~ Klaine Songs ~
13°_ Silly love songs ~ Blaine
~ Quando, dopotutto, ho paura che tu non possa più
essere con me ~
La
mattina dopo, quando mi sveglio, mi ritrovo nel mio letto: Kurt però non c’è.
Mi tiro a sedere, cercandolo, finché il
ricordo del rifiuto di Jeremiah mi colpisce dritto
allo stomaco.
Me
l’ero scordato, quasi volessi fosse stato solo un incubo. Ma non è stato così;
io gli ho davvero fatto una serenata nel bel mezzo di un negozio, ho coinvolto
i miei amici, mi sono coperto di ridicolo e alla fine sono pure stato
rifiutato.
Bella
mossa Anderson, davvero!
Kurt
interrompe i miei pessimi pensieri, uscendo dal bagno. Si blocca, esaminandomi
attentamente, come se fosse alla ricerca di qualcosa. Lo osservo anche io,
notando che sembra parecchio stanco: ha gli occhi un po’ rossi e due cerchi
scuri intorno a essi.
«Stai
bene?» gli chiedo, preoccupato. Forse non ha ancora avuto tempo per la sua
sessione di creme mattutina.
«Teoricamente
dovrei essere io a farti questa domanda.» Risponde lui, cocciuto, incrociando
le braccia, in evidente attesa di una risposta.
Abbasso
lo sguardo: non so se voglio rispondere a questa domanda, anche perché
effettivamente non so come sto. Mi sento umiliato, ferito, ma la situazione mi
sembra un po’ migliore rispetto a ieri. Alla fine decido di optare per un
generico, «Mi passerà.»
Lui
si sposta vicino alla finestra, dandomi le spalle. Quel suo gesto mi riporta
improvvisamente alla lite avuta ieri sera: che diamine ho combinato? Come ho
potuto litigare con Kurt?!
Improvvisamente
mi sento male, mi viene quasi da vomitare nel ricordare le parole velenose che
gli ho rivolto. Questo fa decisamente più male.
«Ehi,
Kurt… scusami per ieri sera…»
inizio, ma lui mi interrompe subito.
«Non
preoccuparti. Hai già detto che ti dispiace e io non vorrei più tornare su
quell’argomento.» Non si volta, continua a darmi le spalle. No, non posso
davvero rovinare il mio rapporto con Kurt soltanto per delle parole prive di
senso che mi sono uscite dalla bocca.
«Ok… però sappi che non pensavo tutte quelle cose che ti ho
detto.»
Finalmente
Kurt si gira, mostrandomi un sorriso che mi rassicura. «Ci credo. Ora vestiti
però, fra poco abbiamo lezione.» Detto questo esce dalla stanza.
Strano,
deve aver già fatto il rituale di creme mattutino.
*
Più
tardi, nel pomeriggio, ci troviamo al Lima Bean, come sempre. Il mio umore è
decisamente peggiorato: non sto reagendo al dolore con il pianto, ma
semplicemente con il disgusto verso tutto ciò che mi possa anche solo ricordare
San Valentino. Peccato che ci siano ancora in giro tazze con i cuori, pupazzi
innamorati e dolci a forma di Cupidi.
«Possibile
che non ci sia niente qui che non sia
ricoperto di stupidi cuoricini?» domando retoricamente a Kurt. «Mi fa
vomitare.» Aggiungo. La verità è che mi fa venire in mente la figuraccia che ho
fatto giusto ieri.
«Beh,
almeno hai cambiato disco.» Dice Kurt, un po’ distaccato. È tutto il giorno che
si comporta così: credo sia ancora un po’ arrabbiato per la lite di ieri sera.
Ma
io gli ho già detto che mi dispiace!
E
ora sinceramente la cosa che mi fa innervosire più di ogni altra è il pensiero
delle occhiate che ho ricevuto oggi alla Dalton. La notizia deve essersi sparsa
in giro per la scuola, perciò ora tutti quanti sanno di quell’idiota di Blaine Anderson che
ha dedicato un’assurda canzone a un ragazzo, davanti a un sacco di
clienti, in un negozio ed è stato rifiutato.
«Penso
di non essermi mai reso più ridicolo in tutta la mia vita. E questo la dice
lunga visto che mi sono esibito nei parchi a tema!»
E
non è solo questo. Non posso credere di essermi inventato tutto, di aver
frainteso completamente ogni cosa. Mi guardo con Kurt, che sembra ancora un po’
sulle sue, ma nonostante tutto non mi ha ancora mandato al diavolo – e non
capisco perché non lo faccia.
«E’
solo che… non posso credere di essermi immaginato
tutto nella mia testa.»
Abbasso
lo sguardo: sono stato davvero un idiota. Non credo di aver mai esagerato così,
né credo di essermi mai sentito peggio.
Kurt
interrompe il filo dei miei pensieri.
«Ok,
posso chiederti una cosa?” fa una piccola pausa e poi riprende, mentre mi volto
verso di lui. «Visto che siamo stati completamente sinceri l’uno con l’altro…»
Non
capisco dove voglia andare a parare, anche se per un momento mi si attorciglia
lo stomaco dalla paura: forse vuole mandarmi al diavolo. Dopotutto, farebbe
soltanto bene; dopo il suo appoggio per questa storia di Jeremiah,
non solo si è dovuto sentir dire quelle cose terribili da me, ma mi ha anche
consolato. È ancora qui.
Quasi
non mi rendo conto di star tremando mentre continua.
«Tu
ed io… usciamo insieme, facciamo duetti ammiccanti
insieme, sai come prendo il caffè. Avrei dovuto pensare che non significasse
niente?»
Mi
sta guardando in faccia, e noto appena un certo imbarazzo.
Non
credo di aver capito sul serio cosa intenda, perciò glielo chiedo, ancora con
le ginocchia che tremano dalla paura che possa voltarsi e andarsene,
lasciandomi qui da solo.
«Che
cosa significa?»
Fa
una pausa, abbassando lo sguardo, poi riprende a parlare – e questa volta mi
sembra davvero imbarazzato, oltre che incerto.
«Ho
pensato che il ragazzo al quale volevi chiedere di uscire a San Valentino…» i suoi occhi si legano ai miei, «…fossi io.»
Mi
paralizzo. Non posso crederci. Cioè… Kurt… e io…? Cosa?
Non
è possibile, credevo di non essere mai stato tanto idiota ma…
ora è peggio. Adesso mi sento un vero
idiota, adesso che mi rendo conto di quanto possa aver fatto del male a Kurt.
Me
ne esco con un’uscita davvero infelice. «Wow…»
Ma
‘wow’ cosa?! Avevo promesso che non l’avrei mai
fatto soffrire, che non sarei mai stato io la causa del suo dolore; non
sono stato in grado di mantenere la mia promessa. L’ho fatto soffrire.
E
certamente non posso dargli la colpa per aver pensato che potessi essere interessato
a lui. Cioè, se io mi sono illuso che potessi piacere a Jeremiah
solo perché abbiamo preso il caffè insieme due volte, Kurt cosa avrebbe dovuto
pensare?
D’altronde
è vero, il nostro rapporto non è come quello che ho con gli altri miei amici, è
vero che cantiamo insieme ammiccandoci da un lato all’altro della stanza, che
usciamo insieme, che siamo molto legati.
Ma
questo cosa significa? Che cosa provo io realmente per Kurt?
«Non
avevo capito proprio niente…» mi lascio fuggire di
bocca, mentre Kurt al mio fianco continua a stare in silenzio.
Forse
è questa la cosa che mi spaventa più di tutte ora: il suo silenzio. Perché ho
paura che ora possa davvero andarsene, ora che sa che non sono in grado di
ricambiare i suoi stessi sentimenti. Che poi, prova davvero qualcosa per me?
Qualcosa che vada oltre all’amicizia, si intende. Il fatto che abbia pensato
che fosse lui il ragazzo a cui volevo dedicare la canzone non significa che
provi qualcosa per me; tuttavia, non mi sembra che se ne sarebbe dispiaciuto.
Quindi… credo di piacergli.
Merda!
Questo complica le cosa, davvero tanto. Io non sono in grado di avere un
rapporto con qualcuno, lo so bene. Alle Provinciali l’avevo capito, e, come
dicevo ieri sera, quando si parla delle storie d’amore si pensa sempre al
bello, ma mai al dolore o alle sofferenze che si possono provare.
Io
non voglio, non posso, rovinare le
cose con Kurt.
«Senti
Kurt…» lo guardo negli occhi e decido di essere
sincero. Non posso perderlo. «Io non ho idea di come vadano queste cose. Faccio
finta di saperlo. E so come esprimerlo durante una canzone…
ma la verità è che non sono mai stato il ragazzo di nessuno.»
Tremo
quasi, in attesa di avere la sua risposta; credo di avere gli occhi lucidi. Non
so cosa farei se perdessi Kurt.
Quasi
sospiro di sollievo quando lo vedo sorridere – certo, un po’ forzatamente, ma è
comunque un sorriso. «Io neanche.»
Dio,
mi sento un mostro; non posso credere a
quello che gli sto facendo. Vorrei solo che sapesse quanto io tenga a lui, alla
nostra amicizia, a ciò che abbiamo – qualsiasi cosa sia. Perché sì, sono
confuso riguardo al nostro rapporto; lo ero all’epoca e continuo a esserlo, è
inutile negarlo.
Forse
sarebbe il caso di dirglielo: dirgli che gli voglio bene. Cercherò di essere il
più chiaro possibile.
«Fammi
chiarire una cosa. Io ci tengo veramente… veramente
tanto a te.» Ma non sono pronto. «Ma come tu e un’altra ventina di persone
avete visto al negozio, non sono molto bravo con le storie d’amore.»
Lo
guardo negli occhi, quasi mi ci perdo per un lungo istante. Non posso fare a
meno di vedere questi occhi, non posso perderli, perdere Kurt. E soprattutto,
non voglio.
«Non
voglio rovinare tutto.» Mi esce dalle labbra, sussurrato. Spero davvero che
capisca quanto sia serio ora, che abbia capito quanto sono sincero quando gli
ho detto di tenere a lui.
Mi
sembra di avere la testa che scoppia. Ho bisogno di parlare con qualcuno; mi
servono Wes e David.
*
«E
poi?» chiede Wes, mantenendo lo stesso tono serio che
ha usato fin da quando abbiamo iniziato questa conversazione.
«E
poi se n’è uscito con qualcosa che riguardava il film che abbiamo visto poco
tempo fa, Harry ti presento Sally.»
Rispondo io, guardando i miei due migliori amici.
Loro
si fissano per un lungo istante negli occhi, poi, inaspettatamente, urlano. «Tu
sei un idiota Blaine Anderson!»
Sobbalzo
nel sentire quelle parole uscire – per altro contemporaneamente in modo
alquanto inquietante – dalle bocche dei miei due amici, di solito pacati e
ragionevoli. Gli occhi mi escono quasi dalle orbite quando, prima David e poi Wes, iniziano a urlarmi contro. Le uniche parole che riesco
a captare sono “idiota”, “ovvio” e “Kurt”.
Fantastico,
di questo passo mi verrà il mal di testa – come se non avessi già troppe cose a
cui pensare!
«Allora,
volete cortesemente calmarvi un attimo e dirmi perché diamine state urlando
come due pazzi?» quasi strepito, e non mi importa il fatto che forse, e dico
forse, dovrei controllarmi, essendo nel bel mezzo della sala studio della
Dalton.
«Beh
Blaine… diciamo che sei un vero deficiente.» Inizia
David, ma lo interrompo praticamente subito.
«Sì,
grazie, questa è l’unica cosa che ho capito. E vi assicuro che non mi servite
di certo voi per dirmelo: so bene di esserlo.» Abbasso lo sguardo, mentre mi
sento invadere di nuovo dai sensi di colpa. Quasi più non penso a Jeremiah, ormai c’è solo più Kurt nei miei pensieri. Non ho
smesso un attimo di farmi scorrere davanti agli occhi tutti i nostri incontri,
i nostri sguardi, le nostre chiacchierate, cercando un valido motivo per cui
Kurt avrebbe davvero potuto pensare che volessi dichiararmi a lui; e ne ho
trovati. Tanti.
«Blaine, è chiaro come il sole che Kurt prova qualcosa per te…» dice Wes, assumendo un tono
più calmo, quasi comprensivo.
Alzo
lo sguardo su di lui, cercando quasi una conferma nel suo viso, per le sue
parole.
«Oh,
non guardarmi con quegli occhi luccicanti!» continua, lasciandosi sfuggire un
sorriso. «Quando parla con te, o di te, ha gli occhi che brillano. E devi
ammettere che il vostro rapporto è piuttosto…
stretto.»
Sospiro,
passandomi una mano sul volto. «Sì lo so; e questo mi confonde ancora di più.
Non so cosa devo fare, non so cosa provo davvero per lui.» incrocio le braccia
sul tavolo e ci ficco la testa in mezzo, mentre mi lascio sfuggire dalle labbra
un mugolio sofferente.
«Oh
invece secondo me lo sai bene cosa provi per lui.» sento David sussurrare, ma
non indago oltre. Anche perché Wes afferma, «Certo,
ma deve capirlo. Perciò Blaine,» dice ora
rivolgendosi direttamente a me – che sbircio verso di lui da uno spiraglio tra
le mie braccia – «prenditi tutto il tempo che ti serve per capire. Non fare
tutto di fretta.»
Rialzo
la testa, «No di certo. Non voglio rovinare tutto: Kurt è molto importante per
me.»
I
due si scambiano di nuovo un’occhiata – sembrano quasi divertiti. «Lo
sappiamo.» Dicono infine, di nuovo contemporaneamente.
Già,
lo sanno; immagino si noti abbastanza. Sposto lo sguardo fuori dalla finestra;
Kurt è fuori, da qualche parte: ha detto che aveva un’idea su come festeggiare
San Valentino. Un sorriso di cui quasi non mi rendo conto si apre sul mio
volto: chissà cos’avrà in mente.
«Come
l’ha presa Kurt?» chiede Wes mettendomi una mano
sulla spalla.
«Sembra
piuttosto bene in realtà; anche se credo stia nascondendo ciò che prova.» Non
posso fare a meno di riprendermi la testa tra le mani, sentendomi nuovamente un
verme.
E
improvvisamente ripenso alla lite di ieri sera, ma in particolar modo al mio
comportamento: ho cercato conforto in lui, l’ho abbracciato, costringendolo in
una posizione, letteralmente parlando, che probabilmente avrà fatto fatica a
mantenere. Inoltre, se ripenso ai suoi occhi rossi e gonfi di stamattina… deve aver pianto.
«Non
posso credere che gli sto facendo del male.» Piagnucolo, per poi raccontare a Wes e David della litigata di ieri sera e di come l’ho
trovato stamattina, mettendoli a parte di tutti i miei dubbi e i miei
pentimenti.
«Blaine, non credo che tu debba vederla da questo punto di
vista. Tanto per cominciare voi due siete amici.» Dice David, razionale, per
poi lasciare la parola a Wes.
«Già,
e Kurt è intelligente, lo sa. Credo che comunque gli abbia fatto piacere che tu
abbia voluto il suo appoggio.»
Non
posso fare a meno di suonare terrorizzato – perché lo sono – quando alla fine
riesco a dire loro cos’è che mi spaventa più di ogni cosa.
«Ho
paura che ora cambi tutto, che Kurt non vorrà più parlarmi, né vedermi; che
decida che è meglio per lui starmi lontano. Non potrei sopportarlo…»
sussurro.
Wes e David si scambiano nuovamente
uno sguardo, con le sopracciglia alzate, come se avessero appena avuto la
dimostrazione di una loro teoria.
«Ascolta,
non credo che Kurt possa decidere una cosa del genere; inoltre lo vedo un po’
complicato, sai, il decidere di evitarsi, dal momento che condividete la stessa
stanza. Però Blaine… le cose cambieranno ora. E’
inevitabile.» Dice Wes, con calma, quasi a voler
calibrare le parole per paura della mia reazione.
«Ma
io non voglio che cambino!» Perché potrebbero cambiare in peggio; e anche se
cambiassero in meglio, di certo questo meglio potrebbe poi portare al peggio.
Potremmo metterci insieme, litigare e mollarci, rovinando così non solo una
storia d’amore, ma anche la nostra amicizia.
Questo
però non lo dico ai miei amici.
Non
lo dico perché il mio sguardo viene attirato da Kurt, che è appena entrato in
sala studio, stretto nel suo cappotto e con le guance arrossate. Mi si mozza il
respiro in gola, in attesa della sua reazione. Anche i ragazzi al mio fianco
sembrano essersi congelati, fissandoci.
Kurt
si blocca, mi guarda negli occhi, e poi sorride. Di quel suo solito sorriso
dolce, lo stesso di sempre, quel sorriso che l’ho sempre visto rivolgere solo a
me. Espiro, mentre non posso fare a meno di aprirmi in un sorriso io stesso,
che poi si propaga in una risata liberatoria, mentre lo vedo avanzare verso di
me.
E
mentre farfuglia qualcosa su Silly love songs con gli altri due, quasi non lo ascolto, troppo
intento a notare quanto sia dannatamente stupendo il suo sorriso quando
incrocia i miei occhi.
~∞~
I can't
explain the feeling's plain to me, now can't you see?
How can I tell you about –Say can’t you see?
-my loved
one?
He gave me
more – How can I tell
He gave it
all to me – you about
Say, can’t
you see? – my loved one?
Kurt è… Kurt è fenomenale – non credo ci siano altre parole per
descriverlo. Più passa il tempo, più mi sembra di conoscerlo a fondo, e più lui
riesce a sorprendermi. Ha organizzato lui questa serata: è stato lui a parlare
col proprietario de Il bel grissino,
convincendolo a farci esibire qui stasera, e a invitare tutti i suoi amici
delle New Directions.
Deve essere
successo qualcosa tra loro a proposito: non vedo Finn
e la ragazza bionda che ha cantato alle Provinciali, Quinn mi pare si chiami.
Da quanto mi ha riferito velocemente Kurt prima di arrivare qui, Finn, che ha da poco rotto con Rachel, ha baciato Quinn,
che però è fidanzata con Sam; e ovviamente tutti sono venuti a saperlo, anche
perché Santana – non si sa bene perché – ha notato che avevano entrambi la mononucleosi… e qui il filo dei miei ricordi si perde.
Certo che è
davvero complicato stare dietro a tutti i tira e molla di quei ragazzi!
You'd think
that people would have had enough of silly love songs.
But I look around me and I see it isn't so.
Oh no
Some people wanna fill the world with silly love
songs.
And what's
wrong with that?
I'd like to know, 'cause here I go again
I love you
I love you
Mentre
canto, il mio sguardo non fa che spostarsi su Kurt. Sarò ossessivo, ma la
verità è che sono ancora terrorizzato: ho paura che possa scappare via da un
momento all’altro, decidendo di essersi stufato di stare dietro a uno come me.
Ma no, Kurt,
non lo farebbe mai. Ci scambiamo uno sguardo, seguito poi da un sorriso. No, ne sono certo: Kurt non mi abbandonerà mai.
Love doesn't come in a minute,
Sometimes it doesn't come at all
I only know that when I'm in it
It isn't silly, love isn't silly, love isn't silly at all.
Not it all
I love you
I love you
Prima ha
fatto un discorso sui single, sul fatto che questo è il loro anno. All’inizio
ho pensato si riferisse a se stesso, e alle sue amiche, Rachel e Mercedes. Poi
però mi sono reso conto che forse il discorso era diretto anche a me: anche io
sono single, sono stato rifiutato giusto ieri. E il fatto che Kurt non se ne
sia dimenticato – e come potrebbe? – ma che voglia comunque in un certo qual
senso farmi stare meglio… beh, l’ho apprezzato.
Parecchio.
Inoltre, è
riuscito a convincere i ragazzi a esibirsi di nuovo fuori dalle mura della
Dalton Academy. E forse questa volta, le conseguenze
non saranno disastrose quanto le due precedenti.
I can’t
explain the feeling’s plain to me – How can I tell you about
Say, can’t
you see? – my loved one?
She gave me
more – How can I tell
She gave it
all to me – you about
Say, can’t
you see? – my loved one?
E
infatti, alla fine dell’esibizione, i clienti del locale e i membri delle New Directions ci applaudono a gran voce; siamo stati davvero
eccezionali, non c’è che dire.
Sorrido,
e per un attimo non penso al fatto che ieri ho ricevuto la mia prima batosta sentimentale
e che nel giro di poche ora ho litigato con il mio migliore amico – la persona
cui tengo di più al mondo – e ho scoperto di averlo ferito. Penso solo a quanto
io sia fortunato ad avere Kurt… qualsiasi cosa lui
sia per me.
NOTE:
Qui
Pachelbel! =) Tanto per cominciare, non badate alle
pare della mia collega… -.- Io sinceramente non so
che farei se non ci fosse lei ad aiutarmi con questa storia! Mi è davvero di
grandissimo aiuto! E boh… she’s
the Kurt to my Blaine! *___*
Comunque,
so bene che questo capitolo vi sarà risultato strano e “diverso” dal momento
che ci eravamo imposte di mettere solamente missing moments… Però, ho ritenuto necessario inserire questa scena
presa dal telefilm. Perché? Perché, tanto per cominciare, è la mia preferita… perché secondo me è qui che Blaine
si rende conto di quanto la loro amicizia sia “strana”, di quanto tenga
effettivamente a Kurt. E’ in quel preciso momento che secondo me,
inconsciamente, si rende conto di quanto gli piaccia Kurt (perché diciamocelo,
non è che Blaine si è innamorato di Kurt sentendolo
cantare Blackbird, ma ha CAPITO di essere innamorato
di lui… questo vuol dire che lo era già da prima!)
Spero
di non avervi tediato troppo comunque! =)
Anyway, grazie mille alle 16 stupende,
meravigliose persone che hanno commentato lo scorso capitolo e a tutte le
persone che ci seguono! *__* Siete tutti stupendi! (sì, ‘i’, abbiamo dei
maschietti tra noi *__*)
Baci,
Pachelbel <3