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Autore: LadyVoldemort    13/05/2006    8 recensioni
Voldemort è il mio passato, il mio presente e il mio futuro. Ma a volte è anche la mia maledizione più grande...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Harry Potter, Tom Riddle/Voldermort
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

Capitolo 5

RIVELAZIONI

 

Silenzio.

Perché non dice una parola?

Questo suo rifiuto di darmi una risposta va preso per un “sì Harry, sei il mio giocattolo”.

Come puoi, Tom? Come puoi trattarmi così? Ti stai prendendo gioco dei miei sentimenti!

Ancora silenzio.

«Harry… come puoi pensare una cosa del genere?» mi dice. I suoi occhi si gonfiano e una lacrima scende lenta sulla sua guancia. «Come puoi pensare questo di me

No, non piangere amore mio.

Non piangere!

Allora io non sono solo un passatempo. Non sono solo un gioco, per te…

Scusa se con le mie parole ti ho ferito.

Scusami, io ti amo.

Leggo la tristezza nei tuoi occhi.

Apro la bocca, ma non mi escono le parole per dirti quanto mi dispiace.

Tu mi fissi in attesa.

«Ti amo, Tom.»

È la prima cosa che mi viene in mente, ed è la verità.

Abbasso lo sguardo. Non ho il coraggio di affrontare i tuoi occhi.

 

Rimango completamente a bocca aperta.

Non credevo che me lo avrebbe detto.

Eppure sono bastate queste tre parole a rendermi la persona più felice di questo pianeta.

Oh, Harry, anche io ti amo.

Però non posso dirtelo.

Tutto ciò che posso fare è dimostrartelo.

Chiudo gli occhi e mi avvicino lentamente a te. Accarezzo delicatamente una tua guancia, mentre le mie labbra si posano dolcemente sulle tue.

Ti bacio come non ti ho mai baciato prima.

Trasferisco nel movimento della mia lingua tutto il mio amore per te.

 

Non mi aveva mai baciato così…

Nessuno mi aveva mai baciato così.

Solo Tom riesce a farmi provare delle sensazioni simili.

Come potrei mai dubitare di lui?

E adesso, ancora una volta, tutto ciò che desidero è concedermi a lui. Questa volta nella realtà.

Sto per unire il mio corpo a quello di Tom, per sempre.

Stiamo per provare una volta per tutte che noi siamo una sola anima in due corpi…

 

È giunto il momento.

O adesso o mai più.

Il mio istinto mi dice di andarmene, di scappare finché sono in tempo, ma  non gli do ascolto.

Non voglio dargli ascolto.

Per troppo tempo ho lasciato credere a Harry che Tom fosse solo frutto della sua fantasia, che non avesse un corpo.

Anche se Tom Riddle e Lord Voldemort sono la stessa persona, questo non vuol dire che devono soffrire entrambi.

Come Tom ho la possibilità di stare vicino al mio giovane angelo, di stringerlo tra le mie braccia, di sentirmi amato.

Non sprecherò questa opportunità.

Non permetterò alle mie paure di bloccarmi ancora.

Io e Harry saremo felici, anche se questo volesse dire rinunciare per sempre ad essere Lord Voldemort.

Farei di tutto per lui, anche abbandonare ciò per cui ho combattuto tutta la vita.

L’unico problema che persiste è che questo non è il mio corpo reale, quindi non posso mantenerlo troppo a lungo.

E il mio Harry non deve scoprire chi sono in realtà.

Mi darebbe del bugiardo.

Non mi vorrebbe più.

Odierebbe Tom quanto odia Voldemort…

Ma adesso basta; non devo lasciarmi sopraffare da questi pensieri.

D’ora in poi Harry sarà solo mio, e tutto il resto verrà da sé.

 

Facciamo l’amore.

Nella realtà è un po’ più doloroso che in sogno, ma è comunque l’esperienza più bella di tutta la mia vita.

Tom, sei veramente una persona speciale.

E io sono felice di aver vissuto questo momento speciale con te.

Tu hai saputo essere dolce e sensuale allo stesso tempo.

Hai rapito il mio corpo… la mia mente… il mio cuore.

Ed ora, per favore, prendi con te anche la mia anima e custodiscila per sempre.

 

Non riesco a crederci.

Sto tremando come una foglia.

Ma cosa mi succede?

Sono nervoso, troppo nervoso; non è da me!

Abbiamo fatto l’amore.

L’abbiamo fatto nella realtà.

Ed ora tra di noi si è creato un legame solidissimo.

Solo tu puoi spezzarlo.

Anzi, solo la verità può farlo.

È per questo che tu non saprai mai la verità su di me.

 

Chiude gli occhi e si addormenta.

«Dormi tranquillo, Tom. Veglierò io su di te.»

 

Gli anni passarono, e Tom li trascorse insieme ad Harry.

In  un primo periodo le attività di Voldemort vennero sospese, tanto che molti nella comunità magica credevano che il tempo della paura fosse finito. Eppure Harry era sicuro che non fosse così, e aveva ragione. Ormai aveva terminato gli studi da alcuni anni, e aveva cominciato a pedinare freneticamente i maggiori esponenti tra i Mangiamorte, sperando che prima o poi uno di loro lo portasse da Voldemort.

Ma, mentre Harry dava la caccia ai Malfoy o ai Lestrange, Voldemort aveva la possibilità di tornare nel suo corpo e di dare ordini a tutti gli altri. Così le stragi ripresero e il Bambino Sopravvissuto, ormai divenuto un uomo, non poteva reperire prove che testimoniassero la colpevolezza del suo Tom.

I due vivevano insieme da quando Harry aveva concluso Hogwarts. Ogni giorno si deliziavano del loro amore, l’unica cosa al mondo nella quale Harry riusciva a credere.

Le bugie avevano resistito. Voldemort era riuscito a nascondere per 10 anni la sua vera identità, ed ogni giorno se ne stupiva sempre di più.

Ma, come recita un vecchio detto, le bugie hanno le gambe corte, e anche quella su cui si reggeva il rapporto di Harry e Tom era destinata ad essere scoperta.

Quando e come?

Il un giorno qualsiasi, a causa di Codaliscia.

Harry e Tom erano al mare.

Da quando aveva imparato ad amare, anche Voldemort apprezzava attività babbane come giocare sulla sabbia o prendere il sole. Ma ciò che preferiva in assoluto era giocare a nascondino.

E in quel momento toccava a Tom nascondersi, mentre Harry doveva cercarlo per tutta la spiaggia.

«Tom… dove sei? È quasi un’ora che ti sto cercando potresti almeno darmi un indizio!» si lamentò Harry camminando tra un ombrellone e l’altro; una signora lì vicino lo guardò storto e strinse a sé il suo bambino.

“Non mi troverà mai… non stavolta!” pensò Voldemort, sdraiato sul lettino di Harry con addosso il Mantello dell’Invisibilità.

Finché fosse rimasto in silenzio, Harry non avrebbe mai potuto individuarlo.

Stava lì, perso nei suoi pensieri più felici, quando sentì uno squittio familiare avvicinarsi. Cosa diavolo ci faceva Codaliscia ?

Lo afferrò rapidamente e lo mise sotto il Mantello dell’Invisibilità. Una volta al sicuro, questo si ritrasformò in un essere umano. Faceva impressione pensare a quanto fosse cambiato in quegli anni. Il suo viso era sempre simile a quello di un disgustoso ratto, ma ormai era anziano anche di età e non solo di aspetto.

«Che diavolo ci fai qui? Idiota!» ringhiò Voldemort.

«Perdonatemi, padrone, ma dovevo avvertirvi.» si difese l’uomo.

«E allora dimmi quello che devi dirmi e poi vattene! Harry non deve vederti qui, o scoprirà chi sono!» lo aggredì nuovamente il Signore Oscuro. «E cos’hai da guardarmi in quel modo?»

«Scusate, padrone, è solo che non vi riconosco all’interno di questo corpo. Comunque è proprio del “vostro” Harry che devo parlarvi.» rispose Codaliscia.

Harry, stanco di girare a vuoto, decise di tornare verso l’ombrellone, prendere qualcosa da bere e mettersi comodo sul suo lettino. Voldemort, distratto da Codaliscia, non lo aveva visto arrivare. Anche se i due parlavano a voce molto bassa, un uomo allenato ad origliare come Harry li poté sentire ugualmente. Si avvicinò al suo lettino, luogo da cui provenivano le voci, e a quel punto riuscì a distinguerle. Una era certamente quella di Tom, ma stava parlando in un tono gelido che non gli si addiceva, che sarebbe stato decisamente meglio a Voldemort. L’altra voce era quella di…

Il cuore di Harry saltò un battito. Che diavolo ci faceva quello sporco Mangiamorte traditore con il suo Tom? Che il suo amore gli avesse nascosto qualcosa di importante? L’uomo si mise in ascolto, molto attento a non farsi notare.

«E cosa avresti da dirmi su Harry?» disse Voldemort. Harry comprese che, qualsiasi fosse stata la risposta, Tom non l’avrebbe gradita.

«Ieri è arrivato al covo. Naturalmente lui non sa che quello è il nostro nascondiglio, ma nel caso se ne rendesse conto sarebbe libero di tornarci. Draco Malfoy chiede se dobbiamo trasferirci di nuovo.» raccontò Codaliscia. Ci fu una pausa, durante la quale Tom ringhiò, poi l’uomo riprese: «Padrone, vi giuro che io non c’entro niente! Non è me che stava seguendo! È di Lucius Malfoy la colpa! Secondo me lo ha fatto apposta perché vuole prendere il vostro posto come Signore Oscuro! Dice sempre che da quando state con Potter vi siete rammollito!» la sua voce si spense con quelle parole, perché la collera del suo padrone stava montando rapidamente.

«Cosa? Maledetto Malfoy! Non deve neanche pensare di poter  prendere il mio posto! Lo sa benissimo che sono ancora in grado di ucciderlo! Ma soprattutto non deve assolutamente azzardarsi a toccare Harry!» alzò la voce fino quasi ad un tono normale.

Harry rimase senza parole. Come aveva osato? Come poteva averlo ingannato in quella maniera?

Ebbe uno scatto di rabbia. I suoi occhi si illuminarono di perfidia. Con un solo passo fu accanto ai due, in un rapido gesto tolse il Mantello dell’Invisibilità dalle loro teste e, con voce quasi posseduta, gridò: «Tana per Voldemort!»

Voldemort guardò sconvolto verso di lui. La sua copertura era distrutta. Harry aveva scoperto la verità. Adesso lo avrebbe odiato. La sua bugia era crollata.

«Harry, non è come pensi!» provò stupidamente a difendersi.

«Tu mi hai imbrogliato!Tu mi hai fatto credere di essere qualcuno che non sei! Tu  mi hai fatto credere di essermi innamorato di un uomo, quando invece ogni giorno concedevo il mio corpo ad un assassino! E perché mi hai detto che mi ami? Sicuramente l’hai fatto solo per tenermi lontano dal tuo covo, vero? Ma adesso hai finito di mentirmi! Anzi, hai finito di fare qualsiasi cosa!» urlò Harry con tutta la forza che aveva in corpo.

Non gli importava quello che potessero pensare tutti quei Babbani lì intorno, gli importava solo che Voldemort la pagasse per avergli fatto male di nuovo, per l’ultima volta. Tirò fuori la bacchetta magica e gliela puntò al petto.

«Harry! No, ti prego! Non farlo! Harry! Io ti giuro che ti amo sul serio! Ogni cosa che ti ho detto era la pura verità!» cercò di farlo ragionare Voldemort. Ma ormai non c’era niente da fare, e lui lo sapeva. Sapeva benissimo che Harry avrebbe cercato di ucciderlo.

«Pensi che per me non sia difficile? Pensi che mi abbia fatto piacere scoprire chi sei veramente? Ma tu non mi farai soffrire ancora! Mi hai fatto star male per l’ultima volta!» ormai Harry non faceva più economia di lacrime. Non gli importava che tutta la spiaggia lo stesse guardando come se fosse pazzo. Non gli importava niente, eccetto vendicarsi.

«Harry! Io ti amo!» fu l’ultimo tentativo di Voldemort.

Harry represse un singhiozzo, strinse più saldamente la bacchetta e disse: «Bye bye Lord Voldemort

Dopo questo, solo un lampo di luce verde.

Voldemort, ancora nel corpo di Tom Riddle, cadde a terra privo di vita.

 

«Tom! Tom! Svegliati, Tom!» grido.

Lui continua ad agitarsi nel sonno. Rischiamo di cadere entrambi dal letto!

Povero amore mio.

Sembra che stia facendo un incubo.

«Svegliati!» provo di nuovo a scuoterlo, ma lui comincia ad urlare.

Mi sta spaventando.

«Ti prego, svegliati!» grido.

Poi, finalmente, urlando il mio nome si sveglia.

Si guarda intorno, come se non sapesse dove si trova.

Poi guarda me.

 

I miei occhi si posano su Harry.

Non capisco. Perché è ancora un sedicenne?

«Harry…» dico con la voce spezzata.

Lui mi guarda preoccupato. Mi abbraccia e comincia a piangere.

«Non ti svegliavi. Avevo paura che ti fosse successo qualcosa!»

Lo accarezzo con delicatezza e lo consolo.

Nessuno si era mai preoccupato veramente per me.

Per fortuna quello era solo un sogno.

Era l’incubo più brutto che io abbia mai fatto.

Eppure so che potrebbe realizzarsi veramente.

Devo fare attenzione a quello che faccio.

 

Restiamo a lungo così, uno abbracciato all’altro.

Ancora una volta, vorrei che il tempo si fermasse per sempre.

Eppure, come ho sperimentato più volte, le cose migliori sono quelle che durano di meno.

Da un momento all’altro, Tom si alza, farfuglia qualcosa di incomprensibile e se ne va.

Io rimango qui, ancora una volta da solo, a ripensare a ciò che è appena successo.

Perché Tom ha fatto un incubo?

Ma, soprattutto, perché non me ne ha parlato?

Ogni notte, lui appare nei miei sogni per renderli migliori. Perché io non posso fare lo stesso con lui? Che cos’ha da nascondermi?

Perché non può essere sincero con me come io lo sono con lui?

 

Respiro a fatica.

Devo calmarmi.

E adesso che cosa mi ha preso?

Perché quel sogno? Perché ho sognato che le mie bugie mi porteranno alla morte?

Perché proprio quando ero… felice?

Ma poi, sarà veramente così?

Secondo me sarebbe la verità a portarmi guai.

Se adesso andassi da Harry e gli dicessi “Ciao amore mio, io sono Voldemort!” lui mi ucciderebbe senza neanche pensarci!

Solo continuare a tenere segreta la mia vera identità può mantenermi in vita.

Ma soprattutto, solo nascondere il mio segreto mi permetterà di restare con Harry.

Quindi la conclusione è ovvia: lui non deve sapere. Per nessun motivo al mondo.

 

Mi alzo dal letto. Come è già successo, anche stavolta non riuscirei a riaddormentarmi dopo la visita di Tom.

Scendo in Sala Comune. I miei compagni di stanza stanno ancora dormendo, ma Hermione è già seduta al suo tavolo preferito, a leggere un libro talmente grosso che fatica a tenerlo in mano.

Pur di distrarmi, decido di avvicinarmi a lei e di allontanarla dalla sua lettura.

«Ciao, Hermione!» la saluto. «Che fai di bello?»

Mi guarda storto.

Sbatte in maniera particolarmente rumorosa il grosso volume, facendomi sussultare, poi fa posto accanto a sé e mi dice poche parole sbrigative: «Siediti, dobbiamo parlare.»

No, io non voglio parlare.

È stata una pessima idea rivolgerle la parola, perché adesso cercherà di riprendere la conversazione interrotta ieri mattina dalla posta!

Ne sono certo…

Mi siedo con gesti lenti, guardandola con circospezione.

«Chi è?» domanda.

«Chi è chi?» rispondo io.

In realtà ho capito benissimo a chi si riferisce ma, siccome mi rifiuto di dirglielo, devo farle perdere tempo restando sul vago.

«Non fare finta di niente.» il tono della sua voce comincia ad alterarsi.

«Hermione, come posso darti una risposta se tu non mi spieghi cosa vuol dire la domanda?» nel pronunciare queste parole comincio a sudare.

Ecco, si è accorta subito che sono nervoso. Adesso mi tirerà fuori la verità con la forza. Tanto vale che gliela racconto io, ma con le adeguate modifiche!

«Va bene… va bene. Adesso ti spiego. Ogni volta che Voldemort uccide qualcuno, io ho una specie di visione. Si tratta di un ragazzo che mi compare in sogno, e mi avverte del fatto che soffrirò. In un certo senso mi prepara a quello che mi aspetta al risveglio. Ieri è capitato che, invece che nel mio sogno, è venuto a farmi il suo annuncio nella realtà.» racconto.

Stavolta ho veramente superato me stesso: da dove è venuta fuori questa storia?

È completamente frutto della mia immaginazione!

Adesso devo solamente sperare che Hermione creda alla fantasia che ho spacciato per realtà.

Sta soppesando le mie parole. Se mi crede sono salvo, altrimenti rischio che mi tormenti per tutta la vita!

«E chi è questo ragazzo? Insomma, non potrebbe essere una specie di Mangiamorte?» mi chiede.

Il mio sollievo è talmente grande che dentro di me faccio il sospiro più lungo del mondo.

Sono salvo!!!!!!

«Non so chi è, ma credo che si chiami Tim» Tim? Ma che razza di nome ho usato? Comunque non importa, perché adesso Hermione crede a tutto quello che le dico! «Dubito che sia un Mangiamorte. Altrimenti che senso avrebbe? Insomma, nessun Mangiamorte mi avvertirebbe dopo ogni attacco!»

Mi fingo curioso di venire a capo di questa situazione, e continuo a recitare questa “commedia” per tutto il giorno. Anche Ron si unisce ai nostri ragionamenti, e quasi mi diverto a pensare alle tante ipotesi che riusciamo a tirare fuori durante le ore di lezione e la pausa pranzo.

Ancora una volta devo ringraziare i miei migliori amici per essermi stati vicini nei momenti difficili.

Anche se al mio fianco avrei preferito Tom.

Ma dalla vita non si può avere sempre tutto, no?

 

È pomeriggio.

Sono passate diverse ore da quando mi sono allontanato dal letto di Harry.

Ormai la mia mente è sufficientemente fredda per poter riflettere tranquillamente sul sogno che ho fatto.

Sono ancora dell’idea che la menzogna è la mia unica via di salvezza, eppure c’è qualcosa che non mi convince in tutto questo.

Il mio istinto serpentino non mi ha mai suggerito qualcosa di sbagliato.

Nei miei anni di formazione Oscura, mi sono reso più volte conto che al mondo potevo fidarmi solo del Serpeverde dentro di me.

E adesso?

Do retta al mio istinto o alle mie riflessioni?

Come mi ricordava sempre Silente ai tempi della scuola, “La via più semplice non è per forza quella giusta, è solamente più facile”.

Che avesse ragione?

Io vorrei lasciare le cose così come stanno ora, permettere agli eventi di prendere il corso che giudicano migliore.

Eppure le parole di quel maledetto vecchio mi suonano nella testa a ripetizione.

Vorrei non ascoltarle, ma invece sono costretto a farlo: il mio istinto di serpente mi sta gridando la stessa cosa dalla notte scorsa.

 

Lentamente, forse anche troppo lentamente, la giornata passò.

Harry non sapeva se esserne felice o meno. Nascondere per tutto il giorno la verità ai suoi amici, facendo congetture su fatti che in realtà aveva inventato lui, dopo un po’ diventava stancante, quindi non vedeva l’ora che finisse. Ma, allo stesso tempo, non voleva che arrivasse la notte. Desiderava che Tom non si facesse vivo, che non andasse a trovarlo. Aveva paura di scoprire perché l’altro ragazzo non si era confidato con lui. Che non lo amasse veramente? In fondo, quando Harry gli aveva confessato i suoi sentimenti, l’altro non aveva mai detto apertamente di ricambiare. Nonostante questo, era triste all’idea di passare una notte intera senza Tom.

Allo stesso modo, anche Voldemort desiderava che la sera arrivasse e non arrivasse. Voleva andare da Harry, passare del tempo con lui, essere felice per qualche ora. Eppure sapeva anche che, se avesse visto Potter, il suo istinto serpentino si sarebbe risvegliato ancora una volta, tormentandolo di avvertimenti e raccomandazioni riguardanti la tanto temuta verità.

Arrivò la sera. Harry prese una decisione: stavolta non avrebbe dormito. Si rinchiuse all’interno delle tende del suo letto, aprì il Manuale degli Incantesimi, accese una candela e si mise a leggere. In questo modo sarebbe stato lontano dagli amici impiccioni, e non sarebbe stato costretto a vedere Tom. O meglio, avrebbe visto Tom solo se questi, preoccupato per non averlo trovato all’interno dei sogni, fosse venuto a cercarlo nella sua stanza. Come nell’ultimo periodo capitava spesso, anche quella volta le cose non andarono esattamente come Harry le aveva progettate. Infatti non era ancora mezzanotte quando crollò addormentato.

 

Questo sogno non l’ho mai fatto.

Ne sono sicuro; me lo ricorderei.

Sono ad Hogwarts, nella foresta proibita. Mi trovo esattamente nel punto dove gli alberi sono più fitti.

Una volta sono già venuto qui, ma allora ero ben sveglio.

Si tratta della strada che porta nella tana di Aragog. Non desidero affatto tornare laggiù…

Sento un rumore alle mie spalle. Pochi secondi, e il rumore mi circonda del tutto. Sembrano passi, e qualcosa mi dice che non si tratta di amici.

Temo che qualcuno sia qui per  mangiarmi.

Lentamente, da attraverso gli alberi, vedo spuntare delle lunghe zampe pelose. Sono i ragni più grossi che io abbia mai visto. Aragog è solo un cucciolo in confronto a questi…

Avanzano minacciosamente verso di me.

Cerco la bacchetta magica, ma non è in nessuna delle mie tasche. Non è possibile! Devo averla persa da qualche parte mentre venivo qui… Non ho tempo di andare a cercarla.

Ma disarmato non ho alcuna speranza di sopravvivere…

Aiuto, Tom!

Non è vero che non voglio vederti!

Io voglio stare con te!

Tom, salvami, ti prego!

 

Credevo che non si sarebbe più addormentato…

Voleva veramente evitarmi questa notte? Teme veramente che io lo faccia soffrire?

Non aver paura Harry, non accadrà. Non ancora.

Oggi non ti arrecherò dolore. Oggi ti salverò. Ancora una volta.

Sorrido tra me.

Lentamente il mio corpo cambia, fino a prendere le sembianze di Tom Riddle.

Chiudo gli occhi, e quando li riapro sono a Hogwarts, accanto al tuo letto.

Sigillo la porta, i letti dei tuoi compagni di stanza, poi mi avvicino a te. Come sempre, mi basta posare un dito sulla tua cicatrice per entrare nella tua mente e partecipare al tuo sogno. Tu provi un po’ di dolore al contatto, ma stai tranquillo: tra poco starai molto meglio.

 

Eccolo.

Come per magia, il Cavaliere delle Tenebre appare al mio fianco, avvolto nel suo mantello nero e con il volto coperto dal cappuccio.

Scende da cavallo e mi abbraccia forte. Allontano il cappuccio dai suoi capelli, poi mi stringo a lui in cerca di protezione.

«Non temere, Harry.» mi dice «Adesso ci sono io con te», poi pronuncia un incantesimo.

Deve possedere un potenziale magico molto elevato, per essere solo un ragazzo: in un colpo solo riesce a spazzare via tutti i ragni e gran parte degli alberi intorno a noi.

Ora ci troviamo in una radura enorme, con un solo grande albero al centro.

Visto che non ci sono più folte chiome a coprire il cielo, mi rendo conto che è giorno.

«Tutto bene, Harry?» mi domanda. Io sposto il mio sguardo su di lui.

I suoi occhi sono bellissimi alla luce del sole. Trasmettono tanta tenerezza e… amore

Sì, lo sento, lui sta cercando di farmi capire che mi ama.

Annuisco, bacio il mio Tom su una guancia e lo prendo per mano.

Lo trascino fino all’albero in mezzo alla radura, lo faccio sedere con la schiena contro il tronco e mi accomodo tra le sue gambe aperte.

Sento il suo respiro caldo dietro la nuca.

Vengo scosso dai brividi.

Questo è il momento che non deve mai finire.

So che forse così rovinerò tutto, ma devo chiarire con Tom la storia del sogno.

Non posso donargli me stesso se lui non mi dice la verità!

 

È bello stare qui con lui.

Bellissimo.

Quando lo sento tra le mie braccia, non penso più a niente.

Sono solo felice.

Eppure non durerà ancora per molto. Il serpente dentro di me mi urla di scappare.

Devo fuggire finché sono in tempo. Ma in tempo per cosa? Cosa c’è di così pericoloso?

Non voglio dargli retta: adesso sto troppo bene per mollare tutto. Se ora me ne andassi probabilmente lo rimpiangerei!

«Tom… C’è una cosa che devo chiederti.» domanda. La sua bellissima voce prende un’intonazione troppo seria. Questo può voler dire solo una cosa: guai.

«Chiedimi tutto quello che vuoi!» rispondo. Cerco di essere il più sensuale possibile, ma la verità è che ho solo paura di quello che potrebbe chiedermi. Il mio istinto serpentino me lo dice.

Attimi di silenzio.

«Cos’è successo la notte scorsa?» chiede all’improvviso.

«In che senso?» provo a chiedere in risposta. Deglutisco a fatica.

«L’incubo. Tu hai avuto un incubo, e poi sei scappato quasi subito. C’è qualcosa che mi nascondi?» ecco, questa mi ha fatto male. Non so proprio come rispondergli…

 

Mi giro e lo fisso negli occhi. Lui cerca di sfuggire il mio sguardo.

Deve esserci per forza qualcosa che non va: non ha mai fatto così con me!

«Harry, come puoi pensarlo? Io non ti nascondo niente! Sono esattamente ciò che vedi!» è la sua risposta, seguita da una risatina nervosa.

Rabbrividisco. Quella risatina aveva qualcosa di diabolico.

Mi rigiro dall’altra parte, fissando lo sguardo sulle mie gambe.

«Allora perché non me ne vuoi parlare? Del sogno, intendo. Insomma, ci ho pensato tanto. Ogni notte tu entri nei miei sogni per aiutarmi, per salvarmi. Perché io non posso fare lo stesso con te?»

Lui rimane in silenzio.

Amore mio, ti prego, dimmi la verità.

 

Non so come dirtelo.

Anzi, più che altro non so proprio cosa dirti.

Non la verità, però.

Quella me la terrò per me.

«Tranquillo… Non è niente di grave! Era una cosa da niente, a volte capita che faccio degli incubi, ma poi sto bene. Non voglio sovraccaricarti di preoccupazioni inutili. Insomma, tu hai già Voldemort a cui pensare, non c’è bisogno che stai in ansia anche per me!» mi arrampico sugli specchi.

Sei intelligente, so che non mi crederai mai.

È una bugia troppo stupida per reggere.

«C’entra Voldemort con i tuoi incubi?» domandi triste.

Penso un po’ alla risposta.

Beh, diciamo che Voldemort c’entra in tutto quello che faccio. Quindi, direi che la risposta è “Sì”.

Te lo comunico, e tu non la prendi molto bene.

«Quel mostro cerca di farmi male anche ferendo te. Lo fa perché sa che tu sei la persona più importante della mia vita…» una lacrima solitaria cola sul tuo volto.

No, non piangere di nuovo.

Ti prego!

«No, tu non c’entri. Voldemort mi fa vedere come sarà il mio futuro. Non so spiegarti bene quello che intendo dire.» beh, in un certo senso è anche vero.

Ti prego, non chiedermi altro!

Non farmi parlare ancora!

Per favore!!

«Allora è tutto qui? Era solo questo il problema?» io annuisco appena «Non era poi così difficile dirmi la verità. Tom promettimelo. Promettimi che d’ora in poi tra noi non ci saranno più segreti!»

«No. Non posso promettertelo. C’è un segreto che rimarrà sempre tra di noi.»

Ho risposto di getto, non l’ho fatto apposta!

Mi mordo la lingua.

Sono un CRETINO!!

 

Cosa?

Un segreto resterà sempre?

Che segreto?

Ti prego, dimmi cosa mi nascondi!!

Il mio sguardo si è perso nel vuoto, e io riesco a percepirlo.

Fisso la radura davanti a me, mentre le forze mi abbandonano e mi lascio andare completamente contro Tom. Adesso la mia schiena aderisce perfettamente al suo petto.

La sua mano destra si stringe attorno a me, mentre la sinistra rimane poggiata sul suo ginocchio.

Io comincio a giocherellare nervosamente con quella mano, e il mio sguardo vuoto vi si posa automaticamente sopra.

Prendo un profondo respiro, e finalmente sono pronto a esternare la domanda che mi sta uccidendo dentro: «Tom Riddle, chi sei veramente?»

Le parole mi escono a fatica, sembrano quasi pesanti, ma alla fine ce l’ho fatta: gliel’ho chiesto.

Ora devo solo aspettare una risposta.

Silenzio.

Ancora silenzio.

Io continuo a giocare con la sua mano.

Ad un tratto sospira pesantemente.

Sembrava quasi un sospiro di rassegnazione.

Poi, la sua mano comincia a cambiare. Sta diventando bianca, scheletrica, e le dita si stanno allungando. Sta succedendo la stessa cosa a tutto il corpo, me ne accorgo stando appoggiato a lui.

Si sta trasformando.

Istintivamente mi alzo di scatto e mi volto verso di lui.

E adesso lo vedo.

Posso vedere chi è Tom Riddle in realtà.

«VOLDEMORT!!» urlo. Urlo con tutte le mie forze.

Lui si alza rapidamente e mi raggiunge.

Avvolto in quella veste nera fa ancora più schifo di quanto ne fa di solito.

Quell’uomo è un mostro!

E soprattutto mi ha imbrogliato…

 

«Harry, non è come pensi, te lo posso giurare!» provo a difendermi.

Come sospettavo, non ha alcun effetto.

Harry mette una mano in tasca e ne estrae la bacchetta magica.

Com’è possibile che quando doveva difendersi non la trovava mentre ora ce l’ha lì a portata di mano?

Non posso permettermi che mi uccida.

Non prima di avergli spiegato che lo amo!

Harry urla con tutte la sue forze, e lo scenario intorno a noi comincia a svanire.

Pochi secondi dopo siamo in camera sua. Faccio immediatamente un passo indietro, per allontanarmi dal suo letto, e subito lui ne salta giù afferrando meccanicamente la bacchetta magica.

«Harry, sono venuto da te sempre con il corpo di Tom solo per non farti paura, ma io ti amo veramente!» provo a spiegare.

 

Amore? Cosa ne sai tu dell’amore?

È inutile, io devo soffrire.

Per salvare il mondo, dovrò sempre essere soggetto a dolore e dispiaceri.

Credevo di aver trovato l’amore, ma non è così.

Per lo meno, adesso ho l’opportunità di adempiere alla profezia. Ucciderò Voldemort, e lo farò qui in camera mia!

Gli punto la bacchetta contro. Lui indietreggia, io avanzo.

Non prova nemmeno a difendersi.

«Avada … Keda» vengo interrotto prima di terminare l’incantesimo.

Ancora una volta mi urla che mi ama. Mi supplica di perdonarlo. Si mette a piangere.

Io non ho nessuna pietà per chi ha ucciso i miei genitori, il mio padrino e tanti innocenti.

La presa sulla mia bacchetta si fa più salda, e improvvisamente lui scappa. È così veloce che lì  per lì nemmeno me ne accorgo. Quando raggiungo la porta, questa è ancora in movimento per il suo passaggio.

Provo a inseguirlo sul pianerottolo,  ma ormai se n’è andato.

Torno nella stanza, e tutti i miei compagni spuntano fuori dalle tende dei loro letti a baldacchino.

«Tutto bene, Harry?»  mi chiede Neville preoccupato.

«Abbiamo sentito un gran casino…» comincia Seamus.

«…però non riuscivamo ad uscire da dietro le tende!» conclude per lui Dean.

«Cosa diamine è successo qui?» domanda sconvolto Ron.

Io rimango immobile, al centro della stanza.

Lungo il mio fianco ciondola il braccio con la bacchetta.

Respiro ancora affannosamente per via di tutte quelle emozioni insieme.

Appena riesco a rendermi conto di quello che succede intorno a me, provo a raccontare quello che è successo.

Ma non ne ho le forze.

Non ne ho il coraggio.

Mi ha ferito troppo nel profondo.

«Ron, vai a chiamare il professor Silente. Voldemort è stato qui, stanotte.»

 

 

Eccolo, il penultimo capitolo. Cosa ve ne pare? Vi dispiace che questa storia stia per finire? Ma soprattutto... come pensate che finirà? Non voglio darvi nessun tipo di informazioni. Vi dico solo di riflettere molto attentamente sui pensieri dei due protagonisti in tutti i capitoli.

Spero di poter aggiornare il più in fretta possibile. Insomma, la fine ce l'ho in mente. Il problema è solo formulare tutto il capitolo... Comunque non vi preoccupate, ci metterò di meno di quanto ci ho messo con questo capitolo!

Alla prossima!

Grazie a tutti per le recensioni. Spero che continuerete così anche con questo capitolo.

  
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