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Autore: LadyTargaryen    13/09/2011    6 recensioni
Una notte di pensieri per Remus. Una notte di frustrazioni per Tonks. Una notte d'amore per entrambi. Una notte che forse è solo una notte, ma che vale tutta una vita.
Genere: Erotico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Just A Night
 

 
Pioveva a dirotto quella sera. Il cielo sembrava non volersi stancare mai di rovesciare violentemente l’acqua sulla terra. Lampi e fulmini ad intervalli regolari squarciavano la notte con un rumore assordante, illuminando per poco il buio umido di quella serata autunnale.
 
Al numero 12 di Grimmauld Place, un uomo sembrava sordo al rumoroso scrosciare della pioggia all’esterno. Fissava assorto le fiamme nel caminetto del salotto, perdendosi tra le mille scintille che produceva.
 
L’uomo era Remus Lupin.
 
Era seduto sul vecchio divano della casa dell’Ordine, quella stessa casa che era appartenuta  ad uno dei suoi migliori amici, Sirius Black. Al momento tutti i componenti dormivano ai piani superiori, ma la notte come sempre non voleva offrirgli riposo alcuno.
 
Il suo volto, illuminato dalla tenue luce dei lampi alla finestra, pareva ancora più pallido del solito. Si passò una mano sugli occhi stanchi, sulle guance segnate dalle cicatrici, sulla barba tra il biondo e il grigio che ormai da settimane non si radeva. Si spostò dalla fronte una ciocca di capelli sudati e spettinati, prematuramente ingrigiti.
 
Nulla, nulla in vita sua lo aveva mai e rapito e sconvolto come quella ragazza, la stessa a cui pensava ora, la stessa che abitava da tempo i suoi sogni tormentati:
 
Ninfadora Tonks.
 
Per mesi non l’aveva ammesso con sé stesso, ma lei, con la sua tenera goffaggine, i suoi repentini cambiamenti d’umore, la sua inesauribile voglia di vivere era riuscita a toccarlo nel profondo dell’anima.
 
Gli era entrata nel cuore come nessuna altra donna credeva avrebbe mai fatto.
 
Chi avrebbe mai potuto amare un lupo mannaro ? Una bestia  ?
 
Nessuno. Ma lei sì.
 
Lei era un piccolo raggio di sole che squarciava le tenebre, una stella che opponeva la propria luce a quella dell’astro maledetto che da sempre condizionava la sua vita.
 
Lei, semplicemente, lo amava.
 
E lui ? L’amava lui ?
 
In cuor suo, sapeva che la risposta era una e una sola: sì.
 
Certo che l’amava, l’amava con l’amore disperato di chi stringe un oggetto prezioso che per una vita intera gli è stato negato, di chi teme che gli possa essere portato via da un momento all’altro.
 
Di chi vive con la costante paura di poter rovinare con un singolo gesto ciò che tiene tra le mani.
 
Era questo, il suo timore più grande.
 
Quello stesso timore che si frapponeva tra loro, che gli impediva di amarla come avrebbe voluto.
 
L’avrebbe messa in pericolo, le avrebbe fatto rischiare la vita.
 
L’avrebbe condannata ad un’esistenza di privazioni e patimenti, e per nulla al mondo l’avrebbe mai fatto.
 
Voleva vederle quel sorriso sulle labbra per sempre, voleva sentirla ridere ogni giorno della sua vita…Ma sapeva che al stando al suo fianco quel sorriso, quella gioia avrebbero finito per spegnersi.
 
La maledizione lo obbligava a non poter creare legami, a solcare quella terra senza una donna al suo fianco con la quale poter condividere la propria vita.
 
Lo obbligava ad essere un uomo solitario, un animale solitario.
 
Eppure, per quanto si sforzasse di evitarla, gli era diventato impossibile nascondere ciò che provava per lei.
 
Ogni volta che si ritrovavano soli nella stessa stanza, sentiva il colpevole desiderio di stringerla a sé, di baciarla fino a inebriarsi di lei, di accarezzare quel corpo che prometteva calore e salvezza…
 
Già troppe volte aveva ceduto ai sentimenti, già troppe volte l’aveva illusa, deludendola per l’ennesima volta.
 
Perché ogni volta, dopo la magia di quei momenti, il senso di colpa tornava a farsi sentire più forte di prima.

Perché la illudeva ?

Perché le faceva credere che per loro esistesse un futuro?

Perché tormentava lei e al contempo se stesso ?

Gli bastava chiudere gli occhi, per rivivere la bellezza di quei momenti in cui sembravano non esistere  né guerre né maledizioni che potessero dividerli.

In cui tutto ciò che contava erano le loro labbra che si cercavano frenetiche, le lingue impegnate in una danza infinita, le mani che esploravano i loro corpi con rabbiosa passione.
 
Poi, esauritasi la magia di quegli attimi, la realtà tornava ad essere quella di prima, colpendoli come un pugno allo stomaco.    
 
Lui che le ripeteva fino allo sfinimento che era stato tutto un errore, che non c’era futuro possibile per loro due, lei che urlava in risposta che non le importava, che le sue erano scuse e nient’altro che scuse…
 
Una scena che si era ripetuta migliaia di volte, che l’allontanava da sé facendogli giurare che quella era l’ultima volta...Fino a quella successiva.
 
Per quanto ancora sarebbero andati avanti così ?
 
Per quanto le avrebbe fatto del male ?
 
Per quanto avrebbe mentito a se stesso ?
 
Non sapeva dirselo.
 
Ma era consapevole del fatto che, prima o poi, avrebbero dovuto entrambi guardare una volta per tutte in faccia la realtà.
 
Si ripeteva che lo avrebbe dimenticato, che col tempo avrebbe incontrato un uomo più giovane di lui, più ricco di lui.
 
Un uomo normale che potesse renderla felice come davvero meritava.
 
Ma il pensiero di lei tra le braccia di un altro gli era insopportabile…
 
- Remus.
 
Lupin si girò di scatto e vide Tonks in piedi dietro di sé, i capelli di quel colore pazzo che tanto amava più spettinati del solito, con indosso una vestaglia che lasciava scoperte le lunghe gambe affusolate.
Non riuscì ad evitarsi di pensare a quanto fosse bella, anche lì, in quello stesso momento, a quanto sarebbe stato bello baciarla con passione, distenderla su quel divano e farla sua…
 
Ma come sempre fu un pensiero cui non diede voce.
 
- Dora che ci fai qui ?
 
- Non riesco a dormire.
 
Si avvicinò a lui e si sedette al suo fianco. Remus percepì il suo profumo, ammirò quel suo corpo meraviglioso che lo attraeva in maniera indicibile e che mai sarebbe stato suo.
 
Guardò le sue labbra, carnose e perfette, che lo chiamavano irresistibilmente…
 
Guardò i suoi occhi scuri, che parevano come scintillare nell’oscurità…
 
Per un po’ nessuno dei due disse nulla, poi lei distolse lo sguardo da lui.
 
- In realtà…Pensavo a te. A noi due.
 
L’uomo le invidiò quella schiettezza, quella sincerità, quella sua capacità di esprimere ciò che sentiva senza mezzi termini. Per lui, invece, dare voce ai propri pensieri era sempre difficile.
 
Eppure lei riusciva sempre e comunque a capirlo, le bastava uno sguardo.
 
Le bastava guardarlo negli occhi, per vedere dentro di lui.
 
- Anch’io ci pensavo.
 
- Davvero ?
 
- Sì.
 
- E cos’hai concluso ?
 
Remus prese fiato, sospirò e le mise una mano sul ginocchio. Il contatto con la pelle morbida di lei gli provocò una cascata di brividi di piacere. Si costrinse a non distogliere gli occhi da quelli di lei.
 
- E’ stato un errore, Dora. Un errore. Tra di noi non può esserci nulla.
 
Tonks lo guardò per un attimo appena, poi scoppiò a ridere, con una risata fredda, tagliente, priva di allegria. Lui la guardò, odiandosi ferocemente per ciò che aveva appena detto, ma non mutò la propria espressione dura.
 
- Dico sul serio. Non possiamo stare assieme. Non possiamo. Non posso…
 
- Non puoi !
 
Esclamò lei, smettendo di ridere e fissandolo con rabbiosa frustrazione.
 
- Dì che non vuoi e smettiamo di prenderci in giro, una buona volta !
 
- Tu non capisci…Non vuoi capire.
 
- Ah no ? Spiegamelo tu allora, visto che sai sempre tutto !!
 
Si obbligò a guardarla negli occhi, cercando di dare alla propria voce una sicurezza che non aveva.
 
 
- Lo sai benissimo Dora, non fingere di non saperlo.
 
- Fingere ? Io ?? Guarda che se qui c’è qualcuno che finge quello sei tu, caro mio !!!  
 
Lupin fece finta di non aver sentito. Quante volte glielo doveva ripetere ?
 
- Sono troppo vecchio per te…
   
- Scuse ! Solo inutili e patetiche scuse !!
 
- …Troppo povero…
 
- Oh, perché io e la mia famiglia navighiamo nei galeoni, vero ? Possediamo metà della Gringott guarda un po’ te !
 
- …Troppo pericoloso !
 
- Notizia dell’ultima ora: c’è una guerra là fuori. Una guerra! G-U-E-R-R-A !! Rischio la vita ogni volta che metto il naso fuori di casa!! Cosa mai cambierebbe, me lo dici ??
 
- Cambierebbe per me.
 
- Ah sì ? E cosa di preciso ? Mi illumini, Professor Lupin !!
 
- Ma insomma non lo capisci ?!?
 
Urlò Remus alzandosi piedi adirato, i pugni chiusi, la mascella contratta.
 
- Io vivo ogni giorno in mezzo ai miei simili, in mezzo a dei lupi mannari !! Ogni giorno Dora ! Ad ogni luna piena mi trasformo in un mostro che non risponde che al richiamo del sangue, non distinguo più gli amici dai nemici !!
 
Ansimò, prendendo fiato. Tonks, di fronte a lui, lo guardava senza dire nulla.
 
- Lo capisci che non voglio perderti ? Che non voglio farti del male ?
 
Si passò con rabbia le mani tra i capelli, sul viso. Non gli importava se mezzo Quartier Generale era stato svegliato dalle sue urla, in quel momento non gliene fregava nulla.  
 
- Non potrei sopportare l’idea d’aver fatto del male ad un innocente, non riuscirei a perdonarmelo mai e poi mai. E poi…
 
Abbassò lo sguardo, sapendo che ciò che stava per dire l’avrebbe profondamente ferita. Ma lo faceva per lei, per il suo bene.
 
Lo faceva perché l’amava.
 
- Poi ?
 
- E poi…Io non ti amo.
 
Si detestò per quelle parole, si odiò con tutta l’anima. Le aveva dette contro la propria volontà, a dispetto di quel desiderio insopprimibile, di quel sentimento disperato che provava per lei.
 
Ma  sapeva che un giorno lei le avrebbe finalmente capite, avrebbe compreso che era stato un gesto dettato dall’amore.
 
Pur di vederla felice, avrebbe rinunciato a lei.
 
Alzò gli occhi, aspettandosi uno schiaffo. Che non venne.
 
Al contrario, gli si avvicinò e a sorpresa lo baciò con foga. Remus provò ad opporsi, ma si ritrovò di nuovo sul divano, con il viso di Tonks ad un soffio dal suo.
 
Sentì il proprio respiro accelerare, le mani farsi sudate, il corpo scosso da un fremito.
 
La ragazza lo fissò intensamente, con la fronte sopra quella di lui, le labbra che sfioravano le sue.
 
Ansimava. 
 
- Giuramelo. Giurami che non mi ami, giurami che non provi niente per me. Giuramelo. Ed io crederò a tutto quello che mi hai detto.  
 
Lupin la fissava affascinato e senza parole, le labbra incapaci di formulare una singola sillaba.
 
Quanto la desiderava, quanto…
 
- Allora ?
 
Insistette lei, e lui non seppe più trattenersi. Le prese il viso tra le mani, la baciò con rabbia, come mai aveva fatto in precedenza. Lei si lasciò andare a quel bacio, gli rispose con lo stesso identico  trasporto. Si sdraiarono sul divano, e l’uomo finì sotto di lei. Si guardarono negli occhi, poi ripresero a baciarsi con rinnovata passione. Lupin cercò le sue labbra, ancora, e ancora, e ancora, senza mai riuscire a saziarsi di lei. Strinse le mani sui suoi fianchi, mentre quelle di lei gli sbottonavano la camicia. Spostò la bocca sul collo di lei, alternando baci e morsi. Lei sorrise ad occhi chiusi, gustando quelle carezze tanto attese e gli slacciò con rabbia i bottoni rimasti, quasi strappandoli dalla foga. L’uomo si alzò di scattò e rigirò le posizioni, si tolse definitivamente di dosso la camicia.
 
La guardò  riprendendo fiato, senza riuscire a capacitarsi che lei fosse lì, con lui, tra le sue braccia.  
 
Era un miracolo, uno splendido miracolo.
 
Tonks accarezzò il suo fisico magro e asciutto, passando le mani sulle cicatrici sul petto, modellando le sue spalle larghe con un gesto lento e sensuale. Gli accarezzò la schiena con le mani, mentre lui ansimava senza fiato. Remus rispose serrando la propria presa sui suoi fianchi, che cominciò a risalire cercando allo stesso tempo le labbra della ragazza. Lei si premette il capo di lui contro il proprio seno stringendolo a sé con furiosa passione. Gli conficcò le unghie nella schiena, lui rispose mordendole il lobo dell’orecchio destro, strappando gemiti di piacere ad entrambi.
 
Finì di spogliarla con furia, avido di lei, delle sue labbra, della sua essenza. Tonks gli sfiorò l’inguine con una lenta carezza, facendolo gemere piano, il viso di lui contro il suo collo.
 
Si fermarono un attimo, si specchiarono l’uno negli occhi dell’altra.
 
Un lampo improvviso illuminò per una manciata di minuti i loro visi.
 
Lupin la fissò, incantato.
 
Bellissima.
 
Era bellissima.
 
Lei gli prese il viso tra le mani e sussurrò a fior di labbra:
 
- Ti amo Remus.
 
La guardò con intensità poi, annullando quella minima distanza tra i loro corpi, mormorò:
 
- Anch’io …
 
 
                                                                          
 
 
Lupin si svegliò, sentendo freddo. Lanciò un’occhiata al fuoco nel camino, ormai spento. Voltò la testa e trovò Tonks al suo fianco, che dormiva tranquilla con la testa sul suo petto, una gamba intrecciata alle sue. Respirava piano, come volesse respirare il suo profumo anche nel sonno.
 
Strofinò il viso contro di lui, sul suo petto solcato dalle cicatrici.  
 
La fissò per un po’, con un sorriso pieno d’amore che gli disegnava le labbra, poi si tirò su, cercando di non svegliarla. Raccolse i propri abiti da terra e li indossò, cercando la propria bacchetta.
 
Una volta che l’ebbe trovata, Appellò una coperta con cui la coprì per non farle prendere freddo.
 
Le lanciò uno sguardo, triste e amorevole allo stesso tempo, e si inginocchiò al suo fianco, cominciandole ad accarezzare i bizzarri capelli rosa shocking. 
 
Qualcosa dentro di lui si era smosso quella notte, lo sapeva.
 
Sapeva che ora sarebbe stato ancora più difficile staccarsi da lei.
 
Ancora una volta, l’aveva illusa.
 
Quella notte, che aveva desiderato con ogni fibra del suo essere, era stata il suo modo per dirle addio per sempre.
 
Sarebbe tornato tra i suoi simili, e questa volta ci sarebbe rimasto finchè ci fosse stato bisogno di lui.
 
Non l’avrebbe più cercata, per quanto questa decisione gli spezzasse il cuore.
 
Non avrebbe rischiato di metterla in pericolo, non avrebbe sopportato l’idea di perderla.
 
L’avrebbe amata da lontano, in silenzio, com’era giusto che facesse un mostro come lui.
 
L’avrebbe guardata costruirsi una vita con qualcuno che non era lui.
 
In fondo, era stata solo una notte.
 
Solo una singola, meravigliosa notte.
 
Si chinò su di lei, sussurrandole piano all’orecchio:
 
- Ti amo Dora
 
Mormorò con un filo di voce
 
- Ti amo alla follia. Ma non posso darti quello che cerchi. Vorrei poterti rendere felice, ma non posso. Perdonami.

Fece una pausa, poi aggiunse:
 
- Grazie. Grazie per tutto quello che mi hai donato. Grazie per tutto l’amore che mi hai dato.
 
Le accarezzò il viso, le sfiorò le labbra con un casto bacio.
 
- Grazie.
 
Si alzò in piedi e si gettò il logoro mantello sulle spalle. Le lanciò un’ultima occhiata di rimpianto, poi uscì.
 
L’aria fredda della notte lo accolse nel suo abbraccio, e Lupin la salutò come una vecchia amica.
 
Respirò a fondo fino a riempirsene i polmoni.
 
S’incamminò sul marciapiede, senza meta.
 
C’era una guerra in corso, e lui aveva una missione da svolgere.
 
Forse, una volta sconfitto Voldemort, per loro ci sarebbe stato un futuro.
 
Forse sì, forse no.
 
Non lo sapeva, ma era certo che per quel “ forse “ incerto valesse la pena lottare.
 
 
 




 
 
Nota dell’Autrice: Lo so, probabilmente chi ha cominciato a seguirmi avrebbe preferito che continuassi la long-fic ^^ “, ma  avevo questa nel cassetto e mi è venuta voglia di pubblicarla ^^…Spero che vi piaccia e che mi facciate sapere cosa ne pensate :P !  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
      
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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