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Autore: Iurin    14/09/2011    6 recensioni
Questa storia sarà... strana. Non ci sarà né romanticismo né quant'altro, nessuna storia d'amore, nessuna ragazza che cerca l'uomo perfetto.
Ci sarà, semplicemente, Willy Wonka.
E come potete capire dal titolo, è un Willy Wonka piuttosto... particolare.
L'altro giorno, infatti, stavo guardando per la diecimlionesima volta La fabbrica di cioccolato (xD) e sono giunta ad una conclusione: Willy Wonka è CATTIVO.
Certo, entro i limiti del possibile xD
Ma non potevo non rimanere turbata mentre guardavo la sua espressione compiaciuta quando a qualche bambino capitava qualcosa di...sì, diciamo di brutto.
E così nasce questa fanfiction! Farò rivivere le avventure dei 5 bambini all'interno della fabbrica, ma tutto sarà visto dal punto di vista di Willy, con tutti i suoi pensieri su quello che gli sta accadendo intorno. I suoi sadici pensieri xD
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti, Willy Wonka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lo so: sono imperdonabile D:
Sono sparita per mesi senza aggiornare ç__ç
Ma ora sono tornata!!! E vi posto un nuovo capitolo :D
Spero vi piaccia, e mi raccomando, fatemi sapere che ne pensate ;)
A presto, stelle del cielo!



Capitolo 2

 
Le porte vennero aperte, e Willy cominciò subito ad addentrarsi nella nuova stanza. Alberi di zucchero, zucche ripiene di marmellata si manifestarono alla vista dei visitatori, che rimasero tutti a bocca aperta. E poi, beh, poi c’era il fiume di cioccolato. Con tanto di cascata.
“Non agitatevi, per favore.” Disse allora Willy “Rimanete calmi.”
Ci aveva messo mesi e mesi di lavoro, lui, per produrre una tale meraviglia: era stato uno dei suoi primi progetti, dopo la momentanea chiusura della sua fabbrica; un progetto ambizioso, senza alcun dubbio, ma lui ci aveva messo anima e corpo nel realizzarlo, e alla fine era riuscito a produrre…quello: un giardino che avrebbe soddisfatto anche il più pretenzioso goloso del mondo. E infatti Willy provava una soddisfazione immensa nell’osservare le espressioni allibite di chi in quel momento aveva attorno a sé.
 
Non credete ai vostri occhi, eh?
…Speriamo non mi combinino macelli…
 
Willy continuò allora a camminare, e durante quel piccolo tour passo però un ponte, proprio accanto alla cascata di cioccolato.
“Questa cascata” Disse Willy voltandosi verso il gruppetto dietro di sé e parlando a voce alta per sovrastare il rumore della cascata “E’ molto importante: mescola il cioccolato. Lo rende leggero e spumoso. Già! E comunque…nessun’altra fabbrica al mondo una cascata per mescolare il cioccolato. E su questo non ci piove!” E poi fece un’espressione soddisfatta.
 
Eh! Vorrei pure vedere!
 
Scese allora dal ponticello, allontanandosi leggermente dalla cascata, proprio nel momento in cui una piattaforma con sopra attaccati dei tubi stava passando sulla loro testa. Willy, accorgendosene, si fermò, e allora, dopo averli indicati, disse di nuovo:
“Quei tubi risucchiano il cioccolato, e lo portano in giro per tutta la fabbrica!” E poi aggiunse: “Oh! A proposito, vi piace il mio prato? Assaggiate la mia erba, prendetene un filo! È deliziosa, e molto, molto… gradevole.”
“L’erba si può mangiare?!” Esclamò il bambino che, nella stanza precedente, non aveva neanche risposto alla sua domanda.
 
Secondo te, bambino, lo avrei detto se così non fosse?
 
“Certamente.” Rispose, però, pacato, Willy “Tutto in questa stanza è commestibile. Persino io lo sono. Quello, però, si chiama cannibalismo, miei cari ragazzi, e infatti è disapprovato in molte società. Già.”
Tutti i presenti lo guardarono ammutoliti, come se avesse detto qualcosa di inconcepibile.
 
Cos’è, siete sconvolti dalla mia cultura mondiale? Bah.
E poi cosa sono quelle facce? Non avete niente da dire? Ma chi mi è capitato…
 
“Beh… Divertitevi!” Continuò allora Willy, facendo un gesto con la mano, come a voler mandar via tutti quanti “Avanti. Sciò, sciò.”
E tutti quanti, bambini e genitori compresi, si sparpagliarono per andare ad… esplorare, magari, il suo unico ed inconfondibile mondo. Tutti tranne un genitore, in verità: il padre della viziatissima ragazzina impellicciata, infatti, era rimasto fermo, a fissarlo con sguardo quasi scioccato.
 
Poi dicono che sono io, quello strano, per tutti i chicchi di cacao. Cosa vuoi, magnate?
 
Willy sostenne lo sguardo, ovviamente, con occhi vacui ed uno dei sorrisi più finti che riuscisse a produrre. Fino a quanto, poi, il signor… Salt? …non se ne fu andato anche lui.
 
Umpf. Mi ci toccava pure quello che si sente il superiore di turno.
Il Superiore sono io, carissimi e non desiderati ospiti.
 
A quel punto, rimasto solo, Willy si premunì di guardarsi intorno, tanto per assicurarsi che quella banda di ‘esterni’ non portasse la distruzione più completa nel suo giardino di delizie: vide madre del maialino – niente affatto dissimile dal figlio, in effetti – intascarsi più cioccolata che poteva.
 
Patetica. E comunque ti si scioglierà tutta nel giro di cinque minuti.
Doppiamente patetica.
 
Con una smorfia si girò da un’altra parte, per vedere il ragazzino più normale, tra i tanti, parlare per qualche secondo con la ciancica-gomme sotto il salice piangente delle mele caramellate. Poi vide la madre della ciancicona rimpinzarsi di dolcetti al lampone, presi dal suo fungo gigante.
 
Attenzione alle carie, madmoiselle.
…Carie. Carie, carie, carie, carie, carie, carie…
 
Preso dal panico si voltò di nuovo, per posare lo sguardo sul bambino ciccione, e il disgusto – per sua fortuna – prese il posto del senso di panico: quell’ingombrante ragazzino stava ingurgitando quanta più roba fosse possibile. Se non si fosse dato una calmata sarebbe semplicemente esploso.
 
Ma guarda questo… E’ peggio di una catastrofe naturale, brutto, stupido, enorme…
Ma il suo pensiero venne interrotto dall’esclamazione di una bambina:

“Papà! Guarda là!”
Willy individuò dapprima la bambina che, con la mano libera dal leccalecca che aveva recuperato chissà dove, stava indicando qualcosa dall’altra parte del fiume di cioccolata.
Il gruppo si ricompattò, a quel punto, Willy Wonka compreso, tutti per guardare cosa avesse interessato a tal punto quello scricciolo.
 “Oh!” Fece Willy, una volta individuato cosa avesse attirato l’attenzione
I suoi Umpa Lumpa, infatti, esserini tanto piccoli quanto servizievoli e capaci, erano proprio intenti, in quel momento, a svolgere una delle loro tante mansioni.
“Sono persone vere?” Chiese, a quel punto, Tivù, scettico.
“Certo che lo sono: sono Umpa Lumpa.” Rispose, semplicemente, il cioccolatiere “Importati direttamente da Lumpalandia.”
“Non esiste quel posto.” Disse il padre di… qualcuno.
“Cosa?” Chiese Willy voltandosi leggermente di lato, tanto per vedere chi avesse osato fare un’affermazione simile.
 
Con quei capelli… Non mi sorprende che tu sia intellettualmente inferiore, tizio.
 
Come osava mettere in dubbio quanto aveva detto? Lui c’era, per caso, quando era andato in Lumpalandia?
 
No! E allora taci!
 
“Signor Wonka,” Continuò però quello “Si dia il caso che io insegni geografia alle superiori, e…”
“Allora saprà benissimo di che terribile posto si tratti.” Lo interruppe Willy, punto nel vivo.
 
Umpf!
 
Il ‘professore’ non rispose.
 
Bene.
Se dovete sparare sconclusionaggini, a questo punto vi preferisco muti.
 
Ma dato che a quanto pareva nessuno dei suoi graditi ospiti pareva conoscesse la famosa Lumpalandia, willy si prodigò in una spiegazione su quello che avesse affrontato in quel posto, tra le sue tante foreste, fino a quanto, invece di trovare nuovi sapori per i suoi dolci – a meno che non volesse usare il sangue dei Farabocchi… idea interessante, non fosse stato troppo amaro – aveva trovato gli Umpa Lumpa. E lui li aveva convinti ad andare a lavorare nella sua fabbrica, in cambio di un salario fatto di chicchi di cacao, che loro adoravano nel vero senso della parola.
 
Sono persino un  magnifico contrattatore, ma guarda un po’.
 
Ed aveva appena finito di raccontare, Willy, che la grossa signora accanto a sé grido, nella direzione opposta a dove si trovavano loro:
“Augustus! Non è consigliabile quello che fai!!”
Willy guardò, annoiato, verso quel nuovo interessante spettacolino, per poi accorgersi che il bambino grassoccio stava bevendo il suo cioccolato, dal suo fiume, portandoselo direttamente alla bocca con le mani.
 
Orrore!!
 
“Ehi bambino!” Lo richiamò Willy, da lontano “Il mio cioccolato non dev’essere toccato da mani umane!”
Ma il bambino, invece di ascoltarlo, si chinò ancora di più in avanti, a finì, così, per caderci, nel suo fiume.
Intorno a sé Willy sentì tutti esclamare un ‘Oh!’, mentre lui chiuse gli occhi e girò leggermente la testa da un lato, con un’espressione schifata ed infastidita allo stesso tempo.
 
Ma cosa mi doveva capitare… Non faccio neanche in tempo a dire che il mio cioccolato – mio – non va toccato con le mani e tu ti ci butti dentro? Ma perché a me?!
Secondo te sono stupido, che uso dei costosissimi tubi?!
 
“Augustus!” Esclamò di nuovo, stavolta leggermente isterica, la madre del moccioso, per poi rivolgersi, quasi implorante, direttamente a Willy Wonka “Non sa nuotare! La prego, lo salvi!”
Willy stava proprio per rispondere che – no – si sarebbe dovuto salvare da solo, quando si accorse che, esattamente sulle loro teste, stava proprio passando uno dei suoi tubi che, presumibilmente, stava per mettersi a lavoro. E quindi stava per risucchiare litri e litri di cioccolato fuso.
Willy non rispose più alla donna, che aveva anche smesso di guardarlo, e gettò un’altra occhiata prima al tubo e poi ad Augustus, che ancora annaspava nel fiume.
 
Bene, caro, carissimo bambino. Volevi il cioccolato? Ora te ne do quanto ne vuoi. Ti ci potrai… annegare, nel cioccolato.
 
E un sorrisetto gli increspò le labbra.
Il tubo, come previsto, calò dall’alto, ed andò a finire non volto lontano da dove si trovava Augustus; ovviamente incominciò a risucchiare, e, come’era prevedibile, Augustus era compreso nel pacchetto. Ben preso il bambino si ritrovò all’interno del tubo, che però, malgrado tutto, era troppo stretto, per lui, e ben presto si ritrovò… incastrato. Nessuno fece in tempo a commentare senza esprimere un qualcosa che fosse già ovvio agli occhi di tutti quanti che, proprio in quell’istante, gli Umpa Lumpa iniziarono ad agitarsi.
“Che stanno facendo?” Chiese qualcuno.
 
Evidentemente il signorino Gloop ha già perso la sua ingombrante attrattiva, eh?
 
“Credo che stiano per deliziarci con una… canzoncina. È un’occasione speciale, ovviamente: non abbiamo avuto visitatore per molte lune.” Rispose tranquillamente il cioccolatiere.
E così gli Umpa Lumpa iniziarono a cantare; e l’argomento, ovviamente, era il sempre incastrato nel tubo Augustus Gloop.
Inutile dire che Willy Wonka si stava divertendo un mondo.
“…Così ciccione ed infantile.” Dicevano gli Umpa Lumpa, nella loro canzone, e Willy Wonka sorrideva compiaciuto “…E’ un moscerino fastidioso...”
E poi… Quando ormai la canzone stava per giungere a termine, Gloop si disincastrò, e il tubo lo risucchiò del tutto, sparendo, così, finalmente, dalla loro vista.
 
L’avevo detto che se fossi stato fortunato non avrei più dovuto averti intorno passata un’ora.
Evidentemente lo sono, allora.
 
“Bravi!” Esclamò Willy, interessato di più alla canzone appena finita degli Umpa Lumpa che alle sorti di quel bambino “Molto bravi!”
“Non sembrava improvvisata.” Disse il padre della viziatella, a quel punto, quasi interrompendo l’entusiasmo del padrone di casa.
“Già.” Disse qualcun altro “Come se già sapessero.”
Willy guardò quest’ultimo con sufficienza. “Ah! Bazzecole.”
Willy stava, poi, per ricominciare a camminare, ridando il via alla visita nella sua fabbrica – apparentemente completamente dimentico che un bambino era stato appena risucchiato da uno dei suoi tubi. Ma poi la madre del ragazzino lo bloccò.
“Dov’è mio figlio?” Esclamò lei “Dove porta quel tubo?”
Quel tubo” Rispose Wonka, palesemente infastidito “si dia il caso che porti alla stanza dove produco le più deliziose praline alla fragola ricoperte di cioccolato!”
“E quindi verrà trasformato in praline e… e venduto in tutto il mondo?!”
L’espressione di Willy era delle più sconvolte.
“No.” Rispose, allora, lui “Non lo permetterei mai! Si immagina una pralina al gusto di Augustus Gloop?” Fece una smorfia, a questo punto, molto… schifata “Ugh! Non le comprerebbe nessuno.”
La signora lo fisso incredula.
 
Andiamo, signora, tu compreresti un dolce che sa di bambino?!
…Non sarà mica per questo che mi guardavano strano, quando parlavo di cannibalismo, allora?
 
Ma dato che a quanto pareva doveva proprio… prodigarsi per recuperare quel ragazzino, si girò, e con un verso piuttosto particolare chiamò a sé un Umpa Lumpa, che arrivò di corsa.
Willy si abbassò con la schiene, di modo da arrivare, più o meno ,all’altezza dall’omino.
“Portate la signora Gloop nella sala delle praline, e con una… pertica pescate nella tinozza del cioccolato e trovate suo figlio. Ok?”
L’Umpa Lumpa fece con le braccia un gesto che voleva dire che aveva capito, e Willy fece altrettanto, poco prima che l’Umpa Lumpa si facesse seguire dalla signora Gloop.
 
E se siamo fortunati, ragazzino, prima di ripescarti verrai preso un po’ a perticate.
 
“Signor Wonka?” Chiese, a quel punto, un bambino, quello più… mah, docile? “Il nome di Augustus era già nella canzone.”

Che perspicacia.
 
“L’improvvisazione è un trucco da salotto.” Rispose Willy.
“No, non lo è.” Rispose Mike Tivù, e Willy lo guardò molto male, prima di rivolgersi alla bambina bionda “Tu, ragazzina, dì una parola qualsiasi.”
“Chewing gum.” Rispose lei.
 
Che potevo aspettarmi…
 
“Il chewing gum che dici tu è la cosa che odio di più.” Disse subito Willy “Visto? È uguale.”
“No, non lo è.” Fece Mike Tivù.
 
Ma tu sai solo dire ‘No, non lo è’?
 
“Er…” Gli disse il cioccolatiere, così da liquidarlo e farlo tacere “Tu non dovresti borbottare. Perché non capisco una parola di quello che dici.” Mike Tivù non disse nient’altro, e Willy fece un’espressione più che soddisfatta “Bene.” Disse poi “Continuiamo il giro.”
E, così, il bambino che affogava le proprie voglie nel cioccolato, a Willy assolutamente precluso alla stessa età di Augustus Gloop, rischiò davvero di affogarci, nel cioccolato.
Rischiò.
Forse.
 
Chi è il prossimo?

   
 
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