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Autore: Meme06    16/09/2011    4 recensioni
E se Amu e Ikuto fossero fratelli e si innamorassero l'uno dell'altra? Come potrebbero far fronte a questo peso? Decideranno di assecondare il loro amore oppure cercheranno di cambiare i loro sentimenti?
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Siblings in love'
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Le prove durarono circa tre ore. Amu vi aveva assistito per tutto il tempo, estasiata dalla fortuna che aveva nell'essere diventata amica di Utau.

- Ciao… Hinamori giusto? - le chiese il ragazzo.

- Ciao Kukai! Ti avevo detto di chiamarmi Amu! - gli disse sorridendo.

- Ah, okay! - le rispose sedendolesi vicino. - Da quanto tempo sei qui?

- Da circa tre ore… - rispose la rosa.

- Wow, sono in ritardo allora… - disse. Quel ragazzo era davvero solare, non passava momento che non sorrideva. Aveva un carattere fantastico, utau doveva davvero trovarcisi bene insieme.

- Solo un pochino, ma non credo che tu non ci abbia fatto a posta ad arrivare dopo il soundcheck! - gli disse la ragazza ridendo.

Kukai distolse lo sguardo.

- Beh… diciamo forse. - le rispose voltandosi di nuovo a sorriderle.

- Immaginavo! - esclamò la rosa. Almeno riusciva a ridere un po'. Era da molto che non rideva e non era così allegra e serena.

Dopo qualche minuto Utau smise di provare e scese dal palco.

- Ciao! - fece entusiasta notando il suo ragazzo. Prese poi la bottiglia d'acqua ed iniziò a bene avidamente.

- Sei davvero grandiosa! - esclamò Amu alzandosi dalla sedia.

- Ti ringrazio… - fece la ragazza appena finito di bere.

- Amu ha ragione, concordo con lei… - disse allora Kukai salutando la sua ragazza come si deve.

- Benissimo, allora di sicuro non mancherai al concerto di stasera! ^ ^ - gli disse la cantante bevendo un'altra sorsata d'acqua.

- Sicuro! - rispose Kukai. - Ehm… a che ora eh?

- Alle 21.00 cretino… -.-" - lo riprese Utau.

- Hey! - esclamò il ragazzo sempre sorridente. - Okay, sarò puntuale!

- La puntualità non ti si addice, ma fingerò di crederci… - le disse Utau facendo l'occhiolino con un leggero sorrisetto sulle labbra.

- Grazie mille per la fiducia Utau, - le disse il ragazzo con sarcasmo. - non so come farei senza il tuo appoggio!

- Figurati Kukai… - rispose la cantante tranquilla.

Amu fece un sorrisero divertito. Era proprio fantastico il modo in cui dimostravano di volersi bene.

D'un tratto la bionda la prese per un braccio trascinandola letteralmente.

- Torniamo subito Kukai! - disse come scusante dell'improvvisa reazione al ragazzo che la guardava confuso.

- Ah… - fece. - Okay.

Amu fu trascinata vicino ai camerini, dove Utau si fermò e le rivolse uno sguardo serio.

- Che c'è? - chiese la rosa.

- Amu… - le disse. - Mi devi di nuovo aiutare a vestirmi!

- Che cosa? Sei impazzita forse? Io non sono mica una stilista! - le fece l'amica mettendo le mani avanti in segno di difesa.

- Andiamo! Per favore! - la implorò la ragazza.

- Uff… - sbuffò l'altra. - d'accordo…

- Si!!! La mitica Utau trionfa sempre! Prendi esempio Amu! - le disse felice.

- Come no, sarà fatto… - mormorò sospirando la rosa.

- A proposito… - fece d'un tratto l'amica diventando nuovamente seria.

- Cosa, vuoi che ti aiuti anche a truccarti? - le chiese Amu, ormai si era rassegnata.

- A parte quello, vorrei parlarti di una cosa. - le disse.

Allora anche Amu si fece seria, sapeva già di che cosa la ragazza le voleva parlare e francamente lei non ne aveva nessuna voglia.

- Cosa? - chiese.

- Di tuo fratello. - le rispose l'altra.

Amu abbassò lo sguardo.

- Che cosa vuoi chiedermi?

- Non ti voglio chiedere niente, voglio darti un consiglio… - le disse avvicinandolesi e mettendole le mani sulle spalle.

- Quale?

- Chiamalo.

- Come prego? - fece Amu stranita da quella richiesta insolita.

- Hai capito benissimo.

- Ovvio che ho capito! Ma, si beh ecco insomma, chiamarlo? - le chiese sempre più scandalizzata.

- Esatto, componi il suo numero e parlargli.

- Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? - le domandò sempre con gli occhi sgranati. - Sono mesi che non si fa sentire! Questo è un ego evidente del fatto che non vuole che nessuno lo contatti…

- Oppure è un segno evidente del fatto che abbia troppa paura per telefonare e sentire la tua voce. - Utau era sempre stata una ragazza molto intuitiva, aveva sempre capito subito come stavano le cose, ovviamente analizzando bene persone e situazioni.

- Forse…

- E allora che cosa aspetti! - esclamò la bionda scuotendola un poco. - Lo so che muori dalla voglia di sentirlo e di sapere sue notizie, fatti avanti coraggio! Amu, non puoi sempre aspettare che sia lui a fare il primo passo!

- Magari hai anche ragione tu, ma non è facile come credi… - le disse indecisa.

- Lo so che non è facile, ma secondo me dovresti chiamarlo… - le consigliò allora la ragazza. - Ti lascio sola…

Le disse per poi allontanarsi.

Per dieci minuti Amu non seppe che fare, resto a dondolarsi in piedi come una cretina.

Solo poi si decise a tirare fuori il suo cellulare e a fissarlo per minuti interi, quasi fosse la cosa più interessante da vedere in quel momento.

Aprì la rubrica e scorse i numeri di telefono che aveva registrati in memoria, fino ad arrivare al nome Ikuto. Restò a guardarlo per un bel po' di tempo fino a che non premette il tasto verde e si portò il cellulare all'orecchio.

Sarà stata la paura, l'ansia e magari anche un po' di vigliaccheria a far si che appena emise il primo squillo lei spense subito il cellulare.

Sospirò profondamente, si, dopo tutto anche lei era vigliacca, avevano qualcosa in comune lei e suo fratello. Ma come avrebbe fatto a parlargli, non sapeva nemmeno se sarebbe più riuscita a salutarlo.

Dopo una mezz'ora circa arrivò Utau. Amu ci mise un po' a sceglierle i vestiti, ma alla fine la missione risultò compiuta.

- Ben fatto Amu! Ora sono pronta! - esclamò Utau soddisfatta. - Puoi anche aspettarmi tra il pubblico, io fra pochi minuti sarò là!

- Okay! - disse la ragazza alzando il pollice.

Uscì dal camerino e prima di mimetizzarsi fra la folla accese di nuovo il cellulare per vedere se c'erano nuove chiamate. Proprio come si aspettava, zero chiamate. E va bene, dopotutto era stata lei a non voler continuare la chiamata.

Senza pensare di spegnere il portatile lo mise in tasca e si andò a mimetizzare fra la folla.


Amu era emozionantissima, era già la seconda volta che assisteva al concerto di Utau, da sempre la sua cantante preferita.

Mancavano ormai pochi minuti all'inizio del concerto e lei era riuscita a stare in prima fila, ovviamente dando gomitate in giro per poter passare.

- Amu! - si sentì chiamare d'un tratto la ragazza sai capelli rosa. Si voltò trovandosi vicino Kukai. - Utau mi aveva detto che saresti venuta. Sei stata brava a farti largo tra la folla.

- Si, ma ci ho rimesso i gomiti… - disse ironicamente.

Kukai sorrise. Stava per dirle qualcosa quando le luci si spensero e il concerto ebbe inizio.

Amu guardava Utau incantata. Non solo sapeva cantare, ma si sapeva muovere sul palco, sapeva catturare il pubblico ecco. Non poteva fare a meno di pensare quanto fosse bella lì sopra. Quanto fosse melodiosa la sua voce e quanto belle fossero e note scritte dalla bionda.

Chiuse gli occhi per poter così assaporare tutto, far entrare dentro di se tutta la musica che stava ascoltando in quel momento. Non credeva che quella canzone sarebbe mai riuscita a farle svuotare la mente dai cattivi pensieri per un attimo. Per quel poco che durò Amu riuscì a non pensare a Ikuto che era partito, a tutti i momenti vissuti insieme a suo fratello e a rivivere come faceva ogni minuto della giornata il giorno della sua partenza, quando lo aveva salutato all'aeroporto e aveva trattenuto le lacrime per non ferirlo. Cosa che però aveva ferito lei. Avrebbe voluto gridargli di non partire, oppure sarebbe voluta partire con lui. Ma queste sono solo stupide fantasie, era fin troppo ovvio che suo fratello per non ' rischiare' non la voleva più vicino ed era questo che a lei faceva male da morire.

Quando erano piccoli le difficoltà le avevano sempre superate insieme, perché adesso non potevano? Che cos'era cambiato così tanto da rivoluzionare il tutto e da far si che quando c'è una difficoltà uno prende e se ne va via? Per Amu era tutto come allora. Ma a quando pare per Ikuto no.

La fine della musica purtroppo la riportò alla realtà. Il concerto era finito , come sempre Utau aveva legato tutte le canzoni come fossero una sola e ti accorgevi subito quando era la fine dello spettacolo quindi.

- Bellissimo… - mormorò Amu.

- Ti è piaciuto? - le chiese Kukai avvicinandolesi.

- Si, molto e a te?

- Ovvio che mi è piaciuto ho amato quella ragazza prima come cantante! - le confessò il ragazzo.

Amu sorrise, si vedeva quanto quel ragazzo tenesse alla sua amica e non poteva che essere felice per la bionda.

- Io vado da Utau, vieni con me, non è vero? - chiese Amu al ragazzo.

- Sicuro, andiamo! - esclamò entusiasta per poi seguire la rosa fino al camerino della cantante.

Davanti alla porta, come in tutti i posti, c'era un uomo. Il quale dopo aver visto Amu la fece passare insieme a Kukai, si ricordava bene di quella ragazza, visto che era dall'inizio del viaggio che stavano insieme.

- Hey! - salutò Amu entrando nel camerino e sedendosi accanto alla bionda.

- Ciao, ditemi un po', come sono andata? - chiese la cantante.

- Benissimo, ma cosa lo chiedi a fare ormai? - le fece Amu con lo stesso entusiasmo di una bambina piccola.

- Beh… io voglio un'opinione… - disse utau arrossendo leggermente sulle gote.

- Hai ragione, però non ti serve davvero! - s'intromise Kukai.

Si sorrisero tutti insieme.

- E poi… - Amu stava per dire qualcosa, ma fu interrotta dallo squillare improvviso del suo cellulare. - Scusatemi…

Disse tirandolo fuori e guardando il display. Non è possibile… pensò prima di rispondere.

  
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