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Autore: LoveJoker    13/09/2011    8 recensioni
Lui è un ragazzo che vuole essere amato e vuole amare, Lei è una ragazza che ha paura di essere amata e di amare. Perché quel filo rosso ha voluto proprio legare queste due persone, così diverse ma così uguali tra di loro?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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03. They.



Aprii il frigorifero per prendere una bottiglia d'acqua, per colpa del baccano che proveniva dall'appartamento accanto al mio non ero riuscito a prendere sonno. Dovevano essere i nuovi vicini, l'avevo saputo dal menager qualche ora fà.


-GD, da oggi l'appartamento accanto al tuo è occupato. Cerca di essere gentile e cortese con i nuovi vicini."
-Hyung, non sono un bambino. So come comportarmi..-


-Tsk sono loro che dovrebbero essere gentili con me! E fare silenzio!- affermai più convinto che mai., mentre cercavo nell'armadietto qualcosa di commestibile, trovando solamente una scatoletta di tonno.
-Perfetto adesso mi tocca anche scendere al minimarket!- presi cappello, cappotto e sciarpa e scesi in strada, sbattendo forte la porta di ingresso.

Erano le sette di sera e il sole era già dall'altra parte del mondo, Dicembre non era ancora alle porte e già faceva freddo, lasciando le persone in casa al caldo. Beh un problema in meno, non avrei incontrato le solite fa sfegatate.
Entrai dentro il negozietto e fortunatamente non era affollato,le uniche persone presenti erano il cassiere ed una ragazza occidentale, rimasi molto colpito, non l'avevo mai vista, eppure abitavo qua dal debutto.
-Buonasera.- disse l'uomo avvicinandosi a me, come sempre girò il cartello del negozio facendolo risultare "chiuso".
-Grazie- Mi tolsi la copertura e mi diressi verso il reparto del ramen, non avevo voglia di cucinare.
Mi chinai in basso prendendo il mio preferito e gurdai la ragazza che studiava attentamente tutte le etichette, leggendo ogni minima parola.
-Questo è il migliore- dissi in inglese per paura che non capisse porgendole il mio.
"Speriamo che non mi riconosca." pensai tra me e me.
Si girò verso di me e imbarazzata prese il ramen dalle mie mani, per poi sorridere contenta.
-Grazie! Allora lo prendo!- disse in un coreano perfetto.
-Oh! Allora parli coreano! Sei straniera?- dissi sorpreso per quella risposta, ma soprattutto perché non sapeva chi ero.
-Si sono Italiana, mi sono trasferita oggi in questo quartiere.- disse mentre mi porse di nuovo il ramen -Io ne devo prendere di più!- disse chinandosi e prendendone due, uno per lei..e uno per...?
-Grazie mille per il consiglio! Ora vado! Annyo!- disse muovendo la manina a destra ed a sinistra avviandosi alla cassa per poi uscire di corsa fuori.
Rimasi impalato davanti al bancone guardando la figura di quella ragazza scomparire dietro l'angolo, ero felice, perché per la prima volta una ragazza non mi aveva assalito ma allo stesso tempo ero deluso, forse se avesse saputo la mia vera identità sarebbe rimasta di più con me?
-Sono 5,000- la voce del cassiere mi riportò alla realtà, pagai la spesa ed uscii dal negozio incamminandomi verso casa.

 

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-Forse non è stata una bella idea uscire di casa con questo freddo.- dissi stringendomi nel cappotto e alzando la sciarpa fin sopra il naso.
Feci pochi passi davanti al parco quando sentii uno starnuto accanto a me, mi girai e vidi la ragazza del market seduta su una panchina rannicchiata a se stessa.
Senza esitazione corsi da lei avvicinandomi e le toccai la spalla.
-Stai bene?- domandai speranzoso di una risposta positiva.
-Chi..chi sei? E...tciu!- domandò tremante.
-Non mi riconosci?- abbassai la sciarpa e tolsi gli occhiali, non appena mi vide sorrise e mi indicò con il dito.
-Oh! Ramen!- disse ridendo e tremando.
-Si Ramen! Ma che fai qua? Non vai a casa?- chiesi togliendomi la sciarpa e avvolgendola al suo collo.
-Oh..gr-grazie, no ecco...vedi...io...-
-Ti sei persa!- affermai sedendomi accanto a lei e sfregando le mani contro le sue spalle cercando di farle calore.
-Credevo di sapere dov'ero, pensavo che fosse uguale ai Drama!- mugulò nascondendosi sotto la stoffa.
-Oh va bene ti credo, comunque sai almeno l'indirizzo?- chiesi guardandola divertito.
-Si, questo è il fogliettino- mi porse il pezzo di carta e non appena lessi l'indirizzo sul mio volto si formò un'espressione di stupore mista ad un pizzico di felicità.
-Sai dove si trova?- chiese abbassando lo sguardo per incontrare il mio.
-Certo che lo so, conosco perfettamente questa zona! Andiamo!- l'afferrai per la mano ed iniziammo a camminare spediti verso casa.


-Come mai ti sei trasferita da queste parti? Insomma, è lontanissima la Corea dall'Italia.- domandai con la voglia di sapere sempre di più.
-Oh beh ecco, il compagno di mia madre è di Seoul così abbiamo deciso di trasferirci qua.-
-Oh quindi sei con tua madre!-?- chiesi forse fin troppo contento per quella nuova scoperta.
-Oh...si!- rispose guardandomi storto.
-E come mai sei così bene il coreano?- a quella domanda quegli occhi verdi si illuminarono improvvisamente.
-Ho studiato coreano, giapponese e cinese in un corso a scuola. All'inizio lo avevo fatto solamente per prendere dei crediti ma alla fine mi sono innamorata della Corea.- affermò orgogliosa.
-Oh, beh è una bella cosa! Ah..siamo arrivati.- dissi aprendo la porta dell'edificio e salendo le scale.
-Finalmente, ho un freddo!- disse starnutendo nuovamente.
Scoppiai a ridere vedendo il suo naso tutto rosso.
-Yah cosa hai da ridere, oh eccoci è questo l'appartamento!- disse indicando la porta con il numero "302".
-Ahhh, quindi eravate voi a fare tutto quel baccano prima!- dissi fingendomi arrabbiato, mentre con sguardo perso mi scrutava.
-Tu..tu?Cosa..-
Con la mano indicai l'appartamento "301" dietro alle mie spalle e lei appena capì si portò la mano dietro la testa accarezzandosi i capelli nervosamente.
-Oh..beh scusa!- disse alla fine chinando il capo leggermente.
-Yah stavo scherzando! Comunque benvenuta vicina di casa!- dissi tendendo la mano verso di lei.
Con sorpresa mi sorrise dolcemente e strinse la mia mano.
-Grazie! Vicino di casa!-

BUM. In quel preciso istante il mio cuore esplose in mille pezzi davanti a lei.
Quel cuore che si rifiutava di amare, quella muraglia che era stata costruita accuratamente attorno ad esso era crollata, caduta, frantumata.
E la colpa era solamente di quel suo sorriso stramaledettamente stupendo.

  
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