Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Korat    16/09/2011    4 recensioni
‹‹Dimmi come fai!›› sbottò, riferendosi alle capacità di mutaforma del ragazzino.‹‹Te l’avrò ripetuto centinaia di volte: ti devi con-cen-tra-re›› rispose come ad evidenziare l’ovvio, ponendo l’accento sull’ultima parola ‹‹Andiamo, Vic, non potresti sforzarti di avere i capelli un po’ più rossi?››.Verdi, sarebbero diventati verdi in quel momento i capelli di Vic.
Verde, turchese, fucsia, rosso e oro, nero. Cinque piccoli momenti fra Teddy e Victoire: una storia insieme, da bambini ad adulti, in cui ne hanno viste... di tutti i colori!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

VERDE

 

Non esisteva giorno più speciale del due maggio, per me. Ogni anno tutta la mia famiglia si riuniva alla Tana, accolta dal consueto allegro disordine, per celebrare un evento grandioso e la mia vanità di bambina di sette anni veniva blandita da tanta solennità per il mio compleanno. In cucina nonna Molly si stava dando da fare per preparare un pranzo coi fiocchi, senza accettare il minimo aiuto dalla zia Ginny, la mia zia preferita. ‹‹Ginny, siediti, non devi affaticarti nelle tue condizioni›› le ripeteva continuamente, alludendo con apprensione al pancione. L’orologio segnava che tutti i fratelli Weasley erano a casa; era arrivato anche zio Charlie dalla Romania e mi faceva un sacco di complimenti: dopo quasi un anno che non mi vedeva, mi trovava cresciuta, più alta, più bella. Io mi beavo di tante lodi, scuotendo la lunga chioma biondo ramata ed esibendo un largo sorriso a trentadue denti (benché i miei denti, allora, non fossero trentadue e per di più mi erano caduti i due incisivi inferiori). Ma a me importava solo di rivedere qualcun altro.

Non esisteva giorno più malinconico del due maggio, per me. Ogni anno mi ricordavo, come ferito da una spada, che i miei genitori non c’erano più. Harry mi aveva detto che non dovevo essere triste, perché loro si erano sacrificati appunto perché crescessi felice e non potevo certo deluderli. Tutti quelli che non c’erano più rimanevano ancora accanto a noi, partecipi di ogni nostro momento di gioia. Ma il mio sorriso, solo per quel giorno, non poteva fare a meno di diventare più incerto. C’era solo una persona che riuscisse a rubarmene uno smagliante.

§ 

Appena gli adulti pronunciavano la parola Ministero, Teddy e Victoire capivano che non avevano nessun motivo per trattenersi seduti a tavola ad ascoltare quelle cose noiose. Sgattaiolavano in giardino e si davano a corse e capriole e Vic non si preoccupava minimamente del colpo al cuore che veniva a maman ogni volta che la vedeva ridotta, alla fine, in uno stato indecente. Nonna Andromeda, d’altra parte, si era completamente rassegnata a vedere il nipote in un perenne stato indecente, tanto era pasticcione e maldestro.

‹‹Vic, conti tu!›› ordinò Teddy, credendo di poter ordinare qualcosa perché era più grande.

‹‹Non se ne parla›› rifiutò con piglio deciso lei: giocare a nascondino con Teddy non era equo, visto che lui barava con i suoi trucchetti.

‹‹E dai, ti prego, ti prego, ti prego›› la supplicò congiungendo le mani e facendole gli occhi da cucciolo. Questo funzionava decisamente di più della tattica autoritaria.

‹‹E va bene›› concesse Victoire, posandosi le mani sui fianchi e atteggiandosi con uno sguardo condiscendente e di sufficienza a una donna matura che aveva a che fare con un marmocchio. ‹‹Però dopo dovrai giocare alla famiglia›› lo incastrò. Teddy sbuffò sonoramente perché odiava subire le tirannie di sua moglie Vic e accudire per figlio uno dei nani da giardino.

Victoire chiuse gli occhi, rivolse il viso a un albero, appoggiandosi sul tronco con gli avambracci incrociati sulla testa, e cominciò a contare. Arrivata a venti, aprì soltanto l’occhio destro e spiò, poi, dopo aver visto un’ombra che andava sul retro, fece finta di niente e continuò fino a cento. ‹‹Cento›› gridò, per avvisare Teddy che stava arrivando. Si diresse immediatamente sul retro e perlustrò ogni centimetro quadrato del prato, senza tuttavia trovarlo. Sta usando il suo trucchetto, meditava con disappunto. Victoire decise risolutamente di passare al contrattacco e si sedette per terra, in silenzio; tese le orecchie e avvertì il respiro di Teddy, che avrebbe riconosciuto fra centinaia di persone.

‹‹Tana!›› trillò, beccandolo in un cespuglio con i capelli dello stesso verde delle foglie. La zazzera di Teddy tornò pigramente del consueto rosso fuoco tipico dei Weasley, che lo faceva sentire un membro effettivo di famiglia e suscitava un pochino di invidia in Victoire.

‹‹Dimmi come fai!›› sbottò, riferendosi alle capacità di mutaforma del ragazzino.

‹‹Te l’avrò ripetuto centinaia di volte: ti devi con-cen-tra-re›› rispose come ad evidenziare l’ovvio, ponendo l’accento sull’ultima parola ‹‹Andiamo, Vic, non potresti sforzarti di avere i capelli un po’ più rossi?››.

Verdi, sarebbero diventati verdi in quel momento i capelli di Vic.

Strinse i pugni e arricciò il nasino francese, coperto da poche e chiare lentiggini, e serrò bene gli occhi. Niente di niente, restavano disperatamente e ostinatamente di un biondo infuocato, dai caldi riflessi rame, ma pur sempre troppo gialli. Si lasciò sfuggire un sospiro sconsolato e stette quasi per mettere il broncio a Teddy.

‹‹Non ti preoccupare, quando avrò la bacchetta te li farò come vorrai›› le propose premuroso, facendole splendere il sorriso.

‹‹E ora culla Ethelred mentre io preparo la cena›› ordinò mantenendo un’espressione felice. Teddy strabuzzò gli occhi e assunse un malsano colorito verdognolo.

‹‹Cullare quella bestiaccia? E mangiare le lumache che spacci per cena?›› mugolò, in preda al panico. Victoire non le mangiava mica, le lumache, gliele lasciava tutte a lui, con infinità generosità. ‹‹E poi non si chiamava Herpo?››

‹‹Ho cambiato, Ethelred è più nobile›› comunicò la sua arbitraria decisione.

‹‹Si può sapere dove li trovi questi nomi?›› chiese, schifato dai suoi gusti.

‹‹Dalle figurine delle Cioccorane, ovviamente›› rispose con soddisfazione.

 

 

_____

Salve! Questa è la mia prima FF, spero che a qualcuno potrà piacere! Inizialmente volevo scrivere una long su Bill e Fleur, ma poi non ho resistito alla mia passione per Vic, che - chissà perché - adoro. Spero di essere più canon possibile, ci tengo davvero. Ho pensato che la zia preferita di Vic sia Ginny perché, nell'epilogo, si preoccupa che James non abbia interrotto i ragazzi, dimostrandosi complice e, forse, confidente della ragazza. I capelli di Teddy nei primi anni li ho descritti rossi perché credo che, stando tanto tempo con i suoi "cugini", si sentisse - e volesse sentirsi - parte della famiglia. Fatemi sapere le vostre impressioni, malvagissime o (si spera!) meno malvagissime, su queso capitolo e a presto con il prossimo!

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Korat