C come Cotechino Cognato
(Joe,Xander & Danielle)
“Casa!”
“’asa!”
“Automobile!”
“’obile!”
“Cotechino!”
“’ino!”
“No tesoro dillo bene!Co-te-chi-no!”
“I-No!”
Joseph scoppiò a ridere.
Dnielle osservava la scena a metà tra l’esasperato e il divertito,mentre stirava le camicie del marito.
“Si può sapere perché insegni a tuo figlio a dire Cotechino?” domandò temendo la risposta mentre il piccolo Xander si divertiva a pacioccare le guancie del padre.
Joe osservò il bambino pasticciargli il volto divertito e rise di gusto.
“Perché non dovrei?Insomma prima o poi dovrà pur dire cotechino? Tanto vale che inizi da ora no?”
Come non detto: domanda scema,risposta scema.
Intanto il gioco continuava e il piccolo Alexander scoprì una nuova parte interessante del corpo:la bocca del papà.
“’henti” tentò di pronunciare Joseph mentre ridendo il bimbo ci infilava le sue manine minuscole.
“’enti!” ripeté Alexander entusiasta di quel suo nuovo giocattolo aprendo e chiudendo la bocca del papà ininterrottamente.
“’enti!”
“Eshatto!”
“Di un po’, lo sai vero che tuo figlio di otto anni è più maturo di te?” Danielle non poté fare a meno di esclamare osservando Joseph che infilava le mani in bocca al figlio proprio come il piccolo stava facendo con lui.
Solo che Alexander aveva due anni.
Joseph 31.
“E tu lo sai che mi vuoi bene per questo vero?” commentò con un sorriso l’uomo ,mentre lei scuoteva il capo sistemando il colletto di una seconda camicia.
“Non è per niente vero.”
Joseph sapeva essere una vera palla al piede quando ci si metteva.
Ma la cosa bella (o brutta a seconda dei punti di vista) era che si divertiva tremendamente a diventarlo.
Sapeva dare il tormento come pochi, così come celava in sé l’ineguagliabile capacità di far tornare il sorriso a chiunque in qualsiasi situazione.
Joseph amava punzecchiare chiunque non fosse abbastanza accorto da non lasciarsi punzecchiare e lei lo sapeva bene,perché suo malgrado quel fetente di un uomo era il suo migliore amico.
Joe non era forse la persona dalla quale si dirigeva per chiedere consiglio: per quello c’era Nicholas; lui era il re in fatto di supporto e suggerimenti.
E non era neanche la sua spalla su cui piangere: nessuno era in grado di calmarla come suo marito, che raccoglieva le sue lacrime e le trasformava in splendidi baci carichi di passione.
E quando aveva bisogno di svago e riposo? Joe non rientrava neanche in quella categoria. Era con le sue sorelle che sfiorava momenti di pura pazzia trasformando le più ordinarie giornate in excursus in giganteschi centri commerciali e qualche maratona film.
E Joseph allora?
“Bacio in arrivo per la zia Dany!”
Come un razzo,l’uomo con il nipotino sulla spalle la raggiunse mentre Xander rideva e strepitava. E poi le labbra sottili del bimbo si depositarono sulla sua guancia e le mani ferme del cognato scostarono le sue dall’asse da stiro.
“Dai, va a fare le cose che dovrebbero fare le splendide ed incantevoli principesse Jonas. Alle camicie di Kev ci pensiamo io e Xander. Non è vero ometto?”
“Shi!” il bimbo infilò la mano in bocca al padre che scoppiò a ridere e se lo tirò giù dalle spalle per solleticargli i fianchi.
Joseph era semplicemente… Joseph.
“Grazie… Pazzoide.”
Commentò Danielle con un sorriso scoccandogli un bacio sulla guancia e coccolando il nipotino prima di avviarsi con un sorriso verso il terrazzo.
Un immaturo.
Un testone.
Un ruffiano.
Un pigrone.
Un irresponsabile.
Un tesoro di cognato.
Nota dell’autrice.
Rileggendo queste storie mi rendo conto di quanto
scrivessi male l’anno scorso D: (sono racconti un po’ datati). Ma ormai la
raccolta è avviata, quindi non posso mica tirarmi indietro ^^
Ah! Un paio di creature docilissime mi hanno
contattato tramite MP, per fare quattro chiacchiere. Per qualsiasi cosa, mi
trovate sempre qui alla
mia pagina d’autrice. Un bacio a tutte voi Laura