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Autore: Malika    16/09/2011    2 recensioni
Questa raccolta partecipa al contest Seven Weeks indetto da Shark attack.
#1: Libera Uscita. […]Naruto, come mai sei venuto qui? Sono solo le dieci, avevamo deciso di incontrarci a pranzo».
«Lo so, Gaara, ma tu lavori troppo, -tebayo!! Quindi adesso io e te usciamo!»
«Naruto, non posso, lo sai!» cercò di opporsi, anche se sapeva che con il suo biondino sarebbe stato perfettamente inutile.

#2: Ti odio. E’ passato ormai un anno dalla tua morte. Non posso dire di esserne triste.
Sappiamo entrambi molto bene il motivo, non è vero, padre? Ho solo due parole da rivolgerti: ti odio. […]

#3: Sii Forte. […]«E’ solo un bambino!» urlava sua madre.
«Ha già dodici anni ed è un perfetto samurai: verrà in battaglia con me, non correrà troppi pericoli. E con questo il discorso è chiuso!» ribatteva suo padre.
«Potrebbe finire ammazzato!»
«In questo caso avremo uno psicopatico in meno in giro per il villaggio!»[…]

#4: Fare rapporto. [...]Alla vista dell’enorme sorriso del suo interlocutore Gaara sospirò sommessamente, cercando di non avere nuovamente istinti omicidi nei suoi confronti, poi si concentrò su quanto gli era stato riferito ed andò immediatamente in tensione: «Siete stati attaccati?»
«No, non ancora, è tutto tranquillo, ma sono sicuro che quando succederà noi saremo pronti! Perché la forza della giovinezza sconfigge ogni cosa! Non falliremo, Kazekage-sama, può starne certo!» esclamò Rock Lee, entusiasta.[…]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sabaku no Gaara
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
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Gaara in Seven Weeks - Libera Uscita

Titolo: Libera Uscita

Personaggio Principale: Sabaku no Gaara

Co-protagonista: Naruto Uzumaki

Genere: Romantico, Fluff

Rating: Verde

Avvertimenti: Flash-fic, Shonen-Ai

Introduzione: […]Naruto, come mai sei venuto qui? Sono solo le dieci, avevamo deciso di incontrarci a pranzo».

«Lo so, Gaara, ma tu lavori troppo, -tebayo!! Quindi adesso io e te usciamo!»

«Naruto, non posso, lo sai!» cercò di opporsi, anche se sapeva che con il suo biondino sarebbe stato perfettamente inutile.

 




Era seduto nel suo ufficio, quella mattina, come tutti gli altri precedenti, firmando scartoffie e programmando missioni. Non era qualcosa di troppo stancante per lui, abituato com’era a non dormire mai. Insomma, dopo un po’ che non si dorme uno non ci fa neanche più caso alla stanchezza.

Ora però… quel mostro dentro di lui non c’era più…

Si riscosse da quei pensieri cupi: non era proprio il caso di averli, non adesso che non c’era più nulla che andasse per il verso storto, nonostante l’Akatsuki fosse ancora in giro.

I primi raggi del sole entrarono dalla sua finestra, riscaldandolo: amava quella luce soffusa, quando era ancora il terrore di Suna erano l’unica cosa che riusciva a calmarlo, sia pure soltanto per qualche momento, visto che poi doveva nuovamente concentrarsi per non far prevalere quel dannato tasso.

Poi aveva conosciuto Naruto ed era stato come se una luce lo avesse invaso completamente  per non lasciarlo più; non sapeva quando era successo, ma si era innamorato di quel biondino che riempiva le sue giornate semplicemente stando nei suoi pensieri.

Riprese il suo lavoro, continuando a svolgerlo ininterrottamente finché un lieve bussare lo riscosse e dopo aver accordato il permesso per entrare, fece il suo ingresso Matsuri: «Kazekage-sama, Naruto-kun vuole vedervi».

«Fallo pure passare, grazie Matsuri. Naruto, come mai sei venuto qui? Sono solo le dieci, avevamo deciso di incontrarci a pranzo».

«Lo so, Gaara, ma tu lavori troppo, -tebayo!! Quindi adesso io e te usciamo!»

«Naruto, non posso, lo sai!» cercò di opporsi, anche se sapeva che con il suo biondino sarebbe stato perfettamente inutile.

 

In effetti, tre ore dopo, doveva ammettere con sé stesso che l’idea di Naruto era veramente fantastica, ma non gliel’avrebbe detto molto facilmente.

«Devi ancora dirmi per quale motivo mi hai trascinato qui» disse il rosso sorseggiando la sua bibita, seduto a un tavolino di un bar.

«Beh, ecco, dovevamo festeggiare! In fondo è un mese che stiamo assieme, dattebayo!» esclamò il biondo a pieni polmoni.

Gaara, a quelle parole, quasi si strozzò con la saliva, ma si riprese in fretta, cercando di tappargli la bocca: «Shsh! Non dirlo a voce alta, non mi piace sbandierare la mia vita privata ai quattro venti, sono già abbastanza sottopressione!»

«Non è che ti vergogni, Gaara?» chiese Naruto dopo averlo squadrato per un po’.

«No, è che… ecco, io…» il Kazekage non sapeva cosa dire, non voleva che il suo ragazzo venisse a conoscenza di quello che in realtà pensava.

«Non ti preoccupare… ho capito».

Non aveva mai visto Naruto così triste, neanche quando aveva perso Sasuke.

L’Uzumaki distolse lo sguardo, cercando di non mettersi a piangere: aveva perso anche lui.

«E’ che se lo dici ho paura di svegliarmi: tu sei la mia luce, non voglio perderti» sussurrò Gaara.

Naruto alzò gli occhi e sorrise: «Andiamo a mangiare una ciotola di ramen, -tebayo!».

 

Malika con “Libera Uscita”
Originalità
Grammatica
IC Personaggio Base (non mi ha convinta)
IC Personaggio Aggiunto
Uso del Prompt
Gradimento personale
Bonus/Malus (neutro)
Totale: 4 punti

   
 
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