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Autore: IlaOnMars6277    16/09/2011    5 recensioni
"Cosa mi stava succedendo? Ultimamente mi ritrovavo spesso a fare sogni ad occhi aperti su di lui e non mi era mai capitato. Sin dall'inizio ci eravamo detti che sarebbe stato solo un rapporto lavorativo e di amicizia, per non creare incomprensioni e malintesi.Eppure ora facevo questi pensieri, dopo anni di lavoro."
[Vincitore dei NESA nelle categorie: Best Scena, Best Kiss, Best Long Fic, Best Female, Best Couple.]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non riuscivo a credere a quello che avevo fatto. Continuai a rimanere incollata alla sua bocca e a cercare la sua lingua nonostante fossi abbastanza lucida da sapere che stavo sbagliando. Affondavo le mani nei suoi capelli e lui ricambiava il bacio tenendomi la schiena e facendomi adagiare su lui. Entrambi appoggiati al bancone della cucina. Sentivo il suo profumo entrarmi nelle narici e più ne sentivo, più ne volevo. Un rumore al piano di sopra mi ricordò che non eravamo soli. Mi staccai velocemente, ancora confusa e respirando velocemente. Anche il suo petto si abbassava e alzava al ritmo del mio. Mi fissava  sorpreso e provò a dire “Emma, non…”
“Ti prego zitto, non parlare! Mi dispiace cazzo, mi dispiace…” Presi le mie cose e corsi fuori.
 
Arrivata a casa mi accasciai sul letto. Ero sconvolta. Ma cosa mi diceva la testa? Stavo mandando in frantumi tutto. Mi ero comportata come Natalie. L’avevo tanto criticata ed ora avevo fatto il suo stesso errore. Mi serviva una botta in testa che mandasse via i pensieri e mi facesse cadere in un sonno profondo, senza sogni possibilmente. Rimasi ore a fissare il soffitto, finchè morfeo non venne in mio aiuto.
Mi svegliai stordita. Avevo lasciato la finestra aperta ed il sole era già alto nel cielo.
Bastò guardare che ero ancora vestita come il giorno prima per ricordarmi tutto quello che era successo. Tolsi i vestiti ed entrai nella doccia. Sarebbe stata una giornata lunga e pesante. Troppi impegni e la maggior parte in sua presenza.
 
Passai a prenderlo a casa. Salì in auto dicendo un semplice “ciao”. Io non risposi, non volevo fargli la sentire la mia voce roca e tremante. Non so cosa sia stato peggio. Le uniche parole che volarono nell’abitacolo erano quelle della radio. Jared guardava fuori dal finestrino, poi controllava il cellulare, dava un rapido sguardo a me e tornava a guardare fuori.
Io lo spiavo con la coda dell’occhio. Avrei voluto parlare, scusarmi, spiegare le mie ragioni, ma non sapevo cosa dire. Il brutto è che nemmeno io sapevo perché mi ero permessa, lui non aveva dato segnali che mi lasciassero intendere di baciarlo. Ero partita io, senza ragionare. Altre volte mi era capitato di prendere l’iniziativa con un uomo ma, con lui era diverso. Eravamo già amici e colleghi da anni. Che cavolo stavo combinando?
Arrivati a destinazione, scese velocemente salutando alcuni fan che lo aspettavano fuori da una radio del luogo, per quel giorno aveva un intervista. E una sessione fotografica più tardi.
Tutto il pomeriggio passò tra strade e gente che non conoscevo. Tra di noi monosillabi e parole tese. Nient’altro. E la prima a non voler parlare, ero io.
 
Lo riaccompagnai a casa e una volta entrato sbuffai rumorosamente. Mi ero dimenticata di respirare. Ero tesa da morire. Se non avessi risolto in fretta sarei morta presto, non potevo lavorare così.
“Buu!!”
“Shaaaan! Che paura!”
“Sono minuti che ti chiamo, ma non rispondevi”
“Si scusa, riflettevo. Dimmi”
“Volevo dirti di rimanere a cena. Avevo detto a Jared di dirtelo, ma vedendoti in macchina ho immaginato lo avesse dimenticato. C’è anche mamma stasera” e sorrise felice.
“Oh, mi piacerebbe tanto rivederla, è da molto tempo che non ci scambio due chiacchiere.”
“Allora, parcheggia ed entra”
“Ok, arrivo”
 
“Emma, tesoro….Come stai?” mi abbracciò forte.
“Constance, sto bene grazie. Tu come stai? “
“Benissimo cara, quando sono con i miei figli ancora meglio” sorrise e rivolse il suo sguardo ai due fratelli che preparavano la tavola.
“Mangiamo qui a quanto pare, li hai già messi all’opera” dissi indicandoli.
“Si, ho portato tante cose buone da mangiare, così ho chiesto, anzi ordinato, di apparecchiare. Sai ci vuole polso fermo con quei due. Ma che te lo dico a fare. Lo saprai ormai!”
“Beh si ho imparato a conoscerli con il tempo e so come prenderli”
“Hanno tanta stima di te tesoro, sei una ragazza con la testa sulle spalle, matura, responsabile e semplice. Ne trovassero una che ti assomigli almeno un po’”
“Grazie, mi fai arrossire. So che mi vogliono bene. Spesso cerco di consigliarli sulle donne ma preferisco non mettermi in mezzo, potrei fare danni” e ripensai alle fasi che avevo sputato in faccia  a Jared riguardo Natalie. Distolsi lo sguardo da Constance e sistemai le pietanze nei piatti.
“Cos’hai? Ho detto qualcosa di sbagliato?”
“No, no assolutamente. Sono io che sono sbagliata, a volte credo che tutta la concentrazione che metto sul lavoro mi limiti nel resto delle cose.” Dicendolo ad alta voce diventava ancora più veritiero. Costance si avvicinò e mise la mano sulla mia spalla.
“Se c’è qualcosa di cui vuoi parlarmi, sono qui. Probabile che non saprò come risolvere il problema, ma una volta detto il fardello sarà meno pesante.”  Sorrisi, sentivo gli occhi lucidi e le lacrime che volevano fare capolino. Le ricacciai indietro, la abbracciai e risposi “Grazie, quando saprò come spiegare la situazione, te ne parlerò” sapevo che non lo avrei fatto. Non potevo parlarne con lei ma sapere che mi fosse vicina lo stesso, mi dava più forza.
Durante la cena risi come una pazza. Shannon  era in vena di raccontare aneddoti divertenti alla madre. La maggior parte erano figuracce fatte sul palco, le più di Jared.
“Che poi tu non hai visto quando quel coglione di tuo figlio è saltato su una palla rossa gigantesca e si è ritrovato gambe all’aria”  * ridevamo al ricordo di quella pazzia, io mi tenevo la pancia. Mi voltai a vedere come l’avesse presa Jared e lo trovai a fissarmi sorridente, io abbassai lo sguardo e mi versai dell’acqua. Non riuscivo a sostenere il suo sguardo. Mi sentivo di aver tradito la sua fiducia e avrei dovuto chiedergli scusa. Non riuscivo a rimanere da sola con lui, quindi decisi di rimandare la conversazione ed aiutare Constance a ripulire la cucina. Mentre eravamo una accanto all’altra che asciugavamo le stoviglie mi disse una frase che in quel momento non capì “tesoro, non so cosa ti rende così pensierosa. Ma se posso permettermi ti dirò una cosa che vale per molti problemi. Se la scelta che fai, è fatta con il cuore non puoi di certo pentirtene.” Mi sorrise dolcemente, passandomi un altro piatto.
 
Quella donna sapeva tutto o era stato solo il suo sesto senso a parlare?



* Ecco il video se non lo avete visto o non lo ricordate! xD
http://www.youtube.com/watch?v=byrSYsyI25s
   
 
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