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Autore: evenstar    15/05/2006    8 recensioni
"Molly si ricordava bene le ansie, le paure dell’anno prima, i pomeriggi passati alla Tana con Tonks, a parlare, a cercare di trovare una soluzione, sapendo che non ce n’erano di possibili, che tutto dipendeva da Remus. Ricordava com’era stato duro per la ragazza... E adesso questa cosa rischiava di rovinare tutto".
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Molly Weasley, Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Paure e speranze.

 

- Ma è stupendo Tonks! – urlò Molly, alzandosi dalla sedia nella cucina di casa sua, dove era seduta di fronte ad una tazza di tè, con la giovane. – E’ una notizia bellissima, l’hai già detto ad altri?

Tonks si prese la testa tra le mani, chinandosi sul tavolo ed evitando lo sguardo di Molly, per quando si sforzasse non riusciva proprio a condividere la felicità dell’amica per quella notizia. In altri frangenti ne sarebbe stata entusiasta anche lei certo, ma in quel momento, in quella situazione, con quell’uomo, no. Scosse la testa, mugugnando un no, che in parte si perse attutito dal contatto delle braccia contro la bocca.

- Come no? Aspetta… l’hai detto a lui?

Di nuovo scosse la testa, non osando guardarla negli occhi.

- Ma non puoi non dirglielo, scommetto che ne sarebbe felice. Anzi ne sono assolutamente sicura.

- Molly, - riprese Tonks, abbandonando finalmente la posizione e tirandosi a sedere, fissando Molly che si era nel frattempo riseduta di fianco a lei e ora la stava guardando con espressione severa. Non capiva, d’altronde come avrebbe potuto lei, madre felice di sette pargoli, capire quello che stava provando. – Come posso dirglielo?

- Come sarebbe? Ha il diritto di saperlo!

- Ma come faccio? Hai visto come è andata l’ultima volta…

- Quale?

- Ci ho messo un anno per convincerlo a stare con me, se adesso gli do la notizia… Molly ho paura di perderlo per sempre, ho paura che dicendoglielo si tiri indietro.

- Tonks, Remus non lo farebbe mai!

- Cerca di capirmi, lo so che non lo farebbe per cattiveria, ma… con le sue idee… è un testone, lo conosci. Aveva paura di mettermi in pericolo prima, adesso non so cosa potrebbe dire.

Molly rimase in silenzio, spostò lo sguardo dalla ragazza alla tazza che aveva davanti a sé, adesso capiva. Si ricordava bene le ansie, le paure dell’anno prima, i pomeriggi passati alla Tana, loro due da sole, a parlare, a cercare di trovare una soluzione, sapendo che non ce n’erano di possibili, che tutto dipendeva da Remus. Ricordava com’era stato duro per la ragazza: amare, senza osare di sperare in un futuro; essere sempre vicini, in un modo o nell’altro, per le riunioni, per gli incarichi dell’Ordine, ma sempre lontani; rubare uno sguardo, un contatto, un sorriso, per poi vedere l’uomo che amava andarsene, non sapendo dove, non sapendo se lo avrebbe mai più rivisto. E ricordava anche il sorriso sul volto di Tonks, quando per la prima volta si era presentata davanti a lei al funerale di Silente, mano nella mano con lui; la gioia che, nonostante la situazione terribile, non poteva essere contenuta, che si esprimeva nel suo modo così particolare, tramite il cambiamento miracoloso del colore dei capelli. Si era sentita lei stessa felice, aveva visto quel nuovo amore, come una luce nel buio che minacciava di sommergerli tutti.

E adesso questa cosa, così bella, così naturale,  rischiava di rovinare tutto.

- Hai capito perchè ho paura, - sentì la voce di Tonks riportarla alla realtà, non era una domanda la sua, era una semplice affermazione.

- Sì, ma credo che questa volta sarà diverso. Conosco Remus da moltissimi anni, vedrai che sarà entusiasta della notizia.

- Lo credi davvero? – chiese lei con una nota di speranza nella voce, fissando sull’amica gli occhi lucidi.

- Ma certo cara!

- Lo spero, lo spero tanto. Io… io ne sono felicissima, c’è stato un attimo, un solo attimo, in cui ho pensato che questo avrebbe rovinato tutto. Credi che sia un mostro per questo?

- Ma no, un attimo di paura è più normale, anche in una situazione… normale, diciamo. Capita a tutti, è capitato anche a me.

- E’ durata poco, il tempo di rendermi conto di quello che il guaritore mi stava dicendo, poi ho sentito un calore diffondersi dal petto in tutto il corpo e non mi sono mai sentita meglio in vita mia.

Molly sorrise, ricordando che anche per lei erano state emozioni simili.

- Almeno fino a quando non sono tornata a casa, mi sono resa conto che avrei dovuto dirglielo;  ho avuto di nuovo paura, così sono corsa qui, - finì la ragazza.

- Hai fatto bene a venire, ma Remus non trovandoti a casa si spaventerà.

- Gli ho lasciato un messaggio, - Tonks sorrise ripensando a Lupin, era sempre piuttosto apprensivo per quanto riguardava la sua sicurezza, ma lo capiva: faceva un lavoro pericoloso, soprattutto in tempi di guerra come quelli, e non le dava fastidio il suo comportamento, anzi la faceva sentire al sicuro pensare che qualcuno si preoccupasse così per lei.

Furono interrotte da qualcuno che bussava discretamente alla porta della cucina. Molly si alzò per andare ad aprire, lanciando uno sguardo a Tonks: entrambe immaginavano chi fosse.

- Remus. Ciao.

- Ciao Molly. Come stai?

- Molto bene, grazie. Vieni entra, non stare sulla porta.

- Grazie. Per caso Dora…- si interruppe vedendo la ragazza seduta su una sedia al tavolo della cucina che lo guardava, girando tra le mani una tazza. – Ciao, - la salutò allegramente, andandole vicino.

Tonks sentiva il cuore batterle furiosamente nel petto e le mani cominciare a tremarle, strinse ancora di più la tazza, con il risultato che le sgusciò via, finendo per terra. – Merlino! Scusa Molly, - disse raccogliendo la tazza rotta.

- Non fa niente, non ti preoccupare, - le sorrise Molly, andandole vicino.

- Reparo, - mormorò Remus, guardandola preoccupato. – Tesoro, va tutto bene?

- No, cioè sì, insomma, sto bene, - biascicò lei fissando Molly sull’orlo del panico.

La donna mosse le labbra, articolando un “ diglielo “ silenzioso, poi si diresse verso il salotto. – Vi lascio soli, - disse con il sorriso sulle labbra, sicura che tutta quella storia si sarebbe risolta per il meglio e ignorando lo sguardo di supplica che Tonks le stava lanciando.

Remus continuava a guardare da Molly a Dora, senza capire cosa stesse succedendo, ma quando vide la prima allontanarsi si sedette sulla sedia vicino a quella della ragazza, prendendole le mani, che si stava stropicciando furiosamente, tra le sue. – Dora guardami, - le disse piano.

Lei finalmente fissò lo sguardo in quello di lui, trattenendo a stento le lacrime.

- Che cosa succede?

- Oggi… - cominciò lei con voce tremante. – Oggi sono stata al San Mungo.

- Come mai? Stai male? –chiese immediatamente, preoccupato.

- No, sto, anzi… stiamo, - mormorò pianissimo lei. -… Bene.

Lupin esalò un sospiro di sollievo, poi si rese conto di quello che aveva appena sentito. – State…?

Dora tornò a chinare la testa, fissando con insistenza le fragole ricamate sulla tovaglia, cercando di respirare normalmente e di ricacciare le lacrime indietro, senza successo. Sentì una mano che le premeva sul mento e la costringeva ad alzare lo sguardo.

- Dora, - disse Remus, a sua volta con voce rotta dall’emozione. – Stiamo chi?

Lei non riuscì a parlare, ma si portò le mani all’addome. Entrambi le fissarono un attimo in silenzio. Fu Remus a romperlo. – Sei… sei incinta?

Lei annuì, alzando gli occhi su di lui.

- Sul serio? – chiese mentre un sorriso sostituiva l’espressione preoccupata.

Di nuovo lei annuì. – Sei contento?

Lui non rispose, rimanendo a fissare le mani della ragazza ancora strette sull’addome.

- Remus? Ti prego dimmi qualcosa.

- E’…, - si interruppe per tornare a guardarla. – E’ la cosa più bella che qualcuno mi abbia mai detto, - mormorò indeciso se mettersi a piangere o a ridere per la notizia.

- Non ti dispiace? Non mi lascerai adesso vero?

- Lasciarti? Mai! Avremo un bambino, Dora!, - rispose scoppiando a ridere, alzandosi e trascinandola in piedi, abbracciandola.

Dora si strinse a lui, godendosi per un attimo il calore di quell’abbraccio, ma poi si allontanò per guardarlo negli occhi. – No, - gli disse, sorridendo alla sua espressione perplessa. – Ne avremo due.

 

 

Fine

 

 

Questa storia brevissima l'ho scritta la sera scorsa, dopo aver postato "Sweet november", è stata l'ispirazione di un momento, vedendo bene Remus con una figlia e Tonks con un figlio e volendo accontentarli entrambi.

Un grazie enorme a tutti quelli che continuano a leggere le mie storie e in particolare a Lu, che non se ne perde una, sperando che anche questa le piaccia.

evenstar

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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