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Autore: IlaOnMars6277    14/09/2011    5 recensioni
"Cosa mi stava succedendo? Ultimamente mi ritrovavo spesso a fare sogni ad occhi aperti su di lui e non mi era mai capitato. Sin dall'inizio ci eravamo detti che sarebbe stato solo un rapporto lavorativo e di amicizia, per non creare incomprensioni e malintesi.Eppure ora facevo questi pensieri, dopo anni di lavoro."
[Vincitore dei NESA nelle categorie: Best Scena, Best Kiss, Best Long Fic, Best Female, Best Couple.]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La doccia mi aveva calmata ma ora che ero di fronte all'armadio andai in panico: avevo tutta la roba in valigia!
Tirai fuori tutto il contenuto delle valigie con furia, finchè non trovai un paio di pantaloni bianchi e un top nero. Ho sempre amato le cose appariscenti,ma mi piaceva guardarle, non indossarle. Così optai per una cosa semplice, come sempre. Mi sistemai velocemente ed andai al ristorante scelto da Natalie.
Speravo avesse fatto un ottimo lavoro, ne sarei stata io la responsabile. Quando arrivai, Natalie stava già parlando con Tomo e Vickie, stava raccontando dei suoi precedenti lavori e quando mi vide arrivare corse ad abbracciarmi "Grazie mille per l'invito! Sono così felice di poter conoscere tutti." Le sorrisi
e mi voltai a vedere gli altri che stavano arrivando. Shannon portava quelle scarpe fosforescenti che gli piacevano tanto, che attiravano l'attenzione su di lui; come se ce ne fosse bisogno. Jared aveva semplicemente cambiato maglietta, mettendone una nera con lo scollo a V. Mi superò senza guardarmi e si fermò a fare la conoscenza di Natalie. Lei aveva uno sguardo che non lasciava fraintendimenti, lo sguardo che vedevo spesso su molte donne, a volte anche uomini, che si fermavano a scambiare due parole con lui. Che sia diventato anche il mio sguardo?
La serata trascorse tranquillamente, tutti si divertivano e progettavano per il rientro in tuor. Solo due persone non partecipavano: Shannon e Jared. Il primo era preso a corteggiare Natalie che aveva occhi solo per l'altro che però non staccava gli occhi dal blackberry. Era strano quella sera, cioè, più strano del solito.
A cena finita andai a salutare Vickie, doveva partire e per un pò non l'avrei più rivista. Avevamo stretto una bella amicizia con lei ma non me la sentivo ancora di parlarle di quello che mi frullava nella testa. Salutai Vickie, mi voltai per andarmene e vidi Natalie salire in macchina con Jared.
 
Mi giravo e rigiravo nel letto. Non doveva interessarmi quello che lui faceva e con chi. Non doveva! Eppure ero lì, sveglia a pensare a lui, o meglio, a loro.
Perchè avevo voluto prendere un'assistente? Anche se non potevo dare la colpa a lei. Colpa di cosa poi? Di essere una bella ragazza e di aver colto l'attimo?
Quello che dovevo ammettere a me stessa era la semplice e ovvia verità: ero gelosa. E questo avrebbe compromesso le mie giornate ed il mio lavoro e non dovevo permetterlo.
Finalmente mi addormentai verso l'alba.
Venni svegliata da uno squillo continuo, era il mio telefono, chissà da quanto tempo squillava.
"Ciao Tomo, che succede?"
"Ti ho svegliata?"
"No, no. Sono sveglia già da un pezzo" mentì.
"C'è stato un problema con la seconda data, se passi un attimo vediamo di trovare una soluzione"
"Ehm, certo. Mi vesto e arrivo."
"Ok, grazie a dopo."
Mi alzai e corsi a prepararmi. Avevo un aspetto orribile, avevo dormito circa 4 ore ed era arrivato il mal di testa a completare l'opera. In più non volevo vedere Jared. Inghiottì rumorosamente, sospirai ed uscii.
 
"Shannon no! Credo che dovrete posticiparla."
"Ha ragione Emma, non possiamo annullarla. Sai poi come la pensa Jared. A proposito dov è?" Ero li a parlare con Shannon e Tomo di lavoro e lui non c'era. Non so cosa mi prese ma risposi a tono "sarà ancora ad allenarsi", quando dissi l'ultima parola mimai con le dita le virgolette.
Shannon rise e disse "Beh beato lui, si occupa sempre di tutto; per una volta lasciamolo stare."
"Sicuramente da oggi avrà più tempo per frequentarla visto che non avrà il lavoro". Durante la notte avevo deciso che era stata un'idea stupida assumere un'assistente, ce la facevo da sola, come ho sempre fatto.
Tomo non sembrava d’accordo, "E perché? Mi sembra simpatica, capace e professionale"
"Sei un ingenuo. Professionale? Il primo giorno di lavoro, anzi di prova, se ne va senza salutarmi e sale in macchina con il mio capo per andare chissà dove a fare chissà che?"
"Se non ti conoscessi Em, penserei che tu sia gelosa". Shannon mi scrutava per vedere la mia reazione alla sua frase.
"Certo che non sono gelosa, lo dico per lui."
"Cosa dici per me?" Era entrato dal retro e non lo avevo sentito. Era vestito come la sera prima e sembrava rilassato.
"stavo dicendo che non vorresti annullare mai una data, ecco perché abbiamo deciso di posticiparla." Mi ripresi al volo.
"Si, sono d'accordo."
Tomo ricevette una telefonata, si scusò e andò via, Shannon si diresse al piano di sopra per fare una doccia. Non volevo rimanere da sola con lui, avevo i nervi a fior di pelle. Presi il portatile e comincia a rimetterlo nella custodia.
"Puoi rimanere anche qui a lavorare, così se c'è qualche problema puoi chiedermelo direttamente."
"No, Jared. Grazie, ma preferisco andarmene a casa."
"Stai male?"
"No, è tutto ok." Mi fissava. Aveva capito che qualcosa non andava ma continuava ad indagare cercando di leggere il mio sguardo, che purtroppo cercavo di rivorgergli il meno possibile.
"Dai. Rimani qui. E' più comodo sia per te che per me." lo aveva quasi sussurrato.
"No, dai. Poi tu vorrai riposarti dopo l'allegra nottata." Perché non mi ero stata zitta ed ero andata via?
"il tuo tono sembra seccato", ero pronta a negare quando squillò il mio telefono, era Natalie. Mi aveva chiamata per sapere se la sua prima prova era stata superata.
"Si sei stata molto efficiente ma, mi dispiace, non posso assumerti. Mi sono resa conto di non aver bisogno di un'assistente, riesco a fare tutto da sola. Per una volta che ho delegato, non sapevo che farmene del tempo libero. Mi dispiace, parlerò bene di te a chi me ne chiederà." Detto questo, Natalie chiuse la telefonata con un "è stato un piacere".
Gettai il telefono nella borsa, recuperai il giacchetto e mi voltai verso Jared per salutarlo. Mi stava guardando in un modo che non saprei descrivere, non sapevo se ridere o scappare via il più presto possibile. Visto che continuava a fissarmi senza parlare, cercai di dire qualcosa.
"Che c'è?"
"Il motivo per cui l'hai licenziata sarebbe?
"Non è stata licenziata! Non è stata assunta, è differente. Era in prova."
"Il motivo?" insistette.
"Eri qui mentre lo spiegavo. Hai sentito".
"Ok riformulo la frase. Il motivo VERO per cui non è stata assunta?"
"Ok, te lo dico. Non è stata molto professionale. E hai capito benissimo a cosa mi riferisco."
"Immaginavo"
"Si certo, tu sai sempre tutto! Ma sei così ingenuo da farti prendere in giro da queste bambinette che ti usano solo per farsi fare qualche foto da qualche paparazzo e finire sulla bocca della gente per qualche settimana. Perché tanto è quello il tempo che durano." Ok, avevo sputato tutto quello che avevo da dire.
"Ma tu pensi che io non lo sappia? Fa comodo a me e a loro. Scambio reciproco." Pensavo mi avrebbe attaccata dicendo che dovevo farmi gli affari miei e che era tutto falso quello che avevo detto. Con questa risposta mi aveva spiazzata. Non avevo ragionato da quest'altro punto di vista.
"Beh, allora è una ragazza opportunista e ho fatto bene a non assumerla"
"Ma non puoi saperlo, non la conosci"
"Perché tu si? Chissà che ti avrà raccontato sul suo conto! Sai, comincio a capire perché ha avuto sempre contratti di lavoro brevi. Ora che ci penso, mi sembra anche abbastanza ovvio! Se ogni volta si comporta come ha fatto il primo giorno di prova, non fa una bella figura!" senza accorgermene avevo cominciato ad alzare troppo la voce.
"Em, calmati"
"No che non mi calmo. Io non mi sono mai comportata così! Bella reputazione che mette in giro del nostro lavoro, quella poco di buono"
"Ma io non lo..."
"E ti dirò di più! Quella è venuta a chiedermi il lavoro, proprio perché sapeva per chi lavoravo!!" ero veramente arrabbiata, più urlavo e più i miei occhi vedevano la verità.
"Emma cazzo smettila di urlare! Non ti riconosco più, ma che ti prende?" mi teneva per un polso. Mentre urlavo avevo iniziato anche a gesticolare pericolosamente. Fissai la sua mano che stringeva forte la mia, seguì con lo sguardo il percorso del braccio alla spalla, dal collo alla bocca, dalla bocca agli occhi; fissi su di me e inquisitori. Quando incontrarono il mio sguardo si addolcirono e la bocca li accompagnò con un breve sorriso. Il mio cervello urlava "idea pessima! vattene!", mentre il cuore mi invogliava a fare il contrario. Nessuno dei due organi poteva sapere se fosse un'idea saggia, l'unico modo per scoprirlo era provarci. Presa da uno scatto di coraggio che proprio non mi apparteneva. Mi avvicinai di scatto, lo afferrai per il collo e posai le mie labbra sulle sue.
   
 
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