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Autore: LittleBo_    14/09/2011    1 recensioni
La vita è una cosa così sfuggente. Per quanto tempo ancora potrò stare con te, Natsumi? E' per questo che ti scrivo questa lunga lettera. Voglio raccontarti una storia difficile, la mia storia.
Quando leggerai le mie righe sarò già certamente scomparsa dalla tua vita.
Ma esaudisci il mio ultimo desiderio; siediti in giardino con tuo padre, in una giornata tranquilla. Leggi il mio racconto con lui e non smettere di sorridere.
E ricordati Natsumi, nessuno ha un destino già segnato dalla nascita, spetta a te disegnarlo...
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kururugi Suzaku, Lelouch Lamperouge, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il principio. Canzone in riva al mare.
 

La mia storia ha una premessa da ricercarsi nel passato più lontano, quando avevo otto anni. Già allora seguivo mia madre nei suoi viaggi da una corte all'altra. Ti chiederai il perchè di quegli spostamenti. Beh, lei, Nadeshiko Yume, era la geisha più importante e richiesta del mondo ed io, sua figlia, dovevo divenire la sua erede. Da quando ero nata, mi aveva sempre educata a questo scopo ed io per molto tempo ho creduto che quello fosse il mio destino, già scritto prima che nascessi. Ma tra me e le altre maiko o geishe c'era una differenza: mia madre mi aveva sempre costretta a nascondere il volto dietro a un velo. Forse era per rendermi più interessante agli occhi degli uomini, forse perchè rappresentavo il suo più grande peccato, dato che mi aveva concepito con l'uomo al quale aveva venduto il proprio mizuage, di cui ho ignorato l'identità per molto tempo.
Il viaggio che cambiò la mia vita ebbe luogo proprio uno di quei giorni, quando ancora ero solo una bambina.
Mia madre era stata richiesta alla corte di Britannia, per intrattenere gli ospiti illustri dell'imperatore. Decise che quella sera sarebbe cominciata la mia attività di maiko, nonostante la mia tenera età.
Quella mattina ci preparammo in tutta calma e al meglio. Mia madre mi vestì con il kimono più bello che avevo a disposizione. mi truccò come una maiko adulta, e intrecciò i miei lunghissimi capelli neri in un'acconciatura per me complicatissima, che sorreggeva anche il velo che mi copriva completamente tutto il volto.
Quando ebbe finito mi guardò orgogliosamente e mi disse "Andiamo" con la sua voce che non ammetteva contestazioni.
La seguii senza proferire parola e salimmo su una carrozza.
Il viaggio fu lungo e stancante. Arrivammo a palazzo che era sera. L'aria era frizzantina e assolutamente piacevole. Una serata perfetta per la mia presentazione, come mi disse mia madre.
Il cocchiere ci aiutò a scendere e l'imponente castello di Britannia si stagliò fiero dinnanzi a noi. Seguii timidamente mia madre all'interno delle mura. Salii una lunga scalinata costeggiata da servitori. Due guardie ci annunciarono alla corte e un portone si aprì rumorosamente davanti a noi, seguito dal suono squillante di alcune trombe. Tutti i presenti si voltarono ad ammirare incantati la bellezza di mia madre, che si trovava elegantemente in piedi di fianco a me. Dopo che si fu assicurata che tutti l'avessero notata, attraversò lentamente e con stile la stanza per poi inchinarsi di fronte all'imperatore, seduto sul trono. Io, naturalmente, la imitai come meglio potevo.
"Benvenuta a Britannia, lady Nadeshiko. Ho sentito molto parlare di te, e devo dire che le lodi che ricevi sono del tutto meritate."
"Sono onorata di potervi servire, sire. Ci tengo anche a presentare alla corte e alla sua regale presenza mia figlia Misaki, che diventerà la mia erede."
Mi spinse delicatamente avanti, di fronte all'imperatore. Mi inchinai come mi aveva insegnato.
"Noto che non posso ammirare il volto di vostra figlia e me ne rammarico."
"Sire, nessuno ha mai guardato il viso di Misaki. Lo mostrerà solo il giorno del suo debutto come geisha."
"Allora sarò onorato di far sì che si svolga alla mia corte."
Mia madre si inchinò ed io la imitai. Poi ci spostammo di lato e il ricevimento riprese il suo corso. Mia madre iniziò ad intrattenere gli ospiti, scopo per il quale era stata invitata, e dopo qualche ora decisi di uscire sulla scogliera che si profilava subito fuori dal salone.
Mi sedetti su una roccia, guardando le onde infrangersi a riva. Mi sentivo così sola ed ero stanca di essere trattata da tutti come un oggetto, compresa mia madre. Mentre ero assorta nei miei pensieri sentii un tocco lieve su una spalla che mi fece sussultare. Mi alzai di scatto, perdendo l'equilibrio. Stavo per finire in acqua, quando una mano mi afferrò un braccio, tirandomi verso la spiaggia.
Mi girai in direzione del mio salvatore, con il cuore in gola. Era un bambino sui dieci anni, con i capelli scuri, leggermente lunghi, e gli occhi viola intenso. Il cuore mi batteva così forte che temevo potesse sentirlo.
"Ehy, che cosa fai lì impalata?"
Mi riscossi e scesi dallo scoglio, sorridendogli, anche se dopo mi ricordai che non poteva vedermi.
"G-Grazie."
Lui mi osservò attentamente.
"Perchè porti un velo sul viso e sei vestita in un modo così ridicolo?"
Non riuscii a trattenere una risata e lui mi guardò stupito.
"Che dici? Sono vestita da maiko e porto il velo perchè mia madre vuole che nessuno mi veda..."
Abbassai lo sguardo intristendomi. Forse lui se ne accorse dal tono della voce.
"Scusa, non volevo offenderti."
"No, non preoccuparti." Alzai di nuovo gli occhi, sforzandomi di sorridere.
"Come ti chiami?"
"Misaki Yume. E tu?"
"Lelouch. Che cosa ci facevi qui?"
"Guardavo il mare. E' l'unico che non mi lascia mai sola. Anche dove abito io c'è una scogliera."
"Ehy, adesso ci sto io con te."
Sorrisi a quel tentativo goffo di tranquillizzarmi.
Anche lui sorrise e mi poggiò una mano su una spalla.
"Ti piace cantare? Puoi farlo quando ti senti sola. Funziona."
"Sì, mi piace tanto, ma non sono brava."
"Che importanza ha? Scriviamo una canzone insieme, va bene?"
"Sì, ci sto."
Sorrisi entusiasta a quell'idea.
Tirò fuori dalla giacca una matita e un foglietto e ci sedemmo insieme sulla scogliera. Rimanemmo così per molto tempo, o forse fu solo una mia impressione. Per la prima volta in otto anni mi sentii una persona in carne ed ossa. Lelouch mi sorrideva solo perchè ero una bambina e non un'attrazione.
Ma, come si sa, anche le cose piacevoli prima o poi hanno una fine, così come quell'incontro. Un bambino castano con grandi occhi verdi verdi, dell'età di Lelouch, correva chiamandolo.
"Suzaku, cosa c'è?"
Sembrava scocciato anche lui e questo mi fece molto piacere. Il bambino che ci aveva interrotti arrivò di fronte a noi col fiatone, e si fermò per un momento a guardarmi, per poi rivolgersi nuovamente a Lelouch.
"C'è stato un attacco terroristico."
Il volto del mio nuovo amico si incupì di colpo e io intuii che si trattava di qualcosa di serio. Finchè arrivò di corsa anche mia madre. Mi afferrò per un braccio senza dire una parola e mi strattonò via. Lelouch mi guardò triste allontanarmi.
"Canta la nostra canzone quando ti sentirai sola e pensa a me. Io ti aspetterò."
Non riuscii a dirgli più nulla, perchè sparì in un attimo dalla mia vista. Salii sulla carrozza piangendo silenziosamente e per una volta tanto il velo mi tornò utile.
Mi ci vollero sette lunghi anni, colmi di solitudine e tristezza, per poterlo finalmente rivedere.

  
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