Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Invader_from_Hell    06/03/2004    3 recensioni
Con la febbre a 38° ho realizzato questo breve brano, che funge da pausa in questa ultima mandata di racconti, e come riscaldamento per gli scritti (racconti e poesie) che da domani scriverò. (saranno tutti postati tra una settimana). Mi auguro che questo racconto sia di vostro gradimento e che possiate dargli una logica. Leggere attentamente il foglietto illustrativo, non somministrare al di sotto dei 12 anni..
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il Giardino

Il Giardino

 

Ora che ho freddo, dove sei? Spalancato il cancello un po’ arrugginito e ormai posseduto dall’edera, quel giardino si apre di fronte alla mia vista, e ho l’impressione di esservi stato più volte in precedenza. Avanzo, non nascondo di essere sospettoso, il fatto che ogni sospiro ventoso sembri riassumere il mio cuore, non è certo rassicurante. Cerco nei larici in lontananza la risposta a quella domanda, chiedo loro di mostrarmi l’errore dei congiurati, quel tragico piccolo errore che mi permetterà di scoprirli e di condannarli ad un esilio inappellabile e condiviso da tutti.

Uno spirito ventoso porta via con sé il lenzuolo che copriva il sole. Ecco adesso il maledetto astro in tutto il suo splendore, d’improvviso mi abbaglia, cogliendomi in pieno nel mio momento di disattenzione. Sono totalmente perso in questo freddo giardino, probabilmente riflesso di morte, sicuramente progettato dal mio Desiderio.

Il sole lava via ogni occultante membrana, in particolare quella di totale smarrimento che mi stava coprendo gli occhi. La visione che mi si prospetta davanti scotta e sotterra la mia mente nelle profondità dei suoi dubbi. Graziosi tavolini bianchi e sedie proiettano la loro immagine liberty su tutto il prato. Sotto un garzioso gazebo esseri umani sorseggiano bevande con cannucce e ombrellini. Il luogo è pervaso dalla tranquilla malinconia ordinata di un pomeriggio estivo inglese, l’aria è carica di lacrime quanto lo sono gli occhi dell’anziana signora che adesso si alza da un tavolino. Noto una ringhiera. Prima di potermi avvicinare sono già affacciato, e fisso una città che si estende sotto la collina, sono in un luogo d’evasione di fuga.

Sono nuovamente trasicnato. Stavolta a sedere davanti a un tavolino.

“ Il suo gelato” mi dice una cameriera vestita di bianco, in testa un’orchidea. Non ricordo di averlo ordinato, ma suona così giusto e familiare.

“ Ha scelto il gusto Orchidea, in assoluto il migliore che abbiamo, i miei complimenti” aggiunge sorridendo. Emana una freschezza che solo un fiore è capace di esprimere. Sembra lei stessa un’orchidea, i suoi seni sono petali profumati.

Un’anziana signora vestita di bianco mi sorride, un grazioso cappellino al ripara dal sole cocente, ha posato la borsetta sul tavolo, cerca qualcosa. Mentre fruga sembra essere molto attenta e misurata nei gesti, ho proprio l’impressione che stia cercando qualcosa di molto delicato. Un sorriso stupito si disegna sul suo volto mentre estrae una splendida orchidea dalla borsetta, compagno forse del sorriso agghiacciato che muove i miei muscoli facciali.

La signora sorride nuovamente nella mia direzione, e non sembra guardarmi. Voltandomi, capisco a cosa era dovuta la sua espressione compiaciuta: un’altra signora, più giovane, ha appena finito di assestare una graziosa orchidea tra i capelli ramati della propria figlioletta. Entrambe sorridono.

Una destabilizzante idea si insinua nel mio pensiero e inizia a dialogare amabilmente con le mie riflessioni. Al mio congenito stupore si aggiunge il fatto, quindi, che tutte le persone che siedono sotto il gazebo portano un’orchidea.

Un venditore di fiori si ferma al mio tavolo, ovviamente recando orchidee, di diversa forma e rarità. Faccio appena in tempo a fargli cenno di andarsene, che dietro di lui appari tu. Dopo una caduta tanto lunga, ogni altro pozzo mi sembrerà un salto da nulla. Senza chiedermi il permesso ti siedi di fronte a me. Sei vestito di nero, piuttosto fiero nel portamento. Di fronte a te, non direi mai che sei l’unica pecora nera in quel caffè di anziane signore vestite di bianco, mi appare invece molto più plausibile l’ipotesi che quelle persone vestono di bianco per permetterti di apparire più proibito di quanto tu già non sia. Sembra che tutto in quel giardino sia stato disposto in tua funzione, ho l’impressione che con il solo sguardo tu sia capace di incendiare tutti i larici in lontananza. Ma non appartieni al mondo demoniaco, assolutamente no. Sei l’unico angelo in mezzo a tante arpie bianche. Non porti orchidee.

“ Ti facevo più lontano” ti dico, squadrandoti. Impressionante come l’immagine di noi due seduti allo stesso tavolino possa essere dolce e idilliaca, pur in tutta la sua stranezza.

“ Non immaginavo che avessi così tanto freddo” rispondi tu. Sorridi, e in questo tuo gesto leggo tutta la tua premura, che credevo relegata nei miei sogni.

“ Qui però fa caldo..” osservo io. Mi smebra la cos apiù logica da dire. Forse tu sai dove siamo.

“ Sì, abbastanza.. ti piace?” mi chiedi tu. Cosa posso risponderti? Non so quanto mi possa piacere essere pervaso da questa sensazione di conoscenza totale ma non riconosciuta. La congiura sta per avere compimento sotto i miei occhi.

“ Sai dove siamo?” ti chiedo a mia volta. “ insomma… tu neanche dovresti essere qui!” la mia pazienza a volte è un po’ come il gelato alla vaniglia d’estate, a Parigi: si scioglie troppo velocemente e puoi solo sperare di gustarlo per tempo.

“ Non lo so. Credo che sia casa tua, ma non ricordo dove… né come… è un po’ come sostare in un angolo di Paradiso nel quale il diavolo sta per giungere con l’esercito al completo. So dov’ero, ma non so dove siamo”.

La tua risposta mi da la conferma che siamo nel più perfetto giardino della mia anima.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Invader_from_Hell