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Autore: Arwen_theevenstar    14/09/2011    1 recensioni
LIFE IS RUN, REST IS WAITING … Quando per qualcuno la vita è una corsa, una via di fuga, quando la cosa più importante è sentirsi liberi accarezzati dal vento, quando la moto diventa una croce e delizia, due cuori si incontrano, due cuori il cui battito è il rombo di un motore. Personaggio principale Lyz e Shannon Leto. se volete lasciare un commento o un parere mi farebbe piacere!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Shannon Leto, Tomo Miličević, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solo poche ore e poi me ne sarei andato. Non potevo credere che quel giorno fosse arrivato. Lyz si alzò gelida e sparecchiò. Salutò i ragazzi e accompagnata da Moon tornò in officina. Sembrava più piccola e indifesa di quanto fosse già. Restai un po’ con i ragazzi che ripartirono per Atlanta dove si sarebbero fermati fino all’indomani per aspettare me e Tim per poi partire tutti insieme. Jared come al suo solito cercava di scavare nelle mie sensazioni e Tomo… semplicemente si limitò a non chiedermi nulla per evitarmi sofferenze. “Ti prego Jared, arriverò domani ma ora, lasciatemi il tempo di salutare Lyz” mi limitai a dirgli abbracciandolo. Mi guardò e capì. Saltarono sulla grande Berlina nera, che ripartì velocemente mentre Moon la seguì per un centinaio di metri e poi tornò indietro trotterellando e si infilò in officina. Non sapevo cosa dire a Lyz semplicemente perché non sapevo neanche io cosa pensare. Presi coraggio ed entrai. Era intenta a lavorare ad un motore, aveva rimesso il telo alla mia ducati. Mi avvicinai lentamente e Moon iniziò a ringhiarmi. Per la prima volta in 4 mesi Moon mi ringhiò contro. “Smettila Moon vai fuori!!!” urlò Lyz arrabbiata. Il cane fece un guaitò ed uscì lentamente. “Lyz io….” Il rumore metallico di una chiave inglese rimbombò nel garage. Non aveva la forza neanche di tenere in mano un oggetto, tanomeno di ascoltarmi. Le scese una lacrima poi si accasciò a terra, raccolse la chiave ed uscì frettolosamente. Maledizione! Non sapevo come comportarmi, eppure non volevo sprecare quelle ultime ore che avevo a disposizione con lei. Se solo avesse saputo quanto la amavo. Rimasi li un po’, poi presi coraggio ed uscii. Era seduta in accappatoio sugli scalini del porticato, aveva già fatto una doccia, e stava fumando una sigaretta, probabilmente avevo perso la cognizione del tempo. “Da quando fumi?” dissi arrabbiato con lei e con me stesso. “Da ora” Rispose secca. Le tolsi la sigaretta di mano e la buttai. Le bloccai il polso. “Non lo devi fare, capito? A cosa ti serve adesso? Non fare la bambina stupida Lyz, non lo sei. Sei una donna. Una meravigliosa donna intelligente e bellissima” Stava tremando, poi iniziò a singhiozzare. L’abbracciai fortissimo quasi a toglierle il respiro. “se sei arrabbiata con me….” Mi zittì con un bacio “shhhhhh zitto stupido… come potrei essere arrabbiata con te? Questo sei tu…sei Shannon Leto e dovrai continuare ad esserlo per il resto della tua vita, vai e fai ciò per cui sei nato. Ammaliare il mondo con i tuoi tamburi”. Si alzò e tornò in casa. Era ormai sera, e la luna piena si stava facendo spazio nel cielo oscurando migliaia di piccole stelle. Lyz era rannicchiata sul divano, non si era ancora vestita e stava sorseggiando una tazza di thé. In quel momento capii che non c’era bisogno di spiegazioni o di tante parole, così mi accoccolai vicino a lei, semplicemente senza fare nulla, ma assaporando ogni secondo passato insieme a quella bellissima creatura. Si alzò di scatto aveva cambiato colore e corse in bagno, poi tornò visibilmente distrutta. “Hey, tesoro tutto bene?” le dissi accarezzandole i capelli ancora umidi. “le tue sigarette fanno schifo, ho vomitato anche l’anima” le sorrisi e la abbracciai forte. Niente e nessuno avrebbe mai dovuto portarmi via da lei, come avrei fatto senza la mia donna? Un senso di disperazione mi bloccò lo stomaco. Quella sera non facemmo cena, passammo tutta la notte tormentandoci di baci, di carezze e di lacrime. Non riuscii a chiudere occhio, la tv passava la scena finale di “Modern times” quando Charlie Chaplin risponde ad una sconsolata Paulette Goddard “non abbatterti, mai dire mai, ce la faremo” … e le disegna con le mani un sorriso in viso mentre si incamminano per la strada. Diversi erano i problemi Chaplin aveva a che fare con il capitalismo, problemi sociali e politici, ma mi fece riflettere ugualmente. Adoravo i film in bianco e nero. “buck up – never say die. We’ll get along! ”. Lo spero Charlot lo spero con tutto il cuore. L’alba era alle porte, il mio volo per Atlanta sarebbe partito tra 3 ore. Mi alzai controvoglia, baciai Lyz delicatamente per non svegliarla. Dio santo quanto era bella! Mi preparai e infilai le mie cose nella valigia. Erano passati 4 mesi da quando vivevo con Lyz e le mie cose erano ormai dappertutto. Vuotai il cassetto che mi aveva preparato lei quel giorno. Era il mio cassetto, forse un giorno sarebbe stato di qualcun altro. Mi assalì una rabbia immane. La cosa peggiore è che non potevo fare nulla. Non potevo promettere a Lyz che sarei tornato presto, non sapevo ne quando ne se fossi riuscito a tornare da lei. Non potevo costringerla ad aspettarmi, non potevo lasciare che lei si precludesse le opportunità che la vita le avrebbe portato nella speranza di rivedermi un giorno. Dovevo lasciarla andare. Infilai in borsa le ultime cose e chiusi la zip. Lyz dormiva serenamente o almeno sembrava. “addio mio piccolo angelo” sussurrai. Prima di andarmene sistemai Moon per la colazione. Mi guardava con quegli occhioni marroni tristi. Avevo fatto male alla sua padrona, lui riusciva a percepirlo, ma sapeva anche quanto lei fosse legata a me. “Ciao Moon, prenditi cura di lei e proteggila, divora tutti gli uomini che provano a mettere piede in casa” dissi sorridendo e accarezzandolo per un’ultima volta. Il taxi era arrivato, mi voltai per guardare ancora quella piccola casa in legno che mi dava tanto calore. “dannazione! ti amo Lyz” pensai mentre chiudevo lo sportello. Mi voltai un’ultima volta e lei era li, sulla porta. Capelli scompigliati e la tshirt sdrucita degli Skid Row, scalza e senza calzoncini. Riuscivo a vedere i suoi occhi scuri che mi imploravano di non andarmene. Non mi corse incontro, non mi salutò. I suoi occhi mi pregavano di non abbandonarla, ma lei mi stava lasciando andare. Il tassista accese il motore e partì. “I gotta tell you what I'm feelin' inside, I could lie to myself, but it's true There's no denying when I look in your eyes, girl I'm out of my head over you I lived so long believin' all love is blind But everything about you is tellin' me this time It's forever, this time I know and there's no doubt in my mind Forever, until my life is thru, girl I'll be lovin' you forever” la voce di Paul Stanley dei Kiss suonava lenta alla radio. Girl I’ll be lovin’ you forever.
   
 
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