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Autore: Free air    14/05/2006    3 recensioni
Una one shot su Ron e Herm, la mia coppia preferita
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quello che conta

Quello che conta

 

 

L’ allenamento era appena iniziato, ed Hermione era seduta sola, sulle tribune, a guarda i suoi compagni di scuola passarsi la bluffa a intervalli regolari. Ron era particolarmente agitato, quel giorno, e non faceva che lasciar cadere la palla a terra. Harry si stava visibilmente innervosendo, mentre Ginny era spazientita. Hermione per fortuna si era portata qualcosa da fare, se non altro avrebbe potuto ingannare il tempo leggendo. Aveva appena aperto il suo libro, quando qualcuno le si sedette accanto. Si trattava di Cornan McLaggen. Non che Hermione lo trovasse antipatico, ma dopo la festa non aveva voglia di vederlo. Invece lui sorrideva, e iniziò a parlarle. E , molto stranamente, non nominò neanche il Quidditch nei suoi discorsi. Parlarono del libro che Hermione stava leggendo, di quanto fosse bella al primavera e di quante cose si potessero imparare ad Hogwarts. Dichiarò inoltre che la biblioteca era un posto magnifico, ed hermione non credeva quasi al cambiamento che aveva compiuto. Se prima era un ragazzo insopportabile, ora la sua compagnia risultava addirittura piacevole. L’allenamento, nel frattempo, continuava peggiorando ad ogni momento che passava. Ron era il principale artefice di ciò, perché non faceva che voltarsi verso gli spalti, replicava alle critiche di Harry e se la prendeva con gli altri giocatori. Cornan non si era mai voltato verso il campo, ma in quel momento aveva preso la mano di Hermione. La ragazza all’ inizio si era sentita stupita e a disagio, ma poi aveva sorriso. Nel frattempo,  Cornan stava dicendo – Sai, in questi ultimi tempi ho passato giorni interi in biblioteca, ed è così che ho imparato ad amarla. Ma tutto questo solo per vedere te, perché dopo la festa di Natale non ho mai smesso di pensarti. Vorresti diventare la mia ragazza?- Hermione era lusingata, molto stupita, si, ma lusingata. Il fatto era che.... – No!- Si voltarono di scatto verso il campo: era da lì che proveniva la voce. Ron, sotto gli sguardi furiosi di tutti gli altri, si era girato verso gli spalti, e ormai non badava minimamente al gioco. – No che non vuole. – Hermione lo guardò indignata: non era un comportamento accettabile. Si alzò, e guardò l’ amico- Se voglio o non voglio lo decido io, Ron, sia chiaro. Non è una decisione che ti spetta. – Poi si voltò verso Cornan, e, a voce molto più bassa disse – Ok, Cornan. – Il ragazzo, sopraffatto dall’ emozione, l’ abbracciò. Tutta la squadra di Quidditch era rivolta verso di loro, ma Ron era davvero furioso, sembrava volesse uccidere qualcuno. – Allora dico che non può.- si intromise di nuovo. Hermione era allibita. Ron volò verso gli spalti, e scese a terra, vicino a Cornan e la sua amica. – Spiegati meglio, Weasley, non sei stato molto chiaro. – sbraitò minaccioso il ragazzo. – Vuoi che mi spieghi meglio? Ok. – aggiunse Ron. In quel preciso istante, si voltò, e prese le mani di Hermione. Lei non stava capendo molto, era incredula e insieme arrabbiata e impaziente. – Non può stare con te perché io la amo.- Tutti rimasero paralizzati dalla rivelazione, compresa lei, anche se lo sospettava da tempo. E ricambiava pienamente. Però quello etra troppo. Lei non era un oggetto. - Hai rovinato tutto.- disse semplicemente, a voce bassa, per poi andarsene e tornare in dormitorio. Non poteva essere successo, non doveva essere così. Aveva sempre sognato una sera di luna piena, un prato, loro due soli... Ma non un campo da Quidditch con un possibile spasimante e una squadra al completo. Improvvisamente bussarono alla porta. Erano Lavanda e Calì, che entrarono attente a non far rumore. Sembrava cercassero di fare più rumore possibile. – L’ ho sempre detto, io, che voleva portarmelo via! Io lo sapevo che era tutta colpa sua, di Hermione Granger,  la saputella insopportabile,  quando ci siamo lasciati! E ora lei ha anche il coraggio di ferirlo, il mio Ron Ron!- era Lavanda a parlare, in un tono decisamente più alto del normale, mentre Hermione le spiava attraverso le tende del suo letto. – Non esagerare, Lavanda!- le diceva Calì, ma la ragazza rispondeva – Esagero, esagero! Mi ha spezzato il cuore, quella là!- E piangeva a dirotto. Hermione non si sentì minimamente in colpa, ma quando le due amiche entrarono in bagno, sgattaiolò via dal dormitorio, e decise di uscire a fare una passeggiata nel parco, dove forse non avrebbe incontrato nessuno. Era quasi sera, ma non c’ era il sole rosso. Il cielo era coperto da pesanti nuvolosi grigi, che sembravano rispecchiare l’ umore della ragazza. Aveva già oltrepassato le serre ed era ormai vicino al campo da Quidditch, quando lo vide. Seduto sugli spalti, come lo aveva lasciato ore prima, c’ era Ron. Aveva la testa fra le mani, e guardava fisso davanti a se. Pensò di raggiungerlo. Iniziò a piovere. – Se sei venuta qui per altre scenate, Hermione, ti avviso che non è aria.- Chiaramente voleva apparire sicuro e deciso, ma la sua voce incrinata lo tradiva parecchio. – Non sono qui per altre scenate Ron, ma non ti sembra il caso di tornare al castello? Sta piovendo.- Il ragazzo era più accigliato che mai – Io al castello non ci torno. Non mi muovo da qui. – Hermione era piuttosto spazientita – Sei proprio un bambino. - Lui cambiò fulmineamente espressione- Tu non mi ami, vero Hermione?- La ragazza spiazzata dalla domanda, non riusciva a parlare. – E’ così. Lo so benissimo. E sono un grande imbecille. Per tutti questi anni non ho fatto che rovinarti la vita. Per non parlare di oggi, poi.... mi sa che quelle cose me le potevo risparmiare.- Lei rispose – Si, avresti potuto. – Poi, dopo un attimo di esitazione, continuò- Dimmele ora. – Lui si voltò di scatto, il volto e i capelli fradici per la pioggia.- Davvero?- lei annuì- Ti amo, Hermione. Dal quarto anno. E forse lo sapevi, anzi no lo sapevi di sicuro perché tu sia sempre tutto, ma...- lei lo baciò impedendogli di continuare, poi si avviarono verso il castello. Forse non era andata proprio come pensava, ma qualcosa del suo sogno si era rivelato. In parte, è vero, ma a lei cosa importava? L’ unica cosa che contava era esseri felici. E lei non lo era mai stata come in quel momento.

  
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