Sai che ti manca.


Sai che ti manca.

Sai che ti manca ma tenti di negarlo.

Sai che ti manca ma non lo accetti.

Nonostante le lacrime – quelle maledette lacrime che gocciolano lente dai tuoi occhi spenti – ti dici che va tutto bene, che non stai male.

Che non hai bisogno di lui.

Ma sai che non è vero.

La sigaretta, ormai quasi consumata, trema tra le due dita, un po' di cenere grigiastra cade sulla tua gamba e la spazzi via svogliatamente.

Sai che ti manca perché continui a guardare le foto di te e lui, adesso sparse sul pavimento come un tappeto di foglie morte, provando sempre quella dolorosa stretta allo stomaco.

Sai che ti manca perché non la smetti di accarezzare quel cuscino dove ogni notte posava la sua testa e si addormentava, la sua gamba pigiata contro la tua per ricordarti che non ti avrebbe lasciato.

Che c'era.

Ma ora non c'è più.

Sai che ti manca perché non riesci a pensare ad altro che a lui, i suoi occhi profondi, i suoi capelli così morbidi e profumati, le sue labbra carnose e il sorriso che ti rivolgeva dopo ogni semplice bacio.

Sai che ti manca perché senti ancora il suo sapore sulle tue labbra, sulla tua lingua, sul tuo corpo: lo senti in ogni parte di te, ti travolge come il più violento degli orgasmi, facendoti rabbrividere.

Ti alzi stancamente e senti le tue gambe vacillare: i tuoi muscoli dolgono. Sei seduto in quella scomoda posizione da più di due ore, il silenzio l'unico a fare compagnia al tuo dolore. Spegni la sigaretta, che muore in un sibilo di fumo, e ti siedi sul letto ancora sfatto, ancora caldo.

Con una sorta di grande rispetto, ti stendi dalla sua parte, e ti pare di sentire le sue calde mani che ti abbracciano e ti accarezzano la pelle, per poi giocare con i tuoi riccioli scuri.

Altre lacrime ti colano sul viso, depositandosi sul suo cusino, macchiandolo della tua pena, la stessa pena che ti sta dilandiando come tante coltellate.

Se n'è andato, così, all'improvviso, tanto velocemente da farti cadere a terra in preda allo sconforto. Si è dileguato come un'ombra alla luce del sole, senza darti una reale spiegazione.

Perché? Perché l'ha fatto?

Non lo soddisfacevi più, ti ha detto. Non gli dedicavi attenzioni. Ma sai che non è vero.

Tu hai dato la vita per lui. Hai rinunciato all'affetto della tua famiglia, dei tuoi amici più cari, per lui.

Ed ora sei solo, stretto al suo cuscino, a piangere, perdendo quella voglia di vivere che solo riusciva a darti, con un semplice sorriso al mattino ed un passionale bacio alla sera.

Va tutto bene.

Bugie su bugie si intrecciano nella tua mente spaesata.

La mia vita continua lo stesso.

Un violento singhiozzo prorompe dalle tue labbra e senza forze ti addormenti, gli occhi gonfi, le guance umide ed il corpo stretto da brividi.

Sai che ti manca.

Fine.
 

*ANGOLO AUTORE*
Buonasera a tutti!! Come vi avevo promesso nella mia scorsa storiella, Strange feeling, la mia prima storia etero che non ha avuto il successo sperato (e infatti mi sa che non ne scriverò più)... sono tornato con una Albus/Scorpius... YEEE! Mi ci è voluta l'ira di Dio per trovare una diavolo di ispirazione, ma alla fine m'è venuta, tutta insieme, e ho scritto questa brevissima one shot che trovo sia molto triste, ma che la sua bellazza (o bruttezza, dipende xD) consista in questo suo aspetto malinconico/drammatico.
Che dire?... Spero che vi piaccia come piace a me (wow, è la prima volta che complimento così tanto una mia storia **) e spero che mi lasciate un commentino, anche ino ino ino! xDD
Bacioni a tutti!!!!
SfregiatoeFuretto! :D P.S. Se mi volete aggiungere su FB, sono Ryan Aaron Malfoy! :D