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Autore: ElenaNJ    16/09/2011    4 recensioni
[crossover con Cosmowarrior Zero]
Siamo nel 2984 e la rinata Federazione Terrestre è sotto shock: Tadashi Daiba, il suo amatissimo Primo Ministro, è stato assassinato da un individuo identificato come... Harlock!
Warius Zero, di ritorno da una lunga missione ai confini del cosmo, è contattato in gran segreto da Yuki Kei e, messo al corrente degli inquietanti fatti che fanno da contorno e precedono il delitto (tra cui il sospetto di una cospirazione ai livelli alti del Governo e la sparizione di gran parte dell'equipaggio dell'Arcadia), decide di portare a termine la missione che gli era stata affidata quattordici anni prima: catturare Harlock.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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cap 8 Zero si asciugò il sudore dalla fronte e guardò l'orologio: le cinque e quaranta.
Signor Eluder, è meglio incamminarsi – fra meno di un'ora si sarebbero dovuti ritrovare al Saloon.
Non avevano ancora combinato niente: lo sceriffo era morto una settimana prima in una sparatoria e il suo Vice era fuori a sedare una qualche lite per questioni di proprietà, mentre i controllori, i macchinisti e gli addetti ai radar delle Galaxy Express Railways che avevano interrogato non gli erano stati utili; sia Harlock che l'Arcadia sembravano svaniti nel nulla.
Chissà se Ishikura e Grenadier hanno avuto maggior fortuna.
Lo escludeva, in realtà: in caso contrario lo avrebbero già contattato. O almeno lo sperava.
Camminare di nuovo per Gun Frontier mentre scendeva la sera lo riportò indietro nel tempo, insieme a Tochiro, a Emeraldas e a un Harlock ventenne con ancora entrambi gli occhi, a un brindisi lontano con un nemico che, aveva pensato allora, in altre circostanze sarebbe potuto forse diventare il suo migliore amico.
Ricordò quella sera: avevano bevuto Heavy Red Barbour ghiacciato, parlato a lungo dei loro ideali e dei motivi che li spingevano a combattere e infine s'erano promessi l'un l'altro di affrontarsi da veri uomini, con lealtà e rispetto, in mezzo alle stelle o in qualunque altro luogo il destino e le loro scelte li avessero portati. Era un peccato che i loro metodi fossero così diversi e inconciliabili: quell'uomo aveva il suo stesso identico sogno e il cuore puro di un vero guerriero.
O almeno, così era allora...
La piazza centrale della città si profilò davanti a lui nella luce della sera e Zero pensò che la vita era davvero strana.
Tanto tempo, tante traversie e adesso era di nuovo lì, allo stesso punto di partenza di quattordici anni prima, impegnato nella stessa missione. Rise fra sé e bussò alla porta dello sceriffo.
Avanti!
Entrò. Un forte odore di petrolio gli penetrò nelle narici.
Il Vice-Sceriffo Carson era seduto alla scrivania e stava pulendo la sua pistola, un vecchio modello a tamburo che Zero non conosceva.
Alzò gli occhi dal suo lavoro e lo guardò di sbieco: i soldati della Federazione non erano molto ben visti da quelle parti.
Zero si levò il Cappello e gli porse la mano.
Sono il Capitano Warius Zero, della Flotta Unita Terrestre. Lui è il Signor Ax Eluder, pilota e timoniere della Karyu.
L'uomo ignorò il suo gesto, prese uno scovolo di crine dal piano di lavoro e lo passò con cura nella canna della pistola.
Cosa posso fare per voi?
Fornirci qualche informazione, se ne è in possesso – Zero lasciò cadere la mano lungo il fianco e sedette davanti a lui – Sono in missione per conto del Comando Centrale dell'Esercito Federale: il mio scopo è rintracciare e arrestare il pirata spaziale Harlock.
Carson posò lo scovolo e afferrò una pezzuola di cotone.
Finalmente si svegliano, laggiù – arrotolò lo straccio intorno a un bastoncino di metallo e infilò anch'esso nella canna –  Peccato che succeda solo quando ci va di mezzo qualche pezzo grosso dei loro.
Prego?
Carson estrasse la pezzuola e la esaminò. Era ancora candida.
Con un impercettibile cenno d'assenso, la usò per coprire la canna e passò al tamburo.
Un anno fa, un mese dopo l'esplosione a Elpìs, lo Sceriffo Lund aveva chiesto supporto per due casi di sparizione avvenuti qui a Gun Frontier e collegabili proprio ad Harlock – Carson riprese in mano lo scovolo, versò il solvente nelle camere del tamburo e spazzolò con vigore – Bé, sapete cosa gli risposero i vostri superiori, Signor Capitano e Signor Pilota? Che visto che questa è una città libera su un libero pianeta doveva arrangiarsi, che non c'erano prove materiali che quelle persone fossero proprio chi pensavamo noi e tanto meno che Harlock fosse implicato in qualcosa di losco, solo voci senza fondamento!
Zero rigirò fra le mani il berretto.
Un altro mistero? Proprio quel che ci mancava...
Chi erano le persone scomparse?
Ben due importanti ex membri dell'equipaggio di Harlock, arrivati qui col Galaxy Express e svaniti nel nulla nel giro di ventiquattr'ore – Carson esaminò la parte anteriore del tamburo e sfregò anche quella – Lund inviò non so quante comunicazioni al vostro Ministero della Difesa paventando che quel pirata stesse rimettendo insieme la sua banda di tagliagole per chissà quale motivo, ma fu ignorato: il Ministro gli diede addirittura del pazzo visionario. E adesso avete il coraggio di chiedere la mia collaborazione?
Un momento, Signor Carson: due ex membri dell'equipaggio dell'Arcadia? Non mi risulta che nessuno di loro sia mai venuto su Heavy Meldar negli ultimi tre anni.
Le risulta male – il Vice-Sceriffo prese uno scovolo di rame e spazzolò con cura il tamburo della pistola – Ho visto di persona uno di loro scendere dal treno e andarsene con un tizio avvolto in un mantello nero dalla testa ai piedi e ho nello schedario il passaporto dell'altro – asciugò il pezzo e indicò la bacheca con i manifesti dei ricercati – Viaggiavano sotto falso nome, ma dopo tutti gli anni in cui ho avuto le loro facce appese davanti agli occhi su quel muro insieme a quella del loro Capitano, non posso sbagliarmi: erano l'Ufficiale di Rotta Yattaran e il Capo Macchinista Maji.
Zero spalancò gli occhi. Né Tadashi né Yuki avevano accennato a nulla di simile.
Da quanto ne so io, sono scomparsi proprio un mese dopo l'esplosione di Elpìs, ma sulla Terra: nessuno ha mai accennato al Galaxy Express o a questo posto.
Allora qualcuno le nasconde qualcosa, caro il mio Capitano – Carson rise e bagnò con una goccia d'olio i congegni di scatto e rotazione del tamburo – Prima di buttarsi dietro ad Harlock e alla sua ciurma, le consiglierei di capire di chi fidarsi fra i suoi!
Zero rimase in silenzio. Il Vice-Sceriffo tolse la pezzuola da sopra la canna, la bagnò col solvente e la passò sulla pistola. Provò il timing: la rotazione era fluida.
Richiuse l'arma con un abile movimento del polso, la infilò nella fondina e si alzò.
Bene, io devo andare. E anche voi.
Posso vedere quel passaporto? – Zero si alzò a sua volta.
Carson andò allo schedario, armeggiò con i cassetti e gli porse una cartella.
Zero l'aprì: dentro c'erano dei documenti, un paio di biglietti del Galaxy Express e alcuni fogli dattiloscritti, di certo con una vecchia macchina da scrivere.
Solo a Gun Frontier...
Tutto quello che abbiamo trovato è lì dentro, insieme ai rapporti del povero Lund. È tutto suo.
La ringrazio – Zero si rimise il cappello e si avviò verso la porta.
Vi tratterrete molto, Capitano?
Tutto il tempo necessario, Vice-Sceriffo. È stato un piacere.
Eluder gli tenne aperta la porta e lui uscì.
Che uomo irritante.
Zero scollò le spalle.
Almeno ci ha dato quel che volevamo senza troppe storie – guardò l'orologio – Signor Eluder, torni al Bullet e contatti sia la Karyu che Ishikura, poi ci raggiunga al punto d'incontro.
Zero s'incamminò verso il Saloon cercando di rimettere ordine nei suoi pensieri.
Le consiglierei di capire di chi fidarsi fra i suoi!
Le parole di Carson gli rimbombavano nella testa.
Si chiese chi potesse avere interesse a coprire il viaggio di Yattaran e Maji a Gun Frontier e perché.
Poi, un pensiero gli attraversò il cervello: per riuscirci, chiunque fosse, doveva avere molto potere, quantomeno un aggancio ai piani alti del Ministero della Difesa e la possibilità d'influenzare i mezzi d'informazione, dato che nulla di tutto ciò era trapelato e che nemmeno il Primo Ministro pareva esserne al corrente.
La teoria di Tadashi di una cospirazione interna al suo stesso Governo pareva prendere corpo... Zero non voleva credere che fosse stato proprio lui a mentirgli.
Entrò nel Saloon e andò a sedersi a un tavolo d'angolo, la schiena rivolta al muro e gli occhi sulla porta.
Era improbabile che qualcuno tentasse d'aggredirlo da dietro o che una sparatoria potesse coglierlo impreparato e forse quella sua abitudine aveva un che di paranoico, ma preferiva avere sempre una visione completa del luogo in cui si trovava e le spalle coperte.
Gli avventori erano pochi: era ancora presto per la cena e, a quanto pareva, non c'erano spettacoli in programma. Meglio così: avrebbe potuto fare il punto della situazione coi suoi uomini in tutta tranquillità.
Aprì la cartella del Vice-Sceriffo.
Ciò che gli saltò subito agli occhi fu la foto sul passaporto; il nome era diverso, ma Carson aveva ragione: quello era senza dubbio il Capo Macchinista dell'Arcadia, Maji.
Il biglietto e il timbro avevano impressa la data del sedici settembre duemilanovecentottantatre.
Elpìs era esplosa in agosto e quell'uomo era scomparso nel nulla alla fine dello stesso mese.
Era il Direttore del Rifugio Harlock per gli orfani di guerra, un benefattore adorato da tutti quasi quanto Daiba, e la cosa fece scalpore.
Devo parlare con Yuki e Tadashi. Inutile fare congetture adesso.
Richiuse la cartella e guardò l'orologio a muro: le 18.20.
Nessuna traccia né di Ishikura né di Grenadier.
Dove diavolo si saranno cacciati?
Tamburellò sul tavolo con le dita. Sperò per loro che non avessero combinato qualche guaio e si preparò un bel discorsetto sull'importanza della puntualità durante lo svolgimento delle missioni mentre osservava il barista andare avanti e indietro fra i tavoli.
Non era lo stesso di quattordici anni prima.
Si chiese dove fosse. Probabilmente, sotto tre metri di terra. Il pensiero lo intristì.
Il barista si fermò a parlare con un cliente avviluppato in un lungo mantello scuro, seduto anche lui spalle al muro e fronte alla porta nella penombra che avvolgeva l'altra parte del locale, un bicchiere ancora pieno in mano.
Il barista annuì e scomparve dietro il bancone, poi venne verso di lui.
Gli posò davanti un bicchiere: Heavy Red Barbour. Ghiacciato.


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Disclaimer: fanfic basata sul mondo ed i personaggi di "Capitan Harlock" (Uchū kaizoku Kyaputen Hārokku" e "Cosmo Warrior Zero" (Kosumo Wōriā Zero), creati da e © Leiji Matsumoto.
Tutti i diritti per questi personaggi sono © Leiji Matsumoto, Toei Animation, Enoki Fims e probabilmente un mucchio di altra gente.
Il loro utilizzo in questa storia non implica appoggio, approvazione o permesso da parte loro.
Siccome questa storia è stata pensata e scritta da una fan per altri fan, prego di non plagiarla, di citarmi come autrice in caso di pubblicazione altrove e di non ridistribuirla a pagamento. Grazie!
   
 
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