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Autore: FuoriTarget    14/09/2011    5 recensioni
[Andre con un sorriso malefico si fece ambasciatore per tutti: -Non siamo mica idioti: Manu è cotto come una bistecca alla griglia- ...
-Non gli abbiamo detto nulla perchè lo conosciamo, sappiamo che manderebbe tutti al diavolo- ...
-La sera della tua festa, quando lei è salita sul tavolo a ballare, credevo che gli sarebbe esplosa la testa- tutti risero in coro con lui.
-Sei mesi... e non hanno mai detto nulla!?- ... ]
Manuel e Alice, due universi che si scontrano in una Verona ricca e piena di pregiudizi. Un rapporto clandestino nascosto a tutto il resto del mondo che si consuma lentamente, una passione ardente che diventerà dipendenza vera e propria.
E forse, se il Fato lo permetterà...Amore.
Ebbene si postato il capitolo 18!! Gelosia portami via...
In corso revisione "formale" dei primi capitoli.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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17




-17-









-Edo!-
Appena imboccato il corridoio dietro il palco, cominciò a urlare il suo nome. Non aveva alcuna in tenzione di perdere tempo con lui, dall'altro lato di quella porta antipanico c'era Manuel ad aspettarla ed in quel momento era l'unica cosa di cui le importasse.
Gli aveva mandato un messaggio subito dopo aver riconosciuto la calligrafia del biglietto promettendogli di fare in fretta anche se i toni di Edoardo non erano esattamente amichevoli.
Laura l'aveva guardata con una buona dose di scetticismo quando le aveva annunciato di aver bisogno di qualche minuto per sistemare la faccenda con il suo ex. Si era proposta di accompagnarla conoscendo Edo e i suoi sbalzi di umore. Ma Alice aveva rifiutato con gentilezza rassicurandola che li avrebbe raggiunti a breve.
Manuel non aveva risposto al messaggio invece.
-Edo dove sei?-
Dal fondo del corridoio sbucò la faccia perplessa del Vigna dall'ultima porta.
-Ehi Rossa! Edo è qui, vieni!!-
Quando raggiunse la stanza si diede mentalmente dell'idiota, era il deposito degli strumenti, il luogo dove tutti i gruppi si riunivano per prepararsi a salire sul palco. Edo non poteva che essere lì prima del concerto!
Salutò entrambi con un sorriso tirato.
-Che diamine vuoi?-
-Potresti anche essere più gentile!-
Il Vigna comprese al volo l'aria che tirava tra quei due e colse la palla al balzo nel momento in cui vide Alice squadrare in cagnesco il suo ex pronta ad azzannarlo alla giugulare e guardarlo morire dissanguato.
-Beh io me ne vado, vi lascio litigare..-
-No!- per un attimo credette che avrebbe azzannato lui alla giugulare, poi ammorbidì un po' il tono: -Rimani-
Lo fissò dritto negli occhi e lui vi lesse esattamente quello che non avrebbe dovuto vedere. Quella ragazza aveva paura, lo stava letteralmente implorando di rimanere, e nonostante tra loro non ci fosse mai stato un rapporto idilliaco non se la sentì di voltarle le spalle, non dopo le scenate di Edo degli ultimi tempi.
-Dovrei essere gentile!?! Tu non lo sei stato quando mi hai fatto quella piazzata a ricreazione davanti a tutta la scuola, quindi perché dovrei esserlo io!?- Alice era agguerrita ma non aveva alzato la voce.
-Io ne ho tutto il diritto, sei tu che mi hai mollato.-
Quell'ostinazione infantile di trincerarsi dietro muri di cartapesta era tipica del suo compagno di band.
-Questo ti darebbe il diritto di insultarmi e gridarmi false accuse?- Alice scrollò le spalle come per liberarsi dal peso dell'idiozia di quella conversazione: -Ti stai mostrando come l'idiota che ho sempre sospettato fossi...-
Sentendosi preso in giro dalla noncuranza con cui lo trattava la ragazza, Edo cambiò improvvisamente tono.
-Avresti dovuto pensarci due anni fa!-
-Edo finiscila!- di nuovo lo attraversò con il suo sguardo più meschino: -Mi hai fatta venire qui solo per discutere?- si accomodò su un amplificatore proprio di fronte a lui accavallando le gambe.
E in quel momento il Vigna si rese conto di star esattamente nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Lei lo stava deliberatamente provocando, ma come biasimarla da come l'aveva sempre trattata Edo, ne aveva tutti i diritti.
-Ti ho fatta venire qui per capire cosa stai combinando! Ti stai già facendo qualcun altro scommetto. Hai voglia solo di divertirti? Bene, fallo! Ma sai benissimo che oltre a me non hai altre speranze di trovare qualcuno che sopporti il tuo egocentrismo e le tue moine. Sai che tornerai da me.-
-Come immaginavo non abbiamo nulla di cui discutere, non ho intenzione di assecondare le tue follie.-
La ragazza fece per alzarsi ma Edo le si avvicinò a larghi passi fino ad urlarle in faccia e arpionarle un braccio: -Non ti ho detto che puoi andartene!-
-Mi fai male Edo!-
Gli ci vollero appena tre secondi per reagire.
Non che fosse sua abitudine impicciarsi negli affari degli altri, ma Edo aveva passato abbondantemente il limite.
Appena un anno prima se gli avessero raccontato che si sarebbe frapposto tra il suo migliore amico e la sua ragazza avrebbe riso il faccia al veggente senza batter ciglio, eppure da Natale le cose nel gruppo avevano preso una piega strana. Sopratutto tra Alice e Edoardo, come se ci fosse un particolare sfuggito a tutti.
Quando cominciò a frequentare il gruppo di Jack Charlie ed Edo all'inizio della terza, conosceva solo loro tre e Laura con la quale aveva passato i tre anni delle scuole medie. Con Chiara e gli altri ragazzi si trovò subito sopratutto grazie alla sua verve comica, Alice fu l'unica a rimanere in disparte. Non che lo ignorasse o lo trattasse male, ma con lui come con tutti gli altri uomini che non fossero Jack manteneva un'aura di distacco mitigata solo dal sorriso luminoso che regalava al mondo.
Poco dopo le cose tra lei ed Edo cominciarono ad ingranare fino a stabilizzarsi, e conobbe l'Alice sotto la patina dorata di cui si ricopriva.
L'Alice con la media del nove in pagella e all'alcol test, l'Alice festaiola e divertente. L'Alice che ciondolava indolente la coda ramata ogni volta che prendendola in giro le urlava 'Rossa tutta gambe' in mezzo al corridoio.
Eppure da qualche tempo era diversa.
Più fragile e ancora più magra, sorrideva meno e spariva di continuo, aveva l'espressione perennemente tirata che nascondeva dietro a bicchieri stracolmi.
E poco prima quando l'aveva bloccato prima che uscisse, le aveva letto qualcosa di ancestrale negli occhi. Per quanto poco la conoscesse rispetto alle altre due, non se l'era sentita di ignorare quella muta richiesta d'aiuto. E davanti al gesto di Edoardo ne comprese le ragioni.
-Basta.-
Una parola.
Bastò una parola per allontanarlo da lei.
Cosa sarebbe successo se non avesse bloccato il Vigna prima che uscisse per non rimanere sola? Quella furia che Edo le stava riversando addosso a parole avrebbe trovato sfogo anche nei muscoli e nelle mani? L'avrebbe picchiata? Umiliata?
Non riuscì a guardarlo negli occhi, ne a voltarsi verso il suo protettore che le stava alle spalle. Chiusa tra i toraci massicci dei due ragazzi non ebbe il coraggio di muoversi.
-Lasciala Edo e vattene. Cerca Andre che tra poco iniziamo.-
Gli obbedì senza fiatare e imboccò la porta prima che Alice avesse il tempo di dir nulla.
Rimasero in silenzio per pochi istanti. Lui odiava il silenzio, e allo stesso tempo non avrebbe saputo che dirle per darle conforto, per questo riprese fuori la chitarra fingendo di dover controllare le corde. Una buona scusa per allontanarsi e lasciarle il tempo di metabolizzare l'accaduto.

Il BM era strapieno.
Che fosse per il concerto degli Afterblack o per il ponte scolastico, ad Alice poco interessava ma ben sapeva che la situazione avrebbe potuto rivelarsi un'arma a doppio taglio avrebbe potuto sfruttare la cosa a suo favore per nascondersi con Manuel, ma allo stesso tempo la inquietava tanto quanto la mensa della scuola, si sentiva braccata e con mille sguardi addosso, proprio quando non desiderava altro che affondare il volto nel suo petto.
Dopo la sfuriata con Edo ci aveva messo qualche minuto a riprendersi, risistemare il vestito, controllare il trucco e che le calze non si fossero smagliate, il tutto sotto lo sgurdo alibito del Vigna che la vide risorgere dalle sue ceneri stampandosi in faccia un sorriso luminoso che di falso non aveva nulla.
-Voi donne siete incredibili...- mormorò seguendola tra la folla sinceramente colpito.
Nemmeno si spercò a rispondergli, gli lanciò solo un'occhiata furbetta da sopra la spalla.
Solo quando furono ad una decina di metri dal tavolo dei loro amici lo bloccò tra la folla, in modo che si confondessero e nessuno facesse caso alla loro conversazione.
Lo fissò dritto negli occhi senza vacillare neanche un istante: -Non una parola su quello che è successo con Edo. Mai! A nessuno.- era un ordine bello e buono al quale non se la sentì di replicare.
Di nuovò le tornò il sorriso smagliate, bello e luminoso col quale credeva di riparare a tutto, anche se dietro il suo cervello lavorava a ritmi forsennati per cercare valide scuse.
Nessuno si accorse di nulla. Alice arrivò e salutò tutti: riempì Filo -che si era tagliato finalmente i capelli- di complimenti, mostrò apprezzamenti a Chiara e Martina per la scelta dell'abito e si perse in due parole con Jack. Al tavolo comparvero anche Andre e Manu con un paio di birre e lei sorrise a loro come aveva fatto con tutti, agitando la manina dalla perfetta manicure rossa, Andre passandole dietro le strappò un bacio sulla guancia mentre Manuel si limitò a lanciarle uno sguardo stranamente perplesso e prendere posto tra gli altri.
Il Vigna continuava a guardarla e a non capacitarsi di come facesse ad essere così mutevole. L'aveva vista vacillare sull'orlo della lacrime, sconvolta dalla paura di una persona di cui evidentemente si fidava, eppure ora la ragazza che aveva davanti pareva in tutto e per tutto la stessa di sempre.
O era un ottima attrice, oppure dietro quel sorriso nascondeva l'animo più spietato e calcolatore che avesse mai visto.
Tra tutti solo Laura e Manuel sapevano del biglietto di Edo e, se la prima aveva fatto finta di nulla davanti alla spensieratezza di Alice archiviando il resoconto ad un altro momento, il secondo nel saluto svagato della sua ragazza aveva letto a ragione un presagio di pessime notizie.
Senza nemmeno accorgersene in tutti quei mesi aveva imparato a leggere attraverso le sue maschere e vedere oltre tutte le impalcature di menzogne che si costruiva attorno, e conosceva bene quegli occhi cerulei o quel modo stupido di agitare la mano quando salutava. Era certo che qualcosa nell'incontro con Edo era andato storto, e l'assenza dell'altro non faceva che confermare le sue ipotesi.
Un paio di volte tentò di incrociare il suo sguardo, ma era impegnata in una fitta conversazione con Chiara sugli esercizi di fisica che la prof aveva assegnato per esercitarsi in vista della Terza Prova. Passò qualche minuto e ancora Chiara la teneva impegnata, nonostante la fisica fosse uno dei suoi argomenti preferiti pareva sempre meno interessata alle parole dell'altra e sempre più attratta dal pacchetto di sigarette col quale stava giocherellando da un po'.
Manuel sfruttò per una volta i metodi Aroldi, deciso a scoprire cosa fosse successo: finì l'ultimo goccio di birra rimasto nel bicchiere poi si alzò in piedi.
-Chi mi offre una sigaretta?- annunciò con un tono che decisamente non si adattava ai suoi soliti modi. Si premurò di passare un rapido sguardo su tutto il tavolo per poi finire di lei e sul pacchetto che stava torturando.
Non le ci volle molto per capire il messaggio da brava maestra d'inganni qual'era, sfoderò un sorriso innocente e prima che qualcun'altro s'intromettesse rispose mantenendo in piedi la maschera svagata e luminosa che aveva indossato: -Te la offro io, ma non ti dispace vero se mi unisco anch'io?-
Lui alzò le spalle ed si era già voltato quando tre parole raggiunsero il tavolo: -Come ti pare-

Is our secret safe tonight
and are we out of sight
or will our world come tumbling down?
Will they find our hiding place
is this our last embrace
or will the walls start caving in?


-Che è successo?-
Quando l'aveva seguito nel corridoio buio prima dell'uscita ancora non ci aveva pensato, era troppo impegnata a crogiolarsi nella perfezione del siparietto che avevano messo su per fregare gli altri e nel fatto che sicuramente nessuno aveva sospettato nulla, per fermarsi a pensare a che spiegazioni gli avrebbe dato nel momento in cui sarebbero stati soli.
Ora però quel momento era arrivato.
Che fare a quel punto? Dire la verità e coinvolgerlo in un vortice di urla bugie e rivendicazioni, oppure tenerlo all'oscuro, risolvere la cosa sottobanco rischiando però di partire col piede sbagliato e costruire le fondamenta del loro rapporto sul fango?
Una piccola bugia per evitare altri problemi, altro dolore e altri drammi?
Già una volta aveva tentato di scappare dalla realtà, una realtà di maschere per coprire lividi ancora bluastri. Era stata la notte di febbraio, la prima tra le braccia di Manuel, la prima in cui aveva abbassato la maschera e si era mostrata senza timore. E non se n'era pentita.
Edo le faceva paura, inutile negarlo, però non voleva dargliela vinta e intendeva dimostrargli quanto fosse cresciuta, e quanto avesse imparato dai propri errori.
Eppure dall'altro lato c'era Manuel, con le sue braccia forti e la pelle calda, Manuel e i suoi occhi scuri, che non aveva filtri e non sapeva trattenersi. Manuel che aveva già un passato abbastanza scuro sul quale non aveva il coraggio di gettare altre ombre.
La scelta era tra salvare Edoardo da Manuel o Manuel da Edoardo.
Decise in due secondi, poco prima che Manuel si fermasse nello spazio tra due macchina parcheggiate, lontano da chi non avrebbe capito, che non avrebbe permesso a nessuno dei due di rovinare la sua felicità. Avrebbe raccontato a Manuel che era stata dall'altro per parlare, che non era successo nulla di grave ma che al contrario avevano chiarito la loro separazione.
Poi alzò gli occhi.
Manuel aveva le mani in tasca come ogni volta che si sentiva a disagio, il sopracciglio tagliato ora coperto da un piccolo cerotto e l'altro ovviamente alzato, la mascella serrata con forza e le guance incavate dal disappunto.
E quegli occhi scuri. Così pieni da non aver bisogno di parole, così intensi da svuotarla da ogni dubbio.
Non era un ragazzo di molte parole, e Alice sapeva sarebbe diventato un uomo ancor più silenzioso e schivo. Eppure non vedeva l'ora di cominciare la sua vita con lui. Non poteva permettersi di mettere in gioco una posta così alta e per la quale aveva lottato così tanto.

If we live a life of fear
i'll wait a thousand years
just to see you smile again

E le parole uscirono come lava.
-Edo mi ha lasciato il biglietto all'entrata chiedendomi di vederci perchè voleva parlarmi, l'ho raggiunto nel deposito subito prima della porta di servizio. Quando sono entrata c'era anche il Vigna, se ne stava andando ma io l'ho praticamente implorato di restare. Poi Edo ha cominciato ad accusarmi di non essere gentile con lui e i toni si sono subito scaldati perché gli ho dato dell'idiota, lui mi ha accusata di nuovo di avere già un'altra storia e infine ha fatto la sua sparata geniale dicendo che posso divertirmi finché mi pare ma che tanto non avrei mai trovato nessun altro oltre a lui in grado di sopportarmi.-
Si fermò per prendere aria e tentennando di nuovo sulla parte saliente della vicenda.
Lui se ne accorse e la incalzò subito, senza lasciarle spazio per cambiare versione.
-Poi..-
-Nemmeno ho riposto. Gli ho detto che non avevamo più nulla da dirci e ho fatto per andarmene ma lui mi ha trattenuta: mi ha afferrato un braccio e ha cominciato a stringermi poi si è messo a urlarmi un faccia.- quasi trattenne il fiato in attesa dell'esplosione di Manuel, invece vide solo i nervi sui suoi avambracci tendersi sotto pelle, segno che probabilmente stava stringendosi i pugni nelle tasche. Le fece un cenno incomprensibile col capo.
-A quel punto è intervenuto il Vigna, gli ha detto di smetterla e di andarsene. E lui l'ha fatto senza dire una parola- non aveva nemmeno il coraggio di guardalo in faccia in quel momento, come se la colpa fosse sua che era andata da Edo incurante delle conseguenze.
Senza preavviso le afferrò i polsi veloce e gentile, se li portò davanti e osservò bene come se si aspettasse di vedervi inciso il tocco dell'altro. Quando non trovò tracce evidentemente si rilassò e la tirò leggermente, annullando quel passo che li manteneva a distanza di sicurezza per sguardi indiscreti, la strinse contro se stesso, conscio improvvisamente di quanto fosse scarsa e inadeguata la sua presenza accanto a lei.
Non le avrebbe mai più permesso di finire in guai come quelli.
Al diavolo l'idea di aspettare e tutti i bei discorsi che avevano fatto sul prendersi del tempo o sul rodarsi un po' prima di rendere tutto di dominio pubblico. Se Edo avesse voluto la guerra con lui avrebbe di certo trovato pane per i suoi denti.
-Ti prego, so cosa stai pensando, ma non farlo. Niente rappresaglie, ne vendette. Se gli dessimo credito questa storia finirebbe per rovinarci, io non voglio diventare il pretesto per sfogare la sua voglia di menar le mani, ne voglio che tu ora che hai chiuso con Cheru finisca per inguaiarti di nuovo. Gli starò lontana, non gli darò modo di infastidici.-
La preghiera di Alice venne sussurrata direttamente nel suo orecchio, fu quel fiato fresco a lenirgli la rabbia e riportare ordine nei suoi pensieri. Come avrebbe potuto ignorarla e tradire la sua richiesta? Proprio ora che lo stava rendendo così felice, proprio ora che stava cominciando ad abituarsi alla leggerezza che provava standole accanto.
-Ti supplico, lascia perdere... -
Si alzò un alito di vento, caldo e pieno, che le sollevò qualche ciocca di capelli le disperse nell'aria scura.
Alice alzò la testa, separandosi un poco da lui.
Nonostante i tacchi per guardarlo negli occhi era comunque costretta a piegare il collo, quando lì incontrò la stava fissando attentamente e vi lesse le stesse cose di quella stessa mattina, quando si erano separati sulla porta di casa.
All'improvviso sospirò e chinò la testa scrollandola come per svuotarla: -Va bene.-
-Davvero?-
-Davvero-
Non si trattenne oltre e lo abbracciò forte per la vita, tuffandosi completamente nel calore che le regalava.
Manuel rispose quasi con condiscendenza davanti a quell'entusiasmo, accorgendosi per l'ennesima volta di quanto fosse facile avvolgerla tutta con un solo braccio, e senza pensarci le posò le labbra sulla fronte.
Alice si smorzò appena e ritornò a parlare sottovoce: -Ero terrorizzata all'idea di vederti-
-Perché?-
-Non lo so... Temevo di aver sognato la notte scorsa, e quindi incontrandoti avrei scoperto che era stato tutto un sogno e probabilmente mi sarei sentita davvero idiota. E' stata una fortuna affrontare Edo prima di vederti, mi ha distratta dalla tremarella.-
Manuel nemmeno si impegnò per trattenere le risate.
-Ma cosa ridi? Sei un insensibile.- protestò vivacemente ma fu del tutto inutile davanti al sorriso sincero su quel volto.
-E scommetto che ti sarai cambiata dieci volte e sarai stata due ore a truccarti...-
-Mi correggo: sei un cafone insensibile!-
Iniziò a ribellarsi per scappare dalle sue braccia, tentativi senza alcuna speranza di riuscita, neppure i pizzicotti lo smossero. Provò di morderlo sulla mandibola ma si dileguò agilmente.
-Quindi questo vestito l'hai messo per me?- continuò a canzonarla col sorriso sulle labbra, senza degnare di uno sguardo l'opera per la quale lei aveva speso mezzo pomeriggio, e ovviamente in risposta ottenne solo l'ennesimo pizzicotto: -Smettila di torturarmi, non ho detto che non mi piace!-
-Non hai nemmeno detto che ti piace però!-
-Cosa me ne frega del vestito quando so benissimo che mi piace di più quello che c'è sotto, scusa?-
Dal tono e la faccia con cui gliel'aveva detto, evidentemente era serio e credeva pure di averle fatto un complimento.
Alice, indecisa se ridere o piangere, nel dubbio lo baciò.

Quando rientrarono il gruppo era già sul palco e al tavolo non era rimasto nessuno.
Insieme si buttarono nella mischia alla ricerca del resto del gruppo su specifica richiesta di Alice che non voleva suscitare sospetti, nonostante le invitanti proposte del suo ragazzo di fuggire da tutti e rifugiarsi in qualche localino del centro.
Appena li videro si riunirono al gruppo con naturalezza, e solo Laura la fissò più a lungo degli altri con un misto di sospetto e malizia davvero inquietante.
Il rock la scaldò subito. Non era mai stata ad un concerto che non fosse uno di quelli degli Afterblack, e delle loro canzoni non sapeva quasi nulla, ne riconosceva a malapena qualche motivetto, eppure la voce di Andre, roca e disperata, le scatenava qualcosa di caldo e avvolgente nel petto e nella gola.
Aveva scoperto questa vocazione pian piano, ascoltando dapprima solo la chitarra di Edo, poi prestando sempre più attenzione alla musica e alle parole. La prima volta che aveva visto Andre aggrapparsi al microfono cantando i Nirvana, l'aveva catalogato come un invasato, la seconda l'aveva guardato meglio e aveva cercato di capire se era solo una coreografia studiata o se invece seguisse il suo istinto, dopo la terza aveva cercato la canzone su you tube, e aveva capito.
Manuel invece adorava quella musica. Lo vedeva da come rilassava l'espressione e si dondolava la bottiglia di birra tra le dita, stavano a pochi passi di distanza ed avevano scambiato solo un paio di occhiate sbieche da quando erano tornati nel mondo reale, eppure come era già accaduto in passato lo sentiva vicino, una presenza onnipresente alle spalle, un paio d'occhi sempre su di lei. Prima d'allora avere Edo sempre intorno l'aveva spesso maldisposta, odiava l'idea di essere sempre controllata, ma Manuel era molto diverso: il suo orgoglio testosteronico gli impediva di dimostrarle apertamente quanto tenesse a lei, e mai -mai!!- si sarebbe fatto beccare a guardarla in un modo che fosse, anche solo di poco, diverso da quello di un leone davanti alla giugulare di una gazzella.
Quello stato le suscitava una profonda eccitazione, non in termini propriamente sessuali ma più verso l'adrenalina pura, era l'idea di averlo sempre vicino e non sentirlo a stordirla, come una sciarpa leggera sulle spalle.
Si voltò a guardarlo all'improvviso, fingendo di seguire la voce di Chiara, certa di coglierlo in flagrante. E rimase delusa per l'ennesima volta.
Lui stava là, a portata di mano, ma irraggiungibile per sua stessa volontà, canticchiando le parole del ritornello sopra un sorriso furbo. Si era accorto di lei e non aveva voluto darle la soddisfazione di beccarlo.
Filo si chinò versò di lui e parlò brevemente accennando al palco con il mento, Manuel scosse il capo probabilmente non condivideva le idee dell'altro, prese un sorso poi fu lui a parlare. Alice cercò di carpire le parole dal movimento delle labbra, ma fallì.
Ancora una volta lui sapeva di essere osservato.
-Che guardi?-
Laura e il suo maledetto occhio vigile, l'avrebbe strangolata volentieri in quel momento.
-Nulla-
-I tuoi stanno bene? Com'è andato il volo?-
-Sono tornati tutti interi. Stanno bene, anzi benissimo, mio padre è ingrassato sei chili in crociera, non vede l'ora di tornarci-
Laura non rispose, le sorrise, si guardò attorno inspiegabilmente attenta e tornò a farsi i fatti suoi mano nella mano con Charlie. Sempre più perplessa nei confronti di chi aveva attorno Alice decise che sarebbe stato meglio mantenere un profilo inattaccabile fino alla fine della serata.

All'alba dell'una il concerto era terminato, e con lui anche il fulcro della serata.
Alice e Manuel non erano più riusciti a "fumare una sigaretta" da soli, prima si era unito a lei Filo, la seconda volta Andre e il Vigna, la terza addirittura Laura che da salutista convinta quale era non avrebbe mai toccato una sigaretta nemmeno con un dito e le faceva sempre la ramanzina sul fumo passivo. Dopo l'ennesimo fallimento nei loro tentativi di ritagliarsi un angolo di privacy, al suo rientro Alice venne raggiunta da un occhiataccia scura e pregna di frustrazione.
Manuel si era mantenuto calmo e distaccato fin dopo la mezzanotte forse grazie alla misteriosa scomparsa di Edo, solo con l'arrivo di Cheru e della sua cloaca di scimmioni raggiunse il limite della crisi di nervi facendosi sfiorare dall'idea di implorarla di mollare tutti lì per chiudersi in un bagno, vedendolo in quelle condizioni cominciò ad attivare i suoi sensi da stratega.
L'occasione venne con Cheru al cui braccio stava attaccata una biondina che faticava a raggiungere l'età da liceo, che apparve al loro tavolo senza invito.
-Ma guarda un po'... L'elitè delle Stimate al completo.-
Qualcuno s'irrigidì sulla sedia altri lo ignorarono con un'alzata di spalle, Alice si trattenne dal voltarsi a vedere la reazione del suo ragazzo non solo per mantenere le apparenze ma sopratutto per non perdere di vista il nuovo arrivato.
-Cherubini leva le tende,  non sei gradito!- Filo era decisamente l'unico così sfrontato da rispondergli .
-Zonin nemmeno tu sei gradito, purtroppo però siamo obbligarti a vederti. In ogni caso volevo solo salutare il tuo amico Bressan, so che ieri ha avuto un incidente...-
L'atmosfera cambiò radicalmente in pochi secondi. Tutti i ragazzi del tavolo alzarono gli occhi su di lui, tesi e pronti a scattare ad un qualsiasi segnale, mentre Manuel a malapena si mosse per guardarlo in faccia, gli amici di Cheru erano una decina di metri dietro di lui, se qualcuno avesse alzato la voce sarebbero accorsi in pochi secondi, lo conosceva bene quindi sapeva che non si sarebbe mai esposto senza il suo gruppo pronto a spalleggiarlo.
-In giro si dice che tu le abbia prese.-
-Beh si dice anche che il tuo amico Dave sia accidentalmente andato a sbattere contro il pungo di qualcuno-
-Bressan...- Manuel carico di rabbia e sarcasmo non lo fece nemmeno parlare.
-Si dice anche che tu sia un succhia-cazzi.-
Il silenzio che avvolse le parole di Manuel durò solo qualche secondo, rotto immediatamente dalle risatine di tutti.
-Come vedi in giro se ne dicono parecchie di cose.-
-Bressan faresti meglio...-
-Cheru vattene-
Quel tono non ammetteva repliche, tanto che il suo avversario rimase di stucco per qualche secondo prima di mandarlo teatralmente a quel paese, voltarsi e andare via.
Nessuno osò parlare mentre Manuel si passava una mano sul volto con l'espressione più frustrata che gli avessero mai visto.
-Bene!- Alice si annunciò al mondo alzandosi in piedi fasciata come un'anguilla nel suo vestitino nero: -Dopo questo teatrino edificante, per me è tempo di prendere aria, il puzzo di carogna di Cheru mi ha nauseata abbastanza! Me ne vado a nanna e offro una sigaretta a chi mi da un passaggio a casa.-
L'unico a sghignazzare fu Manuel, rischiando per l'ennesima volta di buttare tutti i loro sforzi per mantenersi una copertura, gli altri la guardarono basiti afferrare la borsetta e la sigarette dal tavolo e attendere la loro reazione.
-Rossa, per una volta sono d'accordo con te-
Senza guardare in faccia nessuno anche lui si alzò con indolenza, pronto a tenere in piedi la loro commedia.
-Come pensi di portarmi a casa? In moto Bressan?-
-Se non ti sta bene prendi un taxi.-
Da un lato all'altro del tavolo nessuno continuava a fiatare, intenti da assistere alla seconda commedia della serata.
-Ce l'hai almeno il casco?-
-E tu le hai le sigarette?-
Alice alzò gli occhi al cielo sventolandogli davanti un pacchetto di Winston Blu come se fosse un povero scemo: -Per chi mi hai presa?-
-Che pazienza. Rossa muoviti prima che cambi idea.-
Entrambi salutarono il gruppo con l'aria di chi sta per andare al patibolo, per poi dileguarsi verso l'uscita in tutta fretta.
Attese un attimo dopodichè Jack si stiracchiò con un sorriso a trentadue denti e l'espressione beata.


-Ma secondo voi sono ancora convinti di fregarci?- domandò Charlie seguendo la chioma rossa di Alice sparire vicino al bar.
-Credo proprio di si- Filo se la rideva ormai apertamente dopo essersi trattenuto in presenza dell'amico, mentre i suoi tre compari, Andre il Vigna e Paolo lo seguivano a ruota.
E se le due migliori amiche di Alice a quelle parole strabuzzarono gli occhi, il resto del tavolo invece annuì colmo di serietà.











Spazio Autrice:

Che dire...solito ritardo
spero almeno che il capitolo vi piaccia
l'ho riscritto qualcosa tipo 10000 volte come al solito, poi stamattina in treno ho avuto la folgorazione
mi sono rotta e l'ho ricominciato ex novo!
E ora ho deciso di pubblicarlo e vedere che succede...
Qualcuno sicuramente rimarrà deluso, e qualcun'altro mi manderà sonori accidenti, so che vorreste un po' più "Ali-Manu"
e magari più scene hot...
ma ahimè vi ho lasciate un po' a bocca asciutta con una misera Alice capricciosa!! HIHI

La canzone in corsivo è Resistance - Muse
l'ultimo non è secondo me il loro album migliore ma se non l'avete ancora sentito o se non li conoscete (dubito!!) correte su you tube!!
L'ho scelta innanzitutto perchè la stavo ascoltando in treno, in secondo luogo perchè parla di atmosfere di sospetto e tenacia
nel proteggere un amore,
mi sembrava calzante.

A voi l'ardua sentenza.
Come sempre risponderò a tutte le recensioni (magari ci metto un po' ma alla fine rispondo)
e tutte le domande.
à bientot!

1bacio. Vale.




 
   
 
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