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Autore: FairyFrida    13/09/2011    4 recensioni
C'è un tappeto di foglie secche a Kensington Gardens.
C'è una panchina, di legno scuro, mangiata dalle tarme.
E c'è un ragazzo, non troppo alto, biondo di capelli, che sembra corteggiare quella panchina da ormai dieci minuti. Le gira intorno, con le mani affondate nelle tasche, e calpesta il letto di foglie che scricchiolano e si rompono sotto il peso delle sue scarpe. Fragili.

[Terza classificata e vincitrice del Premio Giuria al Bianca come il latte, rossa come il sangue Contest indetto da Gra Gra 96 sul forum di EFP]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Ted Tonks | Coppie: Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Foglie a Kensington Gardens











C'è un tappeto di foglie secche a Kensington Gardens.
C'è una panchina, di legno scuro, mangiata dalle tarme.
E c'è un ragazzo, non troppo alto, biondo di capelli, che sembra corteggiare quella panchina da ormai dieci minuti. Le gira intorno, con le mani affondate nelle tasche, e calpesta il letto di foglie che scricchiolano e si rompono sotto il peso delle sue scarpe. Fragili.
Ad un tratto, con uno scatto improvviso, solleva lo sguardo dalla targhetta incrostata della panchina e lo posa sul vialetto. C'è una figura avvolta in un lungo mantello che procede spedita nella sua direzione.
Se Ted aguzza bene la vista riesce a distinguere i capelli lunghi e morbidi di lei, gli stivali alti e completi di lacci ben stretti intorno al polpaccio, sempre di lei, e il berretto di tweet ben calcato sul capo, di chi altri se non di lei?
Lei, Dromeda.
La donna che ama, che ha amato e che amerà sempre.
La stessa donna forte e fiera che ora gli sta correndo incontro.
Dromeda non corre mai. Dromeda cammina, affretta il passo, saltella sul posto.
Ma correre, questo mai.
Ted non ha nemmeno il tempo di fare un passo o di calcolare la distanza che ancora li separa - del resto era Dromeda quella ferrata in Aritmanzia, lui no di certo - che in un batter di scopa si trova la sua fidanzata tra le braccia. Singhiozza.
Dromeda non singhiozza mai. Sospira, se è triste, oppure pesta i piedi, se è arrabbiata.
Ma singhiozzare, questo mai.
Lui lo sa perchè la ama. E quando si ama davvero una persona la si conosce a tal punto che si potrebbe scrivere un'enciclopedia sulle sue abitudini, sulle sue reazioni, sul significato di ognuna delle sue espressioni.
Ted le accarezza i capelli, le scosta le ciocche dalla fronte e le asciuga le lacrime. Poi la fa sedere sulla panchina.
- Allora, me lo dici cosa c'è? - le chiede con voce dolce, baciandole la fronte.
Andromeda lo guarda con quei suoi occhi grandi, di quel bel color nocciola, che adesso che sono lucidi sembrano ancora più pieni, ancora più tondi.
Sembra un uccellino a cui hanno appena distrutto il nido, si sorprende a pensare Ted carezzandole una guancia.
- Se me lo dici, dopo ti do una Cioccorana, pensa, magari è la volta buona che trovi Agrippa...
Ted non sa perchè l'ha detto. Deve essergli scappato. Quei piccoli ricatti li facevano quando erano ancora bambini, quando Dromeda si rifiutava di dirgli il voto che aveva preso in Storia della Magia, ora non gli sembra proprio il caso. Sicuramente non è una stupida ‘D’ il motivo per cui Dromeda corre e singhiozza.
Ma il viso di Andromeda sembra aprirsi in un sorriso. Forse sta raccogliendo la forza per parlare.
- Bella. Bella ha...
La sua voce si incrina. Poi esplode.
- È... è una di loro, Ted! Ha ricevuto il Marchio ieri sera! Ieri sera, Ted!
Le ultime parole di Andromeda si confondono con il singulti che le sorgono incontrollabili dalla gola, le lacrime ricominciano ad inumidirle le ciglia.
- È mia sorella, Ted, mia sorella! Ha appena compiuto vent'anni, è giovane! Cosa pretende di sapere, lei? Lei non sa niente, niente...
Ted la abbraccia, le carezza la schiena, le posa baci leggeri sui capelli. Lascia che Andromeda si sfoghi perchè sa che è quello di cui ha bisogno in questo momento, ora che si sente tradita da tutti.
Lui si chiude in una muta sorpresa, anche se di sorpresa proprio non si può parlare in questo caso. Perchè, anche se è difficile da ammettere, sapevano entrambi che sarebbe successo, lo sapevano. Era solo questione di settimane, ormai.
- Camminiamo - propone Ted quando sente che il respiro affannoso di Andromeda si è finalmente calmato contro il suo petto.
Lei annuisce, si alza e lo prende sottobraccio.
Camminano, all'ombra di pioppi, querce e ciliegi, costeggiano statue e fontane, calpestano foglie morte.
Non parlano, le loro braccia intrecciate e il capo di lei poggiato sulla spalla di lui sono sufficienti a ribadire che loro sono uno, sono uniti, sono insieme, sempre e nonostante tutto.
Hanno appena oltrepassato l'Albert Memorial quando Andromeda si volta di scatto - i suoi occhi ora sono asciutti e determinati, sembrano brillare di una luce nuova, di una nuova consapevolezza - stringe più forte il braccio di Ted e gli chiede a bruciapelo:
- E se ci sposassimo?
Ted la guarda paralizzato dall'emozione. Non riesce ad emettere suoni, si limita a guardarla cercando di trasmetterle unicamente attraverso i suoi occhi tutto l'amore che prova per lei.
- Sposami, Ted. Sposami, ti prego, portami via con te, andiamo lontano, via da tutti, via dal Male. Sposami.
Andromeda lo guarda implorante, e lui agisce di impulso, fa una cosa molto stupida, e anche molto romantica.
Si inginocchia e le prende la mano. Poi le sorride come se avesse visto il sole dopo un'intero mese di tenebre.
- Vuoi sposarmi, Dromeda?
Non pronuncia nè il suo cognome, nè il suo nome di battesimo. Quegli involucri vuoti non contano nulla per loro, che si amano per quello che sono, Dromeda e Ted.
- Ma che domanda è? - ride Andromeda - Ti ho appena supplicato di infilarmi l'anello al dito e tu mi chiedi se per caso abbia voglia di sposarti? Mi stai prendendo in giro, Ted Tonks?
Ted si alza impacciato dal tappeto di foglie, si spazzola i pantaloni e poi si strofina imbarazzato la nuca.
- Era la richiesta formale... - cerca di scusarsi guardandola di sottecchi.
- Allora va bene - gli sorride lei - Però significa che non puoi più tirarti indietro, lo sai questo?
- Ti pare che potrei tirarmi indietro? - borbotta Ted fingendosi offeso.
- No, non lo faresti mai. Sei troppo un Tassorosso per bene - gli risponde Andromeda baciandolo sul naso.
- E tu sei troppo una Corvonero mancata - le sorride Ted guardandola con affetto.
- Lo so - sospira Andromeda.
- Ti amo.
- Ti amo anch'io.
Dromeda prende Ted per la mano e, fragilissimi come le foglie di Kensington Gardens, camminano in silenzio per tutte le ore che restano in quella giornata, mano nella mano, forte ciascuno non della propria forza, ma di quella da dare all’altro.








~






Spazietto autrice...

Hola todos! :)
Tornata dalla mia stupenda vacanza in Spagna (Madrid *___*), pubblico le storie che hanno partecipato a Contest mentre io visitavo la muy caliente capitale ^^
Questa si è classificata terza al Bianca come il latte, Rossa come il sangue Contest indetto da Gra Gra 96 sul forum di EFP, vincendo anche il Premio Giuria

Ringrazio di nuovo di cuore Gra Gra per il giudizio dettagliatissimo di cui sono felicissima ma soprattutto per avermi fatto conoscere lo splendido romanzo che le ha suggerito di indire questo Contest (l'ultima frase della mia storia è infatti ispirata/copiata da un passo del romanzo di Alessandro D'Avenia) **
 È un romanzo bellissimo, che ti resta davvero nel cuore, lo consiglio assolutamente! ^^ 
Vi bacio tutte e spero che gradiate la storia, è la prima Ted/Andromeda che pubblico (che emmozione **), ma ne ho parecchie in lista di attesa che aspettano solo di essere pubblicate, muahahaha!

See you girls! :D
Frida
   
 
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