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Autore: Kat Logan    15/09/2011    3 recensioni
Frank e Gerard sono due amici che vogliono entrare in una scuola d'arte molto selettiva a New York per inseguire i loro sogni. Charlotte e Kathrine non si conoscono.La prima vuole fare della sua vita il cinema, la seconda vive all'ombra della madre prima ballerina e vuole riscattarsi sul palco. Nello stesso giorno quattro vite s'incrociano nella grande mela, ma il bivio per tutti i protagonisti sarà sempre una domanda "A chi appartiene il mio cuore? All'amore o all'arte?"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Frank Iero, Gerard Way
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Upper East Side
New York
 
Frank stette qualche minuto a guardare la luce che filtrava dalla finestra e si rifletteva sui numerosi specchi che ricoprivano le pareti della sala da ballo a casa di Kathrine.
Sbadigliò mentre osservava i riflessi accecanti che il sole produceva su quelle superfici, sventolando svogliatamente una mano davanti alla bocca.
Devo essere impazzito. Io che mi sveglio alle sei di mattina per ballare, non ci crederebbe nessuno se lo raccontassi!
Dopo quel pensiero sbadigliò rumorosamente un’altra volta stropicciandosi con il dorso della mano tatuata i grandi occhi assonnati e sbuffò pensando a Gerard che giaceva ancora beato nel suo letto caldo.
Che bastardo! Mi ha mugugnato un “si, si” e si è girato dall’altra parte senza ascoltarmi, continuando a dormire!
Il ragazzo si sedette sul pavimento liscio e lucido a gambe incrociate scrutando il profilo di Mary che si muoveva veloce nel suo abito da domestica pulendo e riordinando da una parte all’altra la grande casa.
Si domandò dove trovasse tutte quelle energie e soprattutto da che ora impossibile era in piedi.
L’aveva fatto entrare con un sorriso cordiale nel lussuoso appartamento, offrendogli un caffè e una ventina di altre cose dal nome sconosciuto che aveva rifiutato per paura di essere avvelenato, per poi farlo accomodare lì informandolo che Kat l’avrebbe raggiunto a minuti.
Dei passi leggeri si fermarono alle sue spalle interrompendo il suo flusso scoordinato di pensieri.
“Allora fai sul serio!” disse con viso sorridente Kat mentre appoggiava le mani sui fianchi fasciati dai pantaloni di una tuta nera.
Frank alzò lo sguardo rimanendo seduto a terra con le mani sulle ginocchia.  Ribaltò la testa all’indietro e un largo sorriso attraversò il suo volto da bambino nel vedere una massa di capelli blu che contornavano due occhi scuri che lo guardavano divertiti.
Due stelle scure che mi fissano... pensò il ragazzo senza staccare lo sguardo dalla ragazza che lo ipnotizzava sin dal mattino presto.
Chi avrebbe mai pensato che una così potesse calcolarmi?
“Frank, ti sei incantato?” la sua voce seguita da una risatina leggera lo riportò alla realtà.
“faccio sul serio…” disse alzandosi e avvicinandosi velocemente a lei che rimase in silenzio toccandogli con le punte delle dita le mani.
“Sia con il ballo, perché devi vincere e perché lo ami…” fece una breve pausa interrotta da un respiro per poi riprendere e concludere “Sia con te! Che sei una forza! E non certo per il cognome che hai!”
“Se stai provando a corrompermi per un bacio, Frank Iero…t’informo che ci sei quasi riuscito! Ma lo avrai solo dopo che mi avrai fatta ballare come uno che può prendere a calci nel culo Madame Rolland!”
Frank le accarezzò il viso spostandole poi una ciocca di capelli dietro alle orecchie “Sarà fatto mia signora!” disse in un sussurro preparandosi a diventare un ballerino.
 
 
Lexington Avenue
New York
 
La suoneria del cellulare di Gerard arrivò al suo orecchio come un boato.
Era abituato ad alzarsi di buon ora, ma dopo le parole sbiascicate dall’amico prima che uscisse all’alba era ripiombato in un sonno profondo che non gli aveva permesso di alzarsi dal letto.
Si alzò di malavoglia, imprecando  con voce impastata dal sonno.
Raggiunse il cellulare a tentoni e notò sul display apparire ad intermittenza il nome di suo fratello.
“Mikey?!” rispose sorpreso e ancora intontito, impedendo ad uno sbadiglio d’intromettersi nella conversazione.
“Ehi fratellone come va?”
“Bene…mi fa strano sentirti, di solito è mamma che rompe le palle! Ti ho scritto una e-mail ieri!”
“Oh lo so!! Avevo solo voglia di sentirti! E t’informo…”
Ecco c’è sotto qualcosa…m’informa di qualcosa che ha già deciso e sarà inutile obbiettare! Pensò il ragazzo dai lunghi capelli mori sbattendosi sulle guance pallide il palmo della mano per svegliarsi.
“Che vengo a trovarti!”
A quelle parole gli occhi verdi di Gerard si sgranarono all’improvviso e il sonno fu solo un lontano ricordo.
“Tu che? Perché?”
“Vengo li! Rilassati!! Non sei felice??”
“Non dirmi di rilassarmi, mi sembri Frank!” sbraitò andando in cucina per prepararsi una bella dose di caffè nero forte.
“Il tuo fratellino non può venire a trovarti?” disse la voce dall’altro capo del telefono.
“NO! Se ha un secondo fine!”
“Eddai, voglio conoscere la tua ragazza sono curioso!! E anche quella di Frank!”
Maledizione perché gli ho scritto così tanti dettagli nell’e-mail? Stupido Gerard.
“Quando vieni?” si arrese il moro sospirando e tirando fuori dal mobile in acciaio una grande tazza di Batman.
“Domani!”
“Perfetto” sbiascicò mettendosi in bocca un biscotto al cioccolato e rituffando la mano nel contenitore di vetro.
“Guarda…che io ho lezione! Non cazzeggio come nel Jersey!”
“Si genio, tranquillo! Ti trovo io!! Mikey Way ritrova sempre il suo fratellone!”
“Sei troppo loquace, mi fai paura! Hai iniziato a farti di qualcosa?”
“Ora sei tu che assomiglia a Frank! A domani! Byeeeeeeeeeeeee”
La linea cadde interrompendo la chiamata, Gerard lanciò sul divano il cellulare e mugugnò un “non ha risposto alla mia domanda quel furbo!” per poi portarsi alla bocca la tazza che ora era colma di caffè bollente.
Si appoggiò al banco della cucina pronto a gustarsi la sua colazione quando il campanello suonò.
“Sta mattina non ho tregua, fortuna che non devo andare all’istituto!”
Lanciò un’occhiata veloce all’orologio al muro domandandosi chi poteva essere.
Frank ha le chiavi…
Fece per andare alla porta mentre dall’altra parte qualcuno aveva cominciato a bussare insistentemente.
Sono le…Appena realizzò l’orario Gerard, ancora in mutande e con la tazza a mezz’aria che rischiava di rovesciarsi da un momento all’altro capì che si trattava di Charlotte.
“MERDA!!!”
“Ehy Gee! Tutto bene??” chiese da fuori la voce della ragazza con il suo accento francese.
“s..sii!! Un attimo!!! Un attimo solo!” gridò il ragazzo in preda al panico.
“Mi fai almeno entrare?”
“OH NO!” Gerard guardò in basso, sotto il suo ombelico e valutò che in quel momento anche con i pantaloni ci sarebbe stato un problema piuttosto visibile.
Andiamo, abbassati!!
“Come no?!” Chiese piccata l’altra.
“C’è…C’è troppo casino qui! Aspetta due minuti!” Gerard cercò di essere convincente ma la sua voce tremò, in più Charlotte era testarda e non si arrendeva.
“Devo girare un corto sui giovani artisti, su come sei tu Gee, il vero Gee! Se sei disordinato chi se ne importa…fa parte di te!!”
Il ragazzo si mise le mani nei capelli “Sono nudo anche!”
“uuhh”
“Cos’era quel verso? Smettila!!”
“D’accordo mr. Way, aspetterò qui fino a che non ti deciderai ad aprirmi, ma ti avverto…dovrai farti perdonare!”
 
 
Upper East Side
Ore 10.00 a.m.
 
Almeno non mi è toccata la calza maglia! Pensò Frank mentre cercava di non pestare i piedi a Kat che lo guidava insegnandogli i passi del tango.
“Frankie devi starmi più vicino e la mano va qui, non sul mio sedere!”
“ops” rise lui per poi tirare fuori la lingua come un bambino impegnato a disegnare cercando la concentrazione.
“Come mai, un tango?” domandò mentre la faceva volteggiare.
“Perché nessuno di loro lo farà e per te credo sia più semplice questo che far spaccate per aria o altre cose strambe da danza classica, come le chiameresti tu” le rispose Kathrine facendogli l’occhiolino.
“Non darmi dei calci eh?! Mi fai paura con quella gamba li!” piagnucolò lui guardando con la coda dell’occhio la gamba della ragazza che si muoveva veloce e decisa tra le sue.
“Zitto e non frignare!”
“Te l’ha mai detto nessuno che questa è tutta aggressività passiva?!”
“Frank…” Kat si fermò guardandolo più seriamente possibile, tanto che il ragazzo s’irrigidì staccandosi leggermente da lei.
“Basta.” Disse secca lei senza staccare gli occhi dai suoi.
 
Parole. Usarle o tacere?
 
“Te la sei…”
La ragazza interruppe la frase premendogli un dito sulle labbra per zittirlo.
Parla sempre troppo!Prese un lungo respiro raccogliendo tutto il suo sangue freddo e cercando di non far tremare la voce si decise a dirgli ciò che le stava passando per la testa senza mezzi termini.
“Basta guardarmi così o mi farai morire!” disse tutta d’un fiato maledicendosi mentalmente per non essersi trattenuta e pregando perché le sue guance non prendessero fuoco davanti a lui.
Lui che la guardava con occhi gentili e sognanti.
Lui che le regalava sempre un sorriso.
Lui che con la sua voce divertente e squillante sapeva sempre dire la cosa giusta.
“Capelli blu sei carina anche così autoritaria lo sai?!”
Ecco che riprende a parlare!
La mano di Frank abbandonò il suo fianco per posarsi sotto il suo mento e accarezzarlo lentamente.
“E per di più…mi piace quando arrossisci!”
Kat sentì le sue guance prendere fuoco a quelle parole.
Maledette!! Pensò cercando di non sprofondare dalla vergogna e prime che potesse protestare le labbra di Frank raggiunsero la sua bocca regalandole un bacio caldo e profondo che le fece tremare le gambe.
Il calore prese possesso dei loro corpi e la voglia di essere più vicini si fece più prepotente in loro.
Le braccia della ragazza si strinsero al collo di Frank che per tutta risposta affondò le mani nei lunghi capelli dell’altra per avvicinarla ancora di più a sé.
Sei mia. Fu l’unico pensiero che invase la sua mente mentre le note del tango continuarono a riempire la stanza e assieme alla musica i loro battiti coprirono qualsiasi altro rumore, anche quello della voce di chi li stava osservando.
“Kathrine!” Il nome dovette essere ripetuto tre volte prima che i due ragazzi si resero conto di non essere più soli.
“KATHRINE!” La voce irritata nel dover ripetersi e lo sguardo accigliato di sua madre la investirono come un treno.
E’ tornata. E’ qui. Frank…è qui!
“Beh?!” le mani curate della donna s’incrociarono al petto lasciando la valigia e il cappotto a Mary che a testa bassa ed in silenzio si occupò di sistemare gli oggetti.
Frank è qui e lei lo sta vedendo.
“Signorina hai perso la voce? Cosa sta succedendo?!”
Merda. Il suo cervello era come in standby non riusciva a riprendersi e a rispondere a quella donna che stava guardando con sguardo altezzoso il suo ragazzo da capo a piedi.
Il moro si affrettò a spegnere la musica per poi dirigersi verso la donna sussurrando un flebile “Buongiorno!” che risultò comprensibile a malapena.
Alexandra Lewis non si sforzò di cambiare l’espressione dura che aveva in viso ne di ricambiare il saluto, varcò la soglia mettendosi a girare in tondo al ragazzo con aria altezzosa guardando sua figlia ed ogni tanto prestando attenzione alla figura dell’altro.
“Stavamo provando.” Riuscì a dire in tono asciutto Kathrine dopo aver respirato a fondo e riordinato le idee, non poteva tacere e non avrebbe permesso che quella donna umiliasse il suo ragazzo come faceva con ogni persona che non riteneva degna della sua attenzione.
“Non prendermi in giro, ragazzina!”
“Dio, sei appena tornata e vuoi già renderti odiosa?”
Frank rimase in silenzio deglutendo rumorosamente, non sapeva come agire e cosa dire, ma soprattutto lo rendeva in soggezione la prima ballerina che si aggirava come un avvoltoio attorno a lui.
“Non pago fior di soldi per farti divertire con dei teppistelli qualunque!”
 
Parole. Parole che non si vogliono udire.
 
“Uno…” cominciò la ragazza alzando un dito della mano e fronteggiando la madre “Non è un teppistello!” La rabbia crebbe dentro di lei e dopo che i suoi occhi scuri si scontrarono con quelli grandi e rassicuranti di Frank continuò “Due…è il mio partner di ballo!”
Possibile che questa donna sia così piena di pregiudizi? Frank limitò i suoi dubbi a semplici domande interiori mente la donna interruppe l’arringa difensiva di Kat.
“A quanto pare non solo di quello!” disse scuotendo la testa per poi rivolgersi finalmente a Frank “Tu, di grazia sei...?”
“Frank, Frank Iero signora!” Splendida presentazione Frank, davvero vai alla grande! Non sei mai piaciuto alle madri con un minimo di senno, non sperare di cavartela con questa.
“Mio caro…non hai l’aria di un ballerino!”
“Mamma…” la riprese Kathrine spazientendosi.
“Non so cosa tu voglia…forse un po’ di attenzione, forse altro da mia figlia…”
Taci, non continuare! “Mamma!”
Alexandra continuò, lo sguardo penetrò il ragazzo davanti a lei “vuoi acquistare un po’ più di popolarità per il nostro nome?”
“Non mi permetterei mai e in tutta sincerità…nemmeno sapevo della sua importanza!” disse per tutta risposta lui, cercando di non apparire sfrontato.
Non devo metterla nei guai.
La donna sembrò colpita nell’orgoglio, i suoi lineamenti si tirarono in un’espressione d’incredulità che parlava da sé.
Pure ignorante l’ha scelto!! “Avevamo detto niente ragazzi.”
“Lo avevi detto tu, hai sempre detto tutto tu…”
 
Parole cariche di rabbia.
 
“Hai un obbiettivo importante, devi lavorare per questo, non sprecare il tuo tempo i tuoi sacrifici, Kat non vuoi capirlo? Non c’è tempo per altro ora…non c’è tempo per lui!” sottolineò la donna indicandolo con enfasi.
“Anche questa è una cosa che hai deciso solo tu, ma sai che ti dico? Non puoi decidere più chi devo frequentare…se devo aver un ragazzo e chi dev’essere!”
La frase suonò come un affronto, la donna s’impettì stizzita.
“Kat non è il caso…non preoccuparti per me!” disse sottovoce Frank avvicinandosi a lei e cercando di tranquillizzarla.
“No, Frank…” sibilò tra i denti lei senza ammettere repliche.
“Fino a che sarai in questa casa sappi che dovrai rispettare le mie regole e lui…” sospese il discorso con una piccola pausa, guardandolo arcigna, prima di concludere il tutto “lui non rientra in ciò che ho scelto per te.”
“Se è così…” Kathrine prese la mano di Frank “io me ne vado dalla tua casa! Problema risolto.”
L’espressione di Frank si fece sconvolta quanto quella della madre che si stava vedendo abbandonata dalla propria figlia.
“Se esci da quella porta sappi che non entrerai più in questa…” ma prima che potesse pronunciare la parola casa udì la porta sbattere come ultima risposta di Kathrine.
 
 
 
Lexington Avenue
Appartamento di Frank e Gerard
 
 
Charlotte gironzolava curiosa immortalando ogni angolo della casa con la propria videocamera.
Trovava il tutto molto Frank e Gerard.
Caos ovunque, fumetti e sparititi sparsi sopra i letti o abbandonati più o meno su tutte le superfici disponibili, pavimento compreso.
Pastelli e penne di ogni tipo giacevano su grandi fogli macchiati di colore o pieni di disegni.
Poster e modellini di supereroi si alternavano coprendo il muro bianco della camera da letto ad immagini di musicisti famosi.
“Mi piace qui!” disse sorridendo senza smettere di  sorridere mentre l’occhio digitale della telecamera documentava il tutto.
“Ma ora Gerard Way…parlami di te!” ed ecco comparire l’immagine del ragazzo sullo schermo.
“Io…ehm…è imbarazzante questa cosa!” confessò lui passandosi una mano tra i capelli in modo convulso.
“Perché non volevi farmi entrare?”
“Fa parte del documentario anche questo?”
“No, fa parte di Charlotte che vuole sapere tutto di Gee!” rispose la ragazza facendogli l’occhiolino.
Non dirò una parola su questo argomento!!
Il silenzio del ragazzo fu più che eloquente, Charlotte fece un rapido zoom affermando “ecco il silenzio di un artista” spense l’oggetto comprendo l’obbiettivo.
Si sedette sullo sgabello libero accanto alla scrivania e si lasciò sfuggire un sospiro.
 
Parole che si vorrebbero ascoltare.
 
“Se non vuoi parlare alla mia telecamera va bene ma…” abbassò lo sguardo e si morse un labbro “sembra quasi che tu non voglia parlare con me…”
Stupido Gee. Stupido, stupido.
“Non è così!” si affrettò a dire lui indagando lo sguardo nocciola della francese che ora puntava il pavimento.
La osservò in quella posizione, con lo sguardo perso su una mattonella e i pensieri che probabilmente facevano un rumore talmente forte da coprire quel silenzio che si era venuto a creare tra i due.
“Su di me…c’è poco da dire…” disse avvicinandosi a lei.
Si chinò verso il suo viso sfiorandole i capelli.
Il profumo del balsamo alla vaniglia colpì i suoi sensi e i suoi occhi verdi si socchiusero un momento come per prestare più attenzione a quel dettaglio.
Dimmi allora quel poco che c’è. Voglio sapere tutto di te.
Gerard si mosse al di sopra della sua spalla allungando una mano sulla scrivania e provocando un fruscio di fogli che interruppe quella preghiera silenziosa.
“Ecco qui.” Annunciò porgendole un foglio piegato in quattro.
“Cos’è?” domandò incuriosita e con lo sguardo luminoso la ragazza.
“Tutto quello che c’è da sapere di me…” ribadì lui.
Charlotte lo guardò un momento interdetta, ma quando le sue dita rivelarono ciò che c’era sulla carta non poté fare a meno di regalargli il sorriso migliore che poteva sfoggiare.
Sul foglio bianco era disegnato il suo viso. Era ciò che Gerard aveva fatto quando ancora non si conoscevano e non le aveva mai mostrato.
“Grazie…”
Il moro sorrise baciandola di slancio.
Il sapore di caffè colpì Charlotte che non si lasciò pregare che ricambiò il bacio aggrappandosi alla sua maglietta lasciando scivolare il disegno dalle proprie mani.
Una sirena in lontananza, il clacson dei taxi gialli per le strade erano un sottofondo simile a un brusio nella sua testa nonostante fossero in realtà molto vicini, perché lei ormai riusciva solo a sentire la voce di Gerard e le sue mani che accarezzavano la sua pelle perdendo il controllo.
 
Parole. Inutili contro i sentimenti, perchè si spiegano da sé.
 
 
Note dell’autrice:
Posso solo dire…scusate il ritardo! Questo capitolo proprio non voleva scriversi!! Ma con la velocità di una lumaca alla fine qualcosa è saltato fuori!
Spero vi piaccia, forse è un po’ differente dai presedenti con questo “intercalare” sulle parole. Aspetto di sentire la vostra :D
p.s Ho modificato l'ultima parte, non avevo dormito e anzi che scrivere Charlotte ho scritto Tiffany! Le ff si sono accavallate nella mia testa!! Scusatemi tanto, comunque ho rimediato all'errore!! Grazie a Ghost che me lo ha fatto notare!! Un bacione.
Kat

   
 
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