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Autore: CUCCIOLA_83    16/05/2006    4 recensioni
[..]La zia lo stava ancora aspettando in salotto, con la differenza che sul tavolino erano comparse due tazze da tè «rieccomi qui zia, oh grazie per il tè» disse «figurati caro, ma mi vuoi spiegare perché ti sei ricordato solo ora di queste cose?» chiese «lo so sarei dovuto arrivare prima è solo che oggi mi sono ricordato di una cosa» disse Remus tornando a sorseggiare il suo tè «e cosa se posso chiedere?» disse ancora la zia, Remus poggiò la tazza sul tavolino poi aprì il baule, rovistò per qualche istante tra i vestiti, peluches, libri e oggetti vari fino a quando non lo trovò, un piccolo carillon dalla forma singolare[..]
eccovi una mia nuova ff scritta poco tempo fa.. ho deciso di proseguire la linea che avevo lasciato dopo "il primo natale di Alexandra" in questa ff ho fatto un salto di circa sei anni.. buona lettura
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Remus Lupin
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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«Questa bambina diventa ogni giorno più grande e bella» disse Hagrid, prendendola in braccio e mettendola seduta su una sua grande spalla, «Hagrid, mi porti a vedere gli unicorni e gl’ippogrifi?» chiese Alexis, «tesoro, Hagrid avrà altro da fare che portarti in giro per tutto il parco» disse Tonks, «non ti preoccupare, è sempre bello vedere qualcuno così entusiasta dei miei animaletti» disse ancora Hagrid, «papà!! Siamo venute a trovarti!» Urlò salutando il padre con la mano, Hagrid la fece scendere velocemente, così da lasciarla correre da lui «ciao piccola! Che bella sorpresa!» disse allargando le braccia per accoglierla, poi la prese in braccio e si avviò verso Tonks e Hagrid «se continui a crescere così in fretta non riuscirò più a prenderti in braccio» disse Remus ridendo, «ma papà tu sei forte!» disse Alexis, «è vero tesoro, papà è molto forte»confermò Tonks dando un bacio al marito «beh sì, per la mia età me la cavo ancora piuttosto bene» disse Remus, «ma smettila!» dissero in coro Tonks, Alexis e Hagrid, «ok, ok. Cosa stavate facendo prima del mio arrivo?» chiese, «Hagrid mi stava per portare a vedere gli unicorni che sta curando e anche gli ippogrifi. Posso andare?» chiese Alexis, «se Hagrid è d’accordo, e prometti di fare la brava sì» disse Remus, «ma certo che farà la brava, vero? Vieni gli unicorni sono in quel recinto lì in fondo» disse Hagrid riprendendola in braccio.

Rimasti soli Remus e Tonks andarono a fare una passeggiata vicino al lago «è bello avervi qui. Quando non ci siete mi mancate tantissimo» disse Remus prendendola per mano «anche tu ci manchi molto, non vedo l’ora che arrivino le vacanze così tornerai a casa» disse Tonks, «guardala, si diverte tantissimo con Hagrid» disse ancora Remus «già, speriamo che non prenda la sua stessa passione per gli animali strani, altrimenti ci ritroveremo la casa devastata» disse Tonks ridendo, Remus la prese tra le braccia e la baciò, non curante dei ragazzi che in quel momento giravano per il parco, «ti rendi conto che tra qualche settimana sarà il suo sesto compleanno?» disse Tonks staccandosi a fatica da lui e riprendendo il controllo, «è incredibile come passano gli anni mi sembra solo ieri che la prendevo in braccio per la prima volta» disse sedendosi sull’erba, «e tra qualche anno farà il suo ingresso qui come alunna, così voi due sarete qui insieme e io a casa da sola» disse a sua volta sedendosi vicino a lui, «puoi sempre tornare qui anche tu.. ma non pensiamo ci ora, godiamoci questi suoi anni dell’infanzia. State organizzando qualcosa per il suo compleanno?» chiese Remus «in realtà sì, mia madre, Molly ed io pensavamo di organizzare una piccola festa a casa nostra con i soliti amici» rispose Tonks, «allora non sarà tanto piccola» rise Remus, «sì, in effetti lo credo anche io» disse ridendo a sua volta, «io invece stavo pensando al regalo, la vedo così poco che a volte ho come l’impressione di non conoscerla» disse Remus «dai non dire così, sai che non è vero. Per il regalo non ti devi preoccupare andremo insieme a prenderlo quando tornerai a casa» disse Tonks, poi gli si avvicinò e lo baciò «Papà!» urlò Alexis, Remus fece appena in tempo a voltarsi che si ritrovò la figlia addosso «quando torni a casa?» chiese «presto piccola, appena finiscono le lezioni torno a casa» rispose lui, «e mi racconterai tutte quelle storie sui malandrini?» chiese ancora «ma certo, tutte quelle che vuoi» disse sorridendogli, «che bello non vedo l’ora! Zio Sirius!!» urlò ancora staccandosi dal padre e correndo verso l’uomo che si stava avvicinando «hey ciao piccola peste, cosa ci fai qui? Non sei troppo piccola per studiare?» chiese, «siamo venute a trovare papà» disse Alexis, «solo lui? E il tuo zio preferito no?» chiese Sirius facendo una finta faccia offesa «ma no cosa dici?! Certo che volevo vedere anche te!» disse stampandogli un bacio sulla guancia, «ok così va meglio» disse ridendo Sirius.

Remus, Tonks e Sirius rimasero per buna parte del pomeriggio a chiacchierare in riva al lago mentre la bimba giovava vicino a loro con la sua Puffola Pigmea. Ogni tanto qualche gruppetto di studenti passava “casualmente” vicino a loro «buon pomeriggio professori» dicevano in coro osservando attentamente Tonks e la bambina «buon pomeriggio ragazzi» rispondevano Remus e Sirius, trattenendo a stento le risate «ma che avete voi due?» chiese Tonks «niente tesoro, è solo che è divertente vederli così curiosi» rispose Remus «papà dov’è Silente? Chiese Alexis avvicinandosi ancora a loro, «credo che sia nel suo ufficio perché?» le chiese Remus «andiamo a trovarlo? È da tanto tempo che non lo vedo»chiese, «ma sarà occupato, ha sempre tante cose da fare» tentò di dire Tonks, «dai, dai! Andiamo» disse prendendoli per mano e guardandoli con gli occhioni da cucciola «va bene, andiamo..» disse Remus rassegnato, non era mai riuscito a resistere a quello sguardo, si alzò e la prese per mano, la stessa cosa fece Tonks, «ciao zio Sirius, ci vediamo dopo» disse voltandosi a salutarlo, Sirius ricambio il suo saluto e si diresse verso la capanna di Hagrid.

Silente fu felice di vederli, in particolare la bambina. Alexis cominciò a girare per tutto l’ufficio chiedendo il funzionamento di ogni oggetto che si trovava di fronte« quello cos’è? E quello? A cosa serve?» chiedeva ogni cinque secondi, Silente rispose ad ogni domanda con molta gentilezza, poi Alexis si concentrò su Fanny lasciando libero il preside di scambiare qualche parola con Remus e Tonks «allora come procede il lavoro al ministero?» chiese a Tonks «tutto bene, questo è un periodo relativamente tranquillo, non ci possiamo lamentare» rispose «mi fa piacere. Se non sbaglio tra poco sarà il suo compleanno vero?» disse facendo un cenno verso la bambina, «sì, il suo sesto compleanno» rispose Remus guardandola dare da mangiare alla fenice «come passa il tempo, sembra ieri che cominciava a muovere i suoi primi passi tra queste mura, e tra qualche anno sarà di nuovo qui come studentessa» disse Silente, «credo che anche lei non veda l’ora» disse Tonks, «ha già dato segni di “magia”?» chiese «qualche cosina , piccoli oggetti spostati di qualche centimetro più che altro» rispose Tonks «quando i suoi poteri aumenteranno dovrete stare molto attenti, ho la sensazione che vi darà del filo da torcere» disse il preside sorridendo «gia lo credo anche io, chissà da chi avrà preso» disse Remus guardando Tonks «cosa vorresti dire?» Chiese lei «io? Niente perché?» disse con aria innocente «mmm… si è fatto tardi dovremmo tornare a casa» disse Tonks, «ve ne dovete già andare? Se volete fermarvi a cena sarete le benvenute» disse Il preside «dai mamma restiamo» intervenne Alexis «sì dai mamma restate» disse a sua volta Remus facendogli gli occhi dolci, proprio come stava facendo la figlia «non guardatemi così..» disse Tonks, «ok va bene, restiamo» disse ancora, Remus e Alexis si fecero l’occhiolino a vicenda poi Remus diede un bacio alla moglie.

*****

Finalmente arrivarono le tanto sperate vacanze estive e Remus tornò a casa dalla sua famiglia. Alexis era al settimo cielo, finalmente aveva di nuovo entrambi i genitori a casa, e finalmente poteva giocare col padre, il quale non si tirava mai in dietro, qualsiasi gioco lei proponesse.

La fine delle lezioni significava anche che il compleanno di Alexis si avvicinava, Remus era sempre più in ansia, fare i regali non era mai stato il suo forte «dai amore vedrai che domani troveremo qualcosa di adatto a lei» disse Tonks sdraiata accanto a lui nell’oscurità della loro camera da letto «lo spero anche io, i sei anni sono una tappa importante» disse ancora Remus «lo so, ma se fai così ora, cosa farai quando ne compirà undici?» chiese Tonks, «sinceramente non lo so. Ma hai ragione arrovellarsi il cervello ora non serve..»disse voltandosi verso di lei e baciandola «felice che te ne sia accorto» disse Tonks ricambiando il bacio «scusa se ti ho assillata con questi problemi» disse attirandola a sé, «già, ma ora dovrai farti perdonare» disse Tonks baciandolo, «adoro farmi perdonare» disse cominciando a slacciarle la camicia da notte e baciandole il collo.

La mattina seguente furono svegliati da Alexis che entrò come un piccolo tornado in camera loro «buongiorno! Cosa facciamo oggi?» chiese saltando sul letto «hey cosa ci fai già in piedi?» le chiese Remus distraendola mentre Tonks si annodava la vestaglia per poi andare in bagno «non avevo più sonno» disse tranquillamente «capisco, allora.. cosa ne diresti di una bella colazione?» disse Remus mettendosi anche lui la vestaglia «frittelle ai mirtilli!» disse entusiasta la bambina, «e frittelle siano..mi aiuti? Così facciamo una sorpresa alla mamma» disse bisbigliando l’ultima parte, Tonks sorrise di nascosto dal bagno «cosa state confabulando voi due?» chiese, «niente mamma, tu resta qui ti chiamo io quando puoi scendere in cucina» disse Alexis mentre si dirigeva col padre verso le scale.

Circa mezz’ora dopo, stanca di aspettare al piano di sopra, Tonks decise di scendere in salotto, «posso entrare?» chiese da dietro la porta della cucina «ancora no!» le rispose la figlia, Tonks sorrise e si mise seduta sulla poltrona del salotto in attesa del via libera. Poco dopo si sentì chiamare «mamma ora puoi entrare ma… non guardare la cucina..» disse la bimba, Tonks entrò e la scena che si trovò davanti la fece ridere a crepapelle, sia Remus e Alexis erano ricoperti di farina, gusci d’uova erano sparsi da tutte le parti e almeno quattro padelle stazionavano nel lavandino «non guardare la cucina, guarda il tavolo» disse Alexis indicandolo «wow che belle frittelle!» disse cercando di smettere di ridere, si sedette a tavola e si servì due frittelle, Remus le si avvicinò porgendogli una tazza di caffè, Tonks lo ricambiò con un bacio «e io?» chiese la bimba «grazie anche a te tesoro» disse dando un bacio anche a lei.

Terminato di fare colazione la bimba chiese ancora quali fossero i programmi per quella giornata «io e papà dobbiamo andare a fare delle commissioni piuttosto noiose quindi cosa ne diresti di passare qualche ora a casa degli zii?» chiese Tonks «sì! Così portò giocare con Julian!» disse «bene, allora andiamo a prepararci mentre papà sistema la cucina» disse «cosa???» chiese Remus incredulo, ma Tonks non rispose, si limitò a ridere mentre saliva le scale tenendo Alexis per mano.

Le vie della città erano piene di persone intente a godersi quella giornata di sole, Remus e Tonks passeggiavano mano nella mano cercando in tutti i negozi qualcosa da regalare alla loro bambina, ma niente sembrava appropriato per quell’evento «niente, assolutamente niente. Possibile che non riusciamo a trovare niente?» disse Remus, «dai troveremo qualcosa..» disse Tonks «e se non troviamo niente?» chiese Remus, «ma che ottimismo professore» disse Tonks osservando una vetrina «qui non si parla di ottimismo.. è solo che.. non so mi sento così stupido, è nostra figlia dovremmo sapere cosa regalarle ed invece eccoci qui a girare da due ore senza risultati» disse con aria avvilita «ok, vieni con me, ci serve una pausa» disse trascinandolo verso il parco lì vicino «ma non abbiamo tempo..»protestò lui «zitto e siediti» ordinò Tonks indicando una panchina, Remus obbedì «bene allora.. ora smettiamo per un attimo di pensare al regalo e pensiamo a lei.. a cosa le piace» disse ancora lei «beh le piacciono tante cose, tutto per lei è una nuova scoperta adora la semplicità del mondo babbano e la magia del nostro» disse Remus sorridendo tra sé e sé, «è vero, come la prima volta che ha visto le decorazioni natalizie a casa di Sirius, quella povera fatina non ne poteva più.. oppure quella volta in cui si stupì tantissimo nel vedere che i babbani non sapevano cosa fosse un ippogrifo, ha sempre adorato le paperelle di gomma nella vasca da bagno nonostante Arthur le dicesse che fossero chissà quale marchingegno strano dei babbani» disse ridendo Tonks, «sì mi ricordo la storia delle paperelle, ma non sarà mai divertente come quella fotografie babbane.. ti ricordi? Si era messa a farle il solletico per farle muovere ma le immagini rimanevano ferme, si era messa in mente che fossero arrabbiate con lei» disse ridendo a sua volta, «sì! Ci ho messo tutta la sera a convincerla che non era vero» disse Tonks, «già, allora ha cominciato a pensare che fossero solo pigre» disse ancora Remus.

I due rimasero ancora per qualche minuto seduti su quella panchina a ripensare agli aneddoti che riguardavano la loro piccolina «credo che qualsiasi cosa troviamo in questi negozi non sarà mai all’altezza di rappresentare la sua essenza» disse Remus ad un’ tratto, «è vero, è troppo speciale..» confermò Tonks «si è fatto tardi, dobbiamo passare a prenderla, ho detto a Sirius che saremmo passati da loro verso le 11.30» disse Remus, «ok andiamo. Domani saremo più fortunati, ora abbiamo le idee un poco più chiare» disse Tonks dandogli un bacio, Remus annuì.

Arrivati a casa Black trovarono la loro bambina intenta a giocare con Julian, il figlio di Sirius e Silphie di due anni più piccolo di Alexis, appena li vide mollò i gioco che teneva in mano e corse loro incontro felice di rivederli «ciao piccola, ti sei divertita?» chiese Tonks, «sì tantissimo lo zio Sirius ci ha fatto vedere alcune magie» disse la bimba «davvero? Che bello..» disse Remus «ben arrivati, avete trovato quello che cercavate? Chiese Sirius avvicinandosi, entrambi scossero la testa «mi dispiace» disse prendendo il figlio in braccio, «ciao! Siete arrivati, vi va di fermarvi per il pranzo?» chiese Silphie scendo le scale, Tonks e Remus esitarono un attimo poi accettarono.

Dopo pranzo i due bambini cominciarono a dare segni di stanchezza, quindi, le rispettive madri li portarono al piano di sopra per farli dormire un po’. Rimasti soli Remus e Sirius cominciarono a parlare del problema che assillava Remus «e così non siete riusciti a trovarle un regalo, ma almeno non ti sei buttato sui libri come tuo solito» disse Sirius, «questa non mi sembrava l’occasione adatta per regalare un libro, in oltre voi eravate un caso particolare» disse Remus giocherellando con i bicchiere che aveva davanti «questo è vero..» disse ridendo Sirius, «il problema è che mancano solo due giorni e l’unica cosa che abbiamo capito è che Alexis è una bambina troppo speciale per regalarla qualcosa di troppo scontato» disse Remus «già, ma sono certo che qualcosa salterà fuori in fondo abbiamo avuto tutti sei anni anche se molto tempo fa» disse Sirius «infatti Sirius, tanto, tantissimo tempo fa.. i tempi sono cambiati da quando avevamo sei anni noi» constatò Remus «allora di cosa si parla qui?» chiese Tonks rientrando in cucina con Silphie «le solite cose.. I bambini dormono?» chiese Remus, Tonks annuì mentre gli si sedeva vicino «come angioletti, questa mattina Sirius li ha strapazzati parecchio» disse Silphie «mi dichiaro innocente, erano loro che volevano vedere delle magie, io no ho fatto altro che esaudire i loro desideri» disse Sirius in sua difesa «che uomo pronto al sacrificio che sei» disse la moglie dandogli un bacio.

*****

Verso le tre di pomeriggio Remus e Alexis tornarono a casa, mentre Tonks si era già recata al lavoro almeno un ora prima. Remus era ancora molto pensieroso ma per fortuna giocare con la figlia lo mise un poco di buonumore.

Mentre giocavano a prendere il Tè in giardino Alexis si mise a canticchiare una melodia che fece accendere una lampadina nella mente di Remus «tesoro come mai canticchi quella canzone? Dove l’hai sentita?» le chiese «non lo so papà, mi è venuta in mente ora» disse mentre metteva del finto Tè nella sua tazza «tesoro mi è appena venuto in mente che devo fare una cosa,ti dispiace se il tè lo prendiamo domani?» disse «ok, ma domani lo prepari tu» disse la bimba, «va bene, ora torniamo dentro così chiamiamo la nonna qui per farti compagnia mentre non ci sono» disse Remus. Nel giro di mezz’ora Andromeda arrivò a casa loro e Remus si smaterializzò.

Ricomparve qualche secondo dopo nei pressi di una vecchia casa un poco trascurata, si avviò su per il sentiero che portava alla porta d’ingresso, bussò ma non ottenne risposta, ritentò ma ancora niente «zia Connie ci sei?» urlò bussando ancora una volta, «chi è là?» chiese una voce da dietro la porta «zia Connie sono io, Remus, tuo nipote» disse Remus «Remus? Remus! figliolo entra!» disse la vecchia la porta aprendo la porta «ciao zia Connie come stai?»disse Remus entrando «cosa vuoi… i soliti acciacchi della vecchiaia» disse la signora accomodandosi su una poltrona «ma tu cosa mi racconti? A casa tutto bene? E’ da tanto tempo che non ci vediamo» disse «tutto bene grazie. Alexandra cresce ogni giorno di più»disse Remus visibilmente fiero di questa cosa «mi fa piacere, ma.. a cosa devo la tua visita? Dubito che tu sia venuto fin qui solo per sapere come sto, per questo esistono i gufi» disse la signora «beh sì, in realtà c’è un motivo per cui sono venuto qui, hai ancora le miei vecchie cose? Quelle che ti affidarono i miei genitori?» le chiese la vecchia zia rifletté per qualche istante «quelle di quando eri bambino? Prima del tuo.. incidente?» chiese, Connie fu l’unica parente a non allontanarsi da doro dopo che Remus venne morso da bambino, Remus annuì «sì, dovrebbero essere in soffitta in un vecchio baule con il tuo nome sopra, non le avrei mai buttate» disse «posso andare a cercare una cosa? è importante» disse ancora Remus «ma certo che puoi, sono cose tue ero certa che prima o poi saresti tornato a cercare» disse Connie «grazie zia, torno subito»disse Remus alzandosi e dirigendosi verso le scale.

La soffitta della zia era stipata fino all’inverosimile segno della lunga vita di Connie. Ci vollero parecchi minuti prima che Remus riuscisse a trovare il suo baule lo sfiorò con la bacchetta, il baule si alzò e lo seguì giù per le scale. La zia lo stava ancora aspettando in salotto, con la differenza che sul tavolino erano comparse due tazze da tè «rieccomi qui zia, oh grazie per il tè» disse «figurati caro, ma mi vuoi spiegare perché ti sei ricordato solo ora di queste cose?» chiese «lo so sarei dovuto arrivare prima è solo che oggi mi sono ricordato di una cosa» disse Remus tornando a sorseggiare il suo tè «e cosa se posso chiedere?» disse ancora la zia, Remus poggiò la tazza sul tavolino poi aprì il baule, rovistò per qualche istante tra i vestiti, peluches, libri e oggetti vari fino a quando non lo trovò, un piccolo carillon dalla forma singolare, era ottagonale con il coperchio traforato da figure di animali «sì, me lo ricordo questo, da piccolo non dormivi se non lo facevano suonare» disse la zia «sì mi ricordo anche io» disse Remus aprendolo, ma dal carillon nessun suono «che peccato non funziona più» disse Connie, «mmm… credo che si possa sistemare. Domani lo porterò a Diagon Alley, forse conosco qualcuno che lo può aggiustare» disse Remus «speriamo mi piaceva il suo suono» commentò, «anche a me» confermò Remus.

*****

Quando Tonks entrò in cucia pensava di trovarci Remus ed invece vide sua madre intenta a preparare le cena mentre Alexis colorava seduta a tavola, «ciao mamma, cosa ci fai qui?»chiese Tonks, «è venuta a stare qui con noi per un po’ e papà è dovuto uscire e non potevo andare con lui» disse la bambina, «come è andato via?» chiese Tonks, «sì, è uscito da qualche ora, ha detto che tornava per cena» disse Andromeda «capisco, ma non ha detto nient’altro?» chiese ancora, «no, ma non ti preoccupare tra poco sarà qui, vai a darti una sistemata la cena sarà pronta tra poco» disse ancora Andromeda, Tonks annuì e salì al piano di sopra per rinfrescarsi un poco.

Erano tutte e tre sedute a tavola quando sentirono uno schioppo provenire dal salotto, subito dopo videro Remus fare capolino dalla porta della cucina «scusate il ritardo, vado un attimo di sopra e sono subito da voi» disse prima di scomparire verso le scale, Tonks si alzò e lo seguì «ma si può sapere dove sei stato? E cos’è questo baule?» chiese entrando in camera «vieni a vedere, forse ci siamo» disse Remus con parecchia eccitazione nella voce, mentre chiudeva la porta «ci siamo per cosa?» chiese confusa «il regalo! Forse ho trovato il regalo! Guarda!» disse indicando il carillon «wow, ma dove lo hai trovato? È stupendo!» disse Tonks, «era mio, quando ero piccolo i miei genitori lo facevano suonare per farmi dormire. Me ne ero quasi scordato, poi oggi pomeriggio mentre giocavo con Alexis l’ho sentita che canticchiava la sua stessa melodia. Ricordo di avergliela cantata un paio di volte ma era così piccola.. non pensavo che se ne ricordasse. Fatto sta che forse ci siamo, certo ora non funziona ma domani andrò a Diagon Alley, sono certo che Fred e George riusciranno a sistemarlo.. ma tu cosa ne pensi?» chiese infine osservandola con attenzione «beh.. è a dir poco.. perfetto! Ero certa che qualcosa sarebbe saltato fuori. Ma dov’era il baule?» chiese ancora continuando a guardare il carillon «era da mia zia Connie, non credevo che lo avesse conservato. Ed invece eccolo qua» disse indicandolo «la cena si raffredda! Venite?» urlò Andromeda da piano di sopra «arriviamo» risposero in coro Remus e Tonks, avviandosi verso la cucina.

*****

Proprio come aveva detto la sera precedente, Remus si recò nella via più famosa del mondo magico. Arrivato davanti al negozio dei gemelli Weasley entrò e si guardò intorno, incuriosito dai nuovi marchingegni firmati Weasley «ciao Remus! a cosa dobbiamo questa tua visita?» chiese Fred, mentre usciva da retro del negozio «ciao Fred, ecco.. veramente mi servirebbe il vostro aiuto per questo» disse appoggiando il carillon sul balcone «carino, cos’ha che non va?» chiese George avvicinandosi «semplicemente, non funziona» disse Remus, «ok, vediamo cosa riusciamo a fare..» disse Fred, prendendolo in mano e osservandolo più attentamente «è fatto molto bene, era tuo?» chiese, «sì perché?», «c’è il tuo nome scritto qui» disse «non me ne ero accorto..» disse Remus osservandolo più attentamente «dovremo smontarlo per vedere perché non funziona. Per quando ti serve?» chiese George «hem, entro domani, volevo regalarlo ad Alexis per il suo compleanno» disse Remus «cosa?? perché non lo hai detto prima! Ci mettiamo subito al lavoro, torna tra due ore sapremo darti delle risposte» disse Fred «grazie ragazzi, allora ci vediamo dopo» disse prima di uscire dal negozio per lasciarli lavorare .

Nelle successive due ore Remus passeggiò per le vie di Diagon Alley, andò al Ghirigoro per vedere se ci fossero dei nuovi arrivi e prese un paio di libri, poi andò da Florian Fortebraccio per un gelato, seduto ad un tavolino cominciò a leggere i suoi nuovi libri gustandosi il gelato.

Le due ore passarono abbastanza velocemente in questo modo. Tornò al negozio dei gemelli e quando entrò li trovò intenti a ballare e saltellare «tutto bene ragazzi?» chiese un poco preoccupato Remus dì pure che siamo dei gegni, abbiamo risolto il tuo problema» disse Fred, «dite davvero?» chiese stupefatto «certo è con noi che stai parlando.. tadan!!» disse George appoggiando il carillon sul bancone, Remus si avvicinò e lo aprì, una bellissima melodia si diffuse nel negozio «grazie ragazzi, davvero! Cosa vi devo?» chiese, «hey Remus, non ti preoccupare, basta che domani ci diate doppia razione di torta» disse George, «ma certo, anche tripla» rispose Remus «ok, affare fatto» disse Fred stringendo la mano a Remus.

*****

Tornato a casa Remus rimase di buonumore per tutta il resto della giornata.

Come promesso il giorno precedente fu lui a preparare il tè speciale con Alexis, rimasero seduti al tavolino nel giardino sul retro chiacchierando del più e del meno, poi ad un tratto «la nonna mi ha detto che i sei anni sono importanti per “noi” è vero?» chiese «sì, la nonna ha ragione» confermò Remus «e perché?» chiese «perché da questa età in poi comincia il nostro cammino magico» disse Remus, «cosa vuole dire?» chiese un poco confusa, «in poche parole di solito è da questa età che i nostri poteri cominciano a manifestarsi in modo più o meno visibile. Certo possono anche comparire dopo qualche anno ma qualcosa può sempre succedere» disse, «e così sarò una strega?» chiese Alexis, «diventerai una vera strega solo quando finirai tutti e sette gli anni a Hogwarts. Per ora… sarai solo la mia piccola streghetta!»disse prendendola in braccio facendola ridere.Tonks nel frattempo li osservava dalla finestra della cucina e sorrise.

Quella sera mentre erano nella loro camera da letto Tonks osservò Remus intento a cambiarsi per la notte, lui se ne accorse «cosa c’è?» le chiese, «niente, stavo pensando» disse rotolandosi nel letto e avvicinandosi a lui «a cosa se posso chiedere?» chiese ancora «oggi vi ho osservati dalla cucina, eravate così carini» cominciò «davvero? Non ti ho vista» commentò lui «non ti preoccupare. Vedendovi mi sono venute in mente tante cose, alcune belle, altre un po’ meno» disse lei, Remus le si avvicinò «in che senso?» chiese un poco confuso, «ho pensato a quando non volevi stare con me, e a quello che ci saremmo persi se avessi continuato su quella strada» disse lei, passando lo sguardo sulle foto incorniciate sul comodino, una del loro matrimonio e una con loro due e Alexis «hai ragione, otto anni fa non avrei mai pensato di poter avere tutto questo. Ma per fortuna ho incontrato te..» disse baciandola, «e domani la nostra piccola compirà sei anni» disse ancora, «gia, cosa faresti senza di me..» disse abbracciandolo «senza di voi..» la corresse «voi due siete il mio regalo perfetto» disse ancora lui, «e voi siete il mio» disse a sua volta «che famiglia di regali perfetti che siamo..peccato che quando si tratta di fare davvero dei regali ci scervelliamo per giorni» disse ridendo Remus, «che scemo che sei!» disse Tonks premendogli un cuscino sulla faccia, appena riuscì a liberarsi Remus la prese fra le braccia «sarei perso senza di voi» disse baciandola ancora. In quel momento la porta si aprì «cosa fate?» chiese timidamente Alexis sbirciando in camera «niente. Ma cosa ci fai ancora in piedi, streghetta?» chiese Remus allontanandosi un poco da Tonks, «non riuscivo a dormire, posso stare qui con voi?» chiese avvicinandosi al letto, «dai, salta su..» disse Tonks battendo una mano sul letto, la bambina non se lo fece ripetere due volte e con un balzo si mise in mezzo ai genitori. In pochi minuti la bimba si addormentò tra le loro braccia, «guarda, sembra un angioletto» disse Tonks, giocando con una ciocca dei sui capelli castani «è vero, è il nostro angioletto, e io ti amo, vi amo tutte e due» disse Remus baciando la moglie, e poi dando un leggerissimo bacio sulla fronte alla figlia.

*****

Il giorno seguente si svegliarono tutti presto, quello sarebbe stato un giorno importante.

Molly arrivò a casa loro con le mani piene di borse dalle quali sbucavano vari rotoli di nastro colorato, poco dopo arrivò anche Ginny, con relative borse al seguito. Non ci volle molto per addobbare il salotto e la cucina, persino Alexis riuscì a dare una mano, lei e Ginny si dedicarono a spargere fiori di carta in giro per la casa, in pochi istanti i fiori che prima erano cartacei diventarono veri. All’ora di pranzo consumarono tutti un pasto veloce, poi tornarono al lavoro, Molly e Tonks in cucina prepararono tartine e altre cibarie, non senza incidenti come farina rovesciata a terra o sale al posto dello zucchero. Nonostante tutto questo però, per l’inizio della festa fu tutto pronto.

Gli ospiti cominciarono ad arrivare, Bill e Fleur con la loro bimba Cucile, Sirius e Silphie con il piccolo Julian, Fred e George, Arthur Weasley, Silente, Minerva e Hagrid, quest’ultimo entrò a fatica dalla piccola porta, ma alla fine furono tutti radunati in salotto per festeggiare Alexis.

La bambina si guardò in giro «non ci sono Hermione, Ron e Harry?»chiese «hanno detto che arriveranno più tardi» disse Ginny «ok va bene» disse, poi andò a giocare con Cucile e Julian mentre i “grandi” chiacchieravano divisi in gruppetti «te lo dico io, i gufi meccanici saranno il futuro delle poste magiche» disse Arthur «ma Arthur i gufi fanno parte della tradizione nessuno si metterà in casa quei cosi metallici» rispose Sirius «io sono disposto a scommettere che avrò ragione» disse ancora Arthur «scommesse? Quando si parla di scommesse arriviamo noi! Allora quanto puntate?» chiesero i gemelli in coro«nessuna scommessa in famiglia!» disse Molly «uffa mamma ci rovini sempre il divertimento» sbuffò George «vieni andiamo da chi ci apprezza davvero» disse Fred indicando i tre bambini che giocavano poco lontano da loro.

Quando finalmente arrivarono anche gli ultimi ritardatari la feste entrò nel vivo, tutti gli invitati si avviarono verso il giardino, varie lampade da tipico tocco cinese illuminavano i tavoli su cui erano poggiate le vivande, in u altro invece erano posizionati vari pacchetti colorati, «sono tutti per me?» chiese la bimba alla madre «sì tesolo ma li aprirai solo dopo cena» disse Tonks, Alexis sbuffò ma poi annuì. La cena le sembrò durante in eterno ma se ne dimenticò subito quando portarono in tavola la torta, panna, fragole e gocce di cioccolato, la sua preferita, «ed ora spegni le candeline» disse Remus, Alexis prese un grosso respiro e soffiò sulle sei candeline che si spensero immediatamente tutti i presenti applaudirono «tanti auguri!» dissero. La serata procedeva alla grande, tutti si stavano divertendo, i gemelli si gustarono la loro tripla porzione di torta come promesso da Remus «non vi sembra di esagerare con questa torta?» chiese Molly ai figli «no, e poi abbiamo il permesso» disse Fred «dai Molly lasciali fare, se la sono guadagnata quella torta» disse Remus, «papà! Mamma ha detto che posso aprire i regali, vieni anche tu!» disse prendendo il padre per mano e trascinandolo verso il tavolo dei regali «allora, cominciamo con questo» disse Tonks passandogli un pacchetto con la carta e dall’involucro ne uscì una miniatura delle Nimbus 2000 «che bella così la posso aggiungere alla mia collezione! Grazie Harry!» disse «di niente piccola» rispose il ragazzo, «ed ora questo» disse ancora Tonks, come prima Alexis ruppe la carta e ne uscirono una serie di maglioncini colorati «grazie zia Molly! Sono bellissimi!» disse abbracciandola, «ma figurati so ti piacciono i maglioncini» rispose.

Seguirono i regali di Andromeda e Ted, una bicicletta viola con le roselline nella ruota posteriore per evitare che si facesse male, quello di Hagrid, degli animali intagliati nel legno, e quello di Sirius e Silphie, una mini scopa per imparare a volare. infine, arrivò il momento di aprire il regalo di Remus e Tonks, Alexis aprì il pacchetto e ne estrasse il carillon «che bello!» esclamò «aprilo» disse Remus, la bambina lo fece e in pochi istanti il carillon cominciò a suonare «ma questa è la canzone che cantavo ieri!» disse stupita «sì, te la cantavo quando eri più piccola. Questo carillon era mio, me lo avevano regalato i miei genitori» disse Remus, «e ora lo date a me?» chiese, «sì, ti piace?» chiese a sua volta Remus «tantissimo! Grazie!» disse buttandogli le braccia al collo, e poi ringraziò anche la madre.

Verso mezzanotte la festa volse al termine, Alexis dava già segni di stanchezza ma la voglia di prolungare ancora la serata era tanta alla fine però crollò tra le braccia di Remus il quale la portò subito nella sua stanza. Tornato in giardino arrivò giusto in tempo per salutare gli ospiti. Rimasti di nuovo soli Remus e Tonks si guardarono in giro «sia ringraziato Merlino, che abbiamo la magia» disse Tonks, «già tu vai pure, io comincio a sistemare» disse Remus «dai vieni anche tu, qui sistemando domani»disse cercando di trascinarlo in casa «tu comincia ad andare io arrivo subito» disse infine Remus «promesso?» chiese Tonks «certo» confermò, così lei torno dentro.

Appena se ne fu andata, Remus cominciò a passeggiare per il giardino, ripensando alla giornata appena trascorsa, guardò la nuova bicicletta che Alexis aveva gia provato e sorrise rivedendola girare per tutto il giardino facendo zig zag tra gli ospiti. Remus prese la bicicletta e la portò nel capanno degli attrezzi, poi decise di rientrare anche lui, porto dentro gli ultimi piatti e con un colpo di bacchetta spense tutte le luci. Salì al piano di sopra e si fermò per qualche istante a guardare Alexis che dormiva in camera sua «hey, sei qui, stavo per darti per disperso» disse Tonks abbracciandolo da dietro «sì, scusa stavo per arrivare» rispose Remus, «se continui a guardarla così la consumerai» disse divertita, «lo so, è solo che cresce così in fretta…» disse Remus continuando a guardarla «già, ma anche se la fissi in continuazione non cambierai questa cosa» disse Tonks baciandogli il collo, «hai ragione, ma tu cosa vorresti?» chiese voltandosi verso di lei e cingendole la vita «vieni con me che te lo dico» disse trascinandolo in camera. Una volta dentro lo baciò «signora Lupin, che idee ti sei fatta per finire la serata?» le chiese «non saprei ci sono stanti modi per finire la serata» disse Tonks cominciando a massaggiargli la schiena e a baciargli il collo «sì questo l’avevo capito» constatò Remus, facendola sdraiare sul letto e cominciando a baciarla partendo dal ventre fino a risalire al suo viso, «vedo che anche tu hai le idee chiare» disse Tonks lasciandosi trasportare dal tocco delle sue labbra «sì, di idee ne ho tante, alcune però non so se ti piaceranno» disse Remus staccandosi a fatica da lei e dal suo corpo e guardandola negli occhi «ma cosa vuoi dire? Così mi preoccupi» disse Tonks, «no, niente di preoccupante è sol oche mentre ero in giardino mi sono messo a pensare.. poi ho visto Alexis dormire così tranquillamente» disse «non capisco dove vuoi andare a parare con questo discorso» disse Tonks evidentemente perplessa «beh ecco..cosa ne diresti di…», «di..»chiese ancora «di.. avere un altro bambino?» disse tutto d’un fiato, Tonks lo guardò con occhi sgranati «lo so, lo so che sembra un’idea folle, e se dirai di no accetterò la tua decisione» disse cercando di tornare sui suoi passi, «no non è questo è solo che..» tentò di dire «sì lo so è tutto improvviso.. non so nemmeno io com’è successo..»la interruppe «Remus! stai zitto un attimo ti prego lasciami parlare» disse Tonks, «scusa ti prego, parla pure» disse Remus, «grazie, vedi è da qualche giorno che devo parlarti, solo che tra la ricerca del regalo, la festa e tutto il resto non ce l’ho fatta.. vedi.. ho… un ritardo.. che si prolunga da un po’.. e l’ultima volta che è successo.. abbiamo avuto Alexis. Martedì ho un appuntamento al San Mungo per gli accertamenti» disse Tonks, «vuoi… vuoi dire che sei..» non riuscì a finire la frase, ma lei annuì, «cioè non ne sono ancora sicura, ma è da qualche giorno che mi sento un poco strana» disse come per volergli dare una speranza, Remus non riuscì a trattenersi si gettò su di lei e cominciò a baciarla da tutte le parti «grazie amore mio, grazie!» urlò «Remus zitto! O sveglierai Alexis!» disse Tonks cercando di zittirlo «si scusa, hai ragione è che sono così felice» disse baciandola «sì questo l’avevo capito» disse ridendo, «ma quello che non mi spiego è come..» disse Remus, «beh il “come” credo che tu lo sappia bene.. se invece volevi dire “quando” credo che potrebbe essere successo in uno dei week and che sei tornato a casa.. uno degli ultimi direi» disse Tonks accoccolandosi vicino a lui «voglio venire anche io dal medimago martedì» disse Remus stringendola a sé, «va bene, chiederò a mia madre di tenerci Alexis» disse Tonks, «ti ho già detto che ti amo?» chiese Remus, «nell’ultima mezz’ora no» disse Tonks sorridendo, «ti amo amore mio» disse ancora Remus, «anche io ti amo» rispose Tonks, e poco dopo si addormentò esausta per gli avvenimenti la giornata appena trascorsa.

Remus rimase lì a fissarla per buona parte della nottata, ancora incredulo per quello che gli aveva detto. Senza rendersene conto le sfiorò il ventre, lei si mosse nel sonno, e lui sorrise, con ogni probabilità li dentro stava crescendo una creatura, questo gli riempì il cuore di gioia. Alla fine sia addormentò anche lui sempre tenendo Tonks tra le braccia come per paura che potesse scappare.

Tutti quanti una volta nella vita ci siamo trovati a dover fare un regalo. Ma molte volte è la cosa più semplice a rendere speciale un regalo. In oltre ci sono molte categorie di regali, ma quelli fatti col cuore, con l’amore sono i veri regali speciali.

   
 
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