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Autore: Aesir    14/09/2011    1 recensioni
[Aliens/Predator]
Racconto che si svolge nell'universo fantascientifico di Alien e Predator, o rispettivamente come si chiamano xenomorfi e yaut'ja.
La storia segue il film Alien vs Predator, ma va a cancellare i vari Alien seguenti.
La storia comincia con un'oscura profezia.
E' il 2012.
E gli xenomorfi... stanno arrivando...
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo un pochino demenziale. Per la musica andate su Youtube e guardate il Trailer di AVP Redemption

Scena Ventidue (XXII): TORNANDO SULLA TERRA
 
Astronave yaut’ja, da qualche parte nello spazio, in direzione del pianeta Terra.
 
L’astronave si spostava nello spazio come uno squalo affamato in cerca di prede negli oceani.
Silenziosa, elegante e letale.
Anche qualcosa nel suo disegno, la linea affusolata, la parvenza minacciosa, rammentava un predatore.
Lo yaut’ja guardava fuori dalla navicella.
Presto, molto presto sarebbe giunta al pianeta degli umani…
E lui avrebbe avuto la sua vendetta.
Si diresse verso la sala dei trofei e cominciò a ripulire il teschio di una creatura non meglio identificata…
 
Nella sala di controllo, gli altri due yaut’ja e Lex scrutavano una mappa della zona.
 
Era strano… nel silenzio… sembrava quasi di sentire un coro d’organi nelle sale…
 
Con un ringhio Miyrth ‘Feriij ripose il teschio nella bacheca…
 
Era stata ottenuta da dati orbitali che individuavano le fonti anomale di energia riconducibili agli alieni.
 
La musica continuava…
 
Le quattro mascelle ticchettarono…
 
In seguito erano stati elaborati da un calcolatore per ottenere l’immagine in tre dimensioni che era proiettata dinnanzi ai tre.
 
Crescendo…
 
Sapeva cosa gli si chiedeva di fare…
 
Nessuno parlava.
 
Lenta scala…
 
Aveva chiesto agli altri di seguirlo, era vero… ma la missione restava la sua vendetta…
 
L’umana avrebbe voluto chiedere qualcosa, provare a fare conversazione, qualsiasi cosa per rompere quel silenzio, ma la concentrazione degli yaut’ja era assoluta.
 
Momento di sospensione…
 
La creatura si alzò, impugnando le sue armi.
Controllandole una dopo l’altra…
 
La proiezione mostrava in maniera estremamente precisa lo stato della zona presa in esame: era un complesso forse di origine militare, ed oltre un certo raggio era completamente circondato da uova di xenomorfi.
 
La musica continua sullo stesso tono…
 
Sembravano tutte a posto…
 
L’immagine aveva qualcosa di strano…
 
Quasi una lenta e macabra reinterpretazione de Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi…
 
Le lame retrattili vennero estroflesse…
 
La ragazza si chiedeva perché le uova si trovassero solo lì e non oltre, perché non oltrepassassero quel raggio, come potesse l’installazione essere ancora in piedi e apparentemente illesa, in mezzo alla
devastazione totale.
 
Si sente l’avicinarsi di un momento importante…
 
La lancia telescopica si chiuse…
 
Osservando meglio la figura notò che qualcosa si era staccato dalla superficie per poi spiccare il volo, qualcosa che di sicuro non era un uccello per quanto si sforzasse di assomigliargli nell’aspetto generale.
 
Perfino le note sembravano averne timore…
 
I maul scattarono…
 
Forse era il caso di avvertire gli yaut’ja…
Ma no, si disse subito dopo, un dettaglio così è impossibile non notarlo…
 
Sembravano rifugiarsi davanti alla creatura…
 
Il plasmacaster si alzò sulla sua spalla…
 
Chissà che cos’era poi…
 
Fuggire alla sua vista…
 
Il pugnale cerimoniale scivolò nel suo fodero…
 
Una nuova forma di kainde amedha…
 
Quasi una musica religiosa, ora…
 
Gli shurikens si aprirono con uno scatto sinistro…
 
O qualche altra creatura ancora?
 
Il momento culminante…
 
Sollevò il bioelmo decorato…
Si fermò…
 
Probabilmente non l’avrebbe mai saputo…
 
La canzone silenziosa sembra non aver aspettato altro che questo momento…
 
Prese l’altra maschera, quella spoglia, con il solo marchio del sangue acido dei kainde amedha a farle da ornamento.
 
E non aveva il coraggio di chiederlo, no, non con quel silenzio di tomba, quel silenzio che ghiacciava il sangue nelle vene…
 
Ecco… il momento culminante… l’apice…
 
Miyrth ‘Feriij indossò il bioelmo, lentamente, alzando il capo verso la fonte luminosa…
 
Gli alieni si staccarono dalla postazione.
Non ci fu bisogno di parole.
 
Meravigliosa musica…
 
Un cacciatore che prende le sue armi…
 
Sapevano tutti lo scopo della missione…
 
Per restaurare…
 
Tutti sembravano attendere con il fiato sospeso… stare… a sentire ciò che sarebbe venuto…
 
L’ONORE…
 
Sì… sì… sì…
 
DEGLI YAUT’JA…
 
La musica si acquieta…
 
[…] s’udì un lungo rombo tumultante
come la voce di mille cascate d’acqua;
e lo stagno cupo e profondo ai miei piedi
si chiuse ad un tratto, silenziosamente,
sulle rovine della Casa degli Usher
 
-Edgar Allan Poe, La Rovina di Casa Usher 
   
 
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