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Autore: Alchbel    15/09/2011    14 recensioni
La storia si propone di ripercorrere con voi le tappe del rapporto tra Blaine e Kurt, soffermandosi sui pensieri che i due hanno avuto durante le canzoni che li hanno visti protagonisti... Verranno inoltre inseriti dei “missing moments” attraverso i quali si indagherà ancora sulle dinamiche del loro rapporto. Enjoy!
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~ Klaine Songs ~

 

 

13°_ Silly love songs ~ Blaine

~ Quando, dopotutto, ho paura che tu non possa più essere con me ~

 

 

La mattina dopo, quando mi sveglio, mi ritrovo nel mio letto: Kurt però non c’è. Mi tiro a sedere, cercandolo, finché  il ricordo del rifiuto di Jeremiah mi colpisce dritto allo stomaco.

Me l’ero scordato, quasi volessi fosse stato solo un incubo. Ma non è stato così; io gli ho davvero fatto una serenata nel bel mezzo di un negozio, ho coinvolto i miei amici, mi sono coperto di ridicolo e alla fine sono pure stato rifiutato.

Bella mossa Anderson, davvero!

 

Kurt interrompe i miei pessimi pensieri, uscendo dal bagno. Si blocca, esaminandomi attentamente, come se fosse alla ricerca di qualcosa. Lo osservo anche io, notando che sembra parecchio stanco: ha gli occhi un po’ rossi e due cerchi scuri intorno a essi.

 

«Stai bene?» gli chiedo, preoccupato. Forse non ha ancora avuto tempo per la sua sessione di creme mattutina.

«Teoricamente dovrei essere io a farti questa domanda.» Risponde lui, cocciuto, incrociando le braccia, in evidente attesa di una risposta.

 

Abbasso lo sguardo: non so se voglio rispondere a questa domanda, anche perché effettivamente non so come sto. Mi sento umiliato, ferito, ma la situazione mi sembra un po’ migliore rispetto a ieri. Alla fine decido di optare per un generico, «Mi passerà.»

 

Lui si sposta vicino alla finestra, dandomi le spalle. Quel suo gesto mi riporta improvvisamente alla lite avuta ieri sera: che diamine ho combinato? Come ho potuto litigare con Kurt?!

Improvvisamente mi sento male, mi viene quasi da vomitare nel ricordare le parole velenose che gli ho rivolto. Questo fa decisamente più male.

 

«Ehi, Kurt… scusami per ieri sera…» inizio, ma lui mi interrompe subito.

«Non preoccuparti. Hai già detto che ti dispiace e io non vorrei più tornare su quell’argomento.» Non si volta, continua a darmi le spalle. No, non posso davvero rovinare il mio rapporto con Kurt soltanto per delle parole prive di senso che mi sono uscite dalla bocca.

 

«Ok… però sappi che non pensavo tutte quelle cose che ti ho detto.»

Finalmente Kurt si gira, mostrandomi un sorriso che mi rassicura. «Ci credo. Ora vestiti però, fra poco abbiamo lezione.» Detto questo esce dalla stanza.

 

Strano, deve aver già fatto il rituale di creme mattutino.

 

 

*

 

 

Più tardi, nel pomeriggio, ci troviamo al Lima Bean, come sempre. Il mio umore è decisamente peggiorato: non sto reagendo al dolore con il pianto, ma semplicemente con il disgusto verso tutto ciò che mi possa anche solo ricordare San Valentino. Peccato che ci siano ancora in giro tazze con i cuori, pupazzi innamorati e dolci a forma di Cupidi.

 

«Possibile che non ci  sia niente qui che non sia ricoperto di stupidi cuoricini?» domando retoricamente a Kurt. «Mi fa vomitare.» Aggiungo. La verità è che mi fa venire in mente la figuraccia che ho fatto giusto ieri.

 

«Beh, almeno hai cambiato disco.» Dice Kurt, un po’ distaccato. È tutto il giorno che si comporta così: credo sia ancora un po’ arrabbiato per la lite di ieri sera.

Ma io gli ho già detto che mi dispiace!

 

E ora sinceramente la cosa che mi fa innervosire più di ogni altra è il pensiero delle occhiate che ho ricevuto oggi alla Dalton. La notizia deve essersi sparsa in giro per la scuola, perciò ora tutti quanti sanno di quell’idiota di Blaine Anderson che  ha dedicato un’assurda canzone a un ragazzo, davanti a un sacco di clienti, in un negozio ed è stato rifiutato.

 

«Penso di non essermi mai reso più ridicolo in tutta la mia vita. E questo la dice lunga visto che mi sono esibito nei parchi a tema!»

 

E non è solo questo. Non posso credere di essermi inventato tutto, di aver frainteso completamente ogni cosa. Mi guardo con Kurt, che sembra ancora un po’ sulle sue, ma nonostante tutto non mi ha ancora mandato al diavolo – e non capisco perché non lo faccia.

 

«E’ solo che… non posso credere di essermi immaginato tutto nella mia testa.»

Abbasso lo sguardo: sono stato davvero un idiota. Non credo di aver mai esagerato così, né credo di essermi mai sentito peggio.

 

Kurt interrompe il filo dei miei pensieri.

«Ok, posso chiederti una cosa?” fa una piccola pausa e poi riprende, mentre mi volto verso di lui. «Visto che siamo stati completamente sinceri l’uno con l’altro…»

 

Non capisco dove voglia andare a parare, anche se per un momento mi si attorciglia lo stomaco dalla paura: forse vuole mandarmi al diavolo. Dopotutto, farebbe soltanto bene; dopo il suo appoggio per questa storia di Jeremiah, non solo si è dovuto sentir dire quelle cose terribili da me, ma mi ha anche consolato. È ancora qui.

Quasi non mi rendo conto di star tremando mentre continua.

 

«Tu ed io… usciamo insieme, facciamo duetti ammiccanti insieme, sai come prendo il caffè. Avrei dovuto pensare che non significasse niente?»

Mi sta guardando in faccia, e noto appena un certo imbarazzo.

 

Non credo di aver capito sul serio cosa intenda, perciò glielo chiedo, ancora con le ginocchia che tremano dalla paura che possa voltarsi e andarsene, lasciandomi qui da solo.

«Che cosa significa?»

 

Fa una pausa, abbassando lo sguardo, poi riprende a parlare – e questa volta mi sembra davvero imbarazzato, oltre che incerto.

«Ho pensato che il ragazzo al quale volevi chiedere di uscire a San Valentino…» i suoi occhi si legano ai miei, «…fossi io.»

 

Mi paralizzo. Non posso crederci. Cioè… Kurt… e io…? Cosa?

Non è possibile, credevo di non essere mai stato tanto idiota ma… ora è peggio. Adesso mi sento un vero idiota, adesso che mi rendo conto di quanto possa aver fatto del male a Kurt.

 

Me ne esco con un’uscita davvero infelice. «Wow…»

 

Ma ‘wow’ cosa?! Avevo promesso che non l’avrei mai fatto soffrire, che non sarei mai stato io la causa del suo dolore; non sono stato in grado di mantenere la mia promessa. L’ho fatto soffrire.

 

E certamente non posso dargli la colpa per aver pensato che potessi essere interessato a lui. Cioè, se io mi sono illuso che potessi piacere a Jeremiah solo perché abbiamo preso il caffè insieme due volte, Kurt cosa avrebbe dovuto pensare?

D’altronde è vero, il nostro rapporto non è come quello che ho con gli altri miei amici, è vero che cantiamo insieme ammiccandoci da un lato all’altro della stanza, che usciamo insieme, che siamo molto legati.

Ma questo cosa significa? Che cosa provo io realmente per Kurt?

 

«Non avevo capito proprio niente…» mi lascio fuggire di bocca, mentre Kurt al mio fianco continua a stare in silenzio.

 

Forse è questa la cosa che mi spaventa più di tutte ora: il suo silenzio. Perché ho paura che ora possa davvero andarsene, ora che sa che non sono in grado di ricambiare i suoi stessi sentimenti. Che poi, prova davvero qualcosa per me? Qualcosa che vada oltre all’amicizia, si intende. Il fatto che abbia pensato che fosse lui il ragazzo a cui volevo dedicare la canzone non significa che provi qualcosa per me; tuttavia, non mi sembra che se ne sarebbe dispiaciuto.

 

Quindi… credo di piacergli.

 

Merda! Questo complica le cosa, davvero tanto. Io non sono in grado di avere un rapporto con qualcuno, lo so bene. Alle Provinciali l’avevo capito, e, come dicevo ieri sera, quando si parla delle storie d’amore si pensa sempre al bello, ma mai al dolore o alle sofferenze che si possono provare.

Io non voglio, non posso, rovinare le cose con Kurt.

 

«Senti Kurt…» lo guardo negli occhi e decido di essere sincero. Non posso perderlo. «Io non ho idea di come vadano queste cose. Faccio finta di saperlo. E so come esprimerlo durante una canzone… ma la verità è che non sono mai stato il ragazzo di nessuno.»

 

Tremo quasi, in attesa di avere la sua risposta; credo di avere gli occhi lucidi. Non so cosa farei se perdessi Kurt.

Quasi sospiro di sollievo quando lo vedo sorridere – certo, un po’ forzatamente, ma è comunque un sorriso. «Io neanche.»

 

Dio, mi sento un  mostro; non posso credere a quello che gli sto facendo. Vorrei solo che sapesse quanto io tenga a lui, alla nostra amicizia, a ciò che abbiamo – qualsiasi cosa sia. Perché sì, sono confuso riguardo al nostro rapporto; lo ero all’epoca e continuo a esserlo, è inutile negarlo.

Forse sarebbe il caso di dirglielo: dirgli che gli voglio bene. Cercherò di essere il più chiaro possibile.

 

«Fammi chiarire una cosa. Io ci tengo veramente… veramente tanto a te.» Ma non sono pronto. «Ma come tu e un’altra ventina di persone avete visto al negozio, non sono molto bravo con le storie d’amore.»

 

Lo guardo negli occhi, quasi mi ci perdo per un lungo istante. Non posso fare a meno di vedere questi occhi, non posso perderli, perdere Kurt. E soprattutto, non voglio.

«Non voglio rovinare tutto.» Mi esce dalle labbra, sussurrato. Spero davvero che capisca quanto sia serio ora, che abbia capito quanto sono sincero quando gli ho detto di tenere a lui.

 

Mi sembra di avere la testa che scoppia. Ho bisogno di parlare con qualcuno; mi servono Wes e David.

 

 

*

 

 

«E poi?» chiede Wes, mantenendo lo stesso tono serio che ha usato fin da quando abbiamo iniziato questa conversazione.

«E poi se n’è uscito con qualcosa che riguardava il film che abbiamo visto poco tempo fa, Harry ti presento Sally.» Rispondo io, guardando i miei due migliori amici.

 

Loro si fissano per un lungo istante negli occhi, poi, inaspettatamente, urlano. «Tu sei un idiota Blaine Anderson!»

 

Sobbalzo nel sentire quelle parole uscire – per altro contemporaneamente in modo alquanto inquietante – dalle bocche dei miei due amici, di solito pacati e ragionevoli. Gli occhi mi escono quasi dalle orbite quando, prima David e poi Wes, iniziano a urlarmi contro. Le uniche parole che riesco a captare sono “idiota”, “ovvio” e “Kurt”.

 

Fantastico, di questo passo mi verrà il mal di testa – come se non avessi già troppe cose a cui pensare!

 

«Allora, volete cortesemente calmarvi un attimo e dirmi perché diamine state urlando come due pazzi?» quasi strepito, e non mi importa il fatto che forse, e dico forse, dovrei controllarmi, essendo nel bel mezzo della sala studio della Dalton.

 

«Beh Blaine… diciamo che sei un vero deficiente.» Inizia David, ma lo interrompo praticamente subito.

 

«Sì, grazie, questa è l’unica cosa che ho capito. E vi assicuro che non mi servite di certo voi per dirmelo: so bene di esserlo.» Abbasso lo sguardo, mentre mi sento invadere di nuovo dai sensi di colpa. Quasi più non penso a Jeremiah, ormai c’è solo più Kurt nei miei pensieri. Non ho smesso un attimo di farmi scorrere davanti agli occhi tutti i nostri incontri, i nostri sguardi, le nostre chiacchierate, cercando un valido motivo per cui Kurt avrebbe davvero potuto pensare che volessi dichiararmi a lui; e ne ho trovati. Tanti.

 

«Blaine, è chiaro come il sole che Kurt prova qualcosa per te…» dice Wes, assumendo un tono più calmo, quasi comprensivo.

Alzo lo sguardo su di lui, cercando quasi una conferma nel suo viso, per le sue parole.

«Oh, non guardarmi con quegli occhi luccicanti!» continua, lasciandosi sfuggire un sorriso. «Quando parla con te, o di te, ha gli occhi che brillano. E devi ammettere che il vostro rapporto è piuttosto… stretto.»

 

Sospiro, passandomi una mano sul volto. «Sì lo so; e questo mi confonde ancora di più. Non so cosa devo fare, non so cosa provo davvero per lui.» incrocio le braccia sul tavolo e ci ficco la testa in mezzo, mentre mi lascio sfuggire dalle labbra un mugolio sofferente.

 

«Oh invece secondo me lo sai bene cosa provi per lui.» sento David sussurrare, ma non indago oltre. Anche perché Wes afferma, «Certo, ma deve capirlo. Perciò Blaine,» dice ora rivolgendosi direttamente a me – che sbircio verso di lui da uno spiraglio tra le mie braccia – «prenditi tutto il tempo che ti serve per capire. Non fare tutto di fretta.»

 

Rialzo la testa, «No di certo. Non voglio rovinare tutto: Kurt è molto importante per me.»

I due si scambiano di nuovo un’occhiata – sembrano quasi divertiti. «Lo sappiamo.» Dicono infine, di nuovo contemporaneamente.

 

Già, lo sanno; immagino si noti abbastanza. Sposto lo sguardo fuori dalla finestra; Kurt è fuori, da qualche parte: ha detto che aveva un’idea su come festeggiare San Valentino. Un sorriso di cui quasi non mi rendo conto si apre sul mio volto: chissà cos’avrà in mente.

 

«Come l’ha presa Kurt?» chiede Wes mettendomi una mano sulla spalla.

«Sembra piuttosto bene in realtà; anche se credo stia nascondendo ciò che prova.» Non posso fare a meno di riprendermi la testa tra le mani, sentendomi nuovamente un verme.

 

E improvvisamente ripenso alla lite di ieri sera, ma in particolar modo al mio comportamento: ho cercato conforto in lui, l’ho abbracciato, costringendolo in una posizione, letteralmente parlando, che probabilmente avrà fatto fatica a mantenere. Inoltre, se ripenso ai suoi occhi rossi e gonfi di stamattina… deve aver pianto.

 

«Non posso credere che gli sto facendo del male.» Piagnucolo, per poi raccontare a Wes e David della litigata di ieri sera e di come l’ho trovato stamattina, mettendoli a parte di tutti i miei dubbi e i miei pentimenti.

 

«Blaine, non credo che tu debba vederla da questo punto di vista. Tanto per cominciare voi due siete amici.» Dice David, razionale, per poi lasciare la parola a Wes.

«Già, e Kurt è intelligente, lo sa. Credo che comunque gli abbia fatto piacere che tu abbia voluto il suo appoggio.»

 

Non posso fare a meno di suonare terrorizzato – perché lo sono – quando alla fine riesco a dire loro cos’è che mi spaventa più di ogni cosa.

 

«Ho paura che ora cambi tutto, che Kurt non vorrà più parlarmi, né vedermi; che decida che è meglio per lui starmi lontano. Non potrei sopportarlo…» sussurro.

 

Wes e David si scambiano nuovamente uno sguardo, con le sopracciglia alzate, come se avessero appena avuto la dimostrazione di una loro teoria.

 

«Ascolta, non credo che Kurt possa decidere una cosa del genere; inoltre lo vedo un po’ complicato, sai, il decidere di evitarsi, dal momento che condividete la stessa stanza. Però Blaine… le cose cambieranno ora. E’ inevitabile.» Dice Wes, con calma, quasi a voler calibrare le parole per paura della mia reazione.

 

«Ma io non voglio che cambino!» Perché potrebbero cambiare in peggio; e anche se cambiassero in meglio, di certo questo meglio potrebbe poi portare al peggio. Potremmo metterci insieme, litigare e mollarci, rovinando così non solo una storia d’amore, ma anche la nostra amicizia.

Questo però non lo dico ai miei amici.

 

Non lo dico perché il mio sguardo viene attirato da Kurt, che è appena entrato in sala studio, stretto nel suo cappotto e con le guance arrossate. Mi si mozza il respiro in gola, in attesa della sua reazione. Anche i ragazzi al mio fianco sembrano essersi congelati, fissandoci.

 

Kurt si blocca, mi guarda negli occhi, e poi sorride. Di quel suo solito sorriso dolce, lo stesso di sempre, quel sorriso che l’ho sempre visto rivolgere solo a me. Espiro, mentre non posso fare a meno di aprirmi in un sorriso io stesso, che poi si propaga in una risata liberatoria, mentre lo vedo avanzare verso di me.

 

E mentre farfuglia qualcosa su Silly love songs con gli altri due, quasi non lo ascolto, troppo intento a notare quanto sia dannatamente stupendo il suo sorriso quando incrocia i miei occhi.

 

 

~∞~

 

 

I can't explain the feeling's plain to me, now can't you see?
How can I tell you about –Say can’t you see?

-my loved one?

He gave me more – How can I tell

He gave it all to me – you about

Say, can’t you see? – my loved one?

 

 

Kurt è… Kurt è fenomenale – non credo ci siano altre parole per descriverlo. Più passa il tempo, più mi sembra di conoscerlo a fondo, e più lui riesce a sorprendermi. Ha organizzato lui questa serata: è stato lui a parlare col proprietario de Il bel grissino, convincendolo a farci esibire qui stasera, e a invitare tutti i suoi amici delle New Directions.

 

Deve essere successo qualcosa tra loro a proposito: non vedo Finn e la ragazza bionda che ha cantato alle Provinciali, Quinn mi pare si chiami. Da quanto mi ha riferito velocemente Kurt prima di arrivare qui, Finn, che ha da poco rotto con Rachel, ha baciato Quinn, che però è fidanzata con Sam; e ovviamente tutti sono venuti a saperlo, anche perché Santana – non si sa bene perché – ha notato che avevano entrambi la mononucleosi… e qui il filo dei miei ricordi si perde.

Certo che è davvero complicato stare dietro a tutti i tira e molla di quei ragazzi!

 

 

You'd think that people would have had enough of silly love songs.
But I look around me and I see it isn't so.

Oh no
Some people wanna fill the world with silly love songs.

And what's wrong with that?
I'd like to know, 'cause here I go again
I love you
I love you

 

Mentre canto, il mio sguardo non fa che spostarsi su Kurt. Sarò ossessivo, ma la verità è che sono ancora terrorizzato: ho paura che possa scappare via da un momento all’altro, decidendo di essersi stufato di stare dietro a uno come me.

 

Ma no, Kurt, non lo farebbe mai. Ci scambiamo uno sguardo, seguito poi da un sorriso. No, ne sono certo: Kurt non mi abbandonerà mai.

 


Love doesn't come in a minute,
Sometimes it doesn't come at all
I only know that when I'm in it
It isn't silly, love isn't silly, love isn't silly at all.
Not it all

I love you
I love you

 

Prima ha fatto un discorso sui single, sul fatto che questo è il loro anno. All’inizio ho pensato si riferisse a se stesso, e alle sue amiche, Rachel e Mercedes. Poi però mi sono reso conto che forse il discorso era diretto anche a me: anche io sono single, sono stato rifiutato giusto ieri. E il fatto che Kurt non se ne sia dimenticato – e come potrebbe? – ma che voglia comunque in un certo qual senso farmi stare meglio… beh, l’ho apprezzato. Parecchio.

 

Inoltre, è riuscito a convincere i ragazzi a esibirsi di nuovo fuori dalle mura della Dalton Academy. E forse questa volta, le conseguenze non saranno disastrose quanto le due precedenti.

 

 

I can’t explain the feeling’s plain to me – How can I tell you about

Say, can’t you see? – my loved one?

She gave me more – How can I tell

She gave it all to me – you about

Say, can’t you see? – my loved one?

 

 

E infatti, alla fine dell’esibizione, i clienti del locale e i membri delle New Directions ci applaudono a gran voce; siamo stati davvero eccezionali, non c’è che dire.

 

Sorrido, e per un attimo non penso al fatto che ieri ho ricevuto la mia prima batosta sentimentale e che nel giro di poche ora ho litigato con il mio migliore amico – la persona cui tengo di più al mondo – e ho scoperto di averlo ferito. Penso solo a quanto io sia fortunato ad avere Kurt… qualsiasi cosa lui sia per me.

 

 

 

 

 

NOTE:

Qui Pachelbel! =) Tanto per cominciare, non badate alle pare della mia collega… -.- Io sinceramente non so che farei se non ci fosse lei ad aiutarmi con questa storia! Mi è davvero di grandissimo aiuto! E boh… she’s the Kurt to my Blaine! *___*

 

Comunque, so bene che questo capitolo vi sarà risultato strano e “diverso” dal momento che ci eravamo imposte di mettere solamente missing moments… Però, ho ritenuto necessario inserire questa scena presa dal telefilm. Perché? Perché, tanto per cominciare, è la mia preferita… perché secondo me è qui che Blaine si rende conto di quanto la loro amicizia sia “strana”, di quanto tenga effettivamente a Kurt. E’ in quel preciso momento che secondo me, inconsciamente, si rende conto di quanto gli piaccia Kurt (perché diciamocelo, non è che Blaine si è innamorato di Kurt sentendolo cantare Blackbird, ma ha CAPITO di essere innamorato di lui… questo vuol dire che lo era già da prima!)

Spero di non avervi tediato troppo comunque! =)

 

Anyway, grazie mille alle 16 stupende, meravigliose persone che hanno commentato lo scorso capitolo e a tutte le persone che ci seguono! *__* Siete tutti stupendi! (sì, ‘i’, abbiamo dei maschietti tra noi *__*)

 

Baci,

Pachelbel <3

 

 

   
 
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