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Autore: francy091    15/09/2011    9 recensioni
storia ispiratami dall'omonimo libro di Sophie Kinsella... come reagireste se scopriste di essere state improvvisamente catapultate nel futuro?
la storia di Castle e Beckett vista da un insolito punto di vista...XD
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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ed ecco quà il 5...lo so, c'è chi mi ha definito una macchina sparapalline da tennis...per non fare nomi Katiebeckett555...XD
ora rallenterò un po' il ritmo, promesso, anche perchè probabilmente non so se modificherò qualcosa del capitolo, o se addirittura lo allungherò...XD
a sotto!!! ^.^

La mattina dopo Kate si svegliò abbastanza riposata, il materasso era davvero comodo e aveva passato una notte priva di sogni; andò a racimolare qualcosa per fare colazione, mentre pensava a cosa poter fare in quella giornata.
< dunque, devo assolutamente cercare di chiarire alcuni punti della mia vita, e visto che Josh non mi aiuta… > pensò, mentre si dirigeva in camera per pescare dalla sua borsa il cellulare. Nessun messaggio. Lanie non le aveva ancora risposto. Ma lei aveva bisogno di sapere, così decise di risolvere il problema alla radice e chiamò l’amica.
Dopo parecchi squilli, al punto che la detective stava per riagganciare, la voce squillante dell’anatomopatologa fuoriuscì dall’apparecchio.
“pronto?”
“ehi Lanie, sono Kate. Hai visto il messaggio di ieri?”
“eh? Ah, si si, l’ho letto, ma mi dispiace tesoro, oggi non ho proprio tempo di parlare, sono piena di lavoro e stasera ho un appuntamento con Javier. Ti richiamo domani, d’accordo? Ora scusami ma devo andare honey!”
“si, va bene, ci risentiamo domani allo…ra.” Neanche il tempo di riuscire a finire la frase che la dottoressa aveva riattaccato.
La sua unica fonte di notizie sulla sua vita l’aveva appena abbandonata, ma il bisogno impellente di risposte stava diventando un’ossessione per Kate.
Cercava di pensare a qualcuno con cui poter parlare, qualcuno che conoscesse le risposte alle sue domande… ma più pensava e più non sapeva a chi potesse rivolgersi.
< Ryan ed esposito sono fuori questione, non credo siano a conoscenza di molti particolari della mia vita fuori dal lavoro, anche se, se mi servisse un controllo finanziario non credo farebbero troppe domande, mi aiuterebbero e basta… la Gates neanche a pensarlo, non sembrava molto amichevole, il nostro rapporto non deve andare molto oltre il legame sottoposto-superiore… mio padre potrebbe sapere qualcosa, ma alcune domande potrebbero risultare imbarazzanti…. Ma possibile che non abbia un’amica fuori dal distretto, qualcuno che potrebbe sapere come sono andate le cose? >
Stava davvero sprofondando nella disperazione, aveva bisogno di conoscere cosa era successo in quei 3 anni, di sapere come erano andate le cose nel distretto, di capire come Roy era morto e perché lei e Castle erano lì…
“Ma certo, Castle!!” esclamò a voce alta.

Presa la decisione, decise di vestirsi in fretta e furia, pescando dall’armadio un paio di jeans a sigaretta, una camicia blu di flanella e perché no, anche uno spolverino in tinta che l’avrebbe tenuta più al caldo. I suoi immancabili tacchi ai piedi, un paio di tronchetti neri, la facevano sentire a casa. Afferrò il cappotto blu a doppio petto che trovò nell’appendiabiti dietro la porta d’ingresso e si fiondò in strada alla ricerca di un taxi.
Non ci mise tanto a trovarne uno, e quando salì vide che l’autista era lo stesso che l’aveva accompagnata ieri al distretto.
“Ehi, salve signorina. Anche oggi nei pasticci con la polizia?”
“No, veramente ieri non ero nei pasticci, il distretto è il posto dove lavoro. Ma oggi deve portarmi da un’altra parte.”
“Ogni suo desiderio è un ordine, dove andiamo?”
“Ehm…” e d’improvviso Kate si rese conto che, se in quei 3 anni così tante cose erano cambiate, forse anche Castle aveva cambiato casa… e lei non conosceva il suo nuovo indirizzo.
“Senta signor…”
“Rajit!”
“Ah, Rajit, sa per caso dove abita lo scrittore Richard Castle?”
“Sta scherzando? 595 Broome St. Un sacco di turiste vogliono andare a vedere la casa di Richard Castle! Non la facevo una fan scatenata però.”
“No, in realtà non lo sono, è che liu è… ecco, diciamo un amico…”
“e non sa dove abiti?”
“É una lunga storia da spiegare…”
“Beh, anche la strada da qui a Soho è lunga…”
E stranamente, Kate non ebbe problemi a sfogarsi e a raccontare ad un perfetto sconosciuto tutto quello che le era capitato, sentiva di potersi fidare di quell’autista indiano che era stato così gentile con lei… e poi, doveva cercare di raccogliere le idee per poter parlare con Richard senza confondersi ogni secondo.
 
Arrivata sotto l’alto palazzo che ospita l’appartamento di Castle, pagò Rajit e lo ringraziò ancora per la gentilezza che le aveva dimostrato; guardò su fino all’ultimo piano della grande residenza, dove sapeva che lo scrittore aveva il suo mondo, dietro quelle finestre che facevano entrare la luce e illuminavano perfettamente il loft anche in pieno inverno.
Trovò il portone già aperto e senza nessun portiere, meglio, avrebbe risparmiato eventuali domande imbarazzanti sul perché si trovasse lì.
Una volta raggiunto il portone all’ultimo piano si rese conto di quanto affrettata era stata: e se Castle non fosse in casa? Se dopo la conversazione dell’altra mattina non volesse avere più niente a che fare con lei? Se ci fosse rimasto troppo male? Se, peggio ancora, invece di lui avessero aperto la porta Martha o Alexis?
Stava giusto pensando a quanto imbarazzante sarebbe stata questa ultima eventualità, quando qualcuno aprì la porta del loft.
“Ehi Kate! Che bello rivederti!” disse un uragano di capelli rossi che la travolse in un abbraccio affettuoso.
“Ehm, ciao Alexis! Quanto tempo!” sperò fosse la risposta giusta.
“Kate, papà mi ha detto tutto, so che non ti ricordi niente degli ultimi 3 anni… ma vedrai che presto tutto ti tornerà alla mente, vedrai.”
“Lo spero vivamente Alexis.”
“Ah, se cerchi mio padre è in studio a scrivere, entra pure, io devo scappare in libreria. Che bello riaverti di nuovo qui!” disse in fretta la piccola donna, abbracciandola di nuovo e schioccandole un sonoro bacio sulla guancia prima di sparire dietro l’angolo del pianerottolo.
Rimasta un po’ scioccata per l’accoglienza, decise di farsi coraggio ed entrare in casa: che lei ricordasse era stata a casa Castle solamente un paio di volte, ma nonostante questo notò che non erano state fatte molte modifiche dall’ultima volta: la scala era sempre lì, il salotto con il grande divano in pelle non era cambiato, la cucina era come sempre grande e totalmente a vista. Le era sempre piaciuta molto la casa di Castle, uno stile ricercato ma sobrio, elegante ma senza esagerare… adatto a lui insomma!
Con una leggera titubanza attraversò la zona giorno e si diresse verso la porta socchiusa dello studio; attraverso il piccolo spiraglio lasciato aperto intravide lo scrittore immerso nella scrittura di un capitolo, gambe appoggiate sopra il tavolo e computer sopra le ginocchia… non l’avrebbe ammesso mai neanche sotto tortura, ma era davvero affascinante, con quell’aria da bel tenebroso, un’aurea di mistero che lo avvolgeva, quasi fosse una creatura mitica…. Se non fosse stato per il fatto che si era ingrassato notevolmente in quegli ultimi 3 anni, ma come aveva fatto a diventare quasi il doppio di quello che era prima?
Bussò delicatamente, non voleva entrare come se niente, fosse, in fondo per lei erano semplicemente… amici? Non era sicura neanche di quello… partner? Forse, in fondo la loro collaborazione era durata per 3 anni…
“Ehi zucca, non devi bussare ogni volta, te l’ho detto!” rispose la voce squillante dello scrittore.
“Buongiorno Castle.”
Non appena si tirò su dal computer e vide la detective sotto l’arco della porta, i suoi occhi si illuminarono di una luce che la donna mai aveva visto prima in nessuno.
“Kate.” Disse lui quasi in un sussurro.
“Ehm, ti disturbo Castle? Non vorrei interromperti mentre scrivi, s-se è un problema ti richiamo e ci risentiamo, io…”
“Non dirlo neanche per scherzo! Tu non disturbi mai.” Disse mentre si tirava in piedi e si avvicinava a lei.
I suoi occhi continuavano a brillare di una luce mai vista, felice, ma allo stesso tempo malinconica, come un bambino che ha appena visto il suo regalo di natale sotto l’albero, ma non può scartarlo.
“Dio, quanto mi sei mancata Kate, ho così voglia di abbracciarti.”
La detective poteva vedere chiaramente il desiderio dello scrittore, ma decise che finché non avesse scoperto tutto ciò che era accaduto, sarebbe stato meglio mantenere le distanze.
“Castle, ecco, sono venuta per chiederti una cosa… per la verità più di una cosa… è che l’avrei chiesto a Lanie, ma non ha tempo e ci sono delle cose che devo assolutamente sapere, io…”
Lei, ma donna che aveva sempre la battuta pronta, stavolta non riusciva a trovare le parole per esprimere tutta la confusione che le avvolgeva il cervello. Per fortuna Castle la capì e cercò di tranquillizzarla.
“ehi, Kate, calmati, tranquilla, sono qui, sediamoci e chiedimi tutto quello che vuoi.”
Lei cercò di fare mente locale per poter dire con ordine ciò che più le premeva. Decise di cominciare con ciò che riguardava lo scrittore in prima persona.
“ieri pomeriggio al distretto, cosa volevi dire esattamente con quella frase? Lanie mi ha detto che la nostra collaborazione è finita dopo la morte di Montgomery, che non so neanche come sia morto o perché, e cosa c’entro esattamente io, o tu che eri lì con me, ed ecco che mi sto incartando di nuovo, cavolo, ci sono talmente tante cose!!”
“ok ok, calma, rilassati e fa parlare me. Ti racconterò tutto, a patto che mi lasci parlare e che non osi interrompermi… qualsiasi cosa io dirò. Prometti?”
“non mi sembra che ho molta scelta, e per capirci qualcosa sarei disposta a tutto, anche a star a sentire te.” Ed ecco che la vecchia Kate pronta a punzecchiarlo e a provocarlo in ogni momento era tornata fuori.
“È bello vedere che alcune abitudini non cambiano mai. Dunque, allora, cominciamo dall’inizio.
Io e te siamo amanti!”
“Cosa!? Castle, ma ti sei mangiato il cervello?!”
“Ehi, ti avevo chiesto di non interrompermi. Fammi parlare.”
“Ma mi hai dato la notizia peggiore all’inizio!”
“Peggiore?” chiese lui con una punta di risentimento.
“No, non è questo che intendevo, io… d’accordo, me ne sto zitta.”
Castle sorrise nel vedere quanto la sua Kate non fosse cambiata di una virgola nonostante l’amnesia… era sempre la dura e dolce donna di cui si era innamorato.
“allora, immagino di doverti raccontare gli avvenimenti che hanno portato alla morte di Montgomery, tutto è iniziato i giorni dopo il funerale, ma se non sai come siamo arrivati in quel cimitero non puoi capire il resto… mettiti comoda perché sarà una lunga mattinata…”


eh si, il grande segreto è stato svelato... nel prossimo capitolo come la storia è nata...hihihi, non ve l'aspettavate vero?! eh già, Castle e Beckett stanno insieme...anche se lei è sposata e non se lo ricorda...XD
ok, madeitpossible, non mi tirare scarpe, ma lo dovevo scrivere...però dai, non è tanto tanto...XD
Va bene, come ho detto rallenterò un pochino il ritmo d'ora in poi... anche perchè questo finesettimana avrò talmente da fare che non so neanche se riuscirò ad accenderlo il computer...
alla prosima!!!! ^.^
baci8!!!!
  
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