Faceva un caldo afoso e i ventilatori provocavano un sottofondo rumoroso e fresco nell’aula universitaria.
Una ragazza dai capelli rosa mordicchiava una matita mentre ascoltava la lezione di un uomo sui trent’anni dai capelli bianchi, con bocca e naso coperti da una maschera nera.
Sakura Haruno era l’unica nella sala insieme ad una ragazza bionda, Ino Yamanaka, seduta più in là.
Ogni tanto la rosa staccava la matita dalla bocca e scribacchiava qualche appunto. La bionda invece osservava il professore fingendo di essere interessata, pensando però a tutt’altro.
-Per oggi la lezione è conclusa. Ci sono domande?- dice dal fondo dell’aula Kakashi Hatake, il professore.
Le due ragazze scuotono la testa, si alzano e cominciano a scendere le scale della struttura ad arena tipica delle università, avvicinandosi alla porta. La bionda esce. La rosa no.
-Ah, voleva dirmi qualcosa, signorina Haruno?- chiede perplesso Kakashi a Sakura.
-No, volevo dirle solo che secondo me le sue lezioni non sono affatto noiose. Io le trovo molto interessanti- aggiunse poi con un sorriso rivolto all’uomo. Lui le sorrise.
-Grazie, ma come puoi vedere tu e Yamanaka siete le uniche che seguite le mie lezioni- fece lui sconsolato.
-Nono si preoccupi, spargerò la voce!- gli disse la rosa allegra.
Il professore la guarda per qualche secondo, poi le chiede se le va qualcosa. Lei accetta e escono insieme fuori dall’edificio.
Sakura succhia il sorbetto al limone offertole dall’Hatake mentre osserva il parco davanti a loro.
Lui la osserva davanti al suo bicchiere di Martini.
-Non bevi alcolici?- le fa lui ridendo.
-No- risponde lei intenta a leccare una goccia che le stava scendendo lungo il braccio.
-Da giovane ero molto diverso da te, Sakura – continua lui.
A Sakura si ferma il cuore per un attimo. Sakura. Sakura. Sakura. Continuò a ripetersi il proprio nome mentalmente, non riusciva a credere che l’avesse davvero chiamata così. Poi la ragazza si riprende e lo fissa.
-E com’era lei, professore?- gli chiese lei maliziosa. Lui la guardò divertito.
-Beh, prima di tutto bevevo alcolici. Poi odiavo la materia che insegno … e mi piacevano le ragazze con i capelli rosa e gli occhi verdi- disse lui scrutando gli occhi di Sakura in cerca di una risposta.
Lei arrossì violentemente abbassando lo sguardo.
-E … le piacciono ancora?- chiese lei timidamente all’uomo, che la guardo sorridendo.
-Sì- rispose lui mentre la ragazza arrossiva nuovamente, tormentandosi le mani.
-Senti, stasera sono stato invitato ad una festa di gala, ti va di accompagnarmi, Sakura-chan?- le chiese lui avvicinandosi a lei, poggiando le braccia sul tavolino grigio di ghisa e guardandola dritta negli occhi smeraldo. Lei ricambiò lo sguardo sorpresa e felicissima allo stesso tempo, trattenendo il respiro e sprizzando gioia silenziosa da tutti i pori.
-Sì! Cioè, mi farebbe molto piacere- disse lei euforica. Lui le sorrise soddisfatto.
-Allora ci vediamo davanti al Grand Hotel Takeshima alle otto in punto di stasera, okay?- le fece lui alzandosi in piedi mentre afferrava la valigetta di cuoio marrone e dava un’occhiata all’orologio.
-Perfetto, professor Hatake! Grazie mille, a stasera!- disse la ragazza alzandosi di scatto e correndo via veloce. Kakashi la guardò allontanarsi sorridendo sotto la maschera scura.