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Autore: unbound    14/09/2011    3 recensioni
L’ultimo video di noi cinque uniti. Anzi, visibilmente uniti, internamente già distrutti.
Io che guardavo la foto di Josh, per poi buttarla a terra.
Che urlavo in faccia ai Farro di non accusarmi, ed eccoli lì, che dicevano di essere stati membri della band di Hayley. Josh, Zac. Voi sapete che io odio questo termine, la mia non era la band di Hayley, ma era la band di hayley, Josh, Zac, Taylor e Jeremy. Erano i Paramore.
Josh, forse tu non volevi la band di Hayley, Josh, Zac , Taylor e Jeremy, tu volevi la band di Josh. La band dei tipi di Josh Farro, il chitarrista figo. Sei andato via perché volevi essere il protagonista assoluto forse?
-Il volume due di "My heart is yours". I paramore senza i Farro.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My heart is yours- la serie.'
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Il tour era finito da un paio di giorni. Era stato davvero un tour emozionante in una terra stupefacente, il calore che ci avevano donato i sud americani era davvero qualcosa di eccezionale. Però non era stato uno dei tour più felici della mia carriera, anzi, forse uno dei più peggiori, superato in questo campo solo dallo scorso tour, durante il quale scoprii le intenzioni dei Farro circa la band.
In quel momento, ero distesa sul divano rosso di casa mia, insieme ai miei migliori amici; avevamo ricominciato a parlare, come se non fosse successo niente tra di noi. Parlavamo delle vicende appena concluse, ricordavamo episodi buffi e ridevamo, davanti a tre grandi tazze di caffè. Nonostante stessimo parlando da almeno due ore, non avevamo ancora speso una parola sull’argomento Josh.
Non lo vedevo da un po’, e mi mancava davvero tanto.
Era tornato a casa da una settimana, non avevo avuto sue notizie da allora, ma soprattutto non sapevo come aveva reagito Jenna al suo ritorno. Conoscendola, gli avrà sicuramente urlato contro, mi avrà insultato pesantemente, ma poi, come sempre, avrà finto di non sapere sulla nostra relazione.
Avevo lo sguardo fisso nel vuoto, i miei amici parlavano ancora ma non sentivo le loro parole.
Mi ero fermata a pensare, imbambolata.
Taylor mi scosse il braccio, Jeremy mi fissava perplesso.
«Son viva!.» sussurrai facendo una smorfia.
 
Continuammo a parlare del tour per ore, ed ore, fino a quando udimmo alla porta qualcuno bussare. Era sicuramente una persona scortese, per il modo in cui non riusciva ad aspettare. Mi alzai lentamente ed andai ad aprire, mentre i ragazzi cambiavano la loro posizione scomposta in fretta e furia.
Non ebbi neanche il tempo di fiatare, neanche quello di rendermi conto di cosa stesse succedendo; so solo che mi trovai al collo due mani, poi sentii il pavimento freddo sotto la mia testa. Ci impiegai un po’ a mettere a fuoco le urla che percepivo. Purtroppo la voce non mi era nuova.
«Puttanella dei miei stivali»
Jenna era stata raggiunta dai ragazzi, e per fortuna bloccata in tempo.
Mentre Taylor la teneva ferma, Jeremy mi raggiunse e , dandomi la mano, mi aiutò ad alzarmi.
«Tu sei una puttana, anzi no. Non sei neanche quello, offenderei quelle povere ragazze
paragonandole a te.»
Mi grattai la testa, e le dedicai uno sguardo perplesso.
«Ti sputerei in faccia, lo sai?» Mi urlò ancora una volta contro.
«Dovresti smetterla di urlare, lo sai?»
Taylor starnutì. Lo guardammo in cagnesco, e lui fece l’indifferente. Come sempre, rovinava i momenti... Quel ragazzo è davvero un idiota. Sorrisi.
«Tu sei solo una bambina, non puoi fregarmi l’uomo» aggiunse, per rompere il silenzio.
«Sai chi è la donna tra noi due?» risposi io punzecchiandola
«Si che lo so, puttanella. Ovviamente io.»
Risi.
«Hai ragione! Tu sei molto più donna di me... Donne come te si comprano al mercato per mezzo
dollaro.» ero dannatamente sarcastica.
«Come osi?!» cercò di divincolarsi dalla presa di Taylor, ma non ci riuscì. Notando che era finalmente stata messa in gabbia, immobilizzata, mi resi conto che era il mio momento, potevo dirle tutto quello che volevo. Mi avvicinai a lei, girandole un po’ intorno.
«Per arrivare al mio uomo, devi passare sul mio cadavere.» mi urlò in viso, a un palmo dal mio
naso.
«Infatti è lui che è venuto da me. Mi spiace dolcezza.  »
L’aria si faceva sempre più bollente. La rabbia le stava colorando il volto, come se si stesse trasformando in un mostro. Sentivo il suo respiro pesante, guardavo il suo petto gonfiarsi furiosamente e i suoi occhi tingersi di sangue. Temevo una sua esplosione, ma dovevo riuscire a togliermi di dosso il peso delle parole mai dette.
«Cause you aint woman enough..» canticchiai. Mi avvicinai a lei, quasi a sfiorarle il naso e aggiunsi «To take my man.»
E in quel momento, successe tutto troppo in fretta.
Tanto fu forte il suo scatto, mosso dall’ira accecante, che riuscì a liberarsi dalla stretta del ragazzo riccio, che cercò senza risultati di riacchiapparla. Il cane rabbioso mi si scagliò contro, gettandomi una nuova volta sul pavimento; Jeremy, che fortunatamente era al mio fianco, afferrò la donna velocemente, immobilizzandola prima che potesse spaccarmi la faccia con una testata.
Poggiai i gomiti per terra, alzandomi, e cercai di calmare il fiatone causato dalla paura; la guardai mentre sembrava essere preda di convulsioni. Era davvero un’ottima attrice melodrammatica, se avessi potuto, l’avrei candidata all’oscar.
Nel frattempo, notai che la porta era aperta e sentivo dei passi avvicinarsi all’ingresso. Sperai che non fosse qualche vicino curioso, o Dakotah.
 «Smettetela vi prego.»
Josh era davanti a me. Non ero sicura di essere lucida; magari avevo le allucinazioni oppure i sensi di colpa mi stavano schiacciando le meningi tanto da far apparire il salvatore davanti a me. Avevo sicuramente sbattuto la testa troppo forte. Solo dopo ebbi la conferma che non era frutto della mia immaginazione: Josh era davvero presente e stava cercando di fermarci.
Ma come poteva la causa del litigio mettere fine a quest’ultimo?
Ecco che la situazione peggiorò, senza fermare la sua caduta.
«Josh, dillo che ami solo me.» urlò lei.
«Ti piacerebbe cagna.  » sussurrai io.
«Josh dì qualcosa cazzo, sono tua moglie!» sembrava sul punto di piangere.
Oh tesoro, non era mia intenzione farti male.
Regnò il silenzio.
Josh restò immobile come una statua, con lo sguardo fisso al vuoto. Finalmente l’uomo coraggioso era giunto al bivio, e doveva scegliere che strada prendere.
Se avesse scelto me, gli avrei promesso amore eterno. Gli sarei stata vicino nei momenti bui, gli avrei dato tutto quello che possedevo e lo avrei amato in un modo schifosamente vero.
Se avesse scelto Jenna, avrebbe continuato ad amarlo morbosamente, proibendogli ogni contatto con i suoi vecchi amici. Avrebbero continuato a fare il ruolo della coppia felicemente sposata, magari riempiendo la casa di bambini e.. Gatti.
Finalmente il ragazzo si mosse, posando il suo sguardo su di me.
Sospirai.
«Hayley.» stava balbettando.
Rabbrividii. Sentivo la pelle d’oca.
«Non posso nascondere il mio sentimento per te. »
Jenna lo guardò in cagnesco, a lui salirono le lacrime agli occhi
«Ma..»
Ma?! Quale fottuto ma?!
«Jenna è mia moglie.» disse.
Jeremy sbuffò, Taylor lo guardò stranito.
Stai scherzando Josh, vero? Sei un giocherellone.
Vedi, tu non puoi scegliere lei, per il semplice fatto che io ti amo più di lei, e ti amerò sempre di più.. Perché l’amore che provo nei tuoi confronti è.. Indescrivibile e tu hai promesso di nutrirlo insieme a me, ricordi?
No Josh no, non puoi. Non puoi Josh.
Cercavo di auto convincermi, con scarsi risultati. Percepivo un grande masso sulla testa, mi stava schiacciando.
Vorrei poterti urlare tutto questo, ma vedi,  non posso farlo. Perché era il nostro piccolo segreto.
Josh, ti sto pregando. Leggi questi miei fottuti pensieri.
Voglio baciarti ancora, e passare tante notti con te, sedermi al tuo fianco, guardarti sorridere. Ricordi tutto questo. Tu lo ricordi... Vero?
«Tu sei fantastica. E ti amo. Sono stato davvero b..» Gli tappai la bocca. Non volevo sentire altre
cazzate. Non volevo sentire più la sua voce
«Non… Non provare a dire qualcos’altro. Non provarci.»
Tremavo.
Mi era caduto ufficialmente l mondo addosso.
Non sentivo più battere il mio cuore, come se un cannone m’avesse sparato una sua palla al petto
Togliendomi lo stomaco, il cuore, i polmoni.
Non sentivo più le farfalle.
Poggiai una mano su quello che rimaneva del mio petto, lui fece lo stesso sul suo.
Dubito tu abbia un cuore Josh.
Lasciai andare la mia mano, di peso, lungo il mio fianco.
Scossi la testa, abbassando lo sguardo.
Mi passarono davanti tutti i momenti passati insieme, e io cercai di cancellarli dalla mia mente. Lo guardai. Le lacrime stavano già correndo sulle mie guance.
«Josh. Sei la persona peggiore che io abbia mai conosciuto.»
Avevo difficoltà a prender fiato. Mi sentivo davvero distrutta.
Non poteva capitarmi niente di peggio.
Lui mi guardò con gli occhi lucidi, Jenna rideva sotto i baffi; i ragazzi mi fissavano preoccupati e sconvolti... Percepivano il mio dolore, era impossibile non sentirlo.
«Esci dalla mia casa.» sussurrai.
Mi guardò stranito.
«Hai sentito bene. Esci, adesso. »
Puntai la porta e chiusi gli occhi, cacciando via le lacrime dai miei occhi. Non volevo vederlo mentre usciva dalla mia vita, senza far rumore, accanto alla sua amata moglie.
Sentii i suoi passi allontanarsi, e sentii anche una spada attraversare il mio corpo. Appena la porta si chiuse, mi lasciai cadere per terra.
I ragazzi mi furono subito vicini, ma non potevano aiutarmi a bloccare il pianto isterico.
Era stato decisamente il giorno peggiore della mia vita.
   
 
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