Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: theStarbucksGirl    16/09/2011    5 recensioni
Il terzo aroma che Hermione sente nell'Amortentia è il profumo dei capelli di Ron.
Ma come fa a conoscere questo profumo? E soprattutto che odore ha?
Hermione ripercorre i suoi anni scolastici -e non- mostrandoci come i capelli rossi di Ron abbiano scandito i momenti per lei più significativi, e di come lei abbia imparato ad amarne il profumo.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mora menta e ammorbidente
Mora, menta e ammorbidente


Al primo anno, mentre eravamo tutti in attesa di essere smistati, era lui quello che riconoscevo tra la folla: quello strano e non troppo simpatico ragazzino dai capelli rossi e il viso pieno di lentiggini. In un certo senso mi dava sicurezza sapere che avevo già "qualcuno da riconoscere" appena arrivata a Hogwarts (dato che avevo così paura di rimanere sola, essendo una Nata Babbana). Sull'espresso per Hogwarts avevo anche fatto la conoscenza del famoso Harry Potter, ma siccome faceva di tutto per non farsi notare, lui era molto meno facile da individuare in una folla. Non che Ron Weasley si mettesse in mostra, ma era praticamente impossibile non notare quei capelli.

Ora che ci penso, credo di aver iniziato già da quel primissimo anno a prendere i capelli di Ron come punto di riferimento. Stranamente, il fatto che ci fossero altri suoi quattro fratelli con la stessa identica capigliatura, non mi confondeva affatto; avevano tutti la loro personale sfumatura di rosso, e Ron non faceva eccezione. I gemelli Fred e George avevano capelli corti e ispidi, rossi come un mattone; i ricci di Percy avevano più un color carota, mentre la chioma di Ginny ricordava il danzare delle fiamme di un falò. Ron, invece, aveva dei capelli che sembravano morbidi solo a guardarli, non troppo lunghi, ma neanche corti come quelli dei gemelli, e mi ricordavano il colore di una biblioteca illuminata dal sole del tardo pomeriggio. Sapete, quando il sole entra attraverso le alte finestre, e il suo riflesso sugli imponenti scaffali di noce crea quei giochi di luce calda... Ehm... bé, ecco, era quello che pensavo quando guardavo quei capelli.

Se rifletto ancora più attentamente, mi rendo conto che al primo anno iniziai anche a sentire QUEL profumo.
Accadde la prima volta, la terribile notte in cui io, Harry e Ron ci mettemmo in testa di impedire a Piton di accaparrarsi la Pietra Filosofale.
Dopo aver risolto la sciarada delle pozioni, avevo bevuto quella che mi avrebbe permesso di ritornare indietro alla scuola per portare Ron in salvo. Pur presa dall'ansia di sapere che Harry in quel momento era molto probabilmente a faccia a faccia con Colui-che-non-deve-essere-Nominato, l'immagine di Ron, svenuto, accasciato sui resti di pietra degli scacchi dopo l'angosciante partita che avevamo giocato, in quel grande salone fiocamente illuminato come una chiesa, mi riempì di timore.

Mi precipitai verso di lui, mi chinai sul suo viso sperando con tutte le mie forze di sentire il suo respiro, di vedere il suo petto alzarsi... E fu in quel momento, mentre me ne stavo chinata su Ron Weasley, che fui investita da un'ondata di uno strano profumo che mi colpì: un misto di mora, menta e ammorbidente per lavare i panni. Lì per lì, presa dagli eventi, non ci feci molto caso, ma inconsciamente, registrai quell'informazione, la chiusi in una stanza della mia mente. Ma, come se trovasse uno spiraglio tra quella porta chiusa e l'esterno, negli anni che seguirono, a intermittenza, irrompeva nella mia memoria.


Al secondo anno fui pietrificata da un basilisco liberato dalla Camera dei Segreti di Salazar Serpeverde. L'esperienza più angosciante della mia vita. Credetemi, andare in giro per i corridoi labirintici di Hogwarts, aspettando di veder sbucare un serpentone gigantesco da un momento all'altro, e uno specchietto come unica difesa, non è una passeggiata. Fu un attimo, un battito di ciglia, e i miei muscoli non rispondevano più ai comandi. La mente si annebbiò, ma non del tutto; udivo suoni e voci, ma erano confusi, ovattati, come provenienti da una radio rotta posizionata a grande distanza.
Di quel periodo trascorso in infermieria, ricordo delle parole sconnesse, stralci di un discorso a cui cercavo disperatamente di prendere parte.
"Chissà se...... aggredita? .....si è avvicinato ..... soppiatto ....." *
E come faccio a ricordare questo episodio? Perché, unito a quelle parole slegate, mi arrivò un soffio di quello stesso profumo che avevo sentito l'anno prima: more, menta e ammorbidente per panni.


L'anno successivo, il terzo a Hogwarts, ebbi più occasioni di sentire quell'invitante aroma, e soprattutto iniziai a sospettarne la fonte.
Lo avvertii in due circostanze. La prima fu quando feci pace con Ron dopo la nostra più feroce, lunga, litigata (fino a quel momento), a causa dei nostri animali. Non era mica colpa mia se Grattastinchi aveva mangiato Crosta, era una gatto, santo cielo! E cosa fanno i gatti? Danno la caccia ai topi. E poi, non ero assolutamente convinta che se lo fosse mangiato; conoscendo Ron, l'aveva perso, ma quando azzardai questa ipotesi, si scatenò il putiferio. Ron si arrabbiò a morte, Harry, naturalmente, era dalla sua parte, io ero sola. Mi restava Hagrid e la sua battaglia per Fierobecco; la sua condanna a morte fu un grande shock anche per me, talmente grande che mi precipitai da Harry e Ron, dimentica del nostro litigio.
Come spesso accade, le tragedie riavvicinano le persone; sospetto però che fosse colpa dello shock e dello stress se alle parole di incoraggiamento di Ron, gli saltai al collo singhiozzando, e che sia da attribuire al troppo studio se, abbandonata sulle sue spalle, sentii un inconfondibile profumo di mora, menta e ammorbidente. Lo assaporai lentamente, e non so se fu quello, o la sorpresa di averlo sentito in quella situazione, ma ebbe la capacità di calmarmi. Mi allontanai da un imbarazzatissimo Ron, un po' stordita, gli chiesi scusa, e me ne andai nel dormitorio, cercando di convincermi che c'erano cose più importanti a cui pensare che non uno stupido odore.
Fu lo stesso pensiero che mi attraversò la spaventosa notte della scoperta delle vere identità di Crosta e Sirius Black.
Crosta, ovvero Peter Minus, era riuscito a scappare, Schiantando il povero Ron, incatenato a lui e con una gamba rotta. All'epoca io e Harry non avevamo ancora visto gli effetti di uno Schiantesimo, quindi ci precipitammo verso il nostro amico, sconvolti e terrorizzati che l'avesse ucciso. Ci chinammo su di lui e... eccolo, di nuovo quell'assurdo profumo; mi perseguitava persino nei momenti critici!
Le cose si conclusero bene quell'anno; se non altro eravamo tutti vivi. Peccato che iniziassi ad essere tormentata da un assurdo pensiero che mi frullava in testa, al quale non volevo dare corda. Non per vantarmi, ma come aveva sottolineato il professor Lupin quella fatidica notte, io ero la strega più brillante del mio anno; il mio cervello lavorava da solo. Diciamo che aveva iniziato a formulare dei ragionamenti logici che suonavano tipo così: "È da un po' di tempo che sento un profumo che mi attira. Lo sento nei momenti più impensabili: a lezione, a pranzo, in situazioni di pericolo, persino quando ero pietrificata. C'è un solo comun denominatore ed è...". No. Non poteva essere. Inconcepibile, IMPOSSIBILE.


E poi arrivò l'estate della Coppa del Mondo di Quidditch, in cui ebbi un'agghiacciante rivelazione.
Era la prima estate che passavo alla Tana, in quella casa così piena di gente e accogliente; mi stavo divertendo un mondo a stare alzata fino a tardi con Ginny a spettegolare, finché non arrivò il giorno in cui mi feci il bagno.
Avevo dimenticato il mio bagnoschiuma in camera, ma mi ero già spogliata, quindi pensai che ai Weasley non sarebbe dispiaciuto se ne avessi preso un po' del loro. Essendo in una casa di maghi, anche il bagno era magico: per non so quale incantesimo, la vasca si riempiva d'acqua non appena qualcuno ci entrava dentro; non restava che scegliere il bagnoschiuma. Ne avevano un paio dai nomi bizzarri; io ne scelsi uno la cui etichetta diceva: 'Bosco Fresco - Una dolce freschezza vi investirà'. Prometteva bene.
Come in una scena al rallentatore, il bagnoschiuma scese lentamente dentro la vasca e, altro che dolce freschezza, mi investì un forte profumo di mora e menta! Ero paralizzata, lo giuro. Ferma immobile in quella vasca da bagno, solo il mio cervello lavorava come impazzito; credo di essere stata in questo stato per almeno cinque minuti prima che i miei pensieri assumessero nuovamente una forma distinta. A mente più lucida, no, non era proprio quello il profumo che mi assillava, era come se... a quella precisa fragranza mancasse un ingrediente.
Fatto sta che dopo quel bagno avevo addosso IL profumo, e stavo quasi per impazzire; state pur certi che per il resto dell'estate non dimenticai più il mio bagnoschiuma. Arrivai ad avere il terrore di entrare nel bagno dei Weasley, folle lo so, ma forse era perché il mio cervello si rifiutava di riconsocere l'origine dell'aroma misterioso.

L'anno scolastico fu un vero disastro. Ad aggiungersi all'angoscia di vedere Harry partecipare al Torneo Tremaghi, ci si metteva pure Ron. Non facevamo altro che litigare, guardarci storto e lanciarci frecciatine: era sfiancante. Certo, continuavo a cercare la sua chioma rossa in mezzo agli studenti, ma era solo per abitudine. Al Ballo del Ceppo, poi, fu solo un riflesso incondizionato individuare i suoi capelli fiammeggianti accanto alla gemella di Calì, non lo feci per controllare che mi avesse visto, a me non importava niente perché ero con Viktor. E a me piaceva Viktor. Al contrario, non mi piaceva qualcuno che non riusciva a essere felice per me, e che mi aveva rovinato quella magica serata. Che razza di amico era? Un pessimo, pessimo amico.
C'era di peggio: non sentii il "mio" profumo per tutto l'anno; ogni tanto mi pareva di coglierne una nota, ma, in uno schiocco di dita, era sparito.

Il ritorno di Colui-che-non-deve-essere-Nominato sconvolse il nostro mondo in un modo che non si può descrivere; avevamo tutti nel cuore un'angoscia perenne che niente era in grado di alleviare.
Fu molto triste separarmi dai miei amici per l'estate; volevo fare qualcosa per dimostrare che ero loro vicina, così, al momento dei saluti, baciai Harry sulla guancia, e abbracciai Ron. Lì, tra le sue braccia, fui travolta dal profumo, sempre lo stesso: more, menta e ammorbidente. Non mi sembrava quasi vero di averlo finalmente sentito; non mi ero resa conto di quanto mi fosse mancato finché non lo sentii quel pomeriggio a King's Cross. Un po' come quando litigavo con Ron: non mi accorgevo di quanto mi mancasse la sua compagnia finché non facevamo pace.
Indietreggiai rapidamente, come se avessi preso la scossa; lo scrutai (Ron se ne stava impalato, come tutte le volte in cui lo sfioravo, d'altronde), dopodiché mi avviai verso una nuova estate.

Ormai era chiaro: ogni volta che sentivo quel profumo ero accanto a Ron. Ma perché? E quanto mi piaceva... non Ron, il profumo.
Ora che ne conoscevo la fonte, provavo una strana sensazione, un misto di euforia e fastidio, negazione e curiosità.


L'estate prima del mio quinto anno fu turbata da sogni inquieti e pensieri vorticanti che si dividevano fra l'angoscia creata dal ritorno di Colui-che-non-deve-essere-Nominato, e l'angoscia creata da quello che potevo provare o meno per Ron Weasley.
Ma le mie disgrazie non erano finite. La formazione dell'Ordine della Fenice comportò il mio trasferimento a Grimmauld Place n° 12: avrei passato il resto dell'estate con l'intera famiglia Weasley.

Fu imbarazzante rivedere Ron, soprattutto perché riconobbi i suoi capelli da lontano: non so cosa mi desse più fastidio, riconoscere i capelli, o la vera e propria ossessione che sembravo avere per essi.
Inizialmente, le nostre conversazioni si riempivano di improvvisi silenzi: qualcosa era cambiato nella nostra amicizia dopo il Ballo del Ceppo, e temevo che non sarebbe più ritornata come prima. Successivamente però, l'atmosfera di incombente pericolo richiese il massimo impegno anche da noi ragazzi, soprattutto considerato il fatto che eravamo finiti in una casa infestata dai più strani incantesimi, in cui bisognava stare attenti persino ad aprire la credenza.
Circondata dal frenetico via vai di Grimmauld Place, lo ammetto, abbassai la guardia, e ancora una volta, un bagno mi mise alle strette.
Un giorno aiutai la signora Weasley a fare il bucato; eravamo in tanti, e lei si dava così tanto da fare, che desideravo alleviarle un po' il peso delle faccende domestiche. Poiché non potevo usare la magia -e i maghi si lavano persino i panni con la magia-, l'unica cosa che potevo fare era piegare e dividere il bucato. Nel maestoso e un po' inquetante bagno della famiglia Black feci così un altro passo verso "l'enigma del profumo", quando sentii l'odore di ciò che la signora Weasley usava per lavare i suoi vestiti: proprio lui, il "mio" ammorbidente! Annusai a fondo le lenzuola che tenevo tra le mani, e non avevo dubbi, era innegabilmente lo stesso che sentivo addosso a Ron, il terzo ingrediente che mancava alla mia miscela di mora e menta.
L'entusiasmo per questa eccezionale scoperta lasciò subito il posto allo sgomento per ciò che avevo appena realizzato.

La situazione non migliorò quando, una sera, incrociai Ron mentre usciva dal bagno, sfregandosi i capelli bagnati con un asciugamano. Scoppiai a ridere (e probabilmente Ron pensò che fossi pazza) perché finalmente tutti i tasselli del puzzle andavano al loro posto: ecco perché Ron aveva quel profumo! Se, come avevo ragione di credere, usava il bagnoschiuma Bosco Fresco, e poi si asciugava con gli asciugamani lavati dalla signora Weasley, era ovvio che i suoi capelli assumessero quel particolarissimo aroma.
La soluzione dell'enigma mi aveva destabilizzata. Ero quasi infastidita, come se Ron lo facesse apposta ad avere quel profumo addosso. Presi quasi ad evitarlo, ma un po' perché ero una Grifondoro, un po' perché era inevitabile incrociarsi, chiusi in quella casa, abbandonai questa folle idea.
Finì che quell'estate, io e Ron passammo un sacco di tempo assieme, a parlare di quanto fossimo preoccupati per Harry, di Silente, dei Mangiamorte, di Sirius, o anche semplicemente a parlare.
Non saprò mai se fu per effetto del profumo o per qualcosa che già era dentro di me, ma quell'estate iniziai a notare cose di Ron a cui non avevo mai fatto caso. Per esempio, il fatto che sparecchiasse sempre dopo che aveva finito di mangiare, o la sua aria concentrata mentre puliva le polverose stanze di Grimmauld Place senza la magia, o il modo in cui si scompigliava i capelli mentre parlavamo, o il fatto che avesse sempre le mani calde.
E ogni volta che osservavo uno di questi particolari, venivo invasa dal senso di colpa: perché -mi chiedevo- con tutte le cose brutte che stavano succedendo, io mi mettevo a pensare a Ronald Weasley?
La confusione che avevo in testa mi stava facendo impazzire, anche perché continuavo a sentire quel maledetto profumo -il SUO profumo- ogni volta che mi si avvicinava.


È strano come le più grandi scoperte giungano nei momenti più inaspettati.
Il mio quinto anno a Hogwarts (il peggiore che avessi mai vissuto), fu ricco di nuove conquiste, a partire dal mio inedito spirito ribelle che mi spinse a suggerire l'idea di organizzare un gruppo di studi segreto.
Sul fronte Ron, invece, fu curiosamente Harry a spingermi a riflettere, l'Harry nervoso e inquieto che avevo ritrovato alla fine dell'estate. Stufo dei continui battibecchi tra me e Ron, era esploso, mettendoci di fronte alla dura verità: eravamo davvero fastidiosi, soprattutto perché discutevamo sempre di questioni proprio stupide.
La sfuriata di Harry, unita alla grande quantità di tempo che io e Ron trascorrevamo insieme (tra i doveri di Prefetti, e le sere in cui Harry era in punizione), mi mise con le spalle al muro: provavo davvero qualcosa per Ron? Per il mio amico, per colui che mi aveva fatto piangere una decina di volte? Tutte le prove portavano in quella direzione.

Se le prove non bastarono a convincermi, ci pensò la battaglia al Ministero della Magia contro i Mangiamorte. Gli incantesimi volavano da tutte le parti, le probabilità di colpire ed essere colpiti erano praticamente identiche, e in quel caos, mettevo uguale impegno a non perdere la testa e non perdere di vista la chioma rossa di Ron. Era quello il comando che mi manteneva lucida: mai perdere di vista i capelli di Ron.
E poi, rapidamente com'era iniziato, tutto finì: Sirius era morto, la profezia infranta, Harry distrutto.

Ci riportarono a scuola in stato pietoso, e in infermeria, piegata in due a causa della maledizione di Dolohov, non potevo fare a meno di pensare a Ron, sdraiato accanto a me, e al profumo dei suoi capelli che mi arrivava ogni tanto ad alleviare il dolore.
Non ero né egoista, né frivola, anzi, per la maggior parte del tempo mi crogiolavo nella mia preoccupazione; era solo quando mi lasciavo andare, quando permettevo alla mia mente di scollegarsi dal mondo esterno, era in quei momenti che pensavo a Ron: a quanto doveva essere stato bello per lui vincere la Coppa di Quidditch quell'anno, a come era stato astuto a liberarsi della Umbridge e della banda di Malfoy, a come era stato coraggioso anche all'Ufficio Misteri, anche se io che lo conoscevo bene, sapevo che, dentro di lui, continuava a ripetersi 'Miseriaccia. Miseriaccia. Miseriaccia'.

Veniva voglia anche a me di mormorarlo, agitando la bacchetta: magari funzionava come incantesimo Scaccia-Ron, anche se lo sfarfallio che sentivo nello stomaco era il segnale che, ormai, era troppo tardi.
Miseriaccia.



Arriviamo così al presente, in cui sono davanti a un calderone colmo di Amortentia e ne elenco tutte le propietà al professor Lumacorno:
"... e dovrebbe avere un odore diverso per ciascuno di noi, a seconda di ciò che ci attrae, e io sento aroma di erba appena tagliata,e pergamena nuova e..." **
Arrossisco e non termino la frase. Solo il Veritaserum potrebbe farmi rivelare il terzo aroma, quello più importante, che parla della persona che amo: mora, menta e ammorbidente. L'odore dei capelli di Ron Weasley.





* Harry Potter e la Camera dei Segreti, p. 260
**Harry Potter e Il Principe Mezzosangue, p. 175
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: theStarbucksGirl