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Autore: Kurtofsky    17/09/2011    5 recensioni
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…
É un periodo di guerra civile. Navi spaziali ribelli, colpendo da una base segreta, hanno ottenuto la loro prima vittoria contro il malvagio Impero Galattico.
Durante la battaglia, spie ribelli sono riuscite a rubare i piani segreti dell'arma decisiva dell'Impero, la Morte Nera, una stazione spaziale corazzata di tale potenza da poter distruggere un intero pianeta.
Inseguito dai biechi agenti dell'Impero il Principe Kurt sfreccia verso casa a bordo della sua aeronave stellare, custode dei piani rubati che possono salvare il suo popolo e ridare la libertà alla galassia... [Star Wars!Glee | Klaine/Kurtofsky]
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel, Un po' tutti, Will Schuester
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: May the Force be with you
Titolo del Capitolo: Capitolo 1
Fandom: Glee
Personaggi: Blaine Anderson, William Schuester
Genere: Introspettivo, Avventura
Rating: Giallo
Avvertimenti: Alternative Universe (AU), Slash, OOC
Conteggio Parole: 2169 (FiumiDiParole)
Note: 1. Alle madrine di questa fic: le Ilartina (LOL)! IrishMarti e speranza19, che mi hanno incoraggiata a scriverla ed hanno sclerato con me XD
2. Note maggiori a fine pagina :3
3. Non betata =3


{ May the Force be with you ~
- Capitolo 1 -



Blaine Anderson non sapeva ancora come avesse fatto a ritrovarsi nella modesta abitazione di Bill Schue, o meglio: lo sapeva ma faticava ad elaborare tutte le notizie che aveva appreso.
Solo la sera prima aveva acquistato con suo zio un droide protocollare ed un'unità R2 - che, da quel che diceva C3PO, avevano entrambi avuto a che fare con la Ribellione - in una normalissima transizione con i Jawa, ma mentre li puliva aveva scoperto il piccolo droide conteneva un messaggio diretto ad un certo William Schuester.
Ci mise pochissimo a collegare un nome a lui familiare perché non molto lontano dalla sua abitazione viveva un certo Bill Schue e da quel che sapeva Blaine il suo cognome per intero era proprio Schuester... ma, per essere totalmente sinceri, non era stato quello ad interessarlo, in realtà ciò che più l'aveva colpito era stato l'elegante ragazzo apparso nel messaggio trasmesso da R2.
Aveva una voce chiara e sicura nonostante la registrazione sembrasse difettosa e, anche se sentito solo una singola frase di quel messaggio, la bellezza del giovane l'aveva subito stregato.
Tralasciando quel piccolo - ma per lui importante - dettaglio, la mattina successiva era partito all'inseguimento del fuggiasco R2, e dopo un pericoloso incontro con i Tusken si era ritrovato seduto accanto a Schue nella sua abitazione nel deserto.
Era stato proprio Bill a salvarli e, stando alle sue parole, era proprio lui il William Schuester che il ragazzo del messaggio stava cercando.
Blaine, a dirla tutta, non era mai stato un ragazzo particolarmente avventuroso. Era più che altro curioso e aveva tanta voglia di mettersi alla prova, soprattutto a favore della Ribellione contro l'Impero.
Quei suoi pensieri ovviamente non implicavano alcuna avventura, ma a arrivato a quel punto era quasi certo di essersi cacciato in un guaio dal quale non sarebbe riuscito ad uscire tanto facilmente.
In quel momento però si dimenticò di pensare a tutti i possibili problemi che quella sua prima avventura poteva causargli perché Bill, dopo aver armeggiato un po' con R2, riuscì a far apparire la registrazione di quel ragazzo che, come la sera prima, fu in grado di incantare ancora Blaine.
L'immagine di tanto in tanto saltellava - sembrava quasi che fosse stata registrata in tutta fretta -, ma nel complesso appariva abbastanza nitida.
" Generale William Schuester.", esordì il giovane con voce gentile ma sicura. " Mi rivolgo a te nel nome nella famiglia reale di Alderaan e dell'Alleanza per la Restaurazione della Repubblica. Disturbo il tuo ritiro per volontà di mio padre, viceré e primo ministro del sistema di Alderaan."
Se solo Blaine fosse stato più attento - e meno interessato al ragazzo della registrazione - avrebbe facilmente notato il volto marcato dalla stanchezza e dalla forse prematura vecchiaia se di Bill farsi più serio.
" Anni fa hai servito la Vecchia Repubblica nelle Guerre dei Cloni. Ora mio padre ti prega di aiutarci ancora una volta in questo momento disperato. Chiede che tu lo raggiunga su Aldeeran. Devi andarci.", continuò il ragazzo. " Sono spiacente di non poterti presentare di persona la richiesta di mio padre, ma la mia astronave è stata catturata. La mia missione è fallita e per questo sono stato costretto a ricorrere a questo mezzo alternativo di comunicazione. Le informazioni vitali per la sopravvivenza della Ribellione sono state affidate al sistema mnemonico di questa unità R2. Mio padre sarà in grado di recuperarle. Devi far sì che questo droide arrivi sano e salvo ad Alderaan."
Si bloccò per qualche istante, riprendendo poi con tono agitato.
" Aiutami, William Schuester. Sei la mia unica speranza. Sarò fatto prigioniero dagli agenti dell'Impero, ma non riusciranno ad avere alcuna informazione da me. Tutto quello che serve è contenuto nella memoria di questo droide. Non abbandonarci, William Schuester... non abbandonarmi."
E così come era apparsa l'immagine scomparve in un tremolio e il piccolo R2 portò la sua attenzione su Bill.
Dall'espressione seria dell'uomo era difficile carpire cosa stesse pensando ma, al contrario, era abbastanza semplice capire quali fossero i pensieri di Blaine.
Il suo viso era diviso tra l'adorazione e lo stupore in un'espressione che poteva semplicemente essere definita 'ebete' ma, riscuotendosi ed allontanando l'immagine del ragazzo dalla sua mente, si rese conto di un piccolo ma importante particolare.
Fissò con insistenza l'uomo, studiandone i lineamenti e le reazioni per quel messaggio.
Tutti conoscevano Bill Schue, il bizzarro vagabondo del deserto, ma nessuno sapeva chi fosse realmente. Doveva avere poco più di cinquant'anni ma la vita, e forse le avventure vissute in giovinezza, avevano segnato il suo corpo e lo spirito.
" Generale Schuester? Hai combattuto le Guerre dei Cloni? Ma... è stato tanto tempo fa!"
" Beh, sì.", assentì Bill senza dare troppo peso alla sua affermazione. " Credo una ventina d'anni. Una volta ero un Cavaliere Jedi, come...", esitò lanciando un'occhiata al giovane. " Come tuo padre."
Blaine aggrottò le sopracciglia.
" Mio padre un Cavaliere Jedi? Mio padre non ha fatto Guerre né era un Cavaliere... lui era semplicemente un ufficiale di rotta su un'astronave da carico."
" Questa è la versione di tuo zio.", rispose tranquillo Bill. " Owen Lars non approvava lo stile di vita di tuo padre. Per lui doveva restare qui, su Tatooine, e non farsi coinvolgere in...", scrollò le spalle. " In parole povere, per lui doveva restare qui e fare l'agricoltore."
Blaine, che di notizie in quei giorni ne aveva ricevute già abbastanza, trattenne il respiro.
Suo padre un Cavaliere Jedi?
Aveva sempre avuto l'impressione di non appartenere a Tatooine, di essere 'diverso'... e quello sembrava spiegare quelle sue sensazioni.
" Devi capire tuo zio.", aggiunse Bill con un leggero sorriso che sembrò quasi ringiovanirlo. " Voleva solo evitare che la vita avventurosa di tuo padre ti portasse lontano da lui."
Il ragazzo assentì distrattamente.
" Mi sarebbe... piaciuto conoscerlo.", mormorò.
" Era uno dei migliori piloti che avessi mai conosciuto.", esordì tranquillo l'uomo, come se volesse aiutare Blaine a conoscere suo padre attraverso le parole. " Un astuto guerriero, dotato di grande forza e... di molto istinto."
Blaine lo fissò, curioso e desideroso di conoscere altro su suo padre, ma nel notare l'espressione triste che aveva oscurato il volto di Bill pensò bene di lasciarlo parlare senza fare domande.
" Era... un caro amico.", mormorò Bill per poi riscuotersi e cambiare in parte discorso. " So che sei diventato anche tu un bravo pilota. Non sarà un talento ereditario, ma ci sono tante piccole cose che messe insieme ti permettono di diventare un ottimo pilota. Proprio come tuo padre."
Il ragazzo accennò un lieve sorriso a quel complimento, sussultando poi quando l'uomo, alzandosi, si diresse verso un vecchio baule.
" Qui ho qualcosa per te.", dichiarò, cercando l'oggetto in questione sotto lo sguardo curioso di Blaine. " Tuo padre desiderava che tu la avessi all'età giusta, ma tuo zio non ne volle sapere. Temeva che questo ti portasse a seguirmi in qualche crociata idealistica proprio come tuo padre."
Il ragazzo non fiatò, osservando però con crescente curiosità i vari oggetti che si potevano intravedere nel baule.
Si trattenne a stento dal fare delle domande sulla loro provenienza e l'uso e, quando finalmente Bill tornò da lui, tutta la sua attenzione si riversò sul piccolo oggetto che gli porgeva.
Non aveva niente di particolare o di interessante. Era solo un porto cilindro con alcuni pulsanti, ma nell'osservarlo più attentamente Blaine scorse anche delle piccole gemme sia nell'impugnatura che in un disco posto sulla sommità del cilindro e, cosa che lo affascinò di più, notò una piccola cella di energia. La più piccola che avesse mai visto.
Si leccò le labbra, improvvisamente secche, e guardò Bill.
" Che cos'è?"
" Una spada laser. Non una qualsiasi, era di tuo padre.", rispose l'uomo. " In passato erano molto diffuse, e in alcune parti della galassia lo sono ancora."
Blaine sapeva benissimo cos'era una spada laser, e anche quali fossero i suoi poteri, ma quella era la prima volta che ne vedeva una e premendo un pulsante nell'impugnatura la attivo in un lampo tra il bianco e l'azzurro.
Si formò una luminosa lama lunga circa un metro e spessa quanto un pollice. La studiò con attenzione scoprendo che l'intensità del raggio era perfettamente regolare, dalla base fino alla punta.
Non emanava calore ma evitò accuratamente di toccarla. Una spada laser poteva aprire senza problemi sia in mura di metallo che di cemento e... poteva trapassare un essere umano.
" Questa era l'arma dei Cavalieri Jedi.", spiego Bill. " Non era un'arma per tutti come un fulminatore. Per utilizzarla era necessaria più abilità che mira. Era elegante. Un vero e proprio simbolo... perché chiunque può utilizzare un fulminatore o qualche altra arma, ma non una spada laser. Maneggiarla significava essere un individuo speciale."
Si mosse distrattamente per la casa, facendo viaggiare la sua mente nei suoi ricordi.
" Per generazioni i Cavalieri Jedi sono stati l'organizzazione più potente e rispettata della galassia. Erano i garanti di pace e giustizia della Vecchia Repubblica."
Notando l'assenza di domande da parte di Blaine, Bill gli rivolse finalmente uno sguardo rendendosi conto che il giovane sembrava non aver colto granché delle sue spiegazioni.
Restò quindi in silenzio, attendendo pazientemente che Blaine fosse in grado di parlare - troppe erano le novità per un ragazzo così giovane.
" Come... come è morto mio padre?", chiese piano, fissando Bill negli occhi.
L'uomo esitò ma, prima che Blaine potesse ritirare la domanda - forse non era un bel ricordo per Bill - l'altro rispose.
" Fu tradito e assassinato... da un giovane Jedi di nome Darth Vader.", nel parlare evitava di guardare il giovane. " Era un mio allievo. Paradossalmente è stato sia uno dei più brillanti discepoli... sia la mia più grande sconfitta. Vader utilizzo i miei insegnamenti e la Forza per fini malvagi, schierandosi dalla parte dell'Imperatore. I Cavalieri Jedi vennero eliminati ed ora sono praticamente estinti."
Blaine deglutì a vuoto, non riuscendo a decifrare l'espressione assunta da Bill.
" Sotto molti aspetti i Cavalieri Jedi erano... troppo buoni e troppo sicuri di sé.", aggiunse l'uomo. " Riponevano troppa fiducia nella Repubblica e per questo non si resero conto che l'Imperatore la stava manipolando dall'interno... non so quali siano le intenzioni di Vader. Spesso temo voglia commettere qualche abominio da un momento all'altro... questo però è il destino di chi detiene la Forza ma è consumato dal suo lato oscuro."
Blaine assunse un'espressione confusa.
" La Forza? Non è la prima volta che la nomini..."
L'uomo assentì, accennando un lieve sorriso imbarazzato.
" Spesso dimentico con chi sto parlando. possiamo dire che la Forza è un qualcosa che un Jedi deve possedere. Non è mai stata spiegata la sua vera origine, ma gli scienziati ritengono che sia un cambio energetico creato da tutte le cose viventi. Esiste sin dall'antichità ma il suo potenziale venne ignorato per millenni. Solo pochi prescelti erano in grado di riconoscere la Forza e questi venivano trattati come bugiardi e impostori... ancor meno erano coloro in grado di utilizzarla. Spesso ne erano addirittura sopraffatti perché troppo deboli...", sospirò. " In ogni caso, la Forza ci circonda e controlla le nostre azioni. Solo la conoscenza e la manipolazione della Forza conferivano al Jedi il suo particolare ed unico potere."
Si rivolse direttamente a Blaine con un’espressione quasi più giovane, tant’è che il ragazzo pensò che Bill fosse ringiovanito da un momento all’altro.
“ Anche tu dovrai imparare le vie della Forza, Blaine… se devi venire con me ad Alderaan.”
A quella proposta, il più giovane si sentì strappato alla sua solita monotonia in quel pianeta che riusciva ad essere paradossalmente sia immenso che minuscolo.
Lui non era un tipo avventuroso. Le avventure preferiva sognarle e non viverle sulla sua pelle!
“ Alderaan? No… non posso! Non so neppure dove sia!”, esclamò saltando in piedi. “ Io… io devo andare a casa…”
Sentiva quella piccola abitazione farsi più stretta e gli occhi di Bill Schue – il Generale William Schuester – fissarlo con insistenza, sempre più penetranti. Abbassò lo sguardo sul piccolo droide, incapace di sostenere le iridi dell’uomo.
“ È tardi. Mio zio mi ammazzerà… e… tieniti pure R2. Vuole sicuramente restare con te. Io… mi inventerò qualche scusa.”, aggiunse in un mormorio.
“ Blaine… ho bisogno di te. Non ho più l forza di un tempo… e non posso portare a termine questa missione. È troppo importante e… lo sai anche tu. Hai sentito il messaggio.”
“ Non posso essere coinvolto.”, protestò Blaine. “ Ho del lavoro da fare. C’è… mio zio, il raccolto… davvero: questa storia non mi riguarda.”
Non poteva o… non voleva?
Era quella la domanda che si stava ponendo ma non aveva una risposta.
Nella sua mente tornò prepotente il messaggio di quello splendido ragazzo in pericolo ma cercò di allontanarlo, anche se una piccola parte di sé gli sussurrava che ormai lui era già coinvolto: volente o nolente.
“ Ricordati Blaine: la sofferenza di un solo uomo è la sofferenza dell’intera umanità. Non esiste distanza nell’ingiustizia e se non verrà fermato in tempo, il male divorerà tutti.”
Il ragazzo si morse le labbra nervoso.
“ Io… posso accompagnarti fino ad Anchorhead, ma poi sarai tu trovarti un mezzo per Mos Eisley o per… per dove vuoi andare tu.”
Bill assunse un’espressione furba e gli sorride dolcemente.
“ È pur sempre un inizio. Poi tu sceglierai la strada più giusta.”
“ Va bene… va bene…”
E Blaine non si era mai sentito più confuso in vita sua.




Note dell’Autrice:
Siamo giunti alla fine del capitolo. Quindi ecco le prime precisazioni.
- William “Bill” Schuester. Non so perché ho messo lui al posto di Obi-Wan. Seriamente. L’ho scritto ed è rimasto lì! Si chiama “Bill” perché è una delle abbreviazioni di William, questo per riprendere Obi-Wan/Ben. Inoltre… perdonatemi se l’ho invecchiatoXD
- Come ho già detto in anticipo alcuni personaggi, così come la storia, verranno modificati. Mentre altre cose resteranno tali e quali alla storia che conoscete.


A presto! :3
   
 
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