Lo scontro di sguardi.
Nile e Tenma andavano nella stessa direzione, il primo con uno zaino
capiente ma vuoto, il secondo con una valiga piccola ma piena.
Per un attimo si guardarono e lo scontro di sguardi, quasi fosse voluto
dal destino, scatenò una reazione bizzarra: Nile e Tenma
non si conoscevano, eppure Tenma salutò Nile e lo fece in modo strano, dicendo
“Ahoy-there!”, come fosse un pirata Inglese.
Nile sorrise, e rispose “Ahoy-there”.
Nile era così. Non si faceva problemi di sorta davanti alle stranezze
del mondo in quel mondo che di anno in anno diventava sempre più strano. Le
accoglieva con gioia, anzi, qualsiasi modo per spezzare la noia era ben
accetto. Soprattutto se non comportava difficoltà ma solo cose bizzarre.
Pensò a quel ragazzo che qualche anno prima lo salutava sempre così, si
avvicinava a lui, metteva la mano sinistra sopra l’occhio destro e diceva
“Ahoy-there!”. Succedeva in quel paesino turistico così distante, quello in cui
aveva conosciuto Aimee.
“Come si chiamava quel ragazzo?” si chiese. “Era sempre insieme a un
altro, forse erano…” poi, prima che gli soggiungessero i nomi provò uno strano
calore alla bocca dello stomaco, come se bastasse ricordare quelle due persone
per confortarlo, eppure, con loro come con Aimee, aveva passato poco più di
qualche ora.
“Marco e Alessandro!” gli venne in mente di colpo. Estrasse la sua
agendina decennale, con i nomi i numeri di casa e gli indirizzi di chiunque, e
cercò Marco e Alessandro con un certo entusiasmo.
Marco Sakamoto e Alessandro
Bargeld. Lesse che abitavano a Gossamer e vide che aveva ancora il numero di
telefono di entrambi.
Si ripromise di chiamare i due ragazzi e di passare qualche giorno da
loro nella sua strada alla ricerca di Aimee.
Nel paesino di montagna dove abita Nile c’è una lunga discesa d’asfalto
da percorrere per arrivare in stazione, i due la percorsero fianco a fianco,
senza rivolgersi ulteriore parola dopo quel saluto, Nile perché non sentiva il
bisogno di parlare, Tenma perché era troppo imbarazzato.
Alla fine di questa discesa, prima di entrare in stazione si fermarono
dal bigliettaio..
«uno solo andata per Asgard, per favore»
«uno solo andata per Gossamer, per favore»
Nile si incamminò verso il binario uno, Tenma verso il binario tre, dopo
un rapido cenno di saluto ognuno ad aspettare il rispettivo treno di sola
andata, inconsapevoli che il loro viaggio li avrebbe portati nello stesso
posto, col tempo si sarebbero resi conto di star cercando la stessa cosa, per quanto
banale e scontato: probabilmente nessuno dei due, in quel momento allegro,
speranzoso, imbarazzato, immaginava quale sarebbe stata la portata
dell’importanza del viaggio che stavano per intraprendere in questo momento.
Ci sono cose che vanno al di là della nostra vista, i nostri sensi
ignorano che il tempo sia una dimensione così simile e legata allo spazio.
Chi ha ideato questo mondo, ha fatto in
modo di non permetterci di capire la portata delle conseguenze a cui porteranno
le nostre azioni.