.
- Mi piace avere la
sensazione che il nostro ritrovo abituale, sia avvolto da un’aura di mistero.-
rispose lui, umettandosi le labbra, per poi passarsi distrattamente la mancina
fra i capelli.
Daphne rise di cuore –
A me, invece, piacerebbe avere la certezza di superare i G.U.F.O.- scosse il
capo, sospirando pesantemente.
Draco era cambiato, nel corso degli anni. Meno sorridente, più
arrivista e subdolo.
La Casata e le persone,
soprattutto Harry Potter, l’avevano profondamente cambiato.
Perseguì gli ideali di
suo padre Lucius, fino a ritrovarsi immerso in cose
che ancora non riusciva a comprendere in modo profondo. La Purezza del sangue,
era diventata ormai un’ossessione.
Si irrigidì un poco,
nel sentire la mano dell’amica stringere la sua, in modo assai delicato.
- Gli esami li
supereremo brillantemente, Daphne. Ho la spilla da Prefetto e sono nella
Squadra d’Inquisizione della Professoressa Umbridge.
Mio padre gode di molte conoscenze, all’interno del Ministero…così come tuo
padre. Riusciremo a superare i G.U.F.O ad ogni costo.- un ghigno gli dipinse le
labbra rosee – E poi la Umbridge mi deve un favore,
per tutti i Gryffindor che le ho consegnato.- fece
spallucce, sbuffando.
La mano di Daphne
strinse ancora un poco di più la sua. Con un movimento leggero, la ragazza portò
di fronte al suo viso un piccolo stelo di un fiore.
Il profumo di vaniglia
investì entrambi, per la terza volta nella loro vita.
- Buon
compleanno, Draco.- sorrise lei, mostrandogli il
fiore.
Lui non disse nulla, ma
si limitò ad osservarlo con occhio critico.
Le foglie, alternate
lungo i lati del gambo, apparivano piatte, intere e ovali, ma dalla punta
aguzza.
Mentre i fiori erano la
bellezza di otto e formavano piccoli bouquet, di colore giallo-verdastro
pallido.
- E’ un fiore
bellissimo, Daphne.- deglutì, allungando la destra per afferrare il sottile
gambo, prima di donarle un leggero bacio sulla gota, che si arrossò per
l’imbarazzo.
- E’ un’Orchidea
Vaniglia. Simboleggia sensualità e…ed eleganza. Io la trovo perfetta, per te.-
ammise lei, annuendo un poco e spostando lo sguardo verso la finestra – Bene.
Sarà meglio che vada. Pansy mi sta aspettando al
Cortile Interno.-.
E se ne andò così,
senza lasciargli il tempo per replicare o per donarle un altro bacio.
Le labbra del giovane Malfoy si distesero in un piccolo sorriso, che però
scomparve alla velocità della luce.
***
5
Giugno 2000
L’ombra
di una donna vestita totalmente di nero, si allunga sul selciato e poi sul
terriccio umido.
Ha
il volto coperto da un velo corto, del medesimo colore dell’abito. Le scarpe
con il tacco basso, lucide, sono sporche di terra, ma la donna non sembra
prestare molta attenzione all’aspetto fisico.
Tira
su con il naso, portandosi un fazzolettino di seta bianca verso la bocca,
inspirando un lieve profumo di vaniglia.
-
Tesoro?-.
Una
voce spacca il silenzio, riportando alla realtà la donna. Solleva lo sguardo
lucido verso il padre, senza dire nulla. Calde lacrime continuano imperterrite
a solcarle il viso, facendole esternare il dolore che sente.
-
Daphne, tesoro. Io e tua madre andiamo. Ti aspettiamo a casa.-.
Ancora
una volta, la donna annuisce, emettendo solo un basso singulto, prima di
tornare a volgere lo sguardo verso la lapide in marmo bianco, con inciso il
nome di Draco.
Allunga
le mani tremanti verso la fredda pietra, poggiandole una volta trovato un
appiglio. Ci si aggrappa con tutte le sue forze, lasciandosi poi scivolare
verso terra.
-
Draco…- un lamento, seguito da un altro singulto.
Porta
la mano destra verso il terriccio umido, poi la sinistra, proprio di fronte
alla lapide. Lentamente, sistema per bene la terra attorno alla piccola
piantina di Orchidea Vaniglia. Lascia che la mente le si riempia di ricordi,
tornando indietro di quindici anni, al giorno in cui incontrò per la prima
volta Draco.
Il
vento profumato di vaniglia, trasporta con sé una frase.
“- Vuoi
giocare ad acchiappa l’Ippogrifo?-”
-
Forse avrei fatto meglio a dire di no.-.
Giudizio di OneLove4:
SCHEMA
DI VALUTAZIONE:
-
GRAMMATICA 10/10
-
RISPETTO DELLA TRAMA 10/10
-
CARATTERE DEI PERSONAGGI: 10/10
-
GIUDIZIO PERSONALE 10/10
TOTALE
40/40
GRAMMATICA:
Praticamente
perfetta!!
Nessun
errore e soprattutto anche il lessico, è perfetto, hai usato vocaboli ricercati
che stavano benissimo nel contesto della storia!
RISPETTO
DELLA TRAMA:
Hai
inserito sia il fiore del tuo pacchetto, che il significato è l'hai fatto nel
migliore dei modi.
Perchè hai dato all'orchidea un ruolo quasi da
protagonista in questa One-shot, il fatto che abbia
fatto parte della vita di Draco e Daphne, il fatto
che abbia "partecipato" agli avvenimenti più importante e anche più
tristi purtroppo.
CARATTERE
DEI PERSONAGGI:
Draco è IC, perchè l'hai
descritto nel suo mondo, prima al Manor, poi ad Hogwarts ma sempre con quel suo carattere spocchioso e
arrogante, insomma hai seguito la trama originale dei film tranne ovviamente il
rapporto con Daphne che tu qui hai creato.
L'hai
fatto nascere in un modo totalmente naturale il che è bellissimo, non fai
capire al lettore se tra loro due in quegli anni sia successo qualcosa di più
profondo oltre l'amicizia, lascia la libera interpretazione e questa cosa la
apprezzo!
GIUDIZIO
PERSONALE:
Personalmente
non amo questa coppia, ma la tua storia è davvero perfetta!
Nella
grammatica, nel lessico e nello svolgimento della trama.
Non
ci sono errori, dimenticanze, niente davvero... e ti meriti completamente i
pieni voti!
Spero
la pubblicherai perchè merita di essere letta!